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Autore: RaccontiDiOmbre    12/05/2015    1 recensioni
"Questa è la storia di un individuo ibrido, mezzo eroe e mezzo criminale ma starà a voi decidere quale metà domina sull'altra. Io vi racconterò semplicemente la sua storia, senza esprimere giudizio."
Talos è un ragazzo i quali sogni sono rimasti mummificati nel suo passato che lo incatena come schiavo ai suoi ideali che vacillano tra la giustizia e la criminalità. Senza pietà versa il sangue di innocenti e colpevoli pur di proteggere qualcuno che non sa neanche più della sua esistenza. Davvero la luce che lui protegge lo sta riscaldando? Al contrario è l'unica causa dell'incendio che ha incenerito le sue radici.
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Talos sentiva solo il rumore dei suoi lenti passi, mentre si avvicinava alla porta dietro la quale lo aspettava Rezi. Questa volta la sedia di Liaka era vuota, ma era un particolare del tutto irrilevante, vista la situazione imbarazzante che avrebbe dovuto affrontare.

Talos entrò e vide Rezi che fumava un sigaro, con le gambe incrociate e lo sguardo fisso verso il pavimento.

“Non c'è bisogno di dire nulla, capo... è inutile, voi avevate totalmente ragione. Per me non aveva alcun senso cercare di ritrovare i miei sentimenti, ma ho preferito fare di testa mia e adesso mi ritrovo peggio di prima. Mi sono permesso di interrompere la comunicazione con voi per più di tre giorni Se avete intenzione di perdonarmi, vi sarò infinitamente grato... altrimenti, accetterò ogni tipo di punizione.” Talos si inchinò e abbassò la testa.

“Caro Talos... io non voglio assolutamente punirti. Non sei stato tu l'unico a sbagliare... il mio solito errore è stato quello di dimenticarmi che siamo tutti esseri umani. Nessuno riuscirà a comandare il nostro cuore, neanche i nostri ideali più forti e persistenti. Mi dispiace tanto se qualcosa è andato storto ultimamente... mi dispiace davvero!” Rezi spense il sigaro, si alzò dalla sedia e abbracciò Talos che, nonostante fosse sbigottito dal comportamento del suo capo, si lasciò avvolgere da quel calore che gli mancava così tanto.

“Non dimenticarti mai che io ci tengo a te, come persona! Talos, tu sei come un figlio caro per me e il nostro rapporto non è solo lavorativo! Vederti soffrire dopo tutto quello che hai passato mi fa stare malissimo! Ma devi capire che non farti sentire per tutti questi giorni è stato ancora più doloroso! Io ho bisogno di te!” Esclamò Rezi scuotendo dolcemente il ragazzo.

“Non succederà più, Rezi! Adesso ho troncato ogni rapporto con tutto ciò che non ci riguarda... non vi deluderò più!” Disse Talos quasi commosso.

“Ben detto, figliolo! Adesso il nostro obiettivo principale è quello di proteggere la città dai Messaggeri! I miei uomini mi hanno informato dei tuoi ultimi scontri e ho saputo che hai già fatto fuori tre dei cinque avversari! Sei migliorato tantissimo dal tuo primo combattimento!”

“A proposito... come mai Liaka non è qui?” Domandò il ragazzo girandosi attorno.

“Liaka? Eh... è morta.” Disse Rezi con schiettezza e si sedette di nuovo sulla poltrona.

“Cosa?! Come è successo?” Anche se per Talos quella ragazza non significava niente, la lugubre sorpresa lo toccò comunque.

“Bhe... in tua assenza, qualcuno doveva pur aiutarmi. Purtroppo lei non è forte e non ha poteri assurdi come i tuoi e non è sopravvissuta... ma la sua morte non è stata per niente vana! Abbiamo scoperto il nascondiglio dei restanti Messaggeri grazie al suo sacrificio!”

“Scusatemi se mi permetto, ma... non è stata una cosa molto utile in quanto adesso si sposteranno sicuramente!”

“Aaah! Talos, non essere così ingenuo! Le Armi del Nulla, che artefatti sensazionali! Ho passato la mia vita a studiare le potenzialità e a circondarmi di degni possessori! Come già sai, ogni volta che ne assorbi una, il tuo potere aumenta... e non solo! Più la tua arma viene sfamata e molto più facile è rintracciare tutte le altre! Non hai ancora capito? Adesso che i Messaggeri sono in pochi e abbiamo scoperto dove si nascondono, dovranno per forza sbrigarsi a finire il loro piano! Trovali attraverso le vibrazioni della tua arma, forza! Prova adesso!”

