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Autore: incanto    02/01/2009    1 recensioni
questa è la mia prima ff su Katie Bell, uno dei personaggi di harry potter ed un personaggio da me inventato. - Hai ragione, sei bellissima – Katie pensò di aver sentito male. Si girò verso il ragazzo, che improvvisamente aveva assunto un’aria imbarazzata . - Cosa?- buona lettura^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una calda serata estiva. Un leggero venticello si insinuava dalle finestre delle piccole villette del magico villaggio di Godric’s Hallow, mentre le stelle brillavano numerose nel cielo sereno. La stradina ghiaiosa era deserta, se non fosse stato per due ragazze che erano sedute su un muretto di mattoni rossi al fondo della strada. - Allora questo sarà il tuo ultimo anno a Hogwarts, vero Jodie? - chiese la più bassa delle due. - Sì, Katie. Poi… ecco sinceramente non so bene cosa fare una volta finita la scuola. Quando l’anno passato ho fatto il colloquio di orientamento con il professor Vitious, ho detto che mi sarebbe piaciuto diventare un auror oppure intraprendere una carriera in Magisprudenza, ma ripensandoci non credo faccia per me dare la caccia a Maghi Oscuri o decidere il destino delle persone. – - No, ma io ti vedrei bene a fare la giornalista per la Gazzetta. – disse Katie soffocando una risata. Jodie disprezzava la Gazzetta del Profeta, perché l’anno passato aveva nascosto a tutto il mondo magico il ritorno di Lord Voldemort. - Ma non pensarci neanche! – esclamò indignata Jodie,scuotendo i lunghi riccioli neri – non se ne parla! Piuttosto farò la disoccupata! – Dopo quasi un minuto di silenzio, durante il quale Katie sghignazzava ancora sotto i baffi e l’amica le lanciava sguardi di fuoco, le due decisero che era il momento di rientrare. - Allora Katie, domattina verrò da te verso le 9 e mezza. Ci porterà mio padre in stazione, con un suo collega auror. – disse quando ebbe finito di risalire il vialetto della villetta numero 10. Sfoderò la bacchetta e pronunciando “alohomora “ aprì la porta. - Mi raccomando fai in fretta che poi mio padre diventa nervoso – detto questo entrò e si chiuse la porta alle spalle. Dopo averle fatto un cenno con la testa, e pensando che era già tardi e doveva ancora preparare il baule, Katie si incamminò verso casa. Le venne in mente che era molto che conosceva Jodie: le loro madri erano state due grandi amiche a Hogwarts e dopo che si furono sposate, andarono a vivere tutte e due a Godric’s Hallow. La madre di Jodie aveva sposato un mago, mentre quella di Katie, un ragazzo babbano del suo paese. Le due avevano un anno di differenza. Jodie era piuttosto alta e magra, con lunghi riccioli neri e da quasi due anni portava gli occhiali. Aveva un bel visino, sempre sorridente, a parte quando si arrabbiava o diventava isterica a furia di studiare. Al contrario della madre che era Grifondoro, lei era stata smistata in Corvonero e quest’anno avrebbe frequentato il settimo anno. Katie , invece, era un po’ più bassina, con il capelli lisci lunghi fino alle spalle di un bel castano chiaro e gli occhi di un azzurro luminoso. Giocava a Quiddich nella squadra dei Grifondoro con il ruolo di cacciatrice. Non le piaceva molto studiare, infatti aveva voti più scarsi rispetto a quelli dell’amica, ma nei GUFO era riuscita a prendere come media “Oltre Ogni Previsione”. Entrò cautamente in casa per non svegliare i suoi genitori, e si diresse nella sua camera. Mentre entrava si inciampò in qualcosa e ruzzolò a terra. A tentoni raggiunse il suo comodino e accese la bajour. La camera era completamente sottosopra: pergamene stracciate, piume per scrivere e piume di civetta, vecchi libri di scuola , vestiti e copie della gazzetta del profeta ricoprivano il pavimento. Decise di rimettere a posto e prepararsi il baule: spalancò la finestra e quel dolce venticello caldo le rinfrescò il volto. Cominciò a dividere i vestiti puliti da quelli sporchi, i libri vecchi da quelli acquistati due giorni prima a Diagonalley e pulì la gabbietta dalla sua civetta . Continuò il suo lavoro per quasi due ore. Quando ebbe finito era molto stanca, ma guardandosi attorno un sorrisetto soddisfatto le dipinse il volto: il letto era stato rifatto, la gabbietta di Tita, una civetta di uno strano azzurro pastello, era stata perfettamente ripulita, i vestiti erano stati ripiegati con cura e messi nel baule insieme a piume, pegamene e libri tutti nuovi. La stanza era finalmente accessibile: stremata si mise il pigiama e si mise sotto le coperte, addormentandosi cullata dal vento. Ti- ti- ti- ti… Con malavoglia, Katie spense la sveglia e scese stancamente dal letto. Andò in bagno e si fece una doccia; si vestì con cura e si mise anche due bei orecchini a cerchio argentati, poi scese di sotto. Entrò in cucina e mentre addentava la sua prima fetta di pane tostato, suonò il campanello. - Katie fa in fretta è Jodie! – l’avvertì sua madre dall’ingresso. Agitò la bacchetta e fece scendere il baule e le altre cose di sua figlia dal piano di sopra. – Mi raccomando piccola mia studia e fai la brava. – le disse abbracciandola fortemente, quando Katie l’ebbe raggiunta sulla porta. - Si Katie mi mancherai – disse suo padre dandole un bacio sulla fronte. - Ma certo non preoccupatevi vi scriverò tutte le settimane – esclamò