Il dolore è debolezza
che lascia il corpo.
Corpo degli US marine
Corpo degli US marine
Il giorno era cominciato con un mal di testa.
Il personale dell'Alleanza che aveva consegnato alla Normandy i due M35C, era rimasto colpito dal contegno dei marinai della Normandy: tutti esibivano facce gravi e si muovevano in silenzio.
L'illusione di quella ferrea disciplina non era stata infranta nemmeno quando il comandante della nave, il famigerato primo Spettro Umano, aveva firmato i documenti di consegna, al punto che il personale dell'Alleanza era rimasto perfino turbato dal loro silenzio. Avrebbero raccontato della Normandy ai loro amici come di una nave piena di truci soldati governati dal pugno di ferro... senza sapere che quel silenzio e quel contegno, erano in realtà i postumi di una sbornia colossale.
Chakwas aveva già distribuito cachet a quasi ogni membro dell'equipaggio, cercando di arginare i loro mal di testa, ma la Normandy aveva comunque lasciato la Cittadella in orario, per quanto in silenzio.
Nella sala comunicazioni, Williams, Zorah e Vakarian non osavano alzare gli occhi da terra, mentre Wrex li guardava divertito: che manica di mezze cartucce. Non erano nemmeno riusciti a finire il loro secondo litro...
"Dannazione tenente... come diavolo fa a sentirsi così bene?" si lamentò Ashley.
Come sempre, l'aspetto di Alenko era immacolato: eppure Williams lo aveva visto bere ben più di lei. Era proprio vero che non ci si poteva fidare degli ufficiali superiori, e l'occhio nero che il capo artigliere stava nascondendo sotto un impacco di ghiaccio ne era la prova.
"...Biotico, ricordi Ashley? E anni di pratica."
Seduta sul pavimento, Williams mugugnò qualcosa di irriferibile in risposta, mentre Wrex stava seriamente considerando se procurarsi un bastone col quale punzecchiare il sacco d'ossa che era Vakarian.
"Comodi." disse il comandante entrando con la sua seconda tazza di caffè in mano: a giudicare dall'aria sbattuta, neanche lei sembrava aver dormito molto, ma i suoi occhi raccontavano una storia diversa.
"...Vedo che avete fatto onore alla tradizione dei marine." commentò, osservando metà della sua squadra.
"Io... prometto che non... berrò mai più... così tanto..." si lamentò Tali, portandosi le ginocchia al petto e scomparendo nella sua sedia: "Keelah..."
" Mi sento strano... Perché mi sembra di essere stato preso a pugni?" esalò finalmente Vakarian con una voce impastata.
"Ah! Lo sei stato Turian. Qualcuno ha chiamato C-Sec ad un certo punto: hanno detto che stavamo disturbando la quiete pubblica." spiegò Wrex al comandante, mimando due virgolette con le dita.
"Mi domando come mai..." commentò Shepard.
"È stato divertente: appena gli agenti si sono presentati, il Turian ha gridato che ci avrebbe pensato lui, sferrando un pugno al primo della fila. Wha ah ah! Devo dirlo, non credevo diventassi così violento quando bevi."
"...E poi che è successo?" chiese Shepard, seppellendo un sorriso nella sua tazza.
"Ho pensato che fosse il loro party d'addio: dopotutto, Vakarian non avrebbe più visto i suoi vecchi colleghi per un po'... così ho preso Tali e l'ho riportata sulla Normandy. Un agente ha cercato di fermarmi credendo che la stessi rapendo... che idiota. Mi è dispiaciuto lasciarli però: sembrava una bella rissa."
"Strano che tu non sia rimasto allora..." disse Ashley.
"Sto diventando vecchio: non posso più bere come una volta." rispose Wrex sornione.
"Eugh... mi uccida."
"Mi uccida...?"
"Mi uccida... ma'am." ripeté Williams.
"Così va meglio. Ma non penso saremo costretti a misure così drastiche: potreste volerlo più tardi, però."
"...Che intende comandante?"
"È il momento di rivelarvi la nostra destinazione attuale." disse Shepard, accedendo alla console della stanza e lasciando che gli ologrammi di un grosso asteroide butterato venissero materializzati.
"Pinnacle Station." annunciò Shepard: "Inizialmente costruito nell'ammasso Argos Rho come centro di comando avanzato durante le ribellioni dei Krogan, è stato nel tempo trasformato in una stazione top secret dove si addestrano i migliori agenti dello spazio della Cittadella."
Shepard passò lo sguardo su tutti loro:
"Ognuno di voi ha un addestramento militare alle spalle, e qualcuno anche un curriculum notevole. È il momento di capire se posso rendervi eccezionali. O di distruggervi nel processo."
"Oorah." mugolò Williams mestamente.
"Nessuna notizia su Saren signora? O sulla Matriarca Benezia?" chiese Alenko imperturbato.
"Non al momento... ora che tutta la Galassia sa che è uno Spettro rinnegato, si starà probabilmente nascondendo in attesa di un'occasione propizia. Penso che abbiamo un po' di tempo prima del suo prossimo attacco: quanto esattamente, non lo so, ma ci faremo trovare pronti. Anderson mi ha riferito che l'intelligence lavora a pieno ritmo, ma il numero di piste possibili è ridicolmente alto, anche senza considerare possibili contatti, o parenti di primo grado."
"Crede che troveranno qualcosa, signora?"
"Personalmente? No. Dubito che i lontani parenti di Saren sappiano dove si trova..."
"O che la sua zia preferita possa ricondurlo alla ragione con una torta." completò Williams acida.
"...Qualcosa del genere."
"Torta?"
"Cibo dolce, Wrex."
"Aahh..."