Talos si concentrò e verificò che Rezi aveva ragione; il segnale era così preciso e potente che al ragazzo sembrava quasi poterli vedere attraverso la sua mente.

“Ma questo è grandioso! Adesso che non hanno più modo di uscire dal nostro raggio visivo, posso andare ad eliminarli personalmente! Questa volta sarò io ad andare da loro!”Esclamò Talos e iniziò a correre verso l'uscita.

“Talos, fai del tuo meglio! Il ragazzo che conoscevo è diventato il miglior combattente della città! Non hai bisogno di una ragazzina viziata per sentirti appagato... sappi che io crederò sempre in te! Vinci per me, per l'antico amore che proteggi e per tutte le persone a cui volevi bene e che sono morte per colpa di questo fato avverso! Tu non temi nessuno perché sei l'ombra di una luce che non si spegnerà mai!” Rezi salutò solennemente Talos, che velocemente, sparì in un fumo d'oscurità.

 

“Lo so che cosa avete intenzione di dire, ma è meglio se tacete!” Reven era seduta a tavola a fare colazione e tutta la sua famiglia le teneva il broncio.

“Quando sarò più grande, mi fidanzerò io con Talos! Poi te ne pentirai, sorellona!” disse la piccolina facendo una pernacchia a Reven.

“Non nominare quell'infame! Voi non sapete niente perché lo conoscete solo per quello che sembra, ma in realtà non è altro che un assassino senza cuore che vive in un mondo dove solo lui conta qualcosa! Io vi odio! Lasciatemi in pace e non trattatemi come se fossi io quella che sbaglia!” Reven si alzò piangendo dalla tavola e corse dentro la stanza del padre, dove si chiuse a chiave.

La ragazza si asciugò le lacrime e osservò con nostalgia la sua foto con il genitore, per poi voltare lo sguardo verso la Katana dorata.

“Per colpa di Talos... ho anche perso il mio fidato gladio. Papà, perdonami... ma devo prendere in prestito la tua spada.

Reven la sollevò e la impugnò, ma in quello stesso istante ebbe una strana visione che le mostrava un edificio abbandonato dove c'era scritto -Mostra d'arte moderna!-

“Questa è la vecchia galleria della città... devo assolutamente andarci!” Reven mise la Katana nel fodero e la allacciò alla sua schiena per poi correre fuori da casa sua senza salutare nessuno.

La giovane professoressa arrivò nel giro di pochi minuti, era troppo curiosa riguardo ciò che la attendeva all'interno dell'edificio. Reven entrò e si guardò attorno: era pieno di quadri strappati e rotti e degli insetti grossi e strani divoravano la tela di quelli ancora un po' salvabili; un grandissimo quadro ricopriva la parete principale ed era l'unico completamente pulito; raffigurava un cavernicolo pelato voltato di spalle con una grossa clava puntata verso un leone che scappava.

Reven si fermò un attimo ad osservarlo nel suo assurdo realismo, ma dei rumori sospetti la preoccuparono tanto da costringerla a sfoderare la sua Katana e mettersi in guardia; dei passi leggeri si facevano sempre più vicini, ma la ragazza non aveva nessun intenzione di nascondersi, tanto meno di scappare, ma solo di combattere.

Quando il visitatore svelò la sua identità, Reven abbassò l'arma e gridò infastidita.

“Tu?! Che ci fai qui!? Adesso ti metti anche a pedinarmi?!”

“Io sono qui per combattere con i Messaggeri!”

Reven e Talos incrociarono rabbiosamente gli sguardi, poi la ragazza continuò a sbraitargli contro.

“Non ho nessuna intenzione di aiutarti! Magari mi usi come zerbino anche questa volta e...”

“Non ti chiederò di aiutarmi e sparisci. Tu non hai niente a che vedere con me e con questa storia. Vattene, Reven, non ho bisogno di te.” Talos parlò con un tono molto distaccato e Reven si sentì stranamente ferita da quelle parole. La ragazza fece una smorfia per trattenere le lacrime e corse via verso il piano superiore.

