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Autore: lickmelyca    10/05/2015    1 recensioni
Quattro minific, quattro momenti tra madri e figli. Per celebrare la festa della mamma, alle donne più forti e pazienti del mondo.
Enjoy!! (?)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Caro figliolo, so che mi vuoi bene... Ma sii forte.
Tu... Sei il mio tesoro. Sei la mia vita.

(da "La Leggenda di Arata", volume 7)


 


Strawberry Jam~

#1. Nanobana Kinako & Fey



Fin da quando aveva cinque anni, Kinako aveva espresso il desiderio di volere un figlio, tanto da averlo chiesto a genitori e parenti per Natale, compleanni e ogni singola volta che andavano al supermercato. I coniugi Nanobana le avevano spiegato che era troppo presto e che non si poteva rimediare la prole dal nulla, ma la piccola era testarda. Quando provarono a chiederle come mai tenesse tanto a questa idea, lei si voltò come se la risposta fosse la più ovvia del mondo, dichiarando: “Ma è chiaro, no? Voglio un bimbo tutto mio con cui mangiare tanti mochi(1)!”
Strano che le tornasse in mente quella comica scena della sua infanzia, che spesso si divertiva a raccontare al marito e agli amici, a pochi minuti dal dover cominciare a spingere per dare alla luce il suo pargoletto. Pargoletto che, oltre ad aver rivisto un'ultima volta poco tempo prima, aveva incontrato anni addietro in seguito a un viaggio nel tempo e che già aveva imparato ad amare, ma aveva saputo che con tutta probabilità non lo avrebbe visto crescere. Voleva cambiare il corso degli eventi ad ogni costo, però, nonostante la debolezza che già sentiva addosso.

“Kin-- Mamma...”
La donna si voltò, riconoscendo la voce per una seconda volta.
“Oh, Fey...” Gli sorrise “sei tornato?”
“Già, ma non posso stare a lungo. Ti ho solo portato un piccolo regalo...”
Il ragazzo le porse un piccolo fazzolettino, avvolto accuratamente per diventare un pacchettino, per poi dileguarsi un attimo prima che gli infermieri la portassero via. Kinako aprì il piccolo dono e il suo sorriso si allargò... Per l'ultima volta.


“Signor Rune, mi dispiace...”
Asurei distolse lo sguardo dalla nursery per dirigersi, con un andamento stravolto e provato, verso la triste camera mortuaria. Sperava che non sarebbe successo, ci aveva sperato con tutto sé stesso.
“Aspetti, dobbiamo mostrarle una cosa!”
Quel dottore era insistente, ma lui in quel momento non voleva vedere nessuno, nemmeno il neonato. Solo lei.
“Abbiamo trovato questo in mano a sua moglie.”
Gli venne affidato il pacchetto. L'uomo se lo studiò attentamente prima di aprirlo con molta riluttanza. E subito i suoi occhi si riempirono di tante lacrime, vedendo quel piccolo bianco mochi con due minuscoli morsi.

 
 

#2. Endou Atsuko & Mamoru

Atsuko si era nuovamente incantata nello sfogliare un album di fotografie che la ritraevano felice insieme al suo piccolo Mamoru. Quel ragazzo era sempre stato un peperino, di quelli che finivano nei guai in continuazione e andavano spesso sorvegliati per tenere a freno la loro vivacità. La signora Endou era sempre stata molto attenta ai movimenti di suo figlio, coccolandolo e rimproverandolo il giusto per farlo crescere e diventare responsabile in fretta. Forse, si trovava a pensare di tanto in tanto, aveva esagerato e suo figlio era cresciuto troppo in fretta. Era sempre lontano da casa assieme alla sua squadra di calcio ad inseguire quello stupido pallone che anni prima aveva portato via alla donna il suo papà. Non sarebbe stato corretto però togliere anche a lui qualcosa che amava con tutto il cuore. Si era messa l'anima in pace decidendo di lasciarlo fare come voleva, fidandosi delle decisioni del giovanotto... ma ogni tanto, di notte, la cosa tornava a farle male.
“Mamma? Sei ancora sveglia?”
Mamoru era in piedi davanti alla porta del salone, con gli occhi assonnati. Di solito, quando non era a giocare partite fuori Tokyo o salvare il mondo da una presunta minaccia aliena, appena tornava dagli allenamenti mangiava e subito dopo filava a dormire, esausto. Vederlo in piedi a quell'ora era una rarità.
“Oh, tranquillo, nulla di cui preoccuparsi! Non riuscivo a prendere sonno e mi sono soffermata a dare un'occhiata a un album di foto...”

