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Autore: scarlett_midori    15/05/2015    2 recensioni
La vita degli Shadowhunters era già abbastanza complicata a causa di demoni, Nascosti e mostri vari.
La vita, però, può complicarsi ancora di più, se anche gli dei dell'Olimpo - e semidei al seguito - fanno la loro comparsa.
I figli degli dei le ombre incontreranno,
Vestiti di neri e marchiati dagli angeli questi ultimi saranno.
Di colui che è stato, il debito pagheranno,
Il mondo silenzioso e oscuro affronteranno.
E chi dello Stregone alla fine avrà chiesto
Tornar non potrà, se non mesto.
L'unica cosa che il nemico sconfiggerà
La forza dell'incontro dei due mondi sarà.
[Ambientato dopo "Città del Fuoco Celeste" e "Lo Scontro Finale".]
Crossover Shadowhunters & Gli Dei Dell'Olimpo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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«Dritto davanti a te, Clary. Suvvia, non è complicato.»
La Cacciatrice alzò gli occhi al soffitto, ma non si diede per vinta. Quando Jace decideva davvero di fare il bravo maestro, il risultato era avere un ragazzo petulante e perfezionista.
Clary strinse il coltello affilato tra le mani e si concentrò sul manichino. Cercava davvero di concentrarsi, ma il caldo era insopportabile e non capiva perché non potesse godersi qualche giorno di meritata vacanza.
Lanciò il coltello che sfiorò il corpo imbottito del manichino e si conficcò nella parete.
«Va bene, va bene.» Jace bevve lentamente dalla bottiglia, socchiudendo leggermente gli occhi. Le pupille dorate, per un attimo, non videro nulla. Poi si ritrovarono davanti l'espressione corrucciata di Clarissa.
«Okay, la prossima volta sarò più...»
«Gentile? Paziente? Comprensivo?» propose Clary e le sopracciglia bionde del fidanzato si inarcarono.
«Uhm, certamente!» Trattenne una risata. Si avvicinò con passo felpato alla ragazza e unì le labbra alle sue.
Nello stesso istante, Izzy aprì la porta della sala degli allenamenti e simulò un colpo di tosse.
«Izzy» il tono di voce di Jace era gelido.
«Alec mi ha chiamata poco fa, ha detto che c'è una cosa importante di cui dobbiamo discutere.»
«Ora?» domandò Clary, sistemandosi la maglietta nera.
«Ora» rispose e scomparve dietro la porta, i lunghi capelli corvini che ondeggiavano al suo passo...
*~*~*
Percy aveva cercato di mettersi in contatto con suo padre, dopotutto ora avevano un buon rapporto, o almeno così il ragazzo immaginava.
Però, nonostante tutto, di Poseidone non c'era nessuna traccia. Solo qualche bollicina proveniente dalla sabbia bagnata.
Percy immaginava di doversela cavare ancora una volta da solo e questo non lo preoccupava, solo che la situazione era davvero complessa e la scoperta di un altro mondo - fino a quel momento sconosciuto - lo aveva fatto sentire davvero sconnesso. Fortunatamente aveva il supporto di Annabeth e di Grover, immancabili compagni d'avventura.
Quella mattina, per giunta, si sentiva ancora più strano a causa del sogno che aveva fatto. Era stato particolarmente vivido ed orrendo.
Le immagini mostravano un ragazzo, più grande di lui di qualche anno, seduto su un trono di ossa (inquietante dettaglio che riportava i pensieri di Percy ad Ade) e con in volto un ghigno davvero spaventoso e cattivo.
Percy avevo avuto la possibilità di passeggiare per il luogo in cui il sogno era ambientato, ma ricordava a stento una grande piazza con al centro una fontana.
Nel sogno, il ragazzo non faceva nulla, si limitava ad osservare il trono vuoto affianco a lui e a parlare lentamente e sottovoce. Percy aveva pensato che il ragazzo potesse essere pazzo...
Il sogno, in seguito, era mutato e, per poco, non si vide altro che non fosse sangue. Poi urla, dolore.
A quel punto, Percy si era svegliato, senza più molta voglia di tornare a dormire.
Fortunatamente era l'alba e poche ore dopo si sarebbe incontrato con i Cacciatori.
Avrebbe raccontato loro il suo sogno? Questo ancora non lo sapeva.
Sicuramente ne avrebbe parlato con Annabeth, forse lei avrebbe saputo dare una spiegazione alquanto razionale all'incubo.
Uscì fuori dalla sua cabina ed osservò i pochi ragazzi già a lavoro. Clarisse si stava avvicinando a lui: aveva la solita espressione di superiorità stampata sul volto, ma gli occhi apparivano più sereni.
«Jackson.»
«Hey.» Percy avvertì il familiare contatto di Vortice contro la sua mano; sorrise.
«Oggi tornerete da quei Cacciatori? Verrò anche io.»
«Sì, partiremo tra poche ore.»
La figlia di Ares annuì convinta e si allontanò, diretta verso l'Arena.
«Percy!» Il ragazzo si girò di scatto, sentendo una voce alle sue spalle, fortunatamente era solo Grover.
«Ti ho trovato finalmente.»
«Qualcosa non va?»
«No, è che da quando è accaduta tutta la faccenda non abbiamo proprio avuto tempo per parlare» ammise il satiro e si toccò i folti capelli neri sul capo.
«Già, ma sembra che il mondo non voglia lasciarci un po' di vacanza.»
