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Autore: Horse_    13/05/2015    14 recensioni
Sono passati quasi sette anni dall'ultima stagione di The Vampire Diaries, precisamente la settima. Ogni attore ha intrapreso la propria via da percorrere, cercando di vivere al meglio la propria vita, così come hanno fatto Ian e Nina.
Ian si è sposato con Nikki Reed, storica attrice di Twilight, mentre di Nina si sono perse le tracce. Nina, in realtà, ha proprio voluto sparire dal mondo che l'aveva aiutata a diventare famosa e ben amata da tutti perchè si porta dietro un segreto troppo importante da proteggere. Due bambini con gli occhi azzurri come il mare da tenere al sicuro da chi non li vuole e non si è mai interessato a loro.
Le cose tra Ian e Nikki, intanto, vanno sempre peggio e sono più i giorni in cui litigano che quelli in cui sono felici.
La ripresa dell'ottava stagione porterà tanti guai e a galla cose non dette, ma forse aiuterà due persone che si amano ancora alla follia a ritrovarsi dopo tanto -troppo- tempo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                  Locked Doors.


Fourtheenth Chapter.


27 agosto 2022.

 
Nina.
Non ci parliamo da tre giorni, o meglio… Mi sta evitando da tre giorni. Non che me ne importi, ecco, ma non ne capisco il motivo.
Prima mi bacia –facendo tra l’altro un fuori programma– e poi si dilegua nel nulla. L’ho visto un paio di volte sul set, ma non ci siamo nemmeno mai guardati. Io l’ho fatto, cercavo di capire, ma lui mi ha completamente evitata. Ogni qualvolta che ci incrociavamo cambiava strada oppure trovava qualcosa da far, lì, al momento.
Ma forse è meglio così… Ci siamo divisi tempo fa, ognuno è andato per la sua strada e forse è meglio così. Sono soltanto un’illusa a pensare che ci sia ancora qualcosa tra di noi, è andato tutto in frantumi, ogni cosa. Julie sostiene che abbiamo ancora grandissima chimica, ma per me non è niente vero. Non sento più quella voglia di recitare con lui, non sento più quello strano collegamento che avevamo anche una volta esserci lasciati, non siamo semplicemente più noi.
Mi siedo sul gradino dell’entrata e appoggio la testa della parete fredda, cercando un po’ di sollievo. Ho la testa che scoppia e ogni muscolo mi fa male. A dir la verità è da questa mattina che sono così, ma forse è perché non ho mangiato molto, anche se non ne avevo poi molta voglia. I ritmi sono così serrati ultimamente e continueranno così almeno per i primi di dicembre e dopo andrà in onda la pausa natalizia per riprendere alla prima settimana di gennaio, anche se non penso di riuscire ad arrivare fin lì. Sbadiglio leggermente portandomi una mano alla bocca e controllo l’ora sul cellulare.
7.00 pm.
Credevo fosse più tardi sinceramente visto che sono così stanca, ma forse è perché sto diventando vecchia. La soglia dei trent’anni l’ho già passata da un pezzo e mi sto avvicinando a trentaquattro anni.
 

“Nina, che cosa ci fai qui fuori?”- mi domanda Candice. –“Julie ti sta cercando, mancano ancora due scene.”

 
Mi alzo e barcollo leggermente sul posto. La testa pulsa e mi porto una mano alla testa ed inizio a massaggiare la tempia, cercando di lenire il dolore.
Candice mi si avvicina preoccupata e mi posa una mano sulla spalla.

 
“Nina, stai bene?”- mi domanda.
“Si, ho solo mal di testa.”- le sorriso. –“Ora vado dentro o Julie mi ucciderà.”

 
Annuisce poco convinta, per poi lasciarmi un bacio sulla guancia e dirigersi da Jo che è appena arrivato.
Saluto entrambi e mi chiudo la porta alle spalle.
Mi dirigo verso il set ricordandomi che fortunatamente ho una scena con Kath.

 
“Nina, stai bene?”- mi domanda Kath.

 
La fisso accigliata.
Perché me lo stanno chiedendo tutti?

 
“Perché me lo state chiedendo tutti?”- le domando.
“Sei pallida come un lenzuolo!”- mi risponde quasi con leggerezza.
“Davvero?”- dico fissandola allarmata.

 
Annuisce, mentre vedo Julie dirigersi verso di me con le mani sui fianchi.

