Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    12/05/2015    9 recensioni
L' ebook è scaricabile dal mio profilo autore. Revisione ultimata! Grazie a tutti coloro che continuano a leggerla! :)
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Cosa sarebbe accaduto se nel numero 28 Masumi Hayami fosse riuscito a confessare a Maya di essere l'ammiratore delle rose scarlatte? Leggete la mia versione di questo "what...if" ^_^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ultima revisione: marzo 2016

43. Alba sull’Astoria

 

Maya Kitajima si era sempre ritenuta un’incapace buona a nulla, complice di questa sua attitudine l’educazione che aveva ricevuto dalla severa madre, che non voleva si crogiolasse in sogni che avrebbero portato solo delusioni e dolore. Ma un giorno di quasi sette anni prima aveva incontrato la signora Tsukikage che aveva cambiato completamente la sua vita dandole una possibilità.

Recitare era la cosa che le riusciva meglio e su quella nave, davanti al suo ammiratore, avrebbe aperto il cuore, facendo fuoriuscire tutti quei sentimenti che teneva racchiusi e trasformando le battute di Akoya in quello che la sua anima gridava ormai da tempo.

Si tolse lentamente le scarpe, un gesto che era abituata a fare anche in sala prove, e si volse verso la balaustra, afferrandola con le mani. Masumi la seguì con lo sguardo, emozionato e teso, domandandosi cosa avrebbe fatto.

Maya si girò verso di lui, catturando volutamente il suo sguardo per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, e lui trattenne il respiro. È Akoya…

- Quel giorno, quando ti incontrai per la prima volta nella valle, compresi immediatamente che eri tu, come dice la nonna, la mia anima gemella - Maya impostò la sua voce, quel timbro che aveva maturato nel tempo per la sua Akoya: sacerdotessa della valle scarlatta e donna che incarnava la dea della natura. L’intensità del suo sguardo fu tale da modificare, con esso, tutta l’espressione del volto e la postura. Masumi rimase bloccato a fissarla, rapito dalla sua voce.

- Quando il mondo era ancora nel caos, gli dei generarono dei figli che scesero sulla Terra. Allora, l’unica anima si divise in due: yin e yang che andarono a dimorare nei rispettivi corpi carnali - gli spiegò, sempre tenendo gli occhi allacciati ai suoi. Maya non avrebbe saputo descrivere l’emozione che stava provando in quel momento, mentre il sole sorgeva un altro po’. Ogni sua fibra era concentrata e veicolata in quell’interpretazione: voleva dimostrargli i risultati di tutti i suoi sforzi, parte dei quali erano riusciti grazie a lui.

- Quando gli uomini si sarebbero incontrati, avrebbero ritrovato l’unità, portando l’armonia tra yin e yang, e sarebbero divenuti dei, per generare una nuova vita - Maya muoveva appena le mani e il resto del corpo per enfatizzare ciò che stava spiegando al suo Isshin, la maggior parte del lavoro era fatta dall’espressione angelica e dal tono serafico della sua voce. Masumi ringraziò di avere la balaustra vicina, alla quale si appoggiò, perché non era affatto sicuro che non sarebbe indietreggiato di fronte a quello sguardo amorevole.

- La nonna dice che in quel momento agisce una forza straordinaria - riprese Maya mutando ancora la sua espressione che divenne dolce e piena di sentimento - È la forza che chiama l’anima dell’altro - sentiva il cuore scoppiarle per la gioia, era Akoya, ogni cosa di lei lo gridava, quelle parole erano perfette e lei ci riversò dentro tutto il suo amore.

Masumi spalancò gli occhi e il suo cuore, che batteva frenetico, ebbe una battuta d’arresto. Queste parole… il tono della sua voce...

- Non esistono età, aspetto, rango, quando si incontrano, queste due anime si attraggono vicendevolmente, cercando l’altra metà di se stesse - Maya modificò ancora una volta la sua espressione che divenne quasi di supplica, era evidente quanto non volesse perdere il suo amore a causa di quelle inutili diversità.

Maya… queste battute le ricordo molto bene! Il timbro...

- Nemmeno io ci posso credere veramente - la giovane spalancò gli occhi per la sorpresa, ancora non li aveva sganciati dai suoi, azzurri e luminosi, che la fissavano - Una così straordinaria sensazione l’ho provata ora per la prima volta -

Masumi appoggiò una mano alla balaustra, tenendosi strettamente, se avesse serrato ancor più i denti per la tensione, li avrebbe mandati in frantumi.

È questa la voce del sogno! Queste le battute!

- Solo se ti penso mi sento inebriata - Maya si portò le dita sottili alle tempie in un gesto spontaneo, la sua voce era un sussurro lieve, piena d’emozione.

Masumi venne attraversato da un brivido freddo. Ormai, quello che voleva dimostrare con quella richiesta improvvisa di recitare su quel ponte, era stato confutato.

Sì! Non ci sono dubbi! È questa la voce che ho sentito quella sera dopo l’aggressione! Non era un sogno! Era lei che mi recitava queste stesse battute! Piangeva, mi ha baciato sulla fronte e poi… poi… le sue labbra sulle mie! È innamorata di me!

Quella innegabile certezza lo sconvolse a tal punto da lasciarlo senza fiato, la mente completamente svuotata, non c’era niente altro che lei.

