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Autore: SAA89    12/05/2015    3 recensioni
Allora, manca meno di un mese ad Avengers: Age of Ultron, ma abbiamo visto tutti la scena nei titoli di coda del primo film. Sappiamo che il prossimo avversario dei Vendicatori sarà Thanos. E sappiamo anche che non lo metteranno a nanna prima del 2019, e ci vorranno la bellezza di UNDICI FILM!
Quindi, se non vi va di aspettare così tanto, questa è la mia idea su come potrebbe svolgersi la storia. Questa fic inizia dopo Iron Man 3: Loki è sotto chiave ad Asgard, ma il suo fratello adottivo ha già notato che qualcosa in lui è cambiato. Nel frattempo, gli altri Avengers continuano le loro vite a New York. Ma forze oscure cospirano contro i nostri eroi...
(a proposito, Romanogers a partire dal capitolo 2. Perché? Perché sì.)
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Darcy Lewis era super eccitata: sembrava una bambina di cinque anni in overdose di zuccheri. Del resto, nessuno poteva darle torto: non capitava tutti i giorni di essere invitati alla Avengers Tower.

Okay, a dirla tutta lei non era stata proprio invitata: il professor Erik Selvig aveva ricevuto una strana telefonata in piena notte. Era rimasto sorpreso di scoprire che all’altro lato della linea protetta c’era Tony Stark.

La conversazione era durata poco, ma quello che Stark gli aveva riferito aveva dell’incredibile: Thor aveva riportato Loki sulla Terra, e Loki sembrava essere ipnotizzato proprio come lo erano stati lui e Barton. Il fatto di aver sperimentato sulla propria pelle gli effetti di quel particolare tipo di ipnosi, unito alla sua grande esperienza in fenomeni paranormali, soprattutto di natura asgardiana, rendevano Selvig la persona più qualificata per sbrogliare quella complicata matassa. Soprattutto se volevano tenere all’oscuro lo SHIELD. Quindi Tony aveva richiesto urgentemente la presenza sua e della dottoressa Foster per capire che accidenti stesse succedendo. Naturalmente, Darcy ne aveva approfittato per imbucarsi alla festa.

Selvig non capiva tutta quella segretezza: se Loki era di nuovo sulla Terra, perché gli Avengers volevano tenere all’oscuro lo SHIELD?

Gli squittii da fangirl assatanata di Darcy interruppero il filo dei suoi pensieri: < Ooooh ragazzi! Ragazzi ragazzi ragazzi! Vi rendete conto? La Avengers Tower! Siamo stati invitati da Tony Stark in persona! Non ci credo! Ditemi che non sto sognando! > farfugliava la ragazza, che non riusciva a stare ferma un attimo e continuava ad agitarsi nel sedile della Rolls Royce che li aveva prelevati dall’aeroporto J.F.K. e li stava portando alla torre.

Jane Foster, seduta lì accanto, aveva smesso ormai da tempo di provare a calmare i bollenti spiriti della sua zelante assistente ed ex-stagista, e se ne stava seduta in silenzio, chiedendosi se davvero era sicuro andare alla Avengers Tower se lì c’era anche Loki.

Happy Hogan, ex guardia del corpo di Tony e ora autista personale della signorina Potts, rimase in silenzio, limitandosi a lanciare un’occhiata perplessa ai suoi tre passeggeri nello specchietto retrovisore: non era a conoscenza dei dettagli della questione, anzi in realtà non aveva la più pallida idea di che cosa stesse succedendo alla torre. Pensava che probabilmente stesse per tenersi una convention di scienziati mezzi matti.

La lussuosa limousine si fermò nell’ampio cortile davanti alla torre. I tre passeggeri scesero dall’auto e si avviarono verso l’ingresso. A circa metà strada, videro le porte scorrevoli aprirsi, e dalla hall della torre uscirono due personaggi che non avevano alcun bisogno di presentazioni.


< Dottor Selvig, grazie per essere venuto. Lui è Steven Rogers... il mio nuovo capo > esordì Bruce Banner, vecchia conoscenza dello studioso svedese, presentando il super soldato al professore: < Non c’è problema, Bruce. Mi sembra di capire che la questione è piuttosto seria > rispose Erik, stringendo la mano a Steve.

< Infatti, ma ci servite voi per capite quanto è effettivamente seria... > ribadì Steve.

Alle spalle del professore, Darcy stava per avere un aneurisma: < quello è Captain America!! > sibilò, eccitatissima, all’orecchio di Jane.

