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Autore: Clairy93    13/05/2015    9 recensioni
Si sa, il successo dà alla testa.
Per non lasciarsi ingannare dalla seducente e pericolosa luce della fama, il Detective Sara Carter dovrà ben ponderare le sue mosse per risolvere un caso di omicidio nel quale capire chi recita e chi no sarà indispensabile.
Sara è giovane, ma è intraprendente e sicura di sé.
Forse fin troppo.
Aggrapparsi alle proprie certezze può rivelarsi controproducente. Soprattutto quando dietro l'angolo, è appostato un affascinante attore inglese, pronto a smentirle.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  A tough cookie –
Un osso duro
 

“Detective!”
Ben Barnes mi accoglie con inaspettata e dirompente vivacità.
Lui ha l’aspetto di chi ha appena trovato sotto l’albero il regalo tanto desiderato.
Io piuttosto, quello di chi ha ricevuto il maglione extra large di lana della nonna, con renna e campanelli annessi.

Questo tipo mi destabilizza.
 
“Il detective Carter è qui per te Benjamin.” chiarisce la madre del ragazzo “Ci siamo accomodate in attesa che tu e Jack tornaste.”
“Avete fatto bene mamma.” Ben le si avvicina, chinandosi per scoccarle un rapido bacio sulla guancia.
Poi si volta verso di me, lento.
Posa le mani sui fianchi ed esalando un greve sospiro, sfoggia un sorriso che rivela una certa tensione.
“Non sono nei guai, vero?” mi chiede, accigliato.
“No Ben." lo rassicuro “Non sono qui per arrestarla.”
Lui sbarra gli occhi con un certo piglio teatrale.
“Non starà sospettando di mia madre spero!”
“Benjamin!”
La signora Barnes, dal basso della sua statura, tira un micidiale pizzicotto sul bicipite del figlio.
“Sua madre è stata molto gentile ad ospitarmi.” dico “Ma io sono venuta per parlare con lei Ben.”
“Oh, d’accordo...” lui annuisce, assorto “Le va di uscire detective? Facciamo quattro passi.”
Accetto, lieta per la proposta.
Necessito di aria.
La casa si sta facendo troppo affollata per i miei gusti.
E vorrei evitare di imbattermi anche in Papà Barnes, giusto per eludere dal completare il quadretto familiare.
Ringrazio la signora per il tè e per la chiacchierata, in fondo non così malvagia, e lei mi assicura la loro completa disponibilità in futuro.
Ben m’invita a precederlo, indirizzandomi all’uscita dove Jack Barnes, il fratello minore, pare molto impegnato ad esaminare le punte delle sue scarpe.
Lo saluto e ottengo in risposta un cenno fugace prima che il ragazzo, eclissando lo sguardo dietro un folto ciuffo di capelli, agguanti le buste della spesa e si dilegui alla velocità della luce in cucina.
“Jack!” lo rimprovera il maggiore, con un grido severo.
Tuttavia esorto Ben a lasciar correre.

Uscendo, lo sbalzo di temperatura è alquanto spiacevole e il calore di casa Barnes appare ormai un ricordo lontano.
Tiro la cerniera fin sopra il mento, con la futile speranza di contrastare il freddo.
“Mi spiace per Jack.” ammette Ben, mentre ci incamminiamo lungo il tranquillo quartiere “Non so cosa gli sia preso...”
Incrocio le braccia al petto e scuoto pacata il capo.
“Non importa, davvero. Lei non ha idea Barnes delle persone con cui ho a che fare... Suo fratello non avrà gradito la mia presenza in casa propria. Dopotutto quando un poliziotto compare nel tuo soggiorno, non sventoli
certo gli striscioni di benvenuto...”
Ed è qui che lui se ne esce con uno sconcertante:
“A me invece ha fatto piacere rivederla.”
Io m’irrigidisco, tipo blocco di cemento, distanziandomi istintivamente da lui.
La spontaneità di questo ragazzo mi lascia…senza parole.

Ed è raro che io non abbia niente da controbattere.

“L’ultima volta ero sospettato di omicidio.” prosegue lui “E in quella stanza detective, per un attimo ho avuto l’impressione che mi volesse polverizzare con lo sguardo.”

Fidati, non era solo un’impressione.