“Tsk... Rezi ha ragione. Io non devo distrarmi per colpa sua... forse sono stato troppo freddo? Bha. Basta, chi se ne importa! Ha iniziato lei!... Umm? Sento una forte presenza di un'arma del nulla nei paraggi... sarà che...?” Talos vide arrivare un potente colpo dalle sue spalle e per un pelò riuscì ad abbassarsi in tempo da schivare la veloce sventola.

Si trattava del cavernicolo del quadro che poi un quadro non era, ma solo un'artistica trappola.

“Ehi! Mi avevi quasi fatto saltare via la testa con quella mazza gigante! Sei sleale!” Esclamò Talos con leggera dose di sarcasmo.

L'altissimo e possente individuo lanciò un urlo assordante per poi distruggere un paio di sculture con la sua clava ciclopica.

Reven sentì il frastuono e si paralizzò sulle scale “Cosa è stato?! Forse dovrei andare giù a vedere... no! La mia Katana dorata mi vuole condurre da questa parte e per questa volta lascerò che Talos se la sbrighi da solo! È solo un egoista e ha bisogno di assaggiare la sua stessa medicina!” La ragazza impugnò la sua arma e riprese a correre.

“Ragazzone! Cerca di non farci crollare addosso l'edificio, per favore!” Esclamò infastidito Talos.

“Ragazzone non essere mio nome! Io essere Messaggero! Loro chiamare me Java! Io distruggere te!” replicò l'omaccione con una voce rauca e profonda.

“Perché diavolo parli in questo modo?! Sei per davvero un uomo delle caverne?” Domandò incuriosito il giovane.

“Io venire da passato! Io essere esperimento! Io essere scongelato! Loro chiamare me Java!”

“Secondo me avrebbero dovuto chiamarti idiota...” Affermò Talos con malizia

“Java non essere stupido! Java essere intelligente!” Java cercò di nuovo di colpire Talos con la sua mazza, ma ancora una volta l'assassino schivò con facilità.

“Mpf... allora permettimi di testare il tuo livello di intelligenza! Sono del tutto certo che sei a conoscenza del fatto che essere rimbambiti significa essere molto intelligenti, vero?”

“Java sapere! Certo! Java essere il più rimbambito! Più rimbambito di tutti!”

“Ragazzi, questo combattimento sarà una passeggiata...” Disse tra se e sé Talos sorridendo.

“Allora, mio caro Java! Mi hai dimostrato di essere molto intelligente... ma che ne dici se mi dimostri di essere il più intelligente di tutti gli intelligenti?” Domandò il ragazzo con tono persuasivo.

“Java essere! Java dimostrare!” Urlò il Messaggero.

“Allora... chi è il più intelligente deve dirmi che poteri ha la sua arma del Nulla e per quale motivo si trova qui.”

“Java sapere risposta! Java rispondere! Java avere Clava del Nulla! Clava del Nulla distruggere tutti materiali, tutte armi del Nulla, tutto distruggere!”

“Wow... allora ho fatto bene a non cercar di parare i tuoi colpi con la mia lama!”

“Tu stare zitto! Io dimostrare la mia intelligenza!” Java si innervosì e tentò un'altra mazzata, ma Talos si scansò ancora, era troppo agile.

“Scusami tanto! Vai avanti! Racconta pure in ogni minimo particolare quello che sei venuto a fare in questo posto!”

“Java essere qui per tenere te a bada! Java sconfiggere te e il capo completare il piano sopra di noi! Sopra stare importante segreto del Nulla! Ma Java non dovere assolutamente dirlo a nessun... JAVA ARRABBIATO!” Il cavernicolo aveva finalmente scoperto il meschino giochetto di Talos e si era talmente infuriato che Talos non poteva stare fermo tanti erano i colpi con cui Java cercava di schiacciarlo.

“Aspetta... hai detto sopra? Allora... Reven è in pericolo!”

Reven si fermò davanti ad una piccola stanza isolata, ma non appena fu sul punto di sbirciarci dentro, una possente voce maschile si rivolse a lei e proveniva dall'interno della camera

“Reven... non mi aspettavo di trovarti qui. Prego, entra pure senza problemi... non ho nessuna intenzione di farti del male.” Si trattava dell'ultimo Messaggero, il leader, che era di spalle a fissare un quadro completamente nero.

La ragazza gli puntò la Katana contro ed entrò cautamente nella stanza, pronta ad un'eventuale colpo basso dell'individuo.

