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Autore: Caramel Macchiato    14/05/2015    1 recensioni
La routine tranquilla e invariata di quattro coinquilini viene d'un tratto squarciata da una bambina, una vecchia asiatica che sembra dotata di poteri paranormali e la vaga e inquietante consapevolezza che la loro vita subirà una svolta drastica...
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Entro nel caffè, ordino un espresso, bello forte se possibile, poi mi siedo ad un tavolino, il più lontano possibile dalla grande vetrata che dà sulla strada, piena di persone che fanno avanti e indietro chiacchierando, con lo sguardo sui propri piedi o persi nei loro pensieri.
Questo incontro mi sta riempiendo di ansia da giorni: non vedo mia sorella minore da due anni, da quando ho lasciato casa e mi son trasferito con i ragazzi. Inutile sottolineare la preferenza di condividere un appartamento con Castiel anziché restare in quella prigione.
L’espresso arriva con le solite inutili bustine di zucchero a parte.
Chissà se è cambiata o è rimasta la solita ragazzina vanitosa e cieca.
La vedo fuori dalla vetrina, l’immutata chioma bionda al vento. Poco dopo il campanello del caffè trilla e mia sorella fa la sua entrata da pop star, guadagnandosi l’attenzione di tutto il locale, quella maschile almeno. Il suo sguardo acquamarina passa in rassegna ogni tavolo, finché non m’individua e mi viene incontro di gran carriera, sfilandosi gli occhiali da sola che ha nei capelli e lasciando cadere la borsa di pelle sotto il tavolo quando si siede.
- Ciao, sei qui da tanto?-
C’è una nota titubante nella sua voce, una nota che riesco a vedere anche nel suo sorriso.
- No, qualche minuto-
Mi fermo a studiarla per bene perché vedo qualcosa di diverso. Il viso è uguale, non c’è nulla di nuovo, eppure sembra più vivo e lucente.
Lei ridacchia sotto il mio sguardo indagatore e fa un cenno ad una cameriera per ordinare.
- Allora… È da tanto che non ci vediamo- Comincia, schiarendosi la voce.
- Già. Mi dispiace-
- No, non è vero. Se fossi al tuo posto non mi dispiacerebbe per niente- Ride scuotendo la testa.
- Beh… Sì, è vero- Ammetto scrollando le spalle, seguendo quel modo del tutto nuovo e sconcertante di fare conversazione con lei.
Ambra ringrazia la cameriera per il cappuccino traboccante di schiuma e ci versa una bustina di zucchero.
- Sì, non è mai stata vera vita, la tua a casa. Tra mamma, papà ed io… Mi dispiace per ciò che hai passato. Probabilmente non ci hai mai visto come una famiglia-.
Sbatto le palpebre un paio di volte, chiedendomi se nel mio espresso ci avessero infilato qualcosa di allucinogeno, e resto a fissarla spaesato. Lei arrossisce un poco e si stringe nelle spalle.
- Lo so, probabilmente non suono credibile. La verità è che ho capito diverse cose, da quando sono uscita di casa. Mi sento maturata. Finché ero sotto la protezione dei nostri genitori e vederti discriminato apertamente faceva parte della routine, non riuscivo a capire come girava il mondo. A volte ci ripenso, sai? Non mi capacito di come ho potuto essere così cieca e senza cuore. Avevo tutto sotto mano, non avevo alcun problema, potevo fare tutti i capricci che volevo…-
Si ferma, rossa per l’enfasi del suo discorso da torrente in piena. Riesco a sentire la sua foga nel giustificarsi e nel cercare di farsi perdonare.
- Vorrei solo ricominciare da capo tra noi… Non subito, non posso chiederti così tanto, ma passo per passo…-
Finisco l’ultimo sorso dalla mia tazzina e la riappoggio sul piattino, restando a fissare il cerchio di fondo scuro a contrasto con il bianco della ceramica. Non accetto ma nemmeno nego.
- Come mai te ne sei andata di casa?- Chiedo invece.
- Mmm… Ho deciso cosa fare del mio futuro, così me ne sono andata. O meglio: sono scappata! Non riuscivo più a stare in quella casa così fredda. Mamma e papà hanno deciso di separarsi, ma sai come sono: non si parlano praticamente più, ma sono troppo orgogliosi per mettere per iscritto il divorzio. Mi è caduto addosso il mondo, inutile dirlo-
Un’altra notizia shock che mi fa sentire ancora più frastornato.
- Divorzio-
- Qualcosa del genere- Mia sorella si ficca in bocca una grande cucchiaiata di schiuma.
Scuoto la testa incredulo, poi decido di cambiare argomento e lasciare da parte quella storia.
- E cosa studi?-
- Fashion Design-
- Quindi disegnerai moda-
- Lo spero, è un settore difficile…-
- Parlando di moda: sapevi che Li è in città per una sfilata?- Le chiedo a bruciapelo, sentendo il cuore battere più forte. Quando la sera prima Castiel è arrivato a casa scuro in volto e ci ha raccontato tutto quello che gli ha detto Iris, mi sono sentito frastornato e incredulo al pensiero che Allegra potrebbe tornare da sua madre da un giorno all’altro. Dopo poco meno di un mese di convivenza forzata, avevamo finito per dare per scontata la sua presenza, quasi normale. Chiedere a mia sorella di una delle sue amiche più care forse potrebbe portarci qualche indizio in più.
- Invece Ambra stringe le labbra ed evita il mio sguardo.
- No, non lo sapevo-
- Non te l’ha detto?-
- Non parlo con lei da… Qualcosa come quattro anni-.
- Quattro anni? Da quando… Con Castiel?-
- Sì. Ti ricordi che ai tempi gli morivo dietro? Li ci tenne nascosta la sua relazione con Castiel e anche la gravidanza, finché non fu più impossibile. Mi sentii così tradita che tagliai tutti i ponti con lei: la cancellai dal telefono, bruciai ogni ricordo che avevo con lei, la eliminai dai social network e non risposi più alle sue chiamate, evitandola perfino quando decise di venire direttamente a casa mia. Ovviamente la insultai pesantemente prima, e Charlotte prese le mie parti-.
Rabbrividisce e sgrana gli occhi.
- È stato lo shock più grande mai vissuto in diciotto anni di vita. A volte però ci penso, a lei e Castiel, e al loro bambino. Mi chiedo: chissà a chi somiglia? Chissà se è maschio o femmina?-
- È femmina, si chiama Allegra. È ancora piccola quindi non si vedono somiglianze particolari a uno dei due, magari somiglia leggermente di più a Li, però il carattere sta diventando tutto quello di Castiel-
Lei mi guarda sbigottita e solo allora mi rendo conto di quello che ho detto.
- Abito con Castiel, Lysandre e Kentin. E ora anche la bambina-
- Tu cosa?-
- Sì. Era l’unica possibilità per ottenere una camera a prezzo abbordabile per uno studente autogestito-.
Ambra annuisce appena ma sembra totalmente in trance.
- Ma aspetta: pensavo che la bambina fosse rimasta con Li-
Tiro un lungo sospiro e appoggio i gomiti sul tavolo, sporgendomi verso mia sorella e preparandomi a raccontarle tutta la bizzarra storia della nostra convivenza.
 