“Davvero? Posso vederlo anch'io?”
Pur non aspettandosi quell'entusiasmo per un paio di fotografie, Atsuko fece spazio per suo figlio sul divano, sfogliando il raccoglitore e mostrandogli tutti i momenti più belli della famiglia, immortalati in una minuscola immagine.
“Te lo ricordi questo, Mamoru?”
Ma per quanto erano preziosi quei lontani ricordi, quattro volte su cinque la risposta di Mamoru era negativa. In effetti era passato molto tempo e lui era sempre stato molto distratto e sbadato, ma il fatto che suo figlio non riuscisse a richiamare alla sua mente quei sorrisi che a lei erano tanto cari spezzavano il cuore della madre.
“Già... ormai tu ti ricordi solo del calcio.”
Chiuse con forza l'albo, guardando il pavimento mentre si mordeva il labbro. Il giovane Endou non capiva, non era bravo ad immedesimarsi subito nei sentimenti degli altri e per questo gli era capitato già di aver fatto soffrire delle persone care. Lui voleva davvero bene a sua madre e non lo avrebbe permesso. Le prese deciso una mano, sfoggiando un sorriso energico e raggiante che solo lui riusciva a fare.
“Mamma, che ne dici di fare un dolce?”
“Un... Dolce?”

Sì! Sai cosa mi ricordo bene? Che tu sai fare delle torte buonissime e che cercavo sempre di mangiartele appena le sfornavi!” Ridacchiò all'unisono con la madre “Sai cos'altro, mamma? Facciamo insieme una torta deliziosa, così poi la portiamo agli allenamenti! Tutti la mangeranno e le manager ti chiederanno la ricetta, tu così diventerai una specie di membro della squadra, sarai... ehm... la Sfornatrice!”
Gli occhi di Atsuko tornarono a luccicare, guardando fiera e divertita il suo amato figliolo. Magari l'amore per il calcio lo avevano un po' staccato dalla famiglia, ma non significava che non erano più una mamma e il suo bambino. Avrebbe sicuramente accettato quell'originale proposta, ma...
“Frena, tigre” Gli carezzò i capelli “è mezzanotte passata, vuoi davvero che ci mettiamo a cucinare a quest'ora?”
“In effetti è abbastanza tardi...”
Scoppiarono a ridere fragorosamente, abbracciandosi. Quel prezioso momento magico sarebbe rimasto nei loro ricordi per sempre, anche senza qualcuno che scattasse una foto.