"Sono colpita comunque ma'am: so che era ancora sulla Cittadella quando siamo tornati, e ha fatto in tempo a parlare con il capitano Anderson? Mattiniera?"
Shepard sospirò: avrebbe potuto mentire, ma non c'era ragione per farlo.
"Incubi, capo Williams. Le immagini della sonda su Eden Prime. E non stanno diventando più chiare purtroppo: solo più spaventose."
Il fatto che nessuno facesse ulteriori domande, confermò a Shepard che chiunque sulla Normandy sapesse già del suo contatto accidentale con tecnologia Prothean: meglio così in fondo...
"Ti odio." mugugnò Joker nella sedia del copilota: avevano appena attraversato il portale per l'ammasso di Argos Rho e il sistema di Hydra li aveva accolti con la sua stella gialla.
"La vedo irritabile questa mattina, signore..." cantilenò Grenado.
"Privilegio degli ufficiali superiori, Grenado: possiamo rispondere male al comandante, ed essere irritabili con i nostri subordinati."
"Sul serio? A me sembra, signore, che la sua sia solo invidia."
"Grrr... dovrebbe esserci una legge per cose del genere."
"Esiste già: credo sia da qualche parte nella sezione contro l'omofobia, come da regolamento dell'Alleanza. E non è colpa mia, se Sofie guardava me e non lei, ieri sera al Flux. O se lei è stato il nostro involontario Cupido. Un barbuto Cupido, devo dire." forse stava esagerando si disse... poi Caroline ricordò con chi aveva a che fare e premette sull'acceleratore.
"Grrr..."
"Ma devo ringraziarla, signore: questa esperienza mi è stata preziosa. Perché mi ha fatto comprendere più da vicino il suo stato e i problemi che affronta ogni giorno."
"Oh?"
"...Faccio fatica a camminare diritta stamattina, signore."
"Ti odio così intensamente ora, Grenado..." ripeté il pilota.
Ma la finestra dati che si aprì di fronte a lui gli fece dimenticare in fretta la sua invidia verso Caroline.
"Signora: trasmissione intercettata. Sembra una richiesta di soccorso."
"Passala in sala comunicazioni Joker."
La voce che uscì dall'intercom della nave fu molto disturbata:
"Richiesta di soccorso automatica: qui trasporto medico Sacred Angel... sistemi vitali sono danneggiati... stiamo perdendo potenza. ...costretti ad un... d'emergenza." Poi la trasmissione si interruppe.
"Barnes: ha identificato l'origine della trasmissione?"
"Sì signora: secondo pianeta del sistema."
"Altri vascelli nell'area?"
"...Nessuno."
"Normandy in condizione di allerta." ordinò Shepard. "Pressly: tracci una rotta . Grenado: inserisca i sistemi di occultamento. Barnes: cerchi di rintracciare informazioni sul vascello precipitato."
"Sissignora." risposero tre voci dall'intercom.
"Sembra che avremo il nostro battesimo del fuoco prima di quanto pensassi. Garrus: fatti aiutare da Gladstone per preparare gli IFV. Li voglio pronti allo spiegamento prima di subito. Lo stesso vale per voi."
"Aye aye ma'am." risposero in coro.
Alcuni minuti più tardi
"Non mi piace ma'am." disse Williams: l'adrenalina e il pericolo imminente avevano spazzato via i fumi dell'alcool.
La Normandy aveva risalito l'origine del segnale di soccorso fino al pianeta Metgos e sulla console dell'armeria, i dati sul secondo corpo celeste del sistema scorrevano davanti ai loro occhi. Era un pianeta classificato come pericolo ambientale di livello 2: gravità lievemente più alta della Terra, stessa pressione atmosferica, ma 169 °C come temperatura globale media, a causa di fenomeni vulcanici molto intensi su tutta la sua superficie.
Le loro corazze da combattimento avrebbero retto solo per pochi minuti a quel calore, e quelle erano le buone notizie: dall'orbita, la Normandy aveva rilevato diversi rottami sulla superficie, ma troppo pochi per appartenere ad un vascello stellare. Non c'era alcuna nave laggiù e Barnes non era stata in grado di trovare nessun riferimento ad un trasporto medico con quel nome che viaggiava nell'ammasso.
"Ho un brutto presentimento, comandante." fece eco Garrus.
"...Se è una trappola, dubito sia stata preparata per noi: questo ammasso stellare non è privo di pirateria, ma sembra stupido creare un'imboscata su un simile pianeta." commentò Alenko.
"Già... non ha senso piazzare un falso segnale di soccorso in una fornace." aggiunse Wrex.
"Shepard?" chiese Tali, passando il peso da una gamba all'altra.
"Scenderemo a controllare." decise infine il comandante: "Con gli IFV però. La Normandy ci sgancerà in questa posizione, e ci divideremo per controllare questi punti di interesse." disse Shepard, indicando zone lontane dall'origine del segnale di soccorso. "...Non voglio sorprese. Ci riuniremo poi con una manovra a tenaglia alla zona di provenienza del segnale: IFV 1 da nord e IFV 2 da est."
"Gli equipaggi?"
"Io, Urdnot e Zorah, IFV 2. Alenko alla guida di IFV 1 con gli altri. Restate sempre in contatto via radio: triangoleremo i dati con la Normandy."
"Aye Aye ma'am."
Gli M35C erano abbastanza spaziosi al loro interno per accogliere fino a quattro persone, il che fu magnifico per il Krogan, dato che il veicolo da combattimento non era stato esattamente omologato per le sue... generose proporzioni. Per questo motivo, Wrex si prese la fila posteriore dei sedili, quella da cui si controllavano gli armamenti del mezzo, mentre Tali si sistemò a fianco a Shepard, prendendo confidenza coi sistemi interni dell'IFV. Esattamente come il loro design, i Mako erano più funzionali e spartani, che belli a vedersi: praticamente delle teste d'accetta montate su sei ruote motrici.
