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Autore: Mia_Usagi    11/05/2015    6 recensioni
Usagi e Mamoru annunciano il loro matrimonio, ma non tutti sembrano esserne contenti. Inoltre, un nuovo nemico li minaccia. ******* Fanfiction nata da un'idea di MiaMoon e Usagi_Chiba.******* SOSPESA FINO A DATA DA DESTINARSI.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Un tenebroso silenzio era sceso in casa Chiba quando, dopo i bagliori dovuti alla trasformazione, i genitori di Usagi si erano ritrovati davanti Serenity ed Endymion.

L’unico che sembrava gradire la situazione era Shingo, sul cui viso era dipinto un fantastico sorriso.

Ikuko alzò gli occhi e rimase ferma ad osservare quella ragazza davanti a lei che non riusciva a riconoscere come sua figlia.

- Quel se… segno sulla fronte… – tartagliò la signora… - mi sembra di conoscerlo già… di averlo già visto! – esclamò la donna, cercando di calmare i battiti del suo cuore in tumulto.

Sulla sua fronte spuntava un segno a forma di mezza luna, il suo abito bianco le conferiva un aspetto davvero regale e tutto sembrava curato nei minimi dettagli. Spostò, poi, gli occhi verso Mamoru, così elegante nella sua armatura, così fiero nello sguardo che diventava di puro amore quando si voltava ad osservare la giovane al suo fianco.

Shingo guardò sua madre e suo padre immobili, incollati alle sedie.

- È il simbolo di Sailor Moon… Usagi è Sailor Moon! – disse euforico, attirando gli sguardi su di sé.

- Anche Luna ne ha uno simile… – aggiunse Kenji. - … ma certo “Luna”… come poteva non chiamarsi così la gatta di Sailor Moon!? – esclamò ironico, scuotendo la testa.

Come leggendosi nel pensiero, Usagi e Mamoru sciolsero la trasformazione simultaneamente, per non indispettire ulteriormente i genitori di lei che guardavano la scena esterrefatti, senza riuscire a proferire parola.

Ikuko si portò le mani alle tempie stanca e costernata.

- Com’è possibile che per diciotto anni ho cresciuto un’estranea in casa mia! – sbottò la donna, dopo un po’.

Non riusciva a credere che la sua bambina pasticciona e svogliata in realtà era la famosa eroina che salvava Tokyo insieme a quel ragazzo che le era accanto. Non poteva essere vero, stentava a crederci, anche dopo aver avuto quella lampante dimostrazione.


- Io non sono un’estranea, sono tua figlia!!! – esclamò Usagi, cercando di avvicinarsi a lei, ma la donna pose una mano davanti a sé, come a volerle bloccare i passi.

- Io… noi… Usagi non possiamo accettare una notizia del genere, non in questo modo!

Non poteva essere, doveva uscire al più presto da quella casa e riflettere su quanto accaduto o sarebbe impazzita. Spostò lo sguardo verso suo marito e si rese conto che respirava in malo modo, le orbite fuori dagli occhi e una rabbia a stento trattenuta.

Sì, era decisamente il caso di andare via, all’istante.

- No, mamma! Cosa dici? - chiese sgranando gli occhi. - Aspetta, aspettate… dove andate? – urlò Usagi, vedendoli prendere il corridoio.

- Devi darci tempo, non eravamo preparati a questo e non credo lo saremo mai! – esclamò la donna, con lieve timore. Non era, di certo, all’ordine del giorno vedere che sua figlia si trasformava in Sailor Moon.

Kenji Tsukino seguì sua moglie, totalmente d’accordo con lei mentre chiamava Shingo, affinché si muovesse.

- Troppo forte!!! Ti va di trasformarti anche in Sailor Moon… – chiese con occhi sognanti.

Il ragazzino, dal canto suo, non voleva saperne di andare via di lì. Sua sorella, la sbadata Usagi, era l’eroina che lui ammirava da moltissimo tempo e non solo quello ed, inoltre, era anche la reincarnazione di una principessa e a lui sembrava di vivere in una favola.

- Shingo, andiamo! – sbraitò di nuovo l’uomo, in maniera molto autoritaria.

Decidendo di non urtare ancora di più suo padre, il ragazzino si mosse, passando prima davanti a sua sorella, squadrandola ancora incredulo e poi davanti a suo cognato.