- Solo se sento la tua voce, mi emoziono - tutta l’anima di Maya vibrò, concentrata e protesa in quelle battute cruciali che racchiudevano tutti i suoi sentimenti.

Signor Hayami… io l’amo! Il sentimento di Akoya è anche il mio! Il suo amore verso Isshin è anche il mio per lei!

Maya lasciò che i suoi sentimenti fluissero all’esterno, che fossero percepibili nelle sue parole.

- Poi… - fece un passo avanti con un tempismo perfetto e appoggiò le dita sul dorso della sua mano sinistra - Lo sai quanto sono felice quando ti tocco - gli sorrise in un modo così inequivocabile che Masumi arrossì, nonostante il divario d’esperienza che li separava.

Dal contatto scaturì un’ondata di calore così intensa che investì entrambi, trascinandoli in un vortice di emozioni incontrollate.

Questa non è più recitazione, vero, Maya? Mi ami sul serio...

E lo stupì di nuovo, gelandogli il sangue nelle vene. Lasciò scivolare lentamente le dita sulla pelle della sua mano fino a prenderla nella sua e a portarsela al volto.

- Tu sei l’altra parte di me, io sono l’altra parte di te - mormorò chiudendo gli occhi. Le guance si tinsero di rosso e Masumi non poté far altro che assistere sconcertato a quell’interpretazione così sentita. Maya sollevò lo sguardo dopo una pausa perfetta e, sempre tenendo la sua mano calda vicino al volto gli confessò quello che portava nascosto nel cuore.

- Cosa sono nome e passato rispetto al poter vivere con me ora che mi hai incontrato? - solo per un fugace attimo si domandò se lui si sarebbe accorto dei suoi sentimenti, ma ormai non le importava affatto - Questo può bastarci -

Signor Hayami!

- Abbandona, te ne prego, sia il tuo nome, che il passato… - sussurrò stringendogli la mano e dando enfasi alla sua espressione e al suo tono di supplica - Diventa solo mio, della tua Akoya! - esclamò con voce carica d’emozione repressa che trovò il suo completamento nel volto raggiante e negli occhi lucidi che tenevano incatenati quelli azzurri del suo Isshin.

Il sole sorse completamente dal mare e la sua aura dorata inondò il ponte e i loro profili rapiti da una avvolgente trepidazione.

- Originariamente eravamo un’unica anima e un’unica vita - terminò Maya recitando l’ultima battuta di Akoya - Tu sei la mia vita stessa, non potrò mai allontanarmi da te nella mia vita eterna! - riabbassò la sua mano e fece per lasciargliela, ma lui la strinse con forza. Maya dilatò gli occhi uscendo dal personaggio e si perse nel suo sguardo cristallino.

Basta! Non ce la faccio più! Devo arrendermi, non posso più continuare a ingannare il mio cuore!

In un impeto incontrollabile, Masumi la tirò verso di sé, stringendola fra le braccia in una stretta agognata e sognata a lungo. Maya tremò, il cuore che batteva follemente, rendendosi pienamente conto che quell’abbraccio era diverso da qualsiasi altro le avesse mai dato.

Signor Hayami!

In quel momento, unico e irripetibile, l’alba infiammata sul ponte dell’Astoria si fuse al ritmico ondeggiare del mare, un gabbiano solitario stridé e la brezza frizzante li avvolse come una coperta mentre Maya sentì la terra mancarle sotto i piedi.

- Basta, non recitare più… Ho capito… Ora ho capito tutto - le sussurrò con voce incrinata nell’orecchio. L’anima di Maya vibrò come la corda di un violino pizzicata da un maestro. Signor Hayami! Non è… non è assolutamente possibile… lui… lui...

Ma i suoi pensieri impazziti di gioia per ciò che si era affacciato alla sua mente, vennero interrotti bruscamente: dalla scala laterale, alcune persone sbucarono alla spicciolata.

- Wow! Che alba stupenda! - esclamò un uomo ubriaco che aveva ancora in mano un flûte.

- Fantastica! - rispose la donna accanto a lui.

Maya si irrigidì, spaventata, e si mosse leggermente, ma Masumi serrò le braccia intorno a lei, impedendole di lasciarlo. Sussultò meravigliata per quella reazione così sentita e carica di significato.

- Ohh… che scenetta romantica! - esclamò un’altra signora osservando la coppia abbracciata.

- Ma guarda che scena interessante… - disse quello ubriaco - Maya Kitajima e Masumi Hayami della Daito Art Production… - gli altri intorno a lui lo fissarono con occhi spalancati.

- Signor Hayami! - sussurrò Maya con apprensione - La prego, mi lasci, ci stanno guardando... - lo avvisò spaventata e nonostante cercasse di uscire dal suo abbraccio, lui la teneva stretta e le impediva di liberarsi.

- Non me ne importa… anche se metteranno in giro delle voci su di noi! - sussurrò lui affondando il volto fra i suoi capelli - A te dispiace se parlano di noi? - aggiunse con quel nuovo tono informale.

Maya tremò piena d’emozione, per le sue braccia che la cingevano, per il calore bruciante del suo corpo, per il tono appassionato della sua voce. Anche lei aveva capito, nonostante l’idea l’avesse completamente sconvolta, e non c’era più nessun motivo di nascondergli quello che gli aveva confessato con le battute di Akoya.