I Turian sono educati a prendere ordini fin dall'infanzia: prima il dovere, prima la Gerarchia, prima il plotone... ma anche Garrus è pronto ora a picchiare Alenko sulla testa con il suo fucile.
Nemmeno si accorse del pirata che gli arrivò alle spalle, crivellandolo senza pietà.
Simulazione Terminata.
"Si fottano!" ululò Kaidan tirandosi in piedi, ugualmente frustrato e irritabile: "Vakarian, dove diavolo era il mio supporto?"
"A farmi crivellare, tenente!"
"Wha ah ah. Guardatevi: a litigare come cuccioli."
"Tu sei quello che dovrebbe parlare di meno, Krogan! Caricare a testa bassa il nemico ti ha fatto uccidere prima di noi!"
"AH! Il numero delle mie vittime è più delle vostre messe assieme, smidollati!"
"Ma quali vittime! Sono ologrammi, stupida lucertola extralarge!"
"...Sembra che a qualcuno siano finalmente scese le palle, Umano. Ma non hai ancora un quad!"
"Direi che può bastare per il momento." li interruppe la voce di Shepard: "Uscite dal simulatore."
Alenko fu il primo ad obbedire all'ordine, digrignando per tutto il tempo: pensare che era cominciato tutto così bene.
Ad accogliere Shepard e la sua squadra al loro arrivo su Pinnacle Station era stato il responsabile della struttura in persona, l'ammiraglio Tadius Ahern, delle forze del Consiglio. Il fatto che un Umano fosse riuscito a scalare la catena di comando in tre decadi fino a raggiungere quel grado e avesse ottenuto la gestione di una stazione di addestramento top secret per le forze speciali diceva molto sul suo conto, specie se, come Ahern stesso affermava, considerava il suo incarico l'unica alternativa accettabile alla pensione. L'ammiraglio era un ufficiale intransigente, con un curriculum lungo un chilometro e che credeva solo nel duro lavoro:
"Insegnare ai Turian ad essere creativi sul campo di battaglia è come ordinare ad un Krogan di apparire grazioso. Ma può essere fatto!" aveva spiegato a Shepard, e il comandante era stata d'accordo con lui.
La sua risposta infatti era stata, testuali parole:
"Sono qui per far soffrire la mia squadra, fino al limite della loro sopportazione, ammiraglio. E poi ancora un po'."
E come avevano compreso tutti, Shepard non stava affatto scherzando: il comandante era assolutamente determinata nel creare lavoro di squadra, unendoli attraverso il loro reciproco odio per lei. O almeno così sembrava dovesse funzionare.
Pinnacle Station era stata creata per offrire il miglior addestramento possibile, e questo avveniva tramite un sistema di simulazioni d'avanguardia, capace di ricreare vere situazioni di combattimento. Erano ologrammi quelli che sparavano loro addosso, ma combinati con l'uso di barriere cinetiche e campi di forza, davano la sensazione di essere davvero in un teatro di guerra. Shepard aveva poi pensato bene di consegnare i dati che avevano ottenuto su Metgos al responsabile programmatore di tutte le simulazioni, un irritabile Salarian di nome Alud Ochren, in modo che potesse aggiungerli come possibili nemici, invece dei soli pirati olografici.
Quindi, senza ulteriori indugi, era cominciato il loro incubo, con Shepard decisa a vederli soffrire: gli scenari delle loro prove venivano fatti ruotare casualmente in quattro diverse tipologie di missioni, che potevano andare dalla cattura di certe zone dell'arena, fino a prove di resistenza contro ondate infinite di nemici.
Nel frattempo, l'equipaggio della Normandy avrebbe compiuto una serie di complicate ed estenuanti esercitazioni sotto il pugno di ferro di Pressly: Shepard era stata equanime nella sua crudeltà.
Il cronometro di Garrus segnava sei ore: si stavano esercitando da sei ore filate, ma al Turian sembrava molto di più. Ed era solo il secondo giorno.
Come il Turian avevano scoperto arrivando sulla stazione, avrebbero condiviso il simulatore con una squadra di cacciatrici Asari, un'allegra compagnia capitanata da una matrona dallo sguardo severo che rispondeva al nome di C'Sell, e un gruppo di Turian che appartenevano alle forze speciali Blackwatch, che rispondeva invece a Vidinos, capo della sicurezza a bordo della stazione.
Garrus aveva capito subito che non ci sarebbe stata stima tra loro e Vidinos: in breve, quel Turian era un gretto figlio di scyk, ancorato nel passato, che considerava tutti gli umani tranne Ahern indegni perfino di sporcargli la suola.
Il suo atteggiamento aveva subito una raddrizzata notevole quando Shepard, assieme a tutti loro, aveva affrontato uno dopo l'altro gli scenari disponibili nel simulatore, alle volte stabilendo nuovi record, altre direttamente polverizzando i precedenti, complice anche le armi con cui aveva dotato la sua squadra. Tanto che alla fine Vidinos era stato costretto a cedere la sua pistola preferita come pegno della sconfitta che aveva subito.
Tutto questo però, per il comandante non sembrava bastare: Shepard era ossessionata dal farli lavorare insieme, per cui aveva diviso il team in squadre più piccole con un leader che cambiava ad ogni simulazione, facendo loro ripetere ancora e ancora, le missioni precedenti.
Senza Shepard a dare istruzioni, il loro lavoro di squadra si era sfaldato come neve al sole: i record che avevano stabilito con l'N7 erano lontanissimi, e nessuno fra loro capiva il perché.