“Mettiamola così, non è stata la circostanza più lieta per entrambi.” riassumo io, provocando in Ben una risata che solleva una nuvola di condensa attorno al suo viso.
“Ci sono sviluppi sulle indagini di Amanda?” domanda poi, serio, infilando le mani nelle tasche dei jeans.
“Ben, sa che non posso entrare nel dettaglio.” dichiaro risoluta “Suppongo però che abbia già avuto modo di leggere le diverse supposizioni che stanno circolando sul web.”
“No, ad essere sincero. La rete sarà senz'altro precipitata nel delirio all’annuncio della morte di Amanda, ma non mi piace Internet. No. Non è un luogo sano dove andare se si è famosi. La gente ha troppe opinioni su di te. E, si sa, tutti sono bravi a scagliare sentenze verso chi non conosce…”
Qualcosa dalla cadenza della voce, mi lascia presumere che la sua esperienza nello spregiudicato universo del web non sia stata delle più felici…  
“Detective.” inaspettatamente Barnes mi si para davanti “…Possiamo darci del tu?”

Regola numero 2.  Non entrare mai in confidenza con un sospettato, anche se le indagini non riconducono inizialmente ad una sua colpevolezza.

Sul volto di Ben spunta un sorrisetto sghembo e, accidenti, folgorante.

Sara non fare la scema!
E’ un attore, essere persuasivo è il suo mestiere!


Ben si stringe nelle spalle, corrucciando appena le labbra…
Ruoto gli occhi e con uno scatto, lo supero.
“Vuoi sapere perché sono qui, o no?” sbotto, stizzita.
Soddisfatto, Barnes asserisce incuriosito.
“C’è stato qualche progresso nel caso Seyfried. Abbiamo un nuovo sospettato, un ex di Amanda. Il suo nome è Nicholas Hoult…”
“Stai scherzando?!” inveisce lui, allibito “Nic sospettato? Non può essere…”
“La tua reazione mi fa pensare che vi conosciate bene.”
“Sì certo, siamo amici. Aveva chiuso con Amanda poco prima che io la incontrassi a Los Angeles, un anno fa…” Ben guarda altrove, pallido da far spavento e più sconvolto di quanto mi aspettassi “Ma…siete proprio sicuri? Nic non sarebbe capace di una cosa simile... Quali prove avete contro di lui?”
“Questo non deve interessarti.” ribatto, gelida “Quello che puoi fare però, è indicarmi come trovarlo.”
“E da quando la polizia non sa come reperire un sospettato?” chiede con sufficienza, palesemente seccato per la mia risposta.
“Se ci fossimo riusciti, non sarei venuta fin qui a chiederti aiuto, non trovi?” replico io “Nicholas non è rintracciabile e, a dirla tutta, questo non gioca nemmeno a suo favore. Ho bisogno di un indirizzo, o un numero di cellulare.”
Ben mi scruta borioso.
“Non ti serviranno.”
Ed io sto iniziando seriamente ad alterarmi.
“Cosa vorresti dire?!”
“Nic non è in città. Al momento si trova fuori Londra, per un servizio fotografico.”
“E potrei sapere dove, di preciso?”
Barnes leva in alto l’indice.
“Ad una condizione.”
“Tu metti le condizioni?!” lo fulmino “Vorrei ricordarti chi tra noi due ha il distintivo!”
“Vuoi trovare Nicholas oppure no?”
Stringo i denti, assottigliando le labbra in una linea severa.
“Foza, sentiamo la tua proposta.”
“Verrò con te.”
Io scoppio a ridere, sardonica.
Lui però, non pare abbia altrettanta voglia di scherzare.
“Oh andiamo Ben! Perché mai dovrei fare un’idiozia simile?”
“Voglio essere presente quando interrogherai Nicholas.” esige, inflessibile “Se davvero è coinvolto nella morte di Amanda, devo vederlo con i miei occhi.”
“Ben, ascolta.” mi avvicino, reggendo il peso del suo sguardo “Capisco che ti senta chiamato in causa. Ma non posso farti partecipare ad un’indagine.”
“Il tuo capo lo permetterebbe.”
Aggrotto la fronte.
“Perché dovrebbe?”
“E’ una mia ammiratrice, me lo hai rivelato tu stessa.” aggiunge.
“Ciò non significa che ti darà carta bianca.”
“Questo lo vedremo…” bisbiglia Barnes, serrando la mascella. 
“Senti Ben, io non metto in dubbio le tue capacità persuasive, ma parliamoci chiaro. Tu, sei un attore. Non dovresti…che ne so, fare dei provini? Studiare qualche copione?”
“Amanda ed io avevamo terminato le riprese del nostro ultimo film un mese fa.” precisa lui “Sono tornato a Londra per riprendere fiato, e passare del tempo con la mia famiglia. Sì, ho un paio di progetti in corso, ma in ogni caso dovrei aspettare per sapere se andranno in porto...”
“Ma è grandioso!” esclamo con smodato entusiasmo, sferrandogli una lieve pacca sulla spalla “Approfitta della compagnia della tua bella famiglia Ben, io ti auguro tanta fortuna per una lunga e florida carriera. Non voglio rubarti altro tempo…”
Barnes lascia cadere le braccia sui fianchi.
“Sara…”
Lo ignoro e cerco di allontanarmi.
“Sara! Per favore.”
Sbuffo, stremata.
“Non sono qui per giocare Ben.” dico, voltandomi “Spiegami come posso rintracciare Hoult, oppure troverò un altro modo.”
“Sara, credimi, per me questo è tutto tranne che un gioco. La mia ex fidanzata è stata assassinata… E adesso scopro che un mio caro amico è sospettato!” si passa tremante una mano tra i capelli “Riesci a capire quanto sia destabilizzante tutto ciò? Io devo venire. Lo conosco Nic, appena ti vedrà si farà prendere dal panico! Senza offesa, ovviamente…”
Alzo gli occhi al cielo.
“Se venissi con te, si tranquillizzerebbe e sarebbe più propenso a collaborare.” insiste lui, inamovibile “Ti scongiuro Sara. Mi sembra di portare un macigno sullo stomaco. Devo sapere cosa è accaduto, non lasciarmi all’oscuro…”
“Non posso Ben.” mormoro “Non è così che lavoro. Mi dispiace.”
Gli do le spalle e torno verso la mia Cabrio.
Ho fissa l’immagine affranta di Ben.
Quella fastidiosa vocina dentro di me, innesta il dubbio di essere stata un tantino dura con lui…
Il suo sguardo m’inchiodava con una tale profondità, che avrebbe potuto scalfire anche l’animo più impenetrabile.