#3. Ms.Urabe & Rika
 

“Rika! Rika, vieni qui SU-BI-TIS-SI-MO!!”
La ragazza sbuffò. Stava giusto scrivendo la sua mail giornaliera a Ichinose e non voleva essere interrotta. Lo aveva specificato tante volte, ma ce n'era mai una in cui sua madre ascoltasse? Assolutamente no.
“Non ora mamma, sono occupata!”
“TI HO DETTO DI VENIRE ADESSO, SCENDI SUBITO O SONO GUAI!”
Rika sbuffò di nuovo, mettendo il broncio. Era il giorno di chiusura del ristorante, perché necessitava così tanto di lei?
“RIKA!!”
“ARRIVO, MAMMA, ARRIVO!”
Scese le scale sbattendo i piedi, giusto per farla innervosire di più mentre si apprestava a raggiungerla. La signora Urabe, o meglio signorina visto il suo stato nubile, era distesa annoiata sul divano con aria annoiata e stravolta a guardare distrattamente la replica del manzai(2) della sera prima. Di solito, quando quegli spettacoli erano in onda, rideva sguaiatamente senza alcun freno o ritegno, ma in quel caso era più seria che mai e, a giudicare dalla bottiglia che teneva in mano, anche un po' ubriaca. Poteva significare solo una cosa.
“Non dirmelo: il signor Kenji ti ha lasciat-”
“KENJI MI HA LASCIATA, RIKA! MI HA LASCIATA!!”
“Ma siete stati insieme cinque giorni!”
“E' quello che dico io! Sono stati cinque giorni magici, ma secondo lui sono una povera incapace che non riesce nemmeno a reggersi in piedi da sola!”
“Un po' quello che ti ha detto una buona percentuale degli uomini con cui sei uscita durante tutto l'anno...”
“LO SONO, RIKA?! SONO UNA POVERA INCAPACE?!”
Quella domanda arrivava sempre, in un modo o nell'altro. Era una di quelle domande a cui sia rispondere sì che rispondere no portava ad una discussione. Rika stava esaurendo le risposte, ma voleva solo tornare su in camera a continuare la sua mail. Le toccò improvvisare.
“No, mamma, non sei incapace, ma dovresti impegnarti di più...”
“Senti senti come parla la signorina! Ma cosa ne sai tu, che preferisci uno sbarbatello malato incontrato a caso che tra l'altro ha occhi per un'altra persona piuttosto che un elegante e affascinante gentleman inglese pronto a salvarti le chiappe e che pende dalle tue labbra?!”
“MA COME TI PERMETTI?! BASTA, NON TI PARLO PIU'!”
Fin da quando le aveva parlato di
Edgar, la madre aveva mostrato interesse per lui e l'aveva incentivata a lasciar perdere Ichinose per lui. La più giovane aveva sempre provato a ignorare la questione, ma ne aveva davvero avuto abbastanza. Voltò le spalle e fece per ritornare alla sua stanza, ma una flebile voce la bloccò.
“Rika... Davvero sono una povera incapace?”
Di nuovo quella domanda. La figlia avrebbe potuto rispondere alla stessa maniera di poco prima... ma il tono di sua madre era cambiato. Era arreso, sconsolato e devastato. La signora Urabe si era presa cura di lei tutta sola, ogni tanto le andava ricordato dell'ottimo e immenso lavoro che stava svolgendo e, soprattutto, del bene che Rika le voleva.
“No, mamma.” Tornò da lei, guardandola negli occhi “Il signor Kenji era un povero incapace, visto che non ha capito proprio niente di te.”
Le due non erano solo una madre single e sua figlia, erano anche le più grandi complici mai esistite. La donna si mise a sedere composta, mormorando un “grazie” e schioccando un bacio a sua figlia. La lasciò tornare in camera sua, ma non prima di aver proferito parola un'ultima volta.
“Sicura che quell'Edgar non ti interessi proprio?”
“Mamma!!”

 
#4. Saiya Avalonic & Zanark
 
“Ma', sono a casa.”
Zanark, da ex-criminale qual era, non era mai presente nella sua ristretta vita famigliare. Anzi, poiché suo padre era morto quando lui era piccolo e suo fratello minore aveva cercato di ucciderlo un paio di volte, cercava di tenersi il più lontano possibile da casa sua. E poi si era già accasato dal suo ragazzo, aveva già una sua dimora. Ma c'era un'unica persona a cui tenesse così tanto da fargli fare una capatina a casa, di tanto in tanto.
“Bentornato, figliolo!”
Saiya Avalonic era una donna non più tanto giovane, tra l'altro sciupata per la sua costituzione debole, la morte del marito e di due cari amici di infanzia e per il parto di due figli. Ma, di fronte a uno di costoro, ringiovaniva all'istante e diventava una donna splendida e piena di vita, pronta ad ogni cosa per renderli felici. Era piena di pressioni da tutta quella gente che le ricordava che i suoi figli erano dei poco di buono, ma lei non ce la faceva ad essere arrabbiata con loro. Quando era con loro, erano i suoi bambini e basta, né buoni né cattivi.
“Vieni, accomodati!” Gli liberò una sedia, sorridendo tutta orgogliosa “Devi dirmi ogni cosa del tuo ultimo viaggio nel tempo! Dove sei stato, cos'hai visto... Oh, e il tuo ragazzo! Come va con lui? Vi trovate ancora bene, vero? Sto preparando della marmellata di fragole per Kanrar, lo sai che è la sua preferita. Magari anche il tuo Gamma ne vuole un po', gliene preparo un barattolo!”
“Ma'. Calma. Non ti insegue nessuno.”
“Però...”
“Ma'. Basta. Mi angosci”
La donna si fermò, mortificata. Il suo secondogenito Kanrar andava spesso a giocare sulla spiaggia e non lo vedeva per tutta la mattina, mentre Zanark riappariva solo qualche volta. Le capitava di stressarli con tante domande perché sentiva la mancanza della sua amatissima prole, ma capiva di essere una madre opprimente. Sentiva di aver dimenticato come si faceva la madre, cominciava ad avere forti capogiri per quel singolo errore. Stava per avere un cedimento, quando le forti braccia la strinsero impacciate.
“Stai a riposo, ti ho detto mille volte di non stancarti. Ti accompagno a letto, sbrigati, Kanrar e la sua marmellata possono aspettare.”