- No! - esclamò immediatamente in modo che il concetto fosse chiaro anche a lui - No… per niente… - aggiunse in un mormorio vibrante appoggiando la testa al suo torace ampio.

- Allora, rimaniamo così ancora per un po’, ti prego - le chiese con un lieve sussurro che la fece fremere completamente.

- Sì - rispose semplicemente Maya, abbracciandolo a sua volta, aggrappandosi con forza alla sua camicia. Masumi sussultò, ormai sicuro dei sentimenti che entrambi provavano l’uno per l’altra e si abbandonò a quell’abbraccio ardente.

Gli intrusi borbottarono qualcosa che nessuno dei due comprese e lasciarono il ponte.

- Credevo che tu mi disprezzassi - sussurrò Masumi tenendola stretta a sé - Da quanto non è più così… Maya? - le chiese, chiamandola per nome. Lei, appoggiata al suo torace, spalancò gli occhi per la sorpresa mentre sentiva battere forte il cuore di lui in petto.

- La odiavo, all’inizio… - mormorò lei cercando di dare un senso ai pensieri che le inondavano la mente - Ma poi ho capito che l’avevo fraintesa - gli rivelò rendendosi conto che quella semplice frase racchiudeva sette anni di incomprensioni.

Masumi chiuse gli occhi e inspirò il profumo dei suoi capelli come quella notte al tempio.

- Pensavo - riprese lei accoccolata fra le sue braccia - Che lei mi considerasse una bambina, che non si curasse di me - gli confessò arrossendo, invisibile alla sua vista.

Oh, Maya! Sono stato io… io ho creato tutto questo… ma come potevo immaginare… che tu mi avresti ricambiato?

Lei si teneva ancora aggrappata a lui, come l’aveva trovata la notte dell’aggressione, le sue piccole dita stringevano la camicia sui fianchi e nell’istante in cui l’aveva stretta a sé, si era reso conto che era stato come ricomporre due metà di un vaso rotto, esattamente la stessa sensazione che aveva provato nella valle, con quel ruscello a dividerli, la prima volta che gli aveva recitato quelle battute.

Maya sentiva le sue braccia ancora serrate, come se non volesse in alcun modo interrompere quel contatto. Il signor Hayami l’amava, esattamente come lei amava lui! Andava contro ogni logica, contro ogni convenzione, contro le stesse abitudini del suo popolo, ma erano davvero anime gemelle e lei l’aveva compreso appena l’aveva stretta a sé, esattamente come era avvenuto nella valle. Mio ammiratore! Mi ami? Mi ami davvero? Com’è possibile questa cosa? Io… io non riesco a crederlo… eppure… eppure i suoi occhi, meravigliosi occhi azzurri limpidi e sinceri… ora non mentono!

Masumi la staccò lievemente, portando le mani sulle sue spalle esili. Maya lo fissò, adesso senza più alcuna vergogna, e lui rimase rapito da quello sguardo sincero, in cui la menzogna era assente. Aveva le guance arrossate e le labbra appena dischiuse, il respiro accelerato, probabilmente il cuore di lei batteva rapido come il suo, e quell’espressione così piena di aspettativa lo riempì di tenerezza. Sei tutto ciò che il mio cuore desidera da così tanti anni… Maya...

I raggi dell’alba riscaldavano l’aria e le onde del mare creavano una sinfonia perfetta, lentamente le prese il volto con le mani, si abbassò e la baciò, congiungendo le labbra alle sue e chiudendo gli occhi, mentre dentro la sua anima urlava di gioia. Maya reagì d’istinto abbracciandolo alla vita, e il suo cuore esplose in mille pezzi brillanti.

Le sue labbra erano morbide e profumate e la sua risposta era stata così struggente e piena di sentimento che Masumi preferì godersi il momento, prolungandolo il più possibile, senza che lei dovesse sentirsi a disagio. Lasciò scivolare le mani lungo la sua schiena e l’abbracciò stringendola a sé, così le loro labbra premettero le une contro le altre facendoli emozionare ancora di più.

Masumi si scostò leggermente, Maya sbatté le palpebre più volte svegliandosi da quel sogno e quando incontrò i suoi occhi azzurri che la fissavano pieni d’amore si rese conto che non era stato tutto un sogno come aveva immaginato, che lui era lì e ricambiava il suo amore. Impossibile...

- Scusa… se ti ho colta di sorpresa - le confessò imbarazzato senza lasciarla - Ieri mi hai chiesto di non chiamarti più “ragazzina” - riprese in un sussurro fissando gli occhi meravigliati di lei, squisitamente arrossita - Allora d’ora in poi ti chiamerò per nome e ti tratterò in modo diverso da come ho fatto finora, se sei d’accordo, Maya - aggiunse resistendo alla voglia di baciarla ancora.

Lei lo guardò stupita, perfettamente a suo agio fra le sue braccia che l’avevano sempre fatta sentire al sicuro e protetta.

- Sì… Sì, signor Hayami - annuì lei balbettando, cercando di non pensare al bacio che le aveva dato e che aveva infiammato tutti i suoi sensi. Masumi sorrise dolcemente nel vederla imbarazzata, ancora incredulo di stringerla a sé.

- Anche tu non devi chiamarmi più “uomo spietato” - sibilò, fintamente offeso. Maya dilatò gli occhi stupita, irrigidendosi.

- Eh? S-Sì… - balbettò vergognandosi.