Il Messaggero si voltò verso Reven, indossava ancora la maschera e i suoi occhi erano impercettibili anche se le fessure per la vista erano molto ampie.

“Non metterti così in tensione, Reven. Non ti considero un mio avversario. Piuttosto... come mai non sei ad aiutare il tuo caro amico Talos?” disse.

“Sentivo il bisogno di venire su questo piano! E alla fine ho fatto bene perché altrimenti l'avresti passata liscia senza che nessuno avrebbe potuto provare a fermarti!” rispose con grande decisione la ragazza.

“Lo credi davvero? Talos sottovaluterà Java e rimarrà impantanato nella sua forza. Ti concedo la possibilità di andare ad aiutarlo, io non ti fermerò. Sei un'abile combattente, Reven, il tuo aiuto è più che fondamentale per quel ragazzino impertinente.”

“Smettila di parlare come se fossi un mio amico! Non sei altro che l'ultimo rimasto di una banda di pazzi criminali che ucciderebbero chiunque per queste dannate armi del Nulla! Siete patetici! Non siete abbastanza forti da soli e cercate conforto nell'oscurità!” Esclamò furiosa Reven, sventolando la sua arma con fierezza.

“La Katana Dorata del leggendario maestro Yone, non pensavo di rivederla dopo tutto questo tempo. Si dice che quell'esploratore da quattro soldi l'abbia trovata in un antico tempio giapponese sommerso.”

“Cosa hai detto?! Conosci mio padre Yone?!”

“Se 'l'ho conosciuto, dici? Bhe, si, ma è passato parecchio tempo.”

“Quando è stata l'ultima volta che l'hai visto! Devo saperlo!”

“L'ultima volta che l'ho visto è stata quando l'ho soffocato a morte con le mie mani. Ah-ah-ah-ah!”

“C... cosa?” Reven iniziò a tremare per poi inginocchiarsi e fissare il vuoto.

“La forza delle armi del Nulla non è minimamente paragonabile a quella di un umano, per quanto esperto, forte e talentuoso sia, proprio come era tuo padre. Yone è morto e presto lo sarai anche tu... perché neghi l'oscurità nel tuo cuore!”

“Tu... hai ucciso mio padre... lui non è mai tornato non perché non lo volesse ma... per colpa tua, maledetto! Me la pagherai cara!” Reven si rialzò da terra e iniziò a caricare verso il Messaggero.

“Io non volevo attaccarti, Reven... ma non mi dai altra scelta!”

Un urlò di dolore squarciò il silenzio del secondo piano, fino ad arrivare al primo, dove Talos lo udì con chiarezza.

“Oh, no... Reven... devo sbrigarmi a finirla al più presto! Ho un'idea!” Talos continuava a scansare tutti gli attacchi di Java, ma non poteva continuare così all'infinito; il giovane scattò verso il gigante e lo colpì sulla guancia con un calcio, ma il colpo fu del tutto inconcludente. Tuttavia, non era la potenza del colpo ciò che importava a Talos, ma la reazione del suo avversario: Java cercò di colpire Talos, ma il giovane sparì nel nulla e il Messaggero finì col sbattersi la sua stessa mazza sul viso.

Java svenne a terra e la sua caduta fece quasi crollare i muri dalla tanta potenza.

“Lo sapevo che era un grandissimo babbeo! La sua Clava-distruggi tutto ha spaccato anche il suo bel faccino!” Talos si sgranchì un po' e iniziò a correre verso le scale, ma all'improvviso si sentì strangolare le ossa.

Java si era rialzato e lo aveva afferrato con una sola mano che stava stringendo al massimo per soffocare Talos.

“Java non essere babbeo! Tu essere! Java essere il solo materiale Clava non potere distruggere! Tu babbeo! Io intelligente!” la presa del Messaggero era insopportabile e il giovane sentiva le sue ossa che volevano spezzarsi.

Java sollevò la sua clava e la sollevò al cielo, pronto a dare il colpo di grazia a Talos, ma il ragazzo aveva già elaborato una nuova tattica, nonostante non gli potesse quasi arrivare il sangue al cervello; non appena Java fu sul punto di colpire con la sua Clava, Talos utilizzò i poteri di Gina per provocare un'intensa scarica elettrica che stordì Java che, paralizzato, lasciò cadere a terra la sua Clava.

