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Autore: Gleetar    15/05/2015    2 recensioni
Sequel di "Le Pagine della nostra vita".
Un'occhiata ai ricordi di Lea e Cory attraverso le date più importanti del loro amore sfogliando le pagine della loro storia. Tanti episodi divertenti e romantici. Vedremo come i due nuovi sposi affrontano la loro vita familiare e come imparano ad essere genitori. Ogni capitolo avrà una data, i capitoli NON sono ordinati in maniera cronologica ma si alterneranno da un anno all'altro. Leggete in tanti :)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13 Ottobre 2027

“Allora, come sono andati gli allenamenti?” chiese Cory allontanando momentaneamente lo sguardo dalla strada per rivolgersi al figlio.
Quando non ottenne risposta, riprese a guidare senza fare altre domande: evidentemente non erano andati tanto bene.
“L’allenatore mi ha detto che oggi ho fatto schifo” aggiunse in seguito Chris mettendo il broncio.
Immediatamente le mani di Cory si strinsero sul volante e gli ci volle tutta la forza che possedeva per non fare dietro fronte e dare una bella lezione al coach stupido di suo figlio! I ragazzi non dovrebbero essere motivati?
“Non capisco, perché questo idiota si è permesso di dirti che fai schifo? Soprattutto quando so che non è vero! Ti ho visto giocare, sei davvero bravo!” disse Cory cercando di calmarsi.
“Diciamo che è un coglione, lo odio” aggiunse Chris sbuffando di nuovo ed appoggiando la testa sul suo braccio destro.
Cory rivolse al figlio un’occhiata brusca “Sai che non devi usare certi termini, anche se in questo caso farò finta di non aver sentito nulla! Penso che è l’unico aggettivo in grado di descrivere una persona del genere!” entrambi risero di gusto a questo.
Poi Chris vide qualcosa muoversi impercettibilmente sul ciglio della strada. La visione non era molto chiara a causa della pioggia ma potè giurare che si trattasse di un cucciolo.
“Papà, accosta!” disse improvvisamente facendo sussultare il padre, che frenò prontamente.
La confusione di Cory aumentò quando Chris si fiondò fuori dalla macchina non rispondendo alla sua domanda: “Ehi, che stai facendo?”
Il canadese spense il motore e raggiunse Chris che era inginocchiato accanto ad un cucciolo di labrador che sembrava tanto spaventato.
“Papà, dobbiamo portarlo con noi! Guarda, lo hanno abbandonato!” disse Chris con gli stessi occhi di sua madre, gli occhi che tutti i suoi figli sapevano utilizzare quando volevano qualcosa.
“Chris, lo sai che mamma darebbe di matto! Non possiamo prenderlo” cercò di rispondere Cory con voce autoritaria.
“Ma papà…” Chris lo stava praticamente implorando.
“Niente, questa conversazione finisce qui” continuò Cory con sguardo di pietra, questa volta non si sarebbe lasciato convincere tanto facilmente. I suoi figli erano viziati proprio a causa della sua incapacità di dire loro di no.
 
Peccato che anche questa volta la sua autorità di padre non aveva vinto e questo costrinse Cory e Chris a farsi strada dentro casa in maniera furtiva, nascondendo il cucciolo dentro la giacca del canadese per timore che Lea fosse già rincasata.
Iris, che era in sala da pranzo a fare i suoi compiti, guardò suo padre e suo fratello con un cipiglio.
“Che sta succedendo?” chiese confusa.
Cory le indicò di abbassare la voce e con un sussurro aggiunse “Mamma è a casa?”
“No” rispose immediatamente Iris, stampandosi sul volto un’espressione di rimprovero.’ Cosa avranno combinato questa volta?! Qualcosa che sicuramente farà arrabbiare mamma’ pensò silenziosamente la ragazzina, ed i suoi sospetti vennero confermati quando Cory estrasse dalla giacca un piccolo labrador adorabile ed infreddolito.
“Un cucciolo? State scherzando?” disse alzando la voce di qualche ottava.
Subito Sophie, Connor e Dylan accorsero in sala da pranzo rimanendo sorpresi alla vista di un cane in casa loro.
“Papino, è così piccolo e tenero!” disse Sophie saltellando e cercando di afferrare il labrador dalle braccia del padre.
“Tesoro, non lo puoi ancora tenere in braccio! È sporco” le spiegò pazientemente Cory guadagnandosi uno sguardo deluso dalla sua ultimogenita.
“Mamma ti ucciderà, lo sai?” disse Dylan rivolgendosi al padre.
“Beh, probabilmente la mamma inizialmente si arrabbierà ma sono sicuro che se glielo diciamo nella maniera opportuna, ci permetterà di tenerlo!” Cory sorrise ai suoi figli che lo guardarono scettici, sapevano anche loro che la reazione di Lea sarebbe sicuramente stata esagerata, come sempre d’altronde.
“Dobbiamo fare in modo che mamma sia di buon umore quando glielo diciamo!” propose Connor, sembrava l’unico ad essere speranzoso.
“Esatto, ed io so come fare!” disse Cory soddisfatto.
Iris fece una smorfia schifata “Ti prego papà, risparmiaci il racconto su come riuscirai a mettere mamma di buon umore! Non vogliamo sapere certe cose, né tantomeno vederle!” la ragazzina scosse la testa cercando di rimuovere tali pensieri ‘Anche se siamo costretti a sentirle’ aggiunse Iris tra sé e sé.
Cory fissò Iris con sguardo tagliente prima di spiegare il piano per la serata a tutti i suoi bambini.
 