- E nemmeno “scarafaggio” - proseguì lui impietoso - Né “affarista senza scrupoli”! -

- Ok! - annuì lei stringendo gli occhi, mortificata.

- O “uomo senza cuore”, “iettatore” o “sarcastico”! - Masumi la scosse fissandola con sguardo minaccioso.

- Ok! - confermò Maya, appoggiando la fronte al suo petto, se avesse potuto si sarebbe sepolta dalla vergogna. Allora sa tutte le cattiverie che ho detto sul suo conto!

Allungò le braccia e gli circondò la vita, abbracciandolo stretto.

- Scusi… scusi… - mormorò aggrappandosi a lui - Io… - la tensione che aveva accumulato in tutto quel tempo sembrò sfogarsi in quei pochi attimi. Masumi avvertì la sua angoscia e la strinse a sé.

- Maya, non importa adesso - la rassicurò bisbigliandole dolcemente all’orecchio. Lei sembrò calmarsi, continuò a tenere le braccia intorno alla sua vita e lui ne gioì immensamente. Eppure è una cosa così banale… ma mi rendo conto di non poterne fare più a meno…

- Guarda l’alba, che spettacolo - sussurrò ancora facendola rabbrividire. Appena lui la lasciò, avvertì il distacco come una inquietante sensazione di troncamento. Appoggiò le mani alla balaustra e lui le andò accanto.

- Davvero impressionante… - mormorò lei che stava ancora cercando di mettere ordine nei suoi pensieri affollati di emozioni e baci, incredula per ciò che era avvenuto.

- Mai quanto quello che ci è appena accaduto - replicò Masumi voltandosi a guardarla. Maya si girò lentamente fino ad incontrare i suoi incredibili occhi turchesi.

- Davvero impressionante… - ripeté in un mormorio appena accennato, l’espressione completamente rapita, gli occhi dilatati e le guance arrossate per l’imbarazzo.

Masumi si portò una mano fra i capelli e scoppiò a ridere. Era dolcissima e intimidita allo stesso tempo e se non avesse trovato subito qualcosa per smorzare la tensione non era sicuro di riuscire a mantenere il suo autocontrollo.

Maya serrò i denti e corrugò la fronte. In un istante erano di nuovo gli antichi nemici che si fronteggiavano.

- Signor Hayami! Se lei crede… - sbottò Maya, ma lui sollevò un indice ammonitore smettendo di ridere e facendosi serio.

- Ricordi quello che ho detto prima? - la redarguì simulando il suo vecchio comportamento. Lei lo fissò con occhi spalancati.

- S-Sì… - annuì mettendosi le mani dietro la schiena. Sembra completamente diverso dall’uomo che ho sempre conosciuto… Santo cielo… cosa succederà ora? Non posso davvero chiamarlo senza la dovuta deferenza...

- Saremo divisi fra due mondi, Maya - le spiegò lui in un mormorio sommesso e pieno di emozione, come se le avesse letto nel pensiero - Noi due e il resto - specificò catturando il suo sguardo - All’esterno niente dovrà mutare, perderesti ogni cosa adesso e la “Dea Scarlatta” è un traguardo troppo vicino per te - allungò una mano e le sfiorò una guancia. Quante volte ho voluto farlo in passato?

- La Dea Scarlatta… - mormorò lei sussultando per quel contatto inaspettato. Quando era con lui di solito manteneva sempre le distanze.

- Maya, ti rendi conto di quanto sia pericolosa questa situazione, vero? - le domandò avvicinandosi con espressione davvero preoccupata. Lei a volte era così spontanea da non rendersi conto di ciò che la circondava.

- Sì, ho capito, signor Hayami - annuì lei altrettanto seria, marcando il suo nome.

- Hayami-san… quante volte mi hai sfidato chiamandomi così…? - le sorrise in modo così disarmante da farle tremare le ginocchia. Maya arrossì, portandosi le mani al volto e Masumi si accorse di quante volte, invece, l’aveva vista lui comportarsi in quel modo. Erano i tuoi sentimenti… per me...

- Con te mi sento così spontaneo… - le confidò abbattendo l’ultimo muro che lo separava da lei - È strano, nonostante la nostra differenza di età, nonostante proveniamo da due realtà molto diverse, mi sento a mio agio con te come con nessun altro… -

Maya contraccambiò quello sguardo pieno di sentimento, avrebbe voluto confessargli un milione di cose, ma fece un passo avanti, i piedi nudi sul legno scaldato dal sole dell’alba, sollevò una mano e gli carezzò dolcemente una guancia.

- Io sono l’altra parte di te, tu sei l’altra parte di me - mormorò con la sua voce usando le battute di Akoya. Non avrebbe mai creduto di poterlo toccare in quel modo, solo un’ora prima le sembrava un uomo irraggiungibile, ora invece i loro cuori sembravano battere all’unisono.

Se un’anima è felice, lo è anche l’altra...

Masumi coprì dolcemente la mano con la sua e si perse nel suo sguardo pieno di felicità, cosciente che anche i suoi occhi brillassero allo stesso modo. In un movimento fluido che sembrava programmato, lui si chinò e Maya si alzò sulla punta dei piedi finché le loro labbra si unirono nuovamente in un bacio carico di sentimento con quell’alba nascente come unica testimone.