 
“Ragazze, siamo in ritardo di un minuto!”- sbraita facendoci l’uno con il dito, poi sembra acquietarsi. –“Nina, Jessyca non ti ha truccata?”
“Io-”
“Non importa, modificheremo la colorazione al computer, forza, iniziamo!”- ci incita dandoci una leggera spintarella.

 
Io e Kath ridacchiamo leggermente e ci posizioniamo pronte per girare.
 
 
Finiamo la scena circa mezz’ora dopo, fortunatamente non erano troppe battute e diciamo che sia io che Kath ce la siamo cavata alla grande. Abbiamo trovato la connessione che avevamo qualche anno fa per recitare e diciamo che le nostre scene vengono ancora alla perfezione, forse perché effettivamente non ci siamo mai separate.
Mi manca ancora una scena con Paul e dopo potrò finalmente andare a casa. Non vedo l’ora di coccolare un po’ i miei figli, non li vedo da ieri pomeriggio. Purtroppo ho dovuto girare delle scene in notturna e sono tornata a casa abbastanza tardi, per questo sono rimasti a dormire da mia mamma. Ho promesso loro che avremmo guardato Frozen*, cartone uscito otto anni fa, il loro cartone preferito. Mi ricordo la prima volta che l’ho visto… Ovviamente il mio personaggio preferito è Olaf, come si potrebbe non amarlo? Amo quel pupazzo di neve, anche a distanza di anni, ed evidentemente i gemelli hanno preso da me!
Sento una mano sulla mia spalla e sussulto per lo spavento. Mi volto e vedo Paul che ridacchia soddisfatto.

 
“Ho rischiato un infarto!”- urlo colpendolo ad un braccio.
“Non essere esagerata, Dobreva.”- mi punzecchia.
“Ti stai prendendo un po’ troppa confidenza!”- lo rimbecco incrociando le braccia al petto.
“Dobrev!”- esclama una voce alle mie spalle.

 
Sussulto di nuovo portandomi una mano all’altezza del cuore per lo spavento.
Ma si sono messi tutti d’accordo questa sera?

 
“Ma volete farmi morire giovane?”- domando anche a Malarkey.
“Dove hai la testa?”- mi domanda ridacchiando Michael. –“Ero prevedibile come un elefante che tenta di camminare in punta dei piedi!”

 
Paul scoppia a ridere divertito mentre io dondolo la testa sconsolata.

 
“Oggi non è giornata.”- sospiro. –“Vi prego, muoviamoci. Mi scoppia la testa e voglio andare a casa.”
“Ai suoi ordini Miss Dobrev.”- annuisce Michael trascinandomi in sala.

 
Ci posizioniamo al centro della sala e aspettiamo che il cameraman dia il via.













 

 
                                                                * * *

 













Sono le 9.30 pm, la scena –a cui alla fine se n’è aggiunta un’altra– si è prolungata più del previsto.
Sono andati quasi tutti a casa, anzi, penso di essere praticamente l’ultima qui dentro, toccherà chiudere a me anche questa sera. Non vedo l’ora di arrivare a casa e mettermi a letto, mi dispiace solo di non aver mantenuto fede alla promessa fatta ai gemelli, ma tra due giorni avrò mezza giornata libera e penso che dovrei recuperare con loro. Tra due settimane inizieranno la scuola e lì il tempo sarà davvero poco.
Finisco per sistemare la stanza, afferro la borsa e sto per andarmene, quando la porta dello studio –addobbata come quella dell’ormai ex pensione– si apre rivelandomi una massa di capelli corvini.
La porta si richiude di scatto e lui sembra non accorgersi della mia presenza, fino a quando non alza lo sguardo su di me. I nostri occhi si incrociano per qualche attimo e lui non sembra intenzionato ad abbassare lo sguardo.
Il primo a parlare però è lui.
 

“Cosa ci fai qui?”
 

Esito qualche attimo prima di rispondere e lui sembra esitare allo stesso modo.
Perché mai è qui? Solo allora mi accorgo che la sua giacca nera –così simile a quella del suo personaggio– campeggia sul divano.
Oh… Ecco perché.
 

“Stavo… Finendo di sistemare…”- rispondo solo.
 

Si guarda attorno e sgrana leggermente gli occhi. Effettivamente ci sono ancora troppe cose da sistemare e ci vorrà come minimo un’ora se faccio tutto da sola.
Si gratta leggermente la nuca e appoggia il cellulare sul piccolo tavolino accanto al divano e si rimbocca le maniche della maglia blu scuro che mette profondamente in risalto i suoi occhi e il suo fisico scolpito.
 