"Aww.. che peccato: credevo che ce la faceste questa volta." li salutò una delle cacciatrici mentre uscivano, stanchi, sudati e irritabili.
"All'inferno." borbottò Alenko, stufo del loro atteggiamento: sembrava che per le cacciatrici fosse tutto un gioco.
E invece la loro giornata non era che ha metà: dopo essere stati umiliati nel simulatore, avrebbero passato le ore successive a rivedere ogni singolo secondo dei loro scontri in video, per individuare gli errori cercando di non ripeterli, ma di inventarsene di nuovi.
Williams e Zorah li aspettavano fuori, la testa fra le gambe: mentre facevano a turno nel simulatore, Shepard passava il tempo insegnando loro un po' di tecniche dei corpi speciali. Francamente parlando, il tenente preferiva venire sconfitto dal simulatore che allenarsi col comandante: lo stile di combattimento che veniva insegnato agli N7 era focalizzato nel causare un dolore fisico così intenso ed improvviso, da sopprimere la ragione. Raramente i loro combattimenti simulati duravano più di un paio di scambi: per quello Vakarian zoppicava, mentre Alenko doveva ancora riacquistare sensibilità al gomito sinistro, dopo che il comandante glielo aveva torto così tanto da farlo svenire a terra. Grazie ai suoi sistemi nervosi ridondanti, Wrex era l'unico che riuscisse a tenerle testa, ma anche lui appariva più irritabile e scontroso del solito: il comandante gli aveva tolto il cibo e l'acqua.
Shepard era stata equanime nella sua crudeltà.
Terzo giorno... o forse era il quarto?
Zorah stava cominciando a perdere finestre temporali...
Shepard li stava privando del sonno ora, costringendoli a sessioni del simulatore erratiche, apparentemente casuali. La Quarian aveva imparato a mangiare ed addormentarsi quando e dove poteva.
Tutti le sue giunture le facevano male: era un dolore sordo, pulsante e continuo, impossibile da ignorare. I polsi in particolare. Perché le facevano così male? Il fucile le scivolò a terra...
Simulazione Terminata...
Alenko non è nuovo a regimi di addestramento irragionevoli, ma questo? Cosa stava cercando di ottenere il comandante? Fino a quando avrebbe continuato?
Sfibrato, cercò di rifugiarsi nell'umorismo: gli venne in mente la storia del padre che per insegnare ai figli a nuotare li getta in acqua. Naturalmente, i bambini affondano come pietre. E sono quindi costretti a passare il resto della loro vita camminando sul fondo fino a ritrovare la riva... ah ah. Una bella storia...
Simulazione Terminata...
Williams non sapeva più se quello che stava vivendo era peggiore di Eden Prime. O magari, le suggeriva una parte della sua mente, era morta su Eden Prime e Pinnacle Station era il suo personale inferno, gestito da un demone di nome Shepard.
Simulazione Terminata...
Vakarian sentiva le voci. No, in realtà ne sentiva solo una: quella di suo padre. Che gli ripeteva quanto fosse inutile continuare ad insistere, che continuava ad affermare quanto fosse una delusione e che non sarebbe stato mai all'altezza delle sue aspettative. Vakarian stava avendo un incubo: si era addormentato durante la prova.
Simulazione Terminata...
Wrex si stava annoiando. Sì, fare a pezzi ologrammi era divertente, ma perdeva di gusto dopo un po'. A mano a mano che gli alieni fallivano, toccava a lui darsi da fare, portarli al riparo, assicurarsi che il simulatore non li accerchiasse.
Se solo quei Krannt non fossero stati così deboli... ma anche così era fin troppo facile venire sopraffatti.
Simulazione Terminata...
Simulazione Terminata...
Simulazione Terminata...
Simulazione Terminata...
Simulazione Terminata...
Simulazione Terminata...
"Deve odiare davvero molto i suoi uomini, comandante." disse l'Asari mettendosi al suo fianco alla finestra di osservazione, da cui si poteva osservare tutta l'arena simulata.
"...No matrona C'Sell: li sto educando. Ciò che stanno passando è inutile dal punto di vista dell'allenamento fisico. E non ne hanno bisogno, ad essere sinceri."
"E perché prendersi il disturbo allora?"
Shepard sospirò:
"Ognuno dei membri della mia squadra è un combattente... abile, da solo. E questo è un problema se voglio che collaborino tra loro: sono troppo individualisti. Non vedo ancora fiducia e lavoro di squadra. Ecco perché non devo lasciare loro altra scelta: quando saremo la fuori, non più nel simulatore, coprirsi l'un l'altro deve diventare automatico quanto respirare. Devo ridurli al punto in cui se ne rendano conto da soli. Il resto verrà da sé."
"È per questo che quando li guida nelle simulazioni riescono facilmente, mentre da soli faticano così tanto?"
"Sì: loro mi... rispettano. Ma lo stesso non vale fra loro. Ancora."
"...Esattamente l'opposto per le mie cacciatrici. Sono delle inette, ma almeno hanno la grazia di fare lavoro di squadra. Sono colpita però, comandante Shepard: è un metodo che ha creato da sola, o con cui le è stato insegnato?"
"Sono stata addestrata in questo modo a fare parte di una certa squadra... Tsk. Solo a ripensarci mi fa sentire di nuovo tutta quella disperazione." disse il comandante, indicando le immagini del simulatore.
"In che crudele galassia viviamo: per tenere al sicuro le persone che ci sono care, o semplicemente gli innocenti, siamo costretti a sottoporre i nostri compagni a prove del genere."
