Fevhiu sorrise mestamente: quegli idioti di guardia l’avevano fatto entrare nel cortile della fortificazione senza fargli alcuna domanda. Poco male, pensò, mi hanno agevolato il lavoro.
-Ehi amico che ti è successo? Hai perso l’orientamento? Vieni dentro, abbiamo del buon cibo e un fuoco dove riscald…-
La frase gli morì in gola. La guardia si guardò sorpreso il petto, la lama di un coltello era affondata nella morbida pelliccia recidendogli un’arteria.
Fevhiu non dette il tempo al sangue di zampillare dalla ferita: strattonò l’arma dal torace dell’uomo e con un movimento rapido gli tagliò la gola.
Gli arcieri sulle mura si mossero repentinamente, sbigottiti dal comportamento del cavaliere, era circondato.
-Ehi tu, getta subito quel coltello non hai via di scampo-.
Fevhiu si liberò tranquillamente del suo mantello, mostrando un volto scarnificato e devastato dalle fiamme.
-Ma come- rispose ghignando -Non vedete che sono già morto?”-.