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Autore: AndreaVenditti96    12/05/2015    1 recensioni
Joel è un ragazzo senza particolari obiettivi per la sua vita futura. Joel è un ragazzo con la convinzione cristallina che nella vita non serve impegnarsi per poi morire. Joel non si impegna negli studi, nelle amicizie, nei rapporti familiari e nell'amore. Joel non si lascia condizionare dagli avvenimenti della vita, sia positivi che negativi essi siano. Si direbbe quasi che Joel sia un ragazzo apatico, estraneo a se stesso. Osserva le foglie secche staccarsi dai rami in autunno, per poi veder rifiorire nuova vita dopo i freddi inverni, senza provare alcuna emozione. Joel è in cerca di qualcosa, una forte emozione che lo porti a capire cosa significhi davvero la vita.
Genere: Malinconico, Poesia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni mattina quando mi sveglio, mi chiedo sempre se andrà meglio rispetto al giorno precedente. Sarò sempre destinato a vivere la solita routine che fa parte di ogni miserabile vita? Sveglia, college, casa, poesie, letto. Anche se trovassi nuovi interessi oltre a quello che ho per la poesia, esso si inserirebbe in un arco della solita giornata, diventando semplicemente un altro attimo che va a prolungare la routine. Mia madre cerca di incoraggiarmi a farmi degli amici, ma personalmente non ne ho motivo. Nella  mia  solitudine sto bene, non ho bisogno che arrivi qualcuno a sconvolgermi tutte le domande senza risposta che mi faccio su questa vita. E poi, forse le risposte nemmeno le voglio. Alcuni ragazzi che frequentano il college hanno dato una colonna sonora alla loro vita, una sorta di canzone che possa rappresentarli. Volete sapere qual è la mia colonna sonora? Ancora non ho avuto modo di trovarla. O forse non ne ho voglia, perché non trovo il senso nemmeno qui. Una canzone che rappresenti la vita di un essere vivente? Di che cazzate stiamo parlando?
Io sono solamente Joel, mi è sempre bastato sapere questo. Non ho bisogno di canzoni che identifichino al meglio chi sono, e nemmeno di stupide citazioni prese da qualche libro per adolescenti con gli ormoni in fermento. Sono Joel e sono venuto al mondo, il resto che senso ha? D'altronde, quando nasciamo, nessuno viene a dirci il motivo. Quindi perché dovremmo impazzire per trovare un perché?
Sono le stesse domande che continuano a balenarmi nella testa mentre sento la voce insistente della professoressa di matematica che mi richiama, cercando di riportarmi al presente. Cercando di riportarmi alle equazioni, ai calcoli matematici e quelle merdate lì.
- Joel Highmore vuoi degnarci della tua presenza, per una volta? - Alzo lo sguardo dalle scartoffie sul mio banco, e la guardo. Ha un brufolo sulla punta del naso, che mi fa sorridere.
- Mi scusi, Miss Mogwai, devo essermi distratto. -
- Highmore, è sempre la solita scusa per ogni professore che entra in questa aula. Ogni mattina per cinque ore. -
E' ovvio che la scusa è sempre quella, che differenza possono fare dei voti dati da persone che non rivedrò mai più, nella mia vita? Non sarà la laurea a farmi scampare dal destino, non sarà un lavoro ad impedirmi di morire. Immagino che forse dovrei applicarmi di più, dal momento che mia madre ha pagato molto per farmi frequentare il college. Questo è quello che pensano tutti; devo impegnarmi. Ma non sono io a pensarlo. Ed è questo che conta, per me.
Se provo ad impegnarmi, è come se dopo un po' le azioni che faccio si dileguino, diventando come fumo di sigaretta. I visi delle persone diventano indistinti, facendomi ricordare che ogni tentativo di cambiare ciò che sono è vano. Insomma, non sono nato con le ali, quindi non potrò mai imparare a volare. Icaro era un montato.
Anche oggi come ogni altro giorno sentirò il suono della campanella che annuncia la fine dell'ultima ora di lezione insignificante, e tornerò a casa, seduto agli ultimi posti di un autobus malandato, mentre nelle cuffiette del mio iPod sento Birdy cantare di persone che si aiutano a vicenda. E infatti, anche questa è solo una canzone. E le canzoni non fanno parte della realtà.
   
 
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