Stavano camminando verso i tavoli imbanditi per la colazione.
«Uhm. Che ne pensi di tutta questa storia?»
«Che è davvero confusa...»
«Lo credo anche io» sussurrò Grover e scosse la testa.
«Dei Cacciatori, invece?»
«Loro sono... okay, immagino. A parte quel Jace, che non so chi si creda di essere, ma per il resto va bene. Però, nonostante tutto, qualcosa non mi torna.»
«Cosa?»
«Davvero ne sanno così poco come dicono?»
«Probabilmente» aggiunse Annabeth, apparsa improvvisamente alle spalle di Percy. Gli diede un bacio dolce su una guancia e salutò Grover con affetto. Tra le braccia aveva una pila di fogli.
«E quelli?» domandò Percy, indicandoli.
«Sto facendo qualche ricerca su di loro, ma niente.»
«Dai fogli non si direbbe» notò il satiro.
«Ah, questi? Solo leggende.»
Percy annuì e la guardò per qualche minuto, prima che la ragazza raggiungesse il tavolo del suo gruppo.
Più tardi le avrebbe sicuramente parlato.
*~*~*
Clary, Jace, Isabelle, Alec e Magnus erano seduti intorno ad un tavolo, a casa dello Stregone e si guardavano con aria affranta.
Lo sguardo peggiore era sicuramente quello di Clarissa: sfuggente, malinconico. Magnus era sicuro che rivivere quei momenti non avrebbe giovato a nessuno del loro gruppo.
Si chiese anche quando avesse cominciato a considerare sé stesso come parte di quel gruppo, ma non era decisamente il momento adatto per pensarci.
«Ragazzi, dobbiamo approfondire la questione. State basando i vostri malumori su delle parole riferite dal dio delle Cose Poco Luminose, suvvia!»
Sapeva bene che scherzare proprio su quell'argomento non era adatto, ma sicuramente non avrebbe accettato di starsene lì immobile a piangersi addosso. Non lo aveva fatto nel momento peggiore - quando stava per accettare di perdere i suoi ricordi per salvare i mocciosi - e non lo avrebbe fatto in quel momento.
«Siete Shadowhunters, comportatevi da tali.»
Gli sguardi dei ragazzi si alzarono dal tavolo e Jace ed Alec annuirono.
«Direi, per prima cosa, di chiedere udienza ad Ade» suggerì Jace «voglio sentire quelle parole dalla sua bocca.»
Magnus scoppiò in una grande risata.
«Biondino, stai scherzando, spero. I tuoi intenti suicidi non sono ben accetti, oggi.»
«Magnus...» sussurrò Alec.
«Ma per favore, Alexander! Vi sentite già pronti ad affrontare un viaggio in un Inferno che per voi potrebbe anche non esistere? Per presentarvi al cospetto di un dio che vi incenerirà con un solo sguardo?»
Nessuno aggiunse altro, dopo quelle parole.
Magnus sospirò, già stanco a quell'ora del mattino.
Per fortuna, fu salvato dall'arrivo dei semidei.
Percy, Annabeth e una ragazza che Magnus non aveva mai visto, entrarono e Percy chiuse la porta con cautela.
«Salve.»
«Ciao, piccoli semidei.»
«Io sono Clarisse, figlia di Ares.»
Per qualche motivo oscuro agli altri, Jace rise, ma subito la fidanzata lo colpì con una gomitata.
«È un piacere fare la tua conoscenza, io sono Magnus Bane. E loro sono» indicò i Nephilim seduti al tavolo «Alec, Isabelle, Clary e Jace.»
Clarisse alzò un sopracciglio, decisamente disorientata dalla vista degli abiti dello Stregone.
«Non pensavo che gli Stregoni andassero conciati così in giro» disse semplicemente. I Cacciatori si raddrizzarono sulle sedie, i volti un po' allarmanti e un po' divertiti.
«Come scusa?»
«Hai capito.»
Magnus respirò profondamente, decisamente combattuto sulla decisione di controbattere o meno.
«Io ho stile. Almeno non abbino quegli orrendi pantaloni verdi ad una maglietta arancione. E tu, fino a pochi giorni fa, neanche conoscevi l'esistenza di esseri superiori come me!»
Era il massimo della gentilezza, dopo un offesa del genere.
La ragazzina alzò le spalle, come se non fosse stata minimamente turbata dalla critica.
Alec si alzò e si avvicinò a Magnus, prendendogli poi la mano.
"Sei sempre bellissimo" gli aveva sussurrato e Magnus aveva risposto "lo so".
Percy guardò male Clarisse e le colpì la spalla con un movimento impercettibile agli occhi degli altri.
«Ora, affrontate le varie divergenze di stile, direi di parlare di cose serie» annunciò Magnus.
«Qualcuno vuole dire qualcosa, prima di iniziare?»
Percy alzò la mano e Magnus gli sorrise.
«Bene, allora... Per caso, conoscete un ragazzo dai capelli biondi chiarissimi, seduto su un trono di ossa?»
Dopo averne discusso con Annabeth, insieme avevano deciso di parlarne con i Cacciatori, forse loro avrebbero conosciuto il protagonista del sogno di Percy.
Gli Shadowhunters si guardarono tra loro, avevano lo sguardo allarmato, confuso e sussurravano frasi che Percy non riuscì a sentire.
La ragazza dai cappelli rossi (Clary, forse) aveva negli occhi lo sguardo peggiore.
Percy sperò solo di non aver peggiorato le cose.
   
 
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