“Non volevo farti tutte quelle domande e darti fastidio...”
“Nah, figurati” La fece stendere con attenzione sul suo letto, come se fosse fatta di vetro “E poi sapevo che lo avresti fatto.”
“Non cambi mai, tesoro...” Sorrise e chiuse gli occhi “Ogni tanto sembra che tu sia il padre e io la figlia. Ma devo accettare che sei diventato grande... però io sarò sempre presente per te, anche malata e stanca come sono. Sei il mio tesoro.”
Il figlio le strinse la mano e aspettò che la madre si addormentasse. Infine, con un sorrisetto, si diresse verso la porta per tornare a casa.
“Zanark?”
Saiya era ancora sveglia, meno pallida di prima ma ancora spossata.
“Che c'è, ma'? Sto andando...”
“Fai buon viaggio. Ti voglio bene.”

“Allora, dove sei stato stavolta?”
Gamma era spazientito, come ogni volta che il suo ragazzo si allontanava troppo a lungo lasciandolo a badare alla casa da solo. Gli mise il broncio, pronto ad arrabbiarsi con lui.
“Dove sono stato, chiedi? Sapevo che lo avresti detto.” Il maggiore si diresse in cucina a prendere da bere “Se ci tieni... sono stato dalla mia donna.”
“Eh?!”
“Hai capito bene. Mi ha detto di regalarti questo.”
Gli lanciò un barattolo che per poco non lo colpì in testa.
“Marmellata di fragole?! Che regalo è?! Certo che però ha un buon odore...”
L'Avalonic guardò fuori dalla finestra, ascoltando intanto i versi di apprezzamento dell'albino che si gustava la marmellata, ancora confuso. Con un sospiro, tornò in salotto da lui pronto a riposarsi per bene, ma intanto il suo sguardo era ancora lontano.
“...ti voglio bene anch'io, ma'.”


(1) Mochi: un dolce tradizionale giapponese costituito da riso glutinoso, tritato e pestato ad ottenere una pasta bianca, morbida ed appiccicosa che viene poi foggiata in una tipica forma tondeggiante.
(2) Manzai: è una forma di commedia in due atti giapponese che vede come protagonisti una coppia di persone, che si scambiano battute con una certa velocità. (tipo Ale e Franz ai tempi di Zelig, insomma--)
(defininizioni riadattate da Wikipedia)

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Sono le undici di sera ma è ancora la festa della mamma quindi PUBBLICO NNNNNAU.
Comunque salve, qui Ursy con una delle sue raccolte di flash in onore dei vecchi tempi!
Premetto, infatti, che sto pubblicando anche per dire che probabilmente non aggiornerò EM fino alla fine di scuola, proprio non ce la faccio... Mi dispiace per chi leggeva, ma non sto abbandonando niente eh!
Volevo un po' lodare le mie mamme preferite di IE attraverso questa raccolta... Kinako per me è una madre esemplare, Atsuko è la pazienza fatta a persona, la mamma di Rika mi fa morire dal ridere (e attraverso lei ho espresso amore per l'EdRika MMMMM) e per quanto riguarda Saiya... lei è il mio tesoro. E' una OC data alla luce assieme a Lau un paio di anni fa, una di quelle a cui siamo più affezionata. Lei farebbe di tutto per i suoi bambini, ogni sacrificio possibile. Mi sembrava carino presentarvela brevemente!
Sono di fretta quindi vi saluto e faccio gli auguri ad ogni figlio/a e ad ogni mamma... Soprattutto alla mia. Litighiamo spessso, stiamo litigando anche ora e so di non essere il tipo di figlia che avrebbe voluto, ma so che mi vuole bene e gliene voglio tantissimo anch'io. Mi dispiace, mamma. Mi dispiace tanto.
Okay, forse è meglio andare ora!
Spero a presto, grazie per aver letto e spero abbiate gradito!
Bis Bald!
Ursy
   
 
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