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Autore: VerbalM3    10/05/2015    0 recensioni
Vidi il pappagallo verde volare in cielo. Lo inseguii, lo raggiunsi... e quando lo taccai...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il pappagallo verde speranza
 
                 Era una splendida mattina primaverile afgana quando improvvisamente il cielo si tinse di verde.
Uno storno di pappagalli stava volteggiando maestosamente uno accanto all’altro e ondeggiavano tra le poche nuvole che navigavano nel cielo, fino a quando non toccarono il suolo sabbioso. La mia attenzione cadde su un pappagallo verde che stava ancora volando sopra di me. Lo vidi sparire dietro ad una collinetta e iniziai a dargli la caccia. Correndo i miei piedi sprofondavano nella polvere e lasciavano dietro di loro una nuvola opaca. Giunsi con il fiatone in prossimità del pappagallo verde. Era fermo sul suolo, sembrava dormisse. Lentamente mi avvicinai, ad ogni passo il mio cuore batteva più forte. Era la prima volta che ne vedevo uno dal vivo; ne avevo sentito parlare da mio padre, ma vederlo a pochi metri da me era completamente diverso. Sembrava che mi stesse aspettando, silenzioso, sotto uno strato di polvere afghana. Ora giaceva a pochi centimetri dai miei piedi. La mia ombra coprì il suo magnifico color verde speranza. Mi chinai lentamente e faci attenzione a respirare piano in modo da non svegliarlo. Lo raccolsi e per interminabili secondi ammirai il mio nuovo tesoro.
 
                Studiai ogni suo dettaglio mentre lentamente tornavo a casa. Le sue ali erano perfette, i suoi occhi ed il suo becco adunco gli davano un’aria cattiva, ma questo pappagallo non poteva essere maligno avendomi reso il bambino più fortunato del mio villaggio. Chissà cosa avrebbe pensato Namir, mio cugino; ne avrebbe voluto uno anche lui, ma aveva solo da stare attento ed inseguire la pioggia verde di pappagalli. Mia sorella Hidi me lo avrebbe sicuramente rubato, dovevo nascondere bene il mio tesoro. Magari sotto il burqa di mia madre, oppure sotto terra… si! Potevo nasconderlo in una buca e poi coprilo per bene, in modo da nascondere il suo colore. Mio padre però avrebbe potuto vederlo.
 
                Mentre pensavo a dove nasconderlo, mi accorsi che ero quasi giunto a casa, iniziai ad accelerare il passo in modo da arrivare il più presto possibile e far vedere a papà il mio pappagallo. I miei piedi avevano iniziato a correre e in poco giunsi la soglia di casa. Mi voltai verso mio padre e alzando il pappagallo in aria dissi: “guarda papà! Ne ho trovato uno!”. La sua abituale espressione neutra tramutò in una che non avevo mai visto prima: terrore. Si alzò di scatto e fece per precipitarsi verso di me, ma la sua mano non mi toccò, il mio pappagallo lo impedì.
 
                Ci fu un’esplosione improvvisa. Sentii un fuoco provenire dalla mia mano e divampare lungo il mio braccio. Fui scaraventato indietro, come se mi avessero appena spinto con violenza. Le voci dei miei amici che giocavano furono coperte da un fischio acuto e doloroso ed il sole si oscurò.
 
                Mi risvegliai, dopo un lungo sonno, in un letto sconosciuto. Cercai di alzarmi appoggiandomi sulle mani, ma ne trovai solo una. Aprendo gli occhi mi accorsi di non vederci bene e prima di poter aprir bocca sentii le mani di mio padre afferrarmi il viso. Si avvicinò e mi sussurrò di stare calmo, che il dottore mi avrebbe guarito e che mi voleva bene. Quando compresi cosa era successo mi sentii tradito. Come aveva potuto farlo? Il mio tesoro, il mio pappagallo … come aveva potuto togliermi la speranza di cui portava il colore?
  
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