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Autore: deborahdonato4    13/05/2015    4 recensioni
Dopo la battaglia tra semidei greci e romani, e la sconfitta della Madre Terra Gea, i ragazzi del Campo Mezzosangue godono di un periodo di pace.
Nico di Angelo deve mantenere una promessa strappata dal figlio di Apollo Will Solace, che intende assicurarsi il mantenimento.
Tra i due sorgerà amicizia o gli atteggiamenti contrastanti dei due semidei li faranno tenere a distanza?
Ps: Contiene spoiler dal Sangue dell'Olimpo
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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 Will Solace lo stava aspettando a braccia conserte davanti alla casa di Apollo. Nico si chiese se non avesse creduto al suo mezzo giuramento sullo Stige, o se semplicemente voleva accertarsi con i suoi occhi che lo avrebbe seguito in infermeria.
 «Hai fatto tutto quello che dovevi fare?» gli domandò Will, scrutandolo.
 Nico annuì. Non ebbe il coraggio di voltarsi per controllare se Percy o Annabeth fossero ancora intenti ad osservarlo. Ma si sentì lo stesso fiero di se per la sua dichiarazione. Finalmente avrebbe potuto guardare Percy Jackson in volto senza sentirsi amareggiato per la sua relazione con la bella figlia di Atena.
 «Sono pronto.» disse Nico.
 Will gli diede le spalle e si incamminò verso l'infermeria. Nico lo seguì, resistendo all'impulso di tornare nella sua cabina. Will poteva anche essere un bravo dottore, ma faticava a fidarsi di un medico che portava le infradito durante i turni di lavoro.
 «Sei ancora dietro di me?» gli chiese Will, voltando appena la testa.
 «Sí.» sbuffò Nico, infastidito. Si ritrovò a rimuginare sulle parole di Will di poco prima. Aveva veramente definito il suo volto come "un viso amichevole"? Sicuro che non lo avesse confuso con qualcun altro?
 Camminarono uno dietro l'altro per diversi minuti, fino a quando Nico non si ritrovò nei pressi dell'infermeria. A quel punto, allungò il passo e affiancò il figlio di Apollo.
 «Solo tre giorni, giusto?» gli chiese, per conferma.
 Will arricciò il naso senza guardarlo. «Per il momento, solo tre giorni.» affermò.
 Nico sentì uno spillo di rabbia pungergli il petto. «Cosa intendi dire, con per il momento?»
 Will si voltò per fronteggiarlo. Si stava trattenendo a stento dallo sorridere. «Sono il tuo medico.» gli ricordò. «E l'altro giorno ti ho detto che devi accettare i pareri del tuo medico.»
 «Pareri?» ripeté Nico. «Più che altro mi sembrano ordini...»
 Il figlio di Apollo sorrise, il tipico sorriso solare degno di ogni figlio di Apollo. «Muoviti ad entrare.» gli disse, precedendolo.
 Nico iniziò a rigirarsi l'anello d'argento a forma di teschio che aveva al dito, e lo seguì. Forse seguire i "pareri" del suo medico non era più una buona idea.
 Ma dopo tutti quei viaggi-ombra, dall'Europa all'America, era sicuro che un po' di riposo gli avrebbe fatto bene.
 Negli ultimi giorni si era rilassato, ma non a sufficienza. Continuava a pensare ad Ottaviano, al suo volo con la catapulta, e i sensi di colpa riaffioravano solamente quando provava a convincersi che la morte del Centurione Romano aveva portato alla diretta uccisione di Gea, e non alla morte di Leo.
 Si fermò di botto dopo aver superato la soglia dell'infermeria. Vi era entrato qualche volta, negli anni passati, ma per pochi minuti. Ora sapere che vi avrebbe trascorso tre giorni lo rese nervoso.
 «E se restassi nella mia cabina?» chiese Nico a Will, che superò alcuni letti e si fermò davanti ad un separé bianco. «Ti prometto che resterò a letto, e che ti aprirò la porta ogni volta che verrai a controllarmi.»
 Will lo studiò con attenzione, poi scosse la testa. «Mi dispiace.» disse. «Sono abbastanza indaffarato così, senza dover aggiungere alla mia lista anche il venire a controllare se stai seguendo le cure del tuo medico.»
 «Ma devo solo dormire...»
 «Qui dormirai sicuramente meglio. E sotto ai miei occhi.»
 «Sotto la tua sorveglianza.» lo corresse Nico. Il calore dell'infermeria gli stava facendo girare la testa. Per non parlare dei colori così chiari e... vivaci.
 «Vedila come ti pare!» esclamò Will, sorridendo. «Mi hai promesso tre giorni di riposo, e intendo riscuotere la promessa. Oltre questo separé ci sarà il tuo letto, e la tua cabina provvisoria.»
 «E se dovesse arrivare qualche ferito grave?» insistette Nico, cercando di sembrare preoccupato. «E se io occuparsi un letto per nulla?»
 Will roteò gli occhi al soffitto. «Subito. Sul. Letto.» ribadì, e Nico fu tentato di dirgli che quello era veramente un ordine, ma non osò infastidirlo ancora di più.
 Superò il separé brontolando e guardò il suo letto. Le coperte erano di un intenso azzurro, che associò agli occhi di Will, e il cuscino stonava parecchio, color pesca.
 Questo il figlio di Ade non poteva accettarlo.
   
 
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