mentre trascinava il baule verso la macchina del padre di Jodie. - Ciao Katie, lascia faccio io – la salutò, prendendole il baule di mano e caricandolo nel bagagliaio. Salirono tutti in macchina e partirono. Il viaggio trascorse tranquillo e quando arrivarono a King’s Cross erano già le undici meno dieci. Le due ragazze si precipitarono con i bauli dentro la stazione e oltrepassarono inosservate il passaggio per il binario 9 e ¾. Salirono sul treno mentre le porte si stavano per chiudere e andarono a cercare uno scompartimento. Katie aprì una porta e cacciò la testa dentro: in un angolo c’era un alto ragazzo moro, che giocava con il suo gattino bianco. - Possiamo? – esitò la ragazza. - Certo venite pure.. ma ciao Jodie! – esclamò non appena la ragazza fece capolino dalla porta. – Spero tu abbia passato belle vacanze! Ma dai sedetevi vi tiro su io i bauli. – esclamò , mentre le ragazze prendevano posto. - Katie , lui è Andrew – disse Jodie e i due si strinsero la mano. - è un mio amico ti avrò già parlato di lui, ed Corvonero come me.- - Veramente no. Comunque io sono Katie Bell, molto piacere. – replicò sorridendo radiosa. Il viaggio passò tranquillo, mentre i tre ragazzi si divertivano. Andrew continuava a guardare estasiato la civetta azzurrina di Katie, mentre le due ragazze cercavano di ritrarre il gattino che voleva sempre scappare. Il cielo si incupì mano a mano formando delle striature azzurrine e rossastre, fino a diventare un cielo fitto di stelle. I tre indossarono le loro divise e quando scesero dal treno , salirono sulle carrozze trascinate dai thestral, che li portarono fino ai cancelli di Hogwarts. - Hey Katie!! – la chiamarono Alicia Spinnet e Angelina Johnson , venendole incontro. - Scusate ragazzi, io vado. – salutò i due Corvonero e si diresse verso il tavolo di Grifondoro con le amiche, che cominciarono a tempestarla di domande: le vacanze, il Corvonero, i compiti, il Corvonero, la famiglia, il Corvonero… Si zittirono solo quando Silente cominciò il solito discorso di inizio anno e anche quando si rassegnarono al fatto che l’amica non avrebbe mai risposto. Era carino ma non c’era bisogno di tutte quelle domandine!! ,pensava Katie infastidita. Mangiò la cena chiacchierando con i suoi amici e parlando delle vacanze, poi raggiunsero la torre Grifondoro e dopo aver chiacchierato un altro po’ in sala comune, salì nel dormitorio e si addormentò beatamente, sognando una civetta azzurra inseguita da un gattino bianco. Il mattino seguente quando Katie raggiunse il tavolo dei Grifondoro, la professoressa McGrannit stava già distribuendo gli orari . - Signorina Bell ecco il suo orario, e faccia in fretta, non vorrà arrivare tardi alla prima lezione. - le consegnò un foglietto e se ne andò con uno svolazzo della veste. - Magnifico prime due ore pozioni.. – disse contrariata ad Angelina che nel mentre era arrivata accanto a lei. - Mi spiace ma io non l’ho passato nei Gufo.. Dovrai separarti da me per due ore… - scherzò l’amica. Dopo essersi salutate, Katie si avviò nei sotterranei per la doppia ora di pozioni , poi andò a trasfigurazione e a storia della magia. Arrivò a pranzo già stanca. Si accasciò sulla panca con Alicia ed Angelina, poi partì un po’ prima per andare su nel dormitorio a prendere il libro di incantesimi che aveva dimenticato di prendere. Nella Sala D’ingresso incontrò Jodie e Andrew. - Ciao ragazzi! Come va? Io sono già piena di compiti! – - Beh, neanche a noi è andata meglio. La McGrannit ci ha caricati . – le rispose Andrew. - Hey, Jodie che hai? – chiese preoccupata Katie vedendo che l’amica era improvvisamente sbiancata mentre leggeva una lettera. - Io.. ma no… ok…sentite – disse infine prendendo coraggio – vi devo dire una cosa, ma non qui c’è troppa gente. – e cominciò a salire le scale. I due la seguirono incuriositi, fino a quando raggiunsero il settimo piano ed entrarono nella Stanza delle Necessità, dove l’anno prima avevano imparato Difesa contro le Arti Oscure da Harry Potter e i suoi amici. Katie e Andrew si sederono su un divanetto, mentre Jodie, in piedi di fronte a loro, si rigirava nelle mani la lettera. - Ok ragazzi, sentite. Mia madre mi ha appena scritto che quasi dieci Mangiamorte sono riusciti ad evadere da Azkaban e stanno andando in cerca degli auror che un tempo li avevano catturati e fatti condannare.- Vedendo che i due ancora non capivano esclamò – Ragazzi mia madre è l’auror che catturò Dolohov e Rodolphus Lestrange, quindi i Mangiamorte cercheranno di un uccidere la mia famiglia! – poi scoppiò in un pianto disperato. Katie si alzò e l’abbracciò dolcemente. Andrew invece rimase seduto sul divanetto come impietrito. Poi ad un certo punto si alzò e disse – Ragazze, non preoccupatevi sono sicura che andrà tutto bene. Insomma c’è Silente ed anche.. l’Ordine della Fenice e gli auror… – Katie , anche lei con le lacrime agli occhi, lasciò che il ragazzo le accogliesse delicatamente tra le sue braccia. Non riusciva a credere che solo il primo giorno di scuola fosse accaduta una cosa del genere: aveva paura. Anche sua madre era una strega e temeva che se per sfortuna i Mangiamorte fossero riusciti a trovare la famiglia di Jodie, avrebbero anche assassinato la sua. E quindi le due ragazze erano, chi più chi meno, in pericolo
  
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