"...Avete una prospettiva più lungimirante della mia, matrona C'Sell. Per me, questa è solo una missione."
"È quello che le hanno insegnato a credere? O è davvero quello in qui crede?"
C'Sell non era davvero interessata alla risposta di Shepard, e il comandante non ne ebbe una da dare.
Quattro ore. Li aveva lasciati dormire per quattro ore filate.
Williams si sentiva quasi un essere umano. A parte per l'odore: da quando Shepard aveva cominciato il loro addestramento, non c'era stata occasione di lavarsi o di togliere l'armatura.
"In piedi." ordinò loro: "Ho detto IN PIEDI!"
Non fu il gridare che li fece obbedire: fu il tono di voce, il tono del comando, codificato in loro fin dall'inizio dell'addestramento.
Shepard li guardò impassibile, indifferente al loro stato: non era più riposata di loro, ma la sua postura era ancora marziale.
"I vostri risultati nelle simulazioni mi hanno molto deluso. Ma ho pensato che meritaste un'ultima possibilità: una nuova simulazione, ma sarà l'ultima che faremo. Io scenderò in campo con voi, ma questa volta non ci saranno limitatori o sistemi di sicurezza. Questa volta, i proiettili potranno ucciderci sul serio. Lo faremo assieme: se falliamo ancora, allora non abbiamo speranza contro Saren. E tanto vale morire assieme. Preparatevi: cominciamo tra cinque minuti."
Tutto il loro rancore, tutta la loro frustrazione, venne lavata via da quella notizia.
Il cielo era finto: tutto era finto in quella simulazione, anche il cingolato che bruciava. Anche il fuoco. Anche i proiettili che sarebbero caduti su di loro. E tuttavia, quelli avrebbero potuto ucciderli: che stranezza.
Ahern era stato chiaro: ogni decesso in quella simulazione sarebbe stato archiviato come errore di sistema e l'ammiraglio se ne sarebbe lavato le mani. Col suo curriculum, poteva permettersi di causare la morte del primo Spettro Umano e comunque andare in pensione.
Per Tadius Ahern, questo significava che sarebbe rimasto nella sala d'osservazione del simulatore ad assistere: qualcuno sarebbe potuto morire, ma di certo lui non avrebbe distolto lo sguardo.
Strana persona il comandante Shepard: non era la prima squadra mista che veniva ad addestrarsi sulla sua stazione, ma era il primo gruppo composto da così tanti diversi disadattati: Quarian e Krogan? Ahern non li aveva mai visti assieme. L'ammiraglio francamente non capiva perché lo Spettro li avesse riuniti, o cosa avessero di così speciale da volere che lavorassero assieme.
Cosa aveva visto la Leonessa di Elysium in loro, da volerli per dare la caccia al più pericoloso fra gli Spettri del Consiglio?
Tuttavia, Tadius Ahern sapeva riconoscere il coraggio quando lo vedeva, e Shepard ne aveva da vendere: aveva fatto una scommessa con lei. Il comandante puntava la sua vita in quella simulazione e se fossero sopravvissuti, Ahern le avrebbe donato la casa che si era fatto costruire dove passare i suoi ultimi giorni. Non una grave perdita in fondo per lui: l'ammiraglio non si sarebbe ritirato tanto presto.
In quel momento, Ahern vide la squadra del comandante prepararsi ad entrare nel simulatore: dal suo omnitool, l'ammiraglio descrisse che tipo di missione avrebbero dovuto affrontare.
"Questo scenario ricostruisce un episodio della Guerra del Primo Contatto: i Turian hanno catturato dati sensibili per la difesa coloniale. Eliminate la resistenza e recuperate i dati. Poi aspettate l'evacuazione."
Era stata la sua ultima missione su Shanxi ed era la sua ossessione, e forse persino il motivo per cui aveva deciso di entrare nelle forze del Consiglio: Ahern aveva completato quella missione, ma non la sua squadra.
Strano come gli fosse rimasta dentro...
Il team di Shepard, tre umani e tre alieni, si mosse con circospezione, prendendo confidenza con l'ambiente.
In mezzo all'arena, sul fondo di un cratere scavato da un colpo d'artiglieria, un vecchio M29 stava bruciando, mentre Turian olografici si affaccendavano per recuperare i dati. Ahern poteva ancora sentire l'odore di quel giorno.
Non li avevano ancora visti.
Il Krogan e il comandante si posizionarono davanti, mentre Williams e la Quarian avrebbero costituito la seconda fila. Il Turian e l'altro, Ahern aveva dimenticato il nome del tenente, si sarebbero allargati per fornire copertura.
Erano già stati più furbi di loro: Ahern e la sua squadra si erano precipitati sui Turian, e avevano pagato la loro irruenza per colpa di un cecchino.
Wrex e Shepard caricarono aprendo il fuoco e, nel caso del Krogan, muggendo: avevano delle gran belle armi. Forse, se anche Tadius le avesse avute quel giorno, sarebbe andata diversamente...
La mezza dozzina di Turian olografici venne sconfitta rapidamente e fu Vakarian a recuperare i dati dal mezzo. Che stranezza in fondo: un Turian tra loro.
"Su la testa: il divertimento è solo cominciato." recitò Tadius, proprio come quel giorno.
Restavano cinque minuti prima dell'estrazione, sotto l'assalto di un intera compagnia Turian intenzionata a non lasciare loro il pacchetto dati.
Shepard e la sua squadra presero copertura: in fondo al cratere, c'era solo il vecchio M29 ad offrire riparo. Ahern vide la Quarian sparire dentro il mezzo corazzato. Brava ragazza: anche loro avevano avuto la stessa idea, ma non abbastanza abilità per metterla in pratica. Tali, manovrando un estintore olografico preso dal mezzo, spense il fuoco della simulazione, poi si mise a lavorare di nuovo.
