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Autore: mariagrazja    11/05/2015    0 recensioni
"E proprio lì, dove i palazzi si innalzavano incolonnandosi ed intricandosi nel complicato corso di una città, c’era il limite che Martina non poteva superare.
Perché lei era diversa dagli altri esseri che abitavano le metropoli circostanti. I suoi occhi erano argentei, sfumati di tonalità di azzurri e verdi inimmaginabili, come un arcobaleno che rincorre le nuvole dopo una pioggia. E questo era proibito."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Agosto 2083 La Costellazione del Cigno risplendeva di un bagliore mozzafiato. Il cielo era dipinto dei colori del crepuscolo. Il mondo spalancava le porte alla notte, accogliendola nell’abbraccio infuocato del sole morente. Nugoli di lucciole punteggiavano il prato, riempiendolo di bagliori. Pareva quasi che un pezzo di cielo brillante di stelle fosse caduto nell’erba. Martina contemplava serena lo spettacolo del tramonto, mentre quei brillanti insettini danzavano tutt’attorno a lei, colmandole gli occhi di luci e colori. Oltre il prato, a miglia di distanza, il profilo geometrico di centinaia di grattacieli interrompeva il corso dispiegato del cielo. E proprio lì, dove i palazzi si innalzavano incolonnandosi ed intricandosi nel complicato corso di una città, c’era il limite che Martina non poteva superare. Perché lei era diversa dagli altri esseri che abitavano le metropoli circostanti. I suoi occhi erano argentei, sfumati di tonalità di azzurri e verdi inimmaginabili, come un arcobaleno che rincorre le nuvole dopo una pioggia. E questo era proibito. I suoi occhi erano spettacolari, insoliti, meravigliosamente variopinti. E questo era sbagliato. Gli occhi delle altre persone, invece, erano di un solo ed unico colore. Definito, presente alla realtà che la società crudele aveva imposto. Le loro iridi erano nocciola, o azzurre, o blu. Nere, verdi, miele o castane. Ma non cambiavano mai. Non avevano sfumature. Non erano cerulee. Erano semplicemente occhi: lo specchio della loro anima. Ogni colore corrispondeva ad un carattere o ad un modo di comportarsi ben definito. Occhi azzurri per la gentilezza, miele per la bontà, verdi per la saggezza, nocciola per la dolcezza, neri per gli iracondi, castani per i tenebrosi, blu scuro per i tranquilli. E non esisteva persona che avesse carattere differente da ciò che dimostravano gli occhi. A parte la razza da cui proveniva Martina. Loro erano costretti a nascondersi, a fuggire. Perché erano incontrollabili, pericolosi. I loro occhi iridescenti non erano comprensibili. Non mostravano il loro vero io. Erano esseri liberi. E avrebbero potuto sconvolgere l’ordine della Nazione. Ecco perché venivano catturati e brutalmente uccisi. Ecco perché tentavano sempre di scappare. E Martina era scappata con la sua stirpe per l’ennesima volta. Sdraiata sul prato ad osservare il cielo, ricordò a sé stessa come venivano chiamati gli esseri come lei. I Proibiti.
   
 
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