 

Nel momento in cui lasciarono il ponte dove la loro vita aveva subito una drastica virata, Maya si sentì avvilita, perduta in dilemmi ancora più gravi di quelli che li avevano preceduti. Aver scoperto che lui provava i suoi stessi sentimenti l’aveva riempita di pura gioia, ma cosa avrebbero dovuto fare ora?

Quando scenderemo da questa nave torneremo alle nostre rispettive vite… ho paura che tutto possa veramente svanire come un sogno… come avvenne nella valle dei susini… lui tornerà alla Daito Arto Production al suo mondo di affari seri e importanti che io non comprendo, io al teatro… dovrò sembrargli davvero una ragazzina sprovveduta…

Chiuse la borsa e l’appoggiò sulla scrivania, dove giaceva anche la scatola blu con i gioielli a forma di rosa.

- Sei silenziosa - la sua voce pacata la raggiunse e lei sussultò arrossendo lievemente. Masumi rimase sulla porta che divideva le due stanze e attese che lei si voltasse. Un sorriso appena accennato incurvò le sue labbra quando lei negò.

- Guarda - le disse avvicinandosi alla porta finestra - Quella è la penisola di Izu -

Maya lo raggiunse e guardò fuori, verso il promontorio che lui stava indicando.

- Da qualche parte su quella costa c’è il mio nascondiglio - e le sorrise.

- Nascondiglio? - gli chiese lei meravigliata.

- La mia villa… - annuì lui stranamente serio - L’unico posto dove posso essere me stesso - le confidò continuando a fissare la penisola - Ci viene di rado soltanto un dipendente che mi serve da tanto tempo e non vi ho mai fatto entrare nessuno, neanche mio padre -

- Che tipo di posto è? - chiese lei tornando con lo sguardo su quel promontorio mentre il suo cuore, che ancora non accennava a rallentare i battiti per l’emozione, riprese a galoppare follemente. Solo perché mi è così vicino…? Santo cielo...

- I colori e i suoni sono diversi da quelli della città - esordì in un sussurro, lo sguardo perduto in quei luoghi - Il cielo è azzurro e il mare blu intenso, quando cammini a piedi nudi sulla spiaggia bianca, si sente lo scricchiolio e la sabbia è morbida e fresca -

Si girò verso di lei catturando il suo sguardo e le sorrise con grande dolcezza. Maya… senti il mio cuore che freme in petto? Lo puoi udire? Spaventa te quanto spaventa me quest’emozione così dirompente e incontrollata?

- Mi piace fare lunghe passeggiate e il cielo, di notte, è strepitoso. Mi fermo spesso a rimirarlo - le confessò senza alcun timore - E il rumore delle onde mi fa dimenticare le cose sgradevoli. In quei momenti sento di riuscire a recuperare il vero me stesso… -

Maya lo fissò scacciando quella malinconia che sentì invaderle il cuore. Il vero se stesso…? Non immaginavo che si sentisse così…

- Mi piacerebbe fartela vedere, ci verresti? Io e te soltanto - le propose arrossendo lievemente. Maya dilatò gradualmente gli occhi mentre il cuore prese a batterle freneticamente. Noi due e nessun altro…

- Se ti va, ovviamente - aggiunse, come a voler giustificare il suo silenzio. Ma cosa mi è venuto in mente di chiederle…

- Certo, ci verrò da sola - assentì lei stupendolo, e stupendo se stessa. Santo cielo… che sto facendo?

- Allora appena possibile andremo a Izu - le promise sorridendole.

Gli altoparlanti della nave annunciarono l’arrivo in porto e la fine della crociera. Entrambi sollevarono leggermente la testa e si irrigidirono.

- Maya, ascoltami bene - le disse prendendola per le spalle - Qualunque cosa accada in futuro, avrai fiducia in me? - le chiese guardandola con espressione piena d’apprensione.

Lei cercò di rallentare il turbinio dei suoi pensieri e il battito frenetico del suo cuore. Incredibilmente quella domanda le sembrò estremamente chiara e non ebbe dubbi sulla risposta.

- Sì, signor Hayami -

Masumi la tirò a sé abbracciandola, lei si abbandonò completamente fra le sue braccia appoggiando la testa sul suo petto e ascoltando il battito forte e vigoroso.

- Oh, Maya! - mormorò lui affondando il volto fra i suoi capelli morbidi e stringendola come se avesse dovuto perderla.

Rimasero abbracciati, persi nei sospiri dell’amore che avevano ritrovato finché la sirena della nave suonò di nuovo.

Si separarono, imbarazzati e in silenzio, consci che quel momento non si sarebbe mai più ripetuto, che quell’alba aveva segnato per sempre le loro vite.

Maya raggiunse la scrivania e prese la sua borsa fissando con espressione dolce la scatola blu. Sfiorò il coperchio con un dito e Masumi ci appoggiò sopra la sua mano.

- Non preoccuparti, ci penso io a restituirli - la rassicurò. Lei annuì con un sorriso e un pressante nodo allo stomaco, voltandosi per aprire la porta della cabina. Una volta oltrepassata, li avrebbe aspettati il mondo e tutto sarebbe tornato come prima. L’incantesimo finisce…

Maya mise la mano sulla maniglia, ma non riuscì a piegarla. Chinò la testa cercando di impedire alle lacrime di scendere e l’angoscia che la pervase fu tale da toglierle il fiato. Tutto quello che è successo… sarà vero?