L'arma del Nulla, che tutto poteva distruggere, iniziò a frantumare tutta la terra sotto i piedi del Messaggero fino a causare un enorme precipizio nel quale Java precipitò urlando tremendamente e dal quale, forse, sarebbe potuto uscire solo dall'altra parte del mondo.

“Uff... mi sento una sottiletta, ma mi sono liberato giunto in tempo da non essere spezzato in due! Dannazione! Adesso quell'arma del Nulla è persa per sempre e non potrò mai impossessarmi dei suoi utilissimi poteri. L'importante, però, è che sono sano e salvo. Adesso devo correre al piano superiore!”

Talos si rialzò zoppicando, ma con tanta rapidità iniziò a salire le scale lasciandosi guidare dalle pulsazioni della sua Lama del Nulla.

Nel frattempo, Reven era stesa a terra, immobile e avvolta da un'aura oscura che sembrava volerla risucchiare.

“Non temere, Reven. Il colpo che ti ho inflitto non è mortale, ti ha messo solo fuori uso il corpo e resterai così ancora per pochi minuti.” Esclamò il messaggero mascherato, poi si mise ad accarezzare il quadro nero.

“M-ma come è successo?! Non ti ho neanche visto muovere un dito! Sei troppo veloce rispetto a tutti gli altri Messaggeri che ho visto!” Disse Reven ansimando.

“Io sono il miglior combattente del mondo... e presto sarò ancora più forte quando potrò impadronirmi della Lama di Talos... perché tanto lo so già... il suo destino è perdere contro di me e non contro Java... posso già sentire la sua rabbia che desidera la mia morte! Ah-ah-ah! Bhe, è stato un piacere, Reven... ma adesso devo andare!”

“Cosa è quel quadro... dove stai andando!? Io non posso... lasciarti scappare!” Reven cercò di rialzarsi ma ogni singolo movimento le veniva negato dall'aura oscura che la avvolgeva.”

“Questo non è un quadro, in realtà, ma è una lastra! L'ho nascosta tempo fa in questo luogo perché si mimetizzava con il resto dell'ambiente! Questa lastra è l'unico portale esistente che collega il mondo del Nulla con quello degli uomini e chiunque può oltrepassarlo per entrare nel Nulla, anche i non possessori di armi.”

“A cosa serve avere un passaggio del genere se gli uomini normali non hanno bisogno di entrare nel Nulla?!”

“Il rituale finale si compirà qui...”

“Quale rituale?”

“Ora basta, cara Reven, tu vorresti sapere troppo, ma non ti è concesso.”

“Allora concedimi solo quest'ultima domanda... tu chi sei?”

“Se proprio desideri saperlo, allora osserva bene il mio volto.” Il Messaggero si tolse la maschera. Era un uomo sulla quarantina con dei capelli neri e lunghissimi raccolti in un codino, occhi celesti socchiusi e una grande cicatrice sul naso sul quale pendevano ciuffi che non riuscivano ad entrare nel codino.

“Padre?! Ma... perché?! Non capisco... mi hai mentito tutto questo tempo...!”

“Reven... presto ti sarà tutto chiaro, quando il rituale sarà completato e l'arma finale sarà creata! Ci vediamo dall'altra parte! Riferisci al tuo caro Talos che aspetto con impazienza il duello con il primo ragazzo che è riuscito a frequentare mia figlia senza poi avere le ossa rotte! Ah-ah-ah!” detto ciò, Yone si tuffò nella lastra nera per poi sparire.

“Papà... anche tu... come hai fatto a sprofondare nel Nulla?! Tona , ti prego! Io cerco ancora molte risposte e tu me le devi! Papà, dimmi solo perchè?!” Reven urlava e ripeteva sempre le stesse frasi ma non c'era risposta.

“Tu, invece, devi qualcosa a me!” Una voce spenta e inquietante si rivolse a Reven; la ragazza girò lentamente la testa per guardare, ma riuscì a vedere solo una sagoma nera in quanto l'individuo la colpì con un calcio sul viso che la fece svenire immediatamente.

“Adesso verrai con me, Reven. Presto potrò completare la mia vendetta e nessuno potrà fermarmi! MUAH-AH-AH-AH!” La sagoma incappucciata sollevò Reven, la prese sulle spalle e si tuffò anch'essa nella lastra.

   
 
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