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Autore: piumetta8    14/05/2015    2 recensioni
I papà sono spesso stati bistrattati nella serie. Ho provato a dare un po' più di spessore ad uno di loro...
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nora, Vale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Erano stati mesi di riassestamento difficili e la famiglia Maggi ne era uscita letteralmente a pezzi.

Trovare una nuova stabilità non era stato affatto semplice e Nora e Marco avevano assecondato Vale lasciandogli i suoi tempi. C'era stata una metamorfosi non solo nei loro stili di vita ma, soprattutto, in Vale: il ragazzino insicuro e gentile di un tempo era diventato un giovane scontroso e chiuso in sé stesso.

Eppure ce la stava facendo e Marco non aveva potuto fare a meno di accoglierlo con un sorriso d'ammirazione quella sera. Gli aveva proposto di uscire a cena insieme ma quando si era offerto per andare a prenderlo a casa, Vale aveva rifiutato deciso.

Ci sarebbe andato da solo. Perché lui poteva fare le cose come qualsiasi altro.

Marco gli era andato incontro, aveva indugiato sul casco che suo figlio aveva sottobraccio, poi non aveva resistito e aveva allungato le dita ad arruffargli i ricci: un gesto affettuoso che gli era mancato per tanto tempo.


"Come va con la scuola?"

In fondo si aspettava quella domanda eppure Vale si era attardato a rispondere, fissando la pizza che aveva nel piatto.

C'era tutto un mondo di discriminazione, di inadeguatezza e di solitudine che si portava dentro e, per un momento, era stato tentato di spiegare a suo padre come si sentisse veramente, sperando che lui capisse.

"Bene!"

Aveva mentito, quasi automaticamente. Marco non si era lasciato abbindolare: le telefonate di Nora, ultimamente, erano rigorosamente apprensive e lui non voleva prendere i problemi con leggerezza come in passato.

Aveva tenuto lo sguardo ostinato su Vale per incalzarlo ad essere sincero.

"Sicuro?"

Il ragazzo aveva capito e aveva rilassato le spalle contro lo schienale della sedia lasciandosi scappare uno sberleffo infastidita.

"Ti ha chiamato mamma, vero?"


Era la prima volta che Marco si trovava a rimproverare Vale per una bravata e, in fondo, gli sembrava un compito di gran lunga meno arduo di quelli che aveva imparato in quell'ultimo anno. Era un papà normale che ammoniva un errore comune per un ragazzo.

"Mamma dice che il preside l'ha chiamata. E che ti sei preso anche una bella nota. Vuoi spiegarmi?"


Vale ne aveva fronteggiato lo sguardo con sfida, poi aveva aggiunto in tono quasi strafottente:

"È colpa del professore e delle stronzate che ci fa leggere. Non ero d'accordo con lui..."

Non poteva spiegare che quella lettura gli aveva rivelato sé stesso: un codardo mascherato dietro una falsa sfacciataggine, un ingrato pronto a disconoscere i suoi amici. Quelli veri.

Marco aveva sospirato e aveva allungato una mano ad accarezzare il dorso di quella di Vale.

"C'è qualcosa che io e la mamma possiamo fare per te, tesoro?"

Lui si era tirato in piedi, lasciandosi sfuggire una smorfia appena aveva appoggiato la sua gamba artificiale.

"Sì una cosa c'è. Potete lasciarmi in pace."

Vale gli aveva lanciato un nuovo guanto di sfida: non sarebbe stato facile nemmeno questa volta, in questa nuova veste e situazione, fare il papà.

   
 
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