“Ti ci vorrà un’eternità a sistemare tutto da sola.”- borbotta al mio indirizzo. –“Ti aiuto, almeno possiamo andare entrambi a casa.”
“Tu puoi andare, se vuoi.”- gli dico di rimando leggermente infastidita. Mi ha risposto come se fosse un obbligo. –“Finisco io qui.”
“Non fare l’ottusa, non ti si addice.”- mi volta le spalle ed inizia a sistemare le sedie senza curarsi del mio sguardo omicida.
Bene.”- soffio.
Bene.”- mi dice di rimando sbattendo un po’ troppo forte il libro sul tavolo.
 

Scuoto la testa e mi accingo a sistemare il resto della camera, il più lontano possibile da lui.
Non so quanto tempo passa, so solo che mi sento tanto stanca e infreddolita. La mia giacca è rimasta in camerino, ma ormai abbiamo quasi finito quindi non ha senso che io vada a prenderla.
Ian si volta verso di me con un sorrisetto trionfante ad incurvargli le labbra.
 

“Io qui ho finito.”- mi fissa pensieroso. –“Tutto bene?”
“Io?”- mi gratto la testa leggermente imbarazzata perché si… Ce l’ha con me. –“S..Si, sto bene.”
“Mmm…”- mi fissa dubbioso. –“Io vado allora.”
 

Annuisco leggermente e mi volto per continuare a sistemare le ultime cose quando lo sento imprecare. Mi volto di scatto e vedo che Ian fissa la porta, come imbambolato. Anzi… La maniglia della porta. Quella stessa maniglia che ora sta tenendo tra le mani e quella stessa maniglia che dovrebbe essere attaccata a quella maledetta porta.
 

“Che diavolo hai combinato?”- urlo.
“Non lo so!”- urla anche lui, è irritato. –“Non è colpa mia!”
“No, certo che no.”- lo canzono, anche se vorrei solo prenderlo a schiaffi. –“E’ colpa mia certo… Come sempre.”
“Non è uno scherzo, Nina! La porta non si apre!”- dice voltandosi verso di me.
 

Corro quasi verso la porta e tento di spingerla per aprirla, per fare qualcosa, ma per una dannata volta l’uomo che è alle mie spalle ha ragione.
La porta non si apre, è bloccata. Provo con un pugno. Niente. Provo con un calcio. Niente. Una spallata. Niente.
Barcollo leggermente e sarei finita a terra se Ian non mi avesse afferrata.
 

“Grazie…”- mormoro intimidita.
“Usare violenza non servirà a nulla, è bloccata.”- dice mentre mi aiuta a rimettermi in piedi. Per farlo mi tocca una parte del braccio scoperta e sussulta. –“Ma tu scotti terribilmente!”
 

Lo guardo spaesata mentre lui non molla la presa sul mio braccio.
 

“Io… No… Sto bene.”- dico.
“No.”- scuote la testa. –“Vieni, ti porto sul divano.”
“No… Noi… Dobbiamo andare a casa.”- biascico mentre le mie gambe si fanno più pesanti.
 

Ian mi afferra prima che possa ricadere a terra, di nuovo. Non mi fa camminare, mi prende semplicemente in braccio.
E’ come tornare a respirare, è come vivere di nuovo. Il mio corpo attaccato al suo, come in un groviglio, mi sembra essere ritornata ai vecchi tempi. Appoggio la testa sul suo petto perché la sento troppo pesante, pulsa e mi fa male.
 

“No, non credo.”- mi sussurra vicino all’orecchio. –“La porta è bloccata, non abbiamo niente per aprirla. Credo proprio che passeremo la notte qui.”




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Perdonatemi per il ritardo, ma non ho avuto neanche un attimo di tempo per respirare in questo periodo... Ma adesso l'anno scolastico è quasi giunto al termine e ho un po' più tempo per me, quindi credo -spero xD- di non far passare troppo tempo tra gli aggiornamenti, abbiate fede!
Il capitolo è venuto di getto e... Non so, spero che vi piaccia. Finalmente questi due sono da soli in una stanza e chissà cosa combineranno :')
Non immaginatevi chissà cosa pero ahahahaha
Ringrazio le favolose sette ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo a cui risponderò a breve, lo prometto!
Scusatemi se non vi lascio un commento del capitolo, ma non c'è molto da dire, spero di sentire vostre opinioni.
Ora devo scappare, ma la Champions mi chiama xD

Commento della 6x21?
Per me è... Un grande no comment!
Alla prossima <3
  
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