Ma non il mio.

“Nicholas si trova a Brighton.” rivela Ben, cogliendomi totalmente di sorpresa “Ci rimarrà per un paio di settimane. Assicuratevi che non venga a sapere del vostro arrivo e del motivo della visita, altrimenti sarà davvero impossibile trovarlo...”
Mi catapulto in macchina.
Appoggio sfinita il capo sullo schienale.
Dischiudo le palpebre e intravedo Ben procedere con passo trascinato verso la sua abitazione.
Mi spiace.
Sì d’accordo, lo ammetto!
Mi dispiace per lui.
Ma non posso permettere di farmi venire i sensi di colpa.
Infilo la chiave e con gesto solerte, metto in moto.
Eppure quando poso il piede sull’acceleratore, mi accorgo di non riuscire a pigiarlo.
Le sue parole vorticano nella mia mente, con sempre maggiore insistenza, facendomi irritare ancora di più.

Devo sapere cosa è accaduto, non lasciarmi all’oscuro…
 
Forse perché le conosco troppo bene, quelle parole.
Quante volte le ho ripetute a Richard, tra grida strozzate e copiose lacrime, nelle corsie di un ospedale che puzzava di disinfettante e paura, pregandolo perché non mi estromettesse dalle indagini sull’incidente dei miei genitori.
Voleva tenermi fuori. Per proteggermi, diceva lui.
Ma io non volevo la protezione di nessuno. Chiedevo solo di non essere esclusa, di non essere trattata come una ragazzina, troppo piccola e troppo scossa per rendersi conto di cosa stava accadendo.
I ricordi zampillano come impazziti, riempiendomi la testa di un dolore così bruciante che suggerisce il perché io li tenga sempre ben chiusi in un angolo.
E come sono riemersi, li reprimo con altrettanta rapidità.
Premo forte l’acceleratore e transito accanto a Ben.
Inchiodo.
Calo il finestrino e batto un deciso colpo di clacson.
Lui drizza la testa, confuso, incrociando il mio sguardo impassibile.
“Dopodomani. Alle 8 in centrale. Non azzardarti a tardare.”


 
Angolino dell’Autrice: Ciao miei caramellosi cubotti mou!
Come state? Come vedete riemergo qua e là da tomi universitari, appunti e schede volanti.
Siete la mia forza, ricordatevelo! Mi trasmettete un affetto e un entusiasmo che non basterebbe una giornata intera per ringraziarvi.  :3
Prima di lasciarvi, ci tenevo a sottolineare che il giudizio di Ben Barnes sul mondo di Internet, è stato ripreso da un’intervista che l’attore ha rilasciato qualche tempo fa.
Un abbraccione enorme! Ve amo ‘na cifra!
Clairy

Oh dimenticavo! Ecco il link alla mia paginetta Facebook --> https://www.facebook.com/pages/Clairy93-EFP/400465460046874?ref=hl
   
 
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