Abbassò la mano tenendo stretta la maniglia e serrando gli occhi, ma si sentì abbracciare stretta. Trattenne il respiro, lasciò cadere la borsa e afferrò le sue braccia, aggrappandosi come ad un’ancora. Sentì il suo volto accanto al proprio, il respiro accelerato e il suo cuore batteva così forte da sentirlo attraverso la schiena. Signor Hayami…

- Non pensare che svanirà tutto oltre quella soglia - le sussurrò debolmente - C’è la “Dea Scarlatta” e io continuerò a seguirti come ho sempre fatto - allentò un po’ la stretta e la fece girare fra le sue braccia fino a guardarla negli occhi. Piangeva.

- Vinci quella sfida, Maya, diventa una bellissima Akoya! - le disse con ardore stringendole le spalle. Lei rimase in silenzio, gli occhi spalancati, mentre il cuore le batteva follemente.

- Sì, signor Hayami, sì… - annuì sfregandosi le lacrime.

Masumi l’attirò a sé inspirando il profumo delicato dei suoi capelli, sentì le sue braccia esili cingerlo sotto la giacca e il suo volto premere sul suo petto. Nonostante fosse un abbraccio del tutto innocente, non riuscì a trattenere l’emozione di quell’attimo che si tradusse in un sospiro pieno di malinconia.

Maya si aggrappò a lui, cedendo completamente ai suoi sentimenti, ormai senza alcun controllo. Non le importava più il motivo per il quale sentiva quell’attrazione folle, l’unica cosa che sapeva era che il signor Hayami era la sua anima gemella, non aveva più alcun dubbio, e che per lui sembrava valere la stessa cosa. La sua camicia profumava lievemente  di sapone e il calore che emanava la raggiungeva alla guancia che teneva appoggiata a lui. Reciterò, mio ammiratore! Reciterò fino allo sfinimento, vedrai che la mia Akoya ti stupirà!

Serrò ancora di più le braccia intorno a lui e Masumi, come accogliendo quel muto segnale di supporto, la tenne stretta a sé e con una mano le toccò i capelli. Devo lasciarla andare… non posso continuare a tenerla così…

Ricorrendo a tutto l’autocontrollo di cui disponeva, lasciò scorrere le dita lungo le sue braccia sottili e la staccò lentamente, catturando i suoi occhi che apparivano più sereni.

- Sei pronta? - la incitò, rendendosi conto di non esserlo lui stesso. Quando aveva accettato di salire su quella nave, non avrebbe potuto immaginare che sarebbe andata a finire in quel modo. Hijiri…

- No - rispose lei candidamente facendolo sorridere. Le raccolse la borsa, prese la scatola con i gioielli e uscirono nel corridoio affollato di persone che si apprestavano a lasciare l’Astoria.

 

Il terminal del porto era gremito di gente, oltre le grandi vetrate trasparenti era visibile l’Astoria in tutta la sua imponenza. Sakurakoji si guardò intorno, centinaia di persone sciamavano nell’atrio affollato e rumoroso. Chissà cosa aveva fatto da sola, non si era dato pace in quelle ore e non era riuscito neanche a dormire, tale era la rabbia che aveva accumulato. Avrei dovuto andare via sabato… e preoccuparmi delle conseguenze dopo…

Spostò lo sguardo con frenesia, cercandola in mezzo a quel mare di gente che lentamente fluiva verso l’esterno finché la vide. Camminava a testa bassa, le mani davanti che tenevano la borsa, e accanto a lei… Masumi Hayami! Ma che ci fanno insieme? L’evento sul teatro… sicuramente lui era uno degli invitati...

I loro sguardi si incrociarono per un attimo e Yu lo vide distintamente voltarsi verso di lei e sussurrarle qualcosa. Maya alzò gli occhi e lo vide, ma l’espressione che Sakurakoji osservò con stupore apparirle sul volto non fu sollievo, come si sarebbe aspettato, ma rassegnazione. Masumi Hayami le mise una mano dietro la schiena e gentilmente la spinse verso di lui.

- Sakurakoji - lo salutò lui per primo - Non è molto galante abbandonare una signora su una nave per due giorni - aggiunse con una nota acre nella voce che fece voltare Maya.

- Signor Hayami - ricambiò il giovane con un lieve inchino - Sono stato trattenuto dalla sua segretaria per una modifica al mio contratto. È stata una fortuna che ci fosse lei su quella nave… - replicò Sakurakoji tenendo gli occhi fermi in quelli chiari del Presidente della Daito Art Production.

Masumi mantenne un’espressione neutra mentre si aggiustava il soprabito. La signorina Mizuki? Ma non c’è alcuna modifica al suo contratto...

- La lascio nelle tue mani - proferì serio ignorando qualsiasi allusione - Guida con prudenza - lo avvertì Masumi indicando con lo sguardo il casco che teneva in mano - Ricordatevi che siete entrambi due attori importanti nella battaglia per la “Dea Scarlatta” e non vorrei mai che la prima attrice del regista Kuronuma non fosse in grado di recitare per un incidente - concluse con un sorriso sarcastico.

Sakurakoji e Maya lo fissarono meravigliati, lui per un motivo e lei per un altro.

- Mi aspetto di vedervi quanto prima sul palcoscenico - li salutò sollevando una mano e incamminandosi verso l’uscita VIP, dove ci sarebbe stata un’auto della Daito a prenderlo.