 
Non sono tranquillo. Non lo sono per niente. È assurdo però.
Stringo forte la radice del naso e poi apro gli occhi, cercando di concentrarmi.
Allegra sta scorrazzando nel parco con due suoi amici, il quasi figlio di Melody e un altro bambino: l’ultimo eroe che è riuscito ad entrare nelle grazie di quei due pestiferi.
Vedo Allegra correre dietro a Darren con un bastone in mano, le braccine volte al cielo e un grido selvaggio che le esce dalla bocca. Darren si butta per terra e fa una rotolata degna di Rambo per poi afferrare un altro bastone e parare il goffo attacco di Allegra. Il terzo bambino corre verso di loro allegramente, pronto ad arbitrare il loro incontro.
Per un attimo mi ritrovo a chiedermi se non sarebbe il caso di fermarli, in fondo sono solo degli scriccioli di quattro anni. Poi però decido di lasciare perdere, dal momento che sembrano tutti piuttosto goffi e in vena di pagliacciate. Infatti Allegra ha buttato via il suo bastone ed è saltata addosso a Darren in un vero e proprio attacco di solletico, incitando il terzo bambino a dargli man forte.
Sento le labbra incurvarsi in un sorriso autonomo, seguendo i movimenti disperati del povero Darren, che ride come un pazzo. Le risate acute dei tre bambini riempiono la calma del parco a quell’ora.
Involontariamente torno con la mente al nostro primo incontro con Allegra: a come ci è piombata in casa dal nulla, alla nonna cinese scomparsa misteriosamente, a tutte le esperienze nuove che ci ha fatto provare. In due anni, il nostro appartamento non è mai stato così vivo come in questo mese.
- Kentin! Aiuto!- La vocina della bimba mi riporta alla realtà, cosi che mi rendo conto che il suo attacco è fallito e ora si ritrova nella parte della vittima.
Mi avvicino ridacchiando, soprattutto per il “ghili ghili” che dicono i sue bambini mentre le fanno il solletico, poi li prendo senza problemi sottobraccio, uno per parte, tra i loro strilli emozionati.
Faccio in tempo a vedere il sorriso birichino della bambina, prima che quella mi si avventa contro e aiuta i suoi amici a liberarsi, per poi unire le sue forze alle loro e attaccarmi con il “ghili ghili” come tre zecche.
- Ehi! Non è leale!- Riesco a protestare tra le risate mie e loro.
I tre bambini mi ignorano e continuano a farmi il solletico deliziati dalla riuscita del loro piano malefico.
 
 
CUBO CARAM. MACCH.
Hellou! Dopo svariati capitoli demenziali e insensati, la vecchia C.M si svegliò una mattina e si disse “ accidenti, non faccio che scrivere ma non si arriva a un dunque” e con questo funesto pensiero il mio cuore è traboccato di Amleti e Romei e Giuliette vari… E quindi mi è scappato questo momento di serietà, incentrato soprattutto sui fratelli Blondie. Parlando dei due: è da quando in diversi episodi si è inteso che la dolcetta è in classe con tutti e due che mi è venuto un enorme dubbio: ma son gemelli o no? Su diversi blog ho letto che no, Ambra è leggermente più giovane, ma allora perché caspita abbiamo in classe tutti e due?! La mia mente malata è arrivata alla risposta, signori e signore: vedendo il tasso di malattia mentale dei cari coniugi Blondies, è del tutto fattibile che, alla nascita di Nathaniel(febbraio) abbiano subito avuto la malsana idea di mettere al mondo anche Ambra(novembre, se la matematica resta matematica), quindi i due sono nati lo stesso anno ma non sono gemelli O.O Badum tsss.
Ecco, dopo questa lunghissima e di vital importanza considerazione, vado a seppellirmi la mia buca.
Cia ciaooo
   
 
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