Proprio in quell’istante, Steve si rivolse a loro due: < Dottoressa Foster, scusateci per il poco preavviso... > disse, avvicinandosi. Jane gli strinse la mano: < Felici di potervi essere d’aiuto, capitano Rogers. Le presento la mia emotiva assistente, Darcy Lewis... > disse, con un sorrisetto.

Steve si presentò a sua volta, sorridendo: < È un vero piacere, signorina Lewis... >

Darcy, imbarazzatissima, strinse la mano del capitano, balbettando qualche monosillabo insensato. Fu salvata in angolo da Jane: < Davvero lì sopra c’è Loki? > disse, volgendo lo sguardo verso la sommità del grattacielo.

< Proprio così, abbiamo aiutato Thor a riportarlo sulla Terra ieri sera. Sembra che in qualche modo Loki sia rimasto vittima della magia del suo stesso scettro. Il dottor Banner lo ha visitato ieri sera, ma non ha ottenuto granché... >

Selvig non sembrava molto interessato. Secondo la sua modesta opinione, il posto di Loki era in una cella, problemi di salute o meno: < Voglio che sappiate che lo facciamo solo per Thor > chiarì il professore.

< Ma certo – rispose Steve – anche noi non vediamo l’ora di rispedirlo in gabbia >

Bruce cambiò discorso, andando dritto al punto: < Loki presenta segni di afasia, e sembra quasi in stato catatonico. Non risponde ad alcuno stimolo sensoriale > rispose il dottor Banner, avviandosi insieme a Steve e ai tre nuovi arrivati verso l’ingresso: < inutile dire che la sua presenza qui ha causato un bel po’ di trambusto... >

< Oh, lo immagino > mormorò Selvig, entrando nell’edificio.

Nessuno dei cinque poteva immaginare che, mentre loro conversavano amabilmente, un centinaio di piani più in alto si era scatenato il putiferio: Loki si era appena risvegliato dall’incubo che gli era stato indotto la notte precedente, ed ora aveva un solo obiettivo: recuperare il suo scettro e completare la missione. Era l’unico modo per salvarsi la vita.

Era saltato giù dal letto lanciando un urlo straziante. Thor si era svegliato di soprassalto un attimo prima che Loki lo aggredisse. Era stato colto di sorpresa, ma Loki era troppo indebolito dalla sua prigionia e dalla tortura mentale per rappresentare una minaccia. Thor lo aveva scaraventato a terra, per poi allontanarsi di qualche passo. In quel momento entrarono Pepper e Tony.

< Che sta succedendo? Che gli prende!? > urlò Pepper in preda al panico. Tony si preoccupò prima di tutto di mettere in salvo la sua fidanzata: < Sta’ indietro, Pepper... > disse, trascinando la donna fuori dalla stanza.

< Andate via! Andatevene! Fatemi uscire!! > urlava Loki, dimenandosi a vuoto al centro della stanza. Sembrava quasi che stesse combattendo contro dei nemici invisibili.

Un attimo più tardi, Natasha e Clint fecero il loro ingresso, pronti all’azione: Clint aveva già l’arco teso, e Natasha aveva entrambe le pistole puntate alla testa del dio dell’inganno.

< No, fermi! > li bloccò Thor. Nessuno dei due attaccò, ma rimasero entrambi pronti a farlo in qualsiasi momento.

< Basta! Andate via! Andate via!! > continuava Loki, che ora sembrava leggermente più lucido: sembrava che distinguesse le persone che aveva davanti, o per lo meno aveva capito che c’erano delle persone che gli stavano ostacolando l’uscita. Era terrorizzato che qualcuno lo attaccasse.

< Fratello, siamo qui per aiutarti... > tentò Thor, provando ad avvicinarsi

< No! Stammi lontano! Statemi lontano!! Andatevene via!! > urlò ancora Loki, alzando le mani verso di lui, come per proteggersi.

Tony si disse che doveva subito avvertire Steve e Bruce. Aveva trascinato Pepper per un braccio lontano dalla stanza di Loki, correndo verso gli ascensori per raggiungere i due che erano andati ad accogliere il professor Selvig e la dottoressa Foster.

La porta dell’ascensore si aprì con un “ding”, e ne uscirono Bruce, Steve, Selvig, Jane e Darcy. Tony gli corse incontro, ancora tirandosi dietro Pepper per un braccio.

< Tony, cos’è successo? > chiese Banner, presumendo il peggio.

< Non lo so, Loki si è svegliato e sta facendo il diavolo a quattro! Dobbiamo fermarlo subito! > rispose incalzante il miliardario.

Bruce sapeva che non avrebbe potuto gestire la situazione senza scatenare “l’altro”, anche se a dirla tutta nel suo stato attuale Loki probabilmente si reggeva a malapena in piedi. Decise di andare con Tony e Pepper, mentre Steve correva verso la stanza di Loki.