- Arrivederci, signor Hayami - Yu fece un lieve inchino, accorgendosi solo in quell’istante di aver stretto il casco fino a farsi venire le nocche bianche. Spostò lo sguardo su Maya e trasalì. Lo seguiva con lo sguardo, un’espressione triste e angosciata che traspariva evidente sul suo volto. Sono stati insieme tutto il tempo… cosa sarà accaduto?

Maya si girò di scatto e gli mise in mano la borsa con sguardo implorante.

- Yu, aspettami qui! Torno subito! - esclamò con le labbra che tremavano e le guance arrossate.

- Maya… -

- Aspettami! - gridò lei girandosi mentre correva in mezzo alla gente. Non gli ho detto la cosa più importante! Devo dirgliela!

Yu la fissò qualche istante, poi iniziò a camminare e infine prese a correre per non perderla di vista con un angosciante vuoto nel cuore.

Maya seguì la direzione che aveva preso senza curarsi di chi spintonava o di chi avesse davanti. L’unica cosa che le premeva era raggiungerlo prima che uscisse. Imboccò il tunnel che portava alle uscite riservate e lo vide.

- Signor Hayami! - gridò, accentuando la sua corsa. Masumi si girò di scatto sentendo la sua voce e immediatamente il suo cuore accelerò i battiti. In un attimo se la ritrovò fra le braccia e la cinse stretta a sé, chiudendo gli occhi.

Sakurakoji raggiunse l’entrata del tunnel, ma si bloccò interdetto: Maya e Masumi Hayami si abbracciavano nella penombra. Ma cosa significa? Ho le allucinazioni?

- Maya… dov’è Sakurakoji? - sussurrò lui con apprensione.

- Mi sta aspettando… - mormorò affondando il volto nel suo petto caldo - C’è una cosa che devo dirle! - aggiunse che veemenza, stupendolo.

- Sono più piccola di lei e buona a nulla… - balbettò mentre quel tormento le lacerava l’anima - Ho sempre vissuto nel mondo del teatro perciò non riesco a comprendere niente di lei… può darsi che ora le risulti di peso… ma la prego di aspettarmi! - gli confessò piangendo, senza riuscire a trattenersi.

Masumi tremò per quelle parole così sentite, si stava preoccupando per una cosa davvero insignificante, eppure per lei sembrava importante.

Maya...

- Io maturerò! Glielo prometto! Perciò mi aspetti! - si strinse a lui con forza, come se lasciarlo avesse significato una perdita irrecuperabile.

- Certo… senz’altro - sussurrò Masumi con trasporto - Così come tu aspetterai me! - la strinse a sé chiudendo gli occhi e infilandole le mani fra i capelli, il cuore che batteva follemente. Maya tremò, sommersa di brividi. Maya sono sette anni che ti aspetto… ciò che provo per te non cambierà mai...

- Ora vai, Maya - la esortò sentendo lo stomaco contorcersi per l’angoscia.

- Sì - annuì lei asciugandosi le lacrime e scostandosi da lui. Gliel’ho detto! Santo cielo… mi considererà una stupida?

Sakurakoji aveva osservato tutta la scena immobile, non aveva capito cosa si fossero detti, ma quell’abbraccio era inequivocabile. Non può essere! Loro due… Non ci credo! Qualcuno mi dica che questo è un incubo!

Fece qualche passo indietro, poi si voltò e corse fino all’atrio. Quando arrivò, si piegò sui ginocchi ansimando, gli occhi serrati e le mani strette a pugno. Hanno una relazione?! Ma com’è possibile?

Si raddrizzò e tornò a guardare in direzione del tunnel finché la vide riapparire. In mezzo a quella folla, non si accorse del giornalista che aveva seguito la scena con estremo interesse.

 

Hijiri attese con pazienza nel grande studio appena illuminato. Sakurakoji non era riuscito a salire su quella nave, segno che l’idea della segretaria del signor Masumi in qualche modo aveva funzionato. Dovevano aver trascorso insieme quel breve periodo e, nonostante andasse contro ciò che il suo cuore provava per quella ragazza, sperò che in qualche modo le cose fossero cambiate. Non l’aveva mai chiamato, non si era certo aspettato che lo facesse, ed era sicuro che, per una volta, neppure la signorina Mizuki lo avesse infastidito con tediose telefonate di lavoro.

Le doppie porte dello studio si aprirono ed entrò Eisuke Hayami accompagnato da Sujimoto che spingeva la sedia a rotelle.

- Buonasera, Presidente Hayami - lo salutò Hijiri con deferenza, facendo un inchino.

- Buonasera, Karato - ricambiò l’anziano padre di Masumi.

Eisuke lasciò che il suo collaboratore lo spingesse fino alla grande scrivania e quando si trovò nella posizione desiderata, lo congedò. Fissò per alcuni secondi Hijiri, diritto in piedi davanti a lui e il giovane mantenne quell’espressione dimessa e la testa leggermente chinata.

Sa ancora stare al suo posto...

- È su quella nave insieme a lei, vero? - esordì all’improvviso scrutando attentamente la reazione del suo volto.

- Sì, signore - rispose pacatamente Hijiri cono voce atona.

Eisuke Hayami scoppiò a ridere e batté i palmi sul piano di legno. Voltò la sedia a rotelle e guardò il giardino attraverso la grande vetrata.