Circa due ore dopo, dopo aver fatto il bagno al cucciolo ed averlo nascosto con una copertina in garage, il clan dei Monteith si recò in cucina pronti per preparare una cena con i fiocchi in onore di Lea.
“Papà, bisogna estrarre le lasagne dal forno, o si bruceranno!” ricordò Iris mentre affettava del formaggio vegan.
“Giusto” disse Cory correndo per la cucina. Aperto il forno, cercò di prendere la casseruola senza nemmeno un canovaccio, scottandosi immediatamente la mano e gridando dal dolore “Caaz-“ quando i suoi figli lo guardano con espressioni corrispondenti di divertimento, Cory si corresse “Cavolo, volevo dire cavolo”
I bambini continuarono a cucinare scuotendo la testa e sorridendo per la goffaggine di loro padre.
 
“Tesoro, bambini, sono a casa!” annunciò Lea rimuovendo il trench bagnato dalle sue spalle alla ricerca della sua famiglia. Era strano non vedere nessuno di loro in giro, erano così tanti da riuscire ad occupare un’intera casa.
“Siamo tutti qui!” la voce di Cory la richiamò dalla cucina e solo allora si rese conto che la casa era avvolta da un odore buonissimo.
Lea sorrise entrando in cucina alla scena di tutti i suoi ragazzi intenti a collaborare per la preparazione della cena.
“Wow, dovete per caso dirmi qualcosa?” chiese Lea ridendo.
Cory si allargò il colletto della camicia cercando di non sembrare nervoso.
Per fortuna Iris parlò “Certo che no, abbiamo solo pensato che sicuramente saresti tornata a casa stanca, quindi per aiutarti abbiamo preparato la cena!” Iris terminò la frase con un sorriso smagliante, piegando la testa di lato invitando gli altri ad appoggiarla.
“Già” disse Cory annuendo, così come tutti gli altri bambini.
“Oh” disse Lea sorpresa. Sembrava davvero scioccata, da quel che ricordava era molto raro ricevere un qualsiasi aiuto in casa, per questo aveva subito pensato che suo marito ed i suoi figli avessero  messo in piedi questa farsa solo per addolcirla per poi prepararla alla batosta. Ma evidentemente questa volta non era così, o almeno lo sperava. Voleva soltanto essere fiduciosa.
“Che dolci! Grazie mille, sono davvero stanca in effetti” aggiunse subito dopo crollando su uno sgabello.
Cory raggiunse le sue spalle cominciando a massaggiarle.
“Che ne dici di andare ad indossare il pigiama mentre noi finiamo di apparecchiare?” le propose il canadese baciandole il collo.
Lea si girò verso il marito, baciandolo sulle labbra prima di recarsi al piano di sopra.
Cory sospirò sollevato, contento che la prima parte del piano era giunta a buon fine.
 
“Devo dire di essere piacevolmente sorpresa! È tutto eccellente! Dovrei lasciarvi cucinare più spesso!” disse Lea mandando giù un’altra forchettata di lasagne.
Cory ed i bambini si erano scambiati occhiate strane durante tutta la durata della cena e queste non erano esattamente sfuggite all’attenzione di Lea che divenne sempre più sospettosa.
Lea smise momentaneamente di masticare quando sentì una specie di ululato che sembrava provenire dal loro garage.
“Lo avete sentito anche voi?” chiese Lea poggiando le posate, stava per alzarsi quando Connor parlò.
“Si, ero io! Uuuh” il bimbo cercò di riprodurre il suono. Lea lo guardò scettica, ma non accennò più ad alzarsi riprendendo a mangiare.
“Tesoro, non è molto educato fare versi a tavola” lo rimproverò Lea dolcemente.
“Scusa mamma!” rispose prontamente Connor con un sospiro.
 