Nel frattempo i Turian erano arrivati. Era stata una battaglia di trincea per Ahern, con granate che volavano da ogni parte, e i Turian che non sembravano finire mai... ma non per Shepard e la sua squadra: tre biotici fanno una grande differenza. Il tenente e il Krogan lavorarono assieme, respingendoli quando si avvicinavano all'orlo della buca, mentre il comandante interveniva se la bilancia dello scontro pendeva in loro sfavore.
Ahern aggiustò i parametri della simulazione di conseguenza: più attaccanti olografici, pirati e Geth, affrontarono Shepard e il suo gruppo. Nella sua corazza nera, Shepard fu lo scoglio tra quelle onde.
Sarebbero riusciti a resistere altri quattro minuti? Secondi, a quello a volte si riduce la vita. Istanti.
La mitragliatrice del vecchio M29 prese vita, sputando corte raffiche: Shepard e i suoi tennero la testa giù. Fino alla fine.
"...Sono morta?" si chiese senza aprire gli occhi. Lo era? Una parte di lei lo desiderava.
Ma tutto faceva troppo male perché lo fosse.
"Dimmelo tu, capo." le fece eco la voce del comandante: "...Sei morta?"
Flettendo gli addominali, Williams si sedette lentamente:
"...Dove siamo?" l'ambiente era... grazioso? Un grande soggiorno con angolo cottura. Un tavolo...
Williams si era sdraiata su un divano: voltandosi, la marine poté osservare attraverso una grande vetrata un deserto rosso senza fine. Il cielo era vergato da nuvole leggere in lento movimento, e il sole stava tramontando. Quasi all'orizzonte, le luci di un insediamento si accesero, rischiarando il crepuscolo. Il capo artigliere lo trovò bellissimo:
"Inta'isei. Terzo pianeta del sistema. Hai dormito sullo shuttle per tutto il viaggio. Nemmeno ti ricordi di essere schiantata sul divano?" le chiese.
"Che posto è questo?"
Shepard si guardò attorno:
"Immagino che potremo chiamarla casa, da oggi in poi: la ricompensa di Ahern per aver superato l'ultima simulazione."
"...Allora abbiamo vinto?"
"Abbiamo vinto: gli altri sono andati a procurarsi della birra e qualcosa per festeggiare questa notte. Torneranno presto. Fatti una doccia, Williams: puzzi."
Solo allora la marine notò l'asciugamano sulle spalle del comandante.
"...Aye aye ma'am."
"Devo dirlo tenente, quell'aspetto le dona."
"Ridi pure Williams: questa barba scomparirà presto."
"Sul serio: dovrebbe provare a tenerla." disse Ashley sporgendosi verso di lui con una birra in mano.
Alenko si passò una mano sul viso e sulla barba vecchia di una settimana: il tenente non era una persona a cui crescesse in fretta, però la sentiva comunque sotto il palmo.
"Garrus? Che dici? Dovrei tenerla?"
"Non guardi me tenente: io sono quello coi tatuaggi in faccia, ricorda?"
"...E con il visore sull'occhio." commentò Williams: in effetti, non aveva mai viso il Turian senza.
"Non avendo padiglioni auricolari, capo artigliere, devo pur trovare un posto dove appendere il mio traduttore." ed essendo un cecchino, Garrus aveva trovato il modo di unire l'utile al dilettevole.
"A proposito, com'è che ogni Turian che incontriamo porta un tatuaggio diverso?" chiese Ashley.
"...Non lo sapete? Sul serio?"
Ashley e Kaidan si guardarono a vicenda, scuotendo la testa.
"Comandante?"
"Sono impegnata ora... Wrex potresti evitare di starmi così appiccicato? Non posso fare niente se mi sei così vicino."
"Fame." rispose il Krogan.
Era l'unica parola che fossero riusciti a cavargli dalla fauci da quando erano atterrati sul pianeta. Ed era piuttosto inquietante essere seguiti da un Krogan di un quarto di tonnellata che incombeva alle tue spalle ripetendo due sillabe.
"Fidati Wrex, lo so... Sarà pronto tra poco."
Era stata una sorpresa per Williams, e anche per Alenko più tardi, scoprire il comandante indaffarata nell'angolo cottura quando era uscita dalla doccia: secondo il parere professionale di Williams, che era cresciuta in una famiglia numerosa, qualunque cosa il comandante stesse preparando aveva un profumo dannatamente delizioso.
In sottofondo, l'impianto stereo diffondeva soffusamente una melodia leggera, che Tali stava registrando.
"...Comunque" disse il Turian, picchiettandosi il tatuaggi con un dito: "L'usanza è nata dopo la guerra di unificazione, quando siamo diventati una delle razze del Consiglio. Ai tempi, in molte colonie c'erano ancora dei rancori per essere stati sottomessi di nuovo sotto la Gerarchia di Palaven, invece di riuscire ad ottenere l'indipendenza. E così, per affermare la propria identità, molti cominciarono a tatuarsi il simbolo della loro colonia in un modo che, nel tempo, è diventato tradizionale, e che viene tramandato anche quando la famiglia si sposta su un altro pianeta. Come nel mio caso."
"Deve essere doloroso..."
"No!" disse Garrus corrugando i suoi lineamenti scagliosi: "Ah... La nostra pelle è più spessa della vostra, capo Williams: non sentiamo dolore quando lo riceviamo."
"A che età avviene?"
"Tradizionalmente si riceve al compimento del primo anno d'età, ma so che alcuni lo fanno prima. E col passare degli anni lo ripassiamo se sbiadisce."