- L’hai mai vista recitare, Karato? - gli domandò, e Hijiri alzò un sopracciglio perplesso ma rispose sinceramente.

- Sì, signore -

- È un autentico talento e ricordo di aver visto solo un’altra attrice così… - mormorò sovrappensiero e Hijiri pensò alludesse a Chigusa Tsukikage - Con la differenza che Maya Kitajima ha solo diciannove anni… - e rise di nuovo.

Il collaboratore cambiò posizione a disagio e guardò l’orologio: la nave doveva essere già arrivata in porto.

Eisuke girò di nuovo la sedia, aggirò la scrivania e lo raggiunse.

- Ti farò una domanda, adesso, ed esigo una risposta sincera, sono stato chiaro? - gli chiese con tono che non lasciava adito a dubbi su chi fosse il padrone e chi l’uomo ombra. Hijiri sostenne lo sguardo gelido dell’uomo che aveva salvato la vita a suo padre e, di conseguenza, a lui stesso.

- Mio figlio è innamorato di lei? - Eisuke lo vide trasalire; per un attimo quel giovane, che riusciva a mantenere un ferreo autocontrollo, lasciò intravedere la paura e lui ebbe solo conferma di ciò che sospettava da molto tempo.

Karato pensò rapidamente a una risposta da dargli senza compromettere Masumi, non si era certo aspettato una domanda del genere, ma Eisuke voltò di scatto la sedia dandogli le spalle e riprese a parlare. La mia espressione deve avermi tradito… mi dispiace signor Masumi...

- Alcuni mesi fa mi ha detto che l’ha corteggiata per anni spacciandosi per un suo ammiratore, regalandole rose e favori, tutto per arrivare ai diritti della “Dea Scarlatta” - gli rivelò e Hijiri mantenne a stento la sua maschera di indifferenza quando l’anziano e scaltro Presidente tornò a voltarsi.

- Quale delle due versioni è la verità? - gli chiese di nuovo.

- Consegnavo io le rose scarlatte alla signorina Kitajima - rispose pacatamente Hijiri immaginando che lui lo sapesse già - Ma il signor Masumi non mi ha mai messo a parte dei suoi piani - si giustificò sapendo che non gli avrebbe mai creduto.

Eisuke lo fissò in silenzio per lunghi istanti, poi alla fine sospirò.

- Vattene via - lo congedò fissandolo con occhi freddi e vuoti.

Hijiri fece un inchino e lasciò la stanza in silenzio, certo che quella discussione avrebbe avuto delle ripercussioni sulla vita di Masumi. Prima che lui entrasse nello studio, non gli erano sfuggite le fotografie di Shiori Takamiya sparse sulla scrivania, che probabilmente aveva lasciato apposta.

Signor Masumi… mi dispiace ma non potevo immaginare che suo padre mi avrebbe convocato per farmi simili domande… dovrà fare molta più attenzione adesso se vorrà continuare su questa strada…

 

Maya si strinse a Sakurakoji, mentre il vento le sferzava le gambe, una malinconia piena di rassegnazione riempì la sua anima, che si sentiva fredda e sola. Durante quel viaggio, abbracciata al suo partner, si rese finalmente conto di cos’era quella sensazione che sempre più spesso aveva provato: le mancava terribilmente.

Ora che poi… tutto ciò che credevo impossibile si è avverato… io… stento ancora a crederci… signor Hayami...

Strinse più forte le braccia intorno a Yu che, credendo avesse timore della velocità, rallentò, con la mente ancora invasa da ciò che aveva visto. Dovrei chiederle spiegazioni?

La sua attenzione si spostò sulla scatolina che teneva ancora nella tasca. Se inizialmente la crociera gli era sembrata la migliore opportunità, ora si sentiva un ragazzino stupido e ogni prospettiva gli appariva insulsa. Come può essersi innamorata di lui? Hanno sempre litigato… è cinico, freddo, calcolatore! Maya stessa l’ha sempre detto! Ha fatto chiudere la compagnia Tsukikage! E ora… mi sembra di impazzire!

Fermò la moto sotto casa e l’aiutò a scendere, poi si tolsero il casco.

- Mi dispiace, Maya - si scusò, arrossendo di vergogna - Ieri sono stato trattenuto ai Kid Studio e con il traffico non sono riuscito a raggiungere il porto… -

- Non preoccuparti, Yu - lei scosse la testa con leggerezza - In fondo si è trattato di poco tempo anche se lo spettacolo è stato meraviglioso! - e batté le mani insieme, entusiasta. Sakurakoji sorrise rendendosi conto che almeno si era divertita. Quanto di ciò sarà merito del signor Hayami? Cosa sarà accaduto?

- Ne sono felice. Il signor Hayami ti ha fatto arrabbiare? - la interrogò, ma la sua reazione spontanea e incontrollata cancellò ogni suo dubbio, facendolo piombare in una nera disperazione. Maya arrossì e abbassò lo sguardo, il cuore che prese a batterle febbrilmente.

- No… che dici? - balbettò - Mi ha solo fatto compagnia - ammise con la voce che scemò sempre più - Adesso salgo. Ci vediamo domani, Yu! - lo salutò restituendogli il casco e prendendo la borsa.

- A domani, Maya - alzò una mano e si rinfilò il casco, allacciandolo.

Non sa che li ho visti… ma ora sento un vuoto freddo dentro… così profondo e gelido da non vederne la fine...


   
 
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