La cena venne nuovamente interrotta quando si sentirono dei latrati. Prima che Lea potesse insospettirsi, Sophie iniziò ad abbaiare.
La fronte di Lea si corrugò in confusione “Avete per caso mangiato cibo per cani voi due?” chiese divertita e tutti intorno al tavolo si sforzarono di ridere, anche se la situazione non era per niente a loro favore.
Quando un altro latrato poté essere udito e Lea si accorse che nessuno al tavolo aveva prodotto quel suono, si alzò immediatamente dal suo posto avviandosi verso il garage.
“Tesoro, non credo che tu debba entrare lì…” la frase di Cory venne interrotta quando Lea ritornò nella sala da pranzo con il labrador tra le braccia.
“E questo che diavolo è?” disse serrando la mascella.
“Possiamo spiegare!” affermò Chris, guadagnandosi un’occhiata aguzza da sua madre.
“Bene, che qualcuno parli allora. Vediamo, tu Cory, mi spieghi cosa ci fa un cane nel nostro garage?” la sua voce cominciò ad alzarsi di qualche ottava.
Cory si grattò la nuca in imbarazzo, prendendo un bel respiro prima di parlare “Beh, lui è un cucciolo che io e Chris abbiamo trovato sul ciglio della strada quando stavamo tornando dal football… Era infreddolito e pioveva e semplicemente non potevamo lasciarlo lì, così lo abbiamo portato a casa”
Lea poggiò il labrador sul pavimento, anche il cucciolo cominciò ad osservare il dibattito in corso tra i due adulti, così come stavano facendo i piccoli Monteith.
“Quindi avete pensato bene di nasconderlo dalla mia vista e di prepararmi la cena sperando che questo avrebbe diminuito le vostre colpe?!” chiese Lea chiaramente delusa.
“Beh, in realtà si… Speravamo di riuscire a metterti di buon umore con la cena in famiglia” ammise Cory.
“Papà, la prossima volta provaci con il sesso. Penso che funzionerà meglio di una cena” suggerì Iris che chiuse immediatamente la bocca quando i suoi genitori la guardarono con rimprovero.
“Sapete che avevamo detto niente più animali domestici dopo l’esperienza di Bonnie!” disse Lea cercando di ragionare.
“Lo sappiamo mamma, ma questa volta sarà diverso!” promise Chris, stampandosi in volto un’espressione addolorata.
“Come potrà essere diverso? Bonnie è fuggito dopo tre settimane! E voi avete pianto per due mesi! Non voglio una ripetizione di ciò che è accaduto!” avvertì Lea.
“Ti prego mamma, dacci un’altra occasione. Mi occuperò io di lui, davvero!” pregò ancora una volta Chris.
“è un labrador, adesso è piccolo ma fra qualche mese sarà praticamente più alto di me. Come potrai occuparti di un cane così grande?” chiese Lea scettica.
“Mi aiuterà papà, ci occuperemo noi di lui!” lo sguardo di Lea si posò prima sul cucciolo e poi sui volti tristi e pieni di speranza di tutti i suoi figli.
Emise un respiro rassegnato prima di dire “Va bene, possiamo  tenerlo” a tali parole Lea venne soffocata da un abbraccio di gruppo e subito dopo i bambini si fiondarono a giocare con il cane.
“Beh, come dovremmo chiamarlo?” chiese Cory improvvisamente.
“Il nostro primo cane si chiamava Bonnie in onore della band di papà, dato che questo sarà il mio cane ho intenzione di chiamarlo come il mio gruppo rock preferito, Floyd!” disse Chris.
Tutti in famiglia sembravano apprezzare il nome, “E che Floyd sia!” confermò Lea.
 
Dopodichè la brunetta si avvicinò all’orecchio del marito e gli sussurrò “Devo ammettere però che Iris aveva ragione, sicuramente il sesso sarebbe stato più convincente.” Disse la donna con malizia.
“Bene, allora lascia che rimedi!” propose Cory prendendo sua moglie fra le braccia facendola sghignazzare e portandola al piano di sopra.
Iris scosse la testa consapevolmente. “Ragazzi, che ne dite di ascoltare della musica ad un volume veramente alto?” propose sorridendo. I suoi fratelli la guardarono confusi ed Iris non poté fare a meno di sentirsi comunque felice e soddisfatta della sua famiglia, anche se erano assolutamente pazzi.
Povero Floyd!” pensò la ragazzina “In che famiglia sei capitato!”
 



 


Angolo autrice: spero che vi sia piaciuto questo capitolo. Ringrazio tutti coloro che stanno ancora leggendo questa storia e soprattutto chi mi lascia dei commenti, mi invogliate sempre a scrivere di più!

PROSSIMO CAPITOLO VENERDì 29 MAGGIO! A PRESTO! <3

  
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