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Autore: Anna in books    15/05/2015    1 recensioni
E' tutto finito, ma Thomas pensa ancora a quello che aveva fatto, è divorato dal senso di colpa. Vorrebbe raccontarlo a Minho, ma ha paura del suo giudizio. Newt continua a comparire nei suoi pensieri, e lui non sa come liberarsi di quel peso, quell'immagine che lo tormenta la notte.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brenda, Minho, Newt, Thomas
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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1° capitolo-- SOGNI -- Thomas non riusciva a dormire. Fissava il cielo stellato, sdraiato di fianco a Brenda, che gli teneva la mano. Lei si era addormentata subito e lui avrebbe voluto fare lo stesso, ma i ricordi glielo impedivano. Di giorno il lavoro teneva occupata la sua mente, ma la notte le immagini lo assalivano. Chiuse gli occhi e vide il viso paffuto di Chuck, la macchia rossa sulla sua camicia, Teresa, le sue ultime parole, poi Newt. La follia nei suoi occhi, l’attimo di lucidità e l’ultima, implorante, richiesta. Thomas trattenne le lacrime. Avrebbe voluto dire tutto a Minho, ma aveva paura che lui lo avrebbe odiato, e non poteva perdere qualcun altro. Minho