"Quindi ad ogni colonia corrisponde un tatuaggio? Non devono essercene molti allora."
"Diciassette." rispose Garrus: "Uno per ogni colonia. Più le varianti legate ai costumi della città di nascita e al clan."
"E per quelli nati su Palaven?"
Garrus scosse la testa:
"I Turian i cui antenati sono originari del nostro pianeta natale non portano alcun tatuaggio in faccia: io stesso sono nato e cresciuto su Palaven, ma gli antenati della mia famiglia sono di Edessan. L'assenza di tatuaggi tra l'altro ha assunto nuovi significati nel tempo: volto nudo si usa tra i Turian per indicare una persona di cui non ci si deve fidare... O i politici." aggiunse con una risata.
"Nel mio dizionario, Garrus, sono sinonimi." disse amaramente Williams.
"Sembra che ci sia una storia sotto, capo artigliere..."
Maledetto Turian e il suo intuito da detective:
"...Sì, c'è..." ammise Ashley alla fine: "Ma non voglio parlarne..."
"Fame."
"...Nessun problema Williams. Immagino che tutti qui ne abbiamo almeno una del genere." disse comprensivo Alenko: "...A parte Tali, forse."
"Non saprei... chi può dirlo sotto quella tuta?" chiese Garrus: "Per quello che sappiamo, potrebbe esserci un Geth lì sotto."
"Bosh'tet." fu la riposta di Tali: "Solo perché non sai come sono fatti i Quarian, non dovresti paragonarci ai Geth."
"Non sono io ad usare un visore polarizzato." rispose il Turian.
"C'è una ragione per quello..."
"E quale sarebbe?"
"Keelah... quanto ignoranti si può essere? Gli Umani possono avere capelli sulla testa, i Krogan sistemi nervosi ridondanti, i Turian un carapace ricco di pigmenti metallici, e noi Quarian non possiamo essere l'unica specie notturna?"
"Sul serio, Tali?" chiese Williams.
"Ci siamo evoluti come predatori notturni e la luce normale ci acceca: ecco perché i nostri occhi brillano in questo modo attraverso il casco, e dobbiamo usare dei visori oscurati. Vedete i nostri occhi attraverso il casco a causa dei pigmenti molto sensibili che riflettono la luce. Ma non siamo poi così differenti dagli Umani. A parte i capelli... e le orecchie. Le vostre orecchie sono davvero strane..."
"Strane come?" Chiese Alenko.
"Sembrano... dei fiori." ammise infine Tali.
"...signore?"
"Sì capo artigliere?"
"Chiedo il permesso di impollinarle le orecchie, signore."
"...Permesso negato, Williams."
"Fame."
"Maledizioni!...Poggia quel mozzicone di coda che hai su una sedia Wrex! È pronto."
Shepard estrasse dal forno del cucinino un paio di pentole, di cui una venne messa di fronte al Krogan, mentre l'altra divisa tra gli Umani.
Inta'isei era un pianeta colonizzato relativamente di recente, nel 2166. Dato il clima arido, si era presto rivelato inadatto all'agricoltura, tuttavia ben 150'000 persone abitavano comunque a Thoreau Mesa, l'unico insediamento sul pianeta. Non era stato difficile per Alenko trovare riso e carne mentre gli altri cercavano birre e spuntini: con quelli, il comandante era riuscita a preparare per loro del riso pilaf e una sorta di spezzatino, niente di particolarmente complesso, ma Kaidan avrebbe mangiato qualunque cosa in quel momento, specie se cucinata da Shepard.
Williams fu dello stesso parere:
"Dannazione ma'am: biotica, marine, N7 e cuoca. Come mai è ancora single?"
"Me lo chiedo anch'io Ashley: pare che parli nel sonno... O forse sono un po' troppo violenta..."
"Direi Shepard... i miei polsi non saranno mai più gli stessi. Mi formicolano ancora le dita!"
"...Sarebbe ipocrita se mi scusassi." disse Shepard con una voce quieta, e nessuno le fece notare che aveva cucinato per loro: "È servito allo scopo però. Qualsiasi illusione ognuno di voi nutrisse sulle proprie capacità, è stata messa da parte: ora avete davvero accettato di lavorare con gli altri... almeno sul campo."
"...Brinderò a questo, comandante. Alla più strana squadra di cui abbia mai fatto parte. Cheers!
"Şerefe!" offrì Shepard.
"...Il mio traduttore deve aver mal funzionato per un istante." disse Garrus.
"Il tuo traduttore funziona benissimo Vakarian. Ma non tutte le lingue della Terra sono incluse."
Garrus piegò la testa di lato, in un espressione da vero volatile:
"Vuol dire che sul vostro pianeta natale si parla più di una lingua?"
"Puoi dirlo forte Garrus... abbiamo una lingua diffusa a livello globale ormai, che bene o male tutti comprendono. Ma quasi ogni nazione della Terra ne ha una sua, o quantomeno un dialetto locale di una lingua più diffusa. Williams e io per esempio veniamo da paesi con una radice linguistica simile, mentre il nostro comandante no."
"Ha qualcosa a che fare con il colore della pelle?"
"Sì, ma è molto più complicato di così: il tenente è canadese per esempio, mentre la mia famiglia proviene da un paese situato quasi agli antipodi sulla Terra, la Turchia. Abbiamo conservato la lingua e alcune tradizioni per affermare la nostra identità, mentre trascorrevamo generazioni tra i pianeti."
A sentire il nome del paese di origine della famiglia del comandante, il tenente fece un'espressione strana, che però passò quasi inosservata nel giro di chiacchiere:
"Non viene dalla Terra?" chiese Tali incuriosita: lei e Garrus avevano comprato alimenti adatti a loro durante la loro visita a Thoreau Mesa e la Quarian stava gustando una gelatina proteica al vago sapore di carne, mentre Vakarian mangiava quello che la confezione recitava come "pepite di brontopollo", affogate in una salsa molto densa.
"No... sono la terza generazione della mia famiglia che è cresciuta nello spazio."
Alenko pensò se chiederle o meno perché non avesse mai visitato la Terra, ma poi rinunciò: si disse che ci sarebbe stato tempo per fare domande personali in quella missione. Ed era meglio lasciare a Williams il compito di rompere il ghiaccio a quella tavola: senza accorgersene, il capo artigliere faceva continuare la conversazione. Esattamente come per lui, non sembrava che Ashley amasse il silenzio, ma Williams era molto più spontanea:
"...Devo dire, che è la prima volta che lavoro con biotici umani così potenti."
"Stessa cosa vale per me." disse Vakarian: "Credevo che foste più o meno alla pari con noi Turian, ma... quella cosa che fa lei comandante? Il vortice...?"
"Singolarità biotica."
"Quella! Potrebbe insegnare parecchio ai nostri Cabalim."
"...Ah! Shepard potrebbe perfino schiacciare commando Asari." disse Wrex infilandosi manciate di riso in bocca.
"Guardate chi è tornato dal regno dei morti..."
"...Grazie della fiducia Wrex. Ma io sono un caso... anomalo." si schermì il comandante.
"Sarà signora... se posso chiedere, come...?"
"...Contaminazione da eezo nello spazio. Prima di entrare nell'Alleanza, mia madre, e mio nonno, lavoravano su un vecchio trasporto merci, la Diogene... ai tempi usavamo ancora l'ossigeno liquido come fonte di spinta, e nuclei di eezo per ridurre la massa."
"Non credevo ce ne fossero in giro ancora..." disse Tali.
"Noi Umani abbiamo guadagnato la propulsione FTL appena 35 anni fa, Tali." rise Shepard: "Simili anticaglie sono scomparse oggi, ma ai tempi erano ancora molto diffuse... comunque, il nucleo della nave subì una catastrofica breccia, e mia madre ne rimase coinvolta, finendo contaminata. Fu così che i miei scoprirono che ero in arrivo: 54 giorni dal concepimento e sapevano già che se fossi sopravvissuta sarei stata biotica alla nascita. Ecco perché mi hanno dato questo nome. Hayat: Vita, nella mia lingua natale. Per aver salvato la vita a mia madre, assorbendo l'eezo dal suo corpo. E per essere entrata nelle loro vite nonostante la contaminazione."
"...accidenti... non avrei dovuto..."
"Williams, il fatto che ne parli così liberamente, significa che per me sono ricordi lieti. Sono stata amata dai miei genitori... e fino a quando è durata, la mia infanzia è stata felice."
Quando Wrex si alzò dalla sedia, brandendo una bottiglia di birra nella sua mano tozza, tutti lo guardarono incuriositi:
"A Shepard. Che sfidava la morte ancora prima di uscire dall'uovo!" disse, prima di staccare a morsi il collo della sua bottiglia, masticando vetro e birra assieme e celebrando con un rutto.
Gli altri non fecero attendere la loro risposta, nonostante il brindisi Krogan fosse ineguagliabile.
Fu molto più tardi, quando gli altri si erano già sistemati per la notte, che Alenko la trovò a fissare le stelle attraverso la vetrata:
"Un penny per i suoi pensieri, signora."
"...Stavo pensando a quello che Wrex ha detto prima: casa è il posto in cui appendi la pistola del tuo nemico." disse Shepard, indicando col pollice l'ingresso del prefabbricato.
Dietro di loro, in alto, sopra la porta pressurizzata, Alenko vide campeggiare la pistola di Vidinos, assicurata alla parete. Un fatto che non mancò di farlo sorridere:
"E adesso signora?"
"Adesso aspettiamo, tenente. Domani la Normandy passerà a prenderci, e i guai verranno a cercarci."
"Le piacciono molto le stelle signora, non è vero?"
"...Ne vedo così poche, da qui."
"Allora Williams, come è andato l'addestramento segreto di Shepard?" le chiese Joker, il primo che l'accolse quando fu di nuovo a bordo.
Il capo artigliere ripensò a quella settimana d'inferno. E poi sorrise:
"Prima regola dell'addestramento di Shepard, tenente: non si parla dell'addestramento di Shepard." esclamò a gran voce, lasciandolo da solo nel suo cockpit.
I volti dei marinai riflettevano la sua stessa espressione: Pressly doveva essersi dato da fare.
Se non altro, quello contribuì alla solidarietà a bordo: sia il loro CO che il suo XO erano dei bastardi matricolati.
Benvenuti alla fine di questo capitolo! Spero che vi sia piaciuto, anche se è un poco più corto del precedente :I In caso, spero vogliate lasciare una recensione.
In questo capitolo, fa finalmente il suo ingresso trionfale il Mako! Anzi due! Già... considerato l'ampiezza di alcune missioni (e della squadra di ME2), ho deciso che sarebbe più sensato e ragionevole schierarla tutta il più spesso possibile. Un solo Mako, di conseguenza non bastava: inoltre, sono convinto che un un mezzo militare possegga più gradazioni tra l'essere fermo, e il mi-sono-ribaltato-contro-una-roccia. L'ottimizzazione della guida del Mako in ME1... non è stata proprio ben fatta xD.
Dal punto di vista narrativo comunque, cambierà poco o niente, tranne il fatto che spero di riuscire ad offrire dinamiche di squadra più varie a mano a mano che queso racconto procederà ;)
Alla prossima.