Vide Usagi provare a seguirli, ma Mamoru trattenerla, invece. Lui aveva capito che non era il caso di affrontare ulteriormente la situazione e che tutto quello che potevano fare era lasciarli riflettere.
Prima di andare via, però, Shingo rivolse un sorriso verso di lei cercando, in quel modo, di alleviare un po’ la sofferenza che traspariva sul suo volto.

Quando sentì la porta di casa chiudersi, Mamoru si avvicinò, alla sua fidanzata, fermandosi a pochi passi da lei. Usagi aveva l’aria triste e nervosa al tempo stesso, aveva immediatamente preso a risistemare la tavola, togliendo le stoviglie e le posate. Nei suoi occhi poteva leggere la frustrazione e ancora un po’ di ansia, per i momenti appena vissuti.

- Resto qui stanotte, se per te non è un problema. – disse all’improvviso, procedendo verso la cucina con i piatti in mano.

- Usako, lo sai che non è un problema per me se resti qui – rispose prendendo i bicchieri.

Dalla cucina sentì un brusco rumore di stoviglie scaraventate, quasi, nel lavandino.

Mamoru si bloccò con le mani a mezz’aria, cercando di carpire altri rumori molesti.

L’acqua che scorreva dalla fontana, sembrò tranquillizzarlo, così si decise a raggiungere Usagi, portando con sé tutto ciò che aveva raccolto dalla tavola.

- Appoggia qui, grazie. – sintetizzò, indicando un posto della cucina con un gesto del viso.

Non era una bella aria quella che tirava, la sua fidanzata era decisamente su tutte le furie e per quello cercò di sdrammatizzare.

- Però, non è andata tanto male… – disse il ragazzo, addentando una mela.

Con un movimento fulmineo, Usagi roteò il busto e lo guardò torva, chiedendosi se, per caso, non la stesse prendendo in giro.

- Certo, guardare mia mamma e mio padre che si alzano e scappano quasi via, è stata un grandissima vittoria! – gli urlò respirando a fatica. - Tu dov’eri quando ci hanno squadrato come se fossero in presenza di due alieni??? – chiese, inveendo contro di lui.

Mamoru non replicò subito, si limitò a sospirare rigirandosi la mela fra le mani. Effettivamente, ricordava la faccia sgomenta dei genitori di Usagi, sembravano addirittura tremare dopo aver assistito alla loro trasformazione. Ovviamente, non c’era da biasimarli, scoprire che la loro figlia era Sailor Moon era quasi impensabile, improponibile.

- Inoltre, ci hanno guardato ancora di più sbigottiti quando gli abbiamo comunicato di volerci sposare!!! – esclamò ancora, riprendendo a lavare i piatti. - Che cavolo ci sarà, poi, di così strano? È vero, ho appena compiuto diciotto anni, ma che ne sanno loro dell’amore che provo io per te? – Usagi stava sobbollendo come un uovo sodo in un tegamino.

Il ragazzo alzò lo sguardo e sorrise, la sua piccola testolina buffa, non smetteva mai di dimostrargli il suo amore, in nessuna circostanza. Lasciò andare la mela sul tavolo e le si avvicinò, abbracciandola da dietro.

- Mi dispiace… – mormorò lei, appoggiandogli la testa contro le spalle. - Non dovevo rivolgermi così a te e alzare la voce in quel modo. – si scusò chiudendo gli occhi avvilita.

Afferrandola per le braccia, Mamoru la fece voltare verso di sé e, dopo averla guardata negli occhi, abbassò il viso e le lambì le labbra con le sue, in un bacio dolce e lento, che trasmesse subito a Usagi un senso d’amore e di serenità.

- Andiamo a dormire, ai piatti ci penseremo domani. – disse Mamoru, baciandole le tempie.

- No. Preferisco lavarli adesso, mi aiuterà a scaricare la tensione. – rispose lei, rigirandosi e riprendendo a lavorare.

- Vuoi un aiuto? Ti faccio compagnia? – chiese, posandole le mani suoi fianchi.

- Non è necessario. Farò in un attimo, inizia a metterti a letto. – rispose con un mesto sorriso.

Mamoru le posò un ultimo bacio fra i capelli e poi si allontanò, decidendo di lasciarla in pace per un po’. Sapeva che voleva restare da sola.

Come un automa, Usagi prese a insaponare uno ad uno, ogni piatto, poi passò alle pentole e poi ai bicchieri, successivamente mise tutto a sgocciolare nel lavandino e decise di riporre le stoviglie nel mobile, il giorno dopo.

Spense il neon e mentre stava per attraversare il piccolo corridoio che la portava in camera da letto, decide si prendersi ancora un altro minuto per sé, avvicinandosi alla finestra.
Scostò le tende e aprì l’imposta, uscendo sul terrazzino. L’aria era fresca e un po’ umida, si strinse nelle spalle e chiuse gli occhi, respirando l’aria della notte.

Aveva messo in preventivo l’idea che i suoi genitori sarebbero rimasti sbalorditi, dinnanzi la loro trasformazione e dopo aver udito la loro storia, quindi forse poteva capirli. Capiva che avevano bisogno di tempo per accettare l’idea che la loro figlia era un po’… particolare. Quello che non le andava affatto a genio, era che non accettassero l’idea che lei aveva un’enorme voglia di sposarsi con il ragazzo che amava e con il quale era fidanzata da tempo. Era giovane, lo sapeva, non c’era bisogno che tutti glielo ripetessero di continuo, quando soltanto si sfiorava l’argomento matrimonio. Era una pasticciona, una piagnucolona, ma non aveva mai cambiato idea su nessuna delle decisioni che aveva preso. Era molto coerente e, quindi, aveva deciso di non dar retta a nessuno e seguire la sua testa, ma soprattutto, il suo cuore, come aveva sempre fatto.

Sorrise soddisfatta e mentre si stava per girare, per rientrare da Mamoru, si ritrovò a sbattere proprio contro di lui, che era uscito sul terrazzo, non appena l’aveva udita spostarsi dalla cucina.

Usagi non riuscì a trattenere un piccolo urlo di spavento.

- Scusami, non volevo spaventarti! – esclamò Mamoru, afferrandola per le spalle ed evitando che cadesse all’indietro dopo l’urto

Lei si lasciò andare ad un piccolo sospiro di sollievo, mentre tentava di rallentare i battiti del suo cuore. Non vedeva l’ora di mettere fine a quella giornata, un’altra emozione simile e ci avrebbe rimesso la pelle.

Alzò gli occhi e li incrociò ai suoi, sempre così puliti e sinceri, che risplendevano ancor di più alla luce della luna e delle stelle.

Gli appoggiò una mano sul viso e solo allora, chissà per quale motivo, notò alcuni cambiamenti dei suoi tratti somatici. I suoi zigomi erano più marcati, la sua pelle lievemente più tirata, gli occhi più decisi, perfino il suo respiro era cambiato, Mamoru era diventato un uomo e lei una donna. Si erano amati ed erano stati uniti in tutti quegli anni, erano cresciuti, in tutto e per tutto, superando dolori, lutti… e sconfiggendo il male.

Insieme.

Una parola bellissima da dire, per due innamorati.

- Insieme… – mormorò sfiorandogli le labbra con un dito.

- Cosa? – chiese lui, scuotendo il viso perché non aveva capito.

- Non m’importa quello che pensano gli altri, che siano le mie amiche o la mia famiglia, restiamo insieme… – disse prima di avvicinare le sue labbra a quelle di lui.

- Già, contro tutto e tutti…– le mormorò, sicuro di ciò che diceva, prima di baciarla.

Mamoru la legò immediatamente in un abbraccio protettivo. Gli piaceva tenerla stretta così, era come sentirla ancora di più parte di sé. Usagi era la sua famiglia e lui aveva modo d’esistere solo grazie a lei, solo per stare con lei.

Insieme.

Quando entrambi riaprirono gli occhi, Mamoru le sfiorò la fronte e soltanto allora si accorse che stava ricominciando a grandinare e che l’aria si era raggelata.

- Forse è il caso di rientrare, tremi già come una foglia. – disse sospingendola lievemente nel tepore della casa.

Si guardò in giro, per un attimo, senza conoscerne il motivo, osservando per lo più quell’assurda grandine che, ancora una volta, aveva preso ad imperversare sulla città e poi, richiamato da Usagi, solcò la portafinestra, richiudendosela alle sue spalle.



Eccoci con un nuovo capitolo!

Scusate per il ritardo ;) Cercheremo di aggiornare di nuovo quanto prima!!! :)

Vi va di farci sapere cosa ne pensate??? Ogni vostra recensione sarà ben gradita!

Grazie :)

Mia Moon e Usagi_Chiba.

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