< Che sta succedendo? > tuonò il super soldato entrando nella stanza e vedendo Clint e Natasha che tenevano sotto tiro l’impazzito semidio, mentre Thor non sapeva se provare ancora ad avvicinarsi al fratello o allontanarsi per lasciargli un po’ di spazio. Steve avrebbe tanto voluto avere il suo scudo a portata di mano, in quel momento, ma non aveva il tempo di andarlo a recuperare. Doveva assolutamente trovare un modo per calmare Loki.

Proprio mentre il capitano pensava ad una soluzione, due piccoli dardi centrarono Loki in pieno petto, fulminandolo con una scarica da cinquantamila volt. Stupefatto, Steve seguì con lo sguardo i due sottili cavi elettrici collegati ai dardi, scorgendo Darcy con un taser spianato. Dietro di lei, Jane e Selvig la guardavano con un’espressione a metà tra lo stupito e l’esasperato.

Loki era rimasto come pietrificato per un paio di secondi, prima di accasciarsi a terra. Steve, Clint e Natasha guardavano la ragazza con gli occhi sgranati e la bocca spalancata: < Scusate... mi sono spaventata... davvero, è una reazione involontaria, non lo faccio apposta... > si difese lei, mentre i suoi istinti da fangirl iniziavano di nuovo a prendere il sopravvento, accorgendosi di essere nella stessa stanza con quattro Avengers.

Thor era l’unico che non aveva prestato attenzione a Darcy, fiondandosi invece verso il fratello adottivo.

< Loki! Loki, parlami! > chiamò Thor, scuotendo leggermente il corpo del fratello.

Lentamente, Loki aprì gli occhi. I suoi veri occhi, verdi e stanchi, non gli occhi di ghiaccio degli schiavi dello scettro: < ...Thor? > sussurrò, con voce appena udibile.

Nel frattempo, gli altri tre Vendicatori avevano spostato nuovamente la loro attenzione su di lui: < Ehi, com’è la situazione? > chiese Natasha.

Thor si voltò nuovamente verso di loro: < è tornato in sé... > rispose, felice e quasi commosso.

Steve fece un passo avanti per osservarlo meglio. Gli occhi di Loki erano tornati normali: < Non ci posso credere, ha funzionato sul serio! > esclamò, sinceramente stupito.

In quell'istante, Tony piombò nuovamente nella stanza, stavolta avvolto nella sua armatura: < Spostatevi! > urlò, caricando il repulsore della mano destra.

< No, Tony, fermo, per l'amor di Dio, si è svegliato!!! > lo fermò Steve, alzando le mani, mentre Thor aveva stretto Loki a sé per evitare che gli facessero del male.

La faccia dell'armatura si sollevò, rivelando il volto di Tony: < Davvero? > chiese con nonchalance.

< Sì, davvero! Ora mettete giù le armi... > rispose Steve, rivolto anche a Natasha, Clint e Darcy. Dopo qualche attimo di esitazione i quattro ubbidirono, Clint per ultimo, per poi avvicinarsi a Thor e Loki. Effettivamente, gli occhi di Loki erano ritornati del loro colore normale. Tutti tirarono un breve sospiro di sollievo, mentre Thor lo sdraiava di nuovo sul letto.

Pochi minuti dopo la situazione era tornata alla normalità: Thor aveva staccato gli elettrodi del taser di Darcy dal petto di Loki, e Bruce si preparava a visitarlo di nuovo. Pepper aveva condotto Selvig e Darcy in un'altra stanza, offrendogli da bere. Thor si rifiutava di abbandonare il capezzale del fratello, e Jane era rimasta al suo fianco. Anche Steve e Natasha erano rimasti nella stanza, nel caso Loki avesse tentato qualche trucchetto: del resto, quello era pur sempre il dio dell'inganno.

Tony e Clint, stressati, erano usciti dalla stanza e si stavano dirigendo insieme verso gli ascensori. Tony aveva notato qualcosa, e fissava il cecchino con gli occhi assottigliati. Clint aveva il labbro inferiore spaccato e un cerotto sul naso:

< Che ti è successo alla faccia? > chiese.

Clint non si girò a guardarlo. Anzi, si voltò leggermente dall’altra parte, quasi nascondendosi. Pigiò più volte il pulsante dell’ascensore, con una certa urgenza:

< Sono caduto dalle scale >.




Darcy Lewis: la settima Vendicatrice!
No, sul serio: la ragazzina con quel taser HA STESO THOR!
Comunque, le sorprese non sono finite! Restate con me, perché nel prossimo capitolo inizieranno i guai!
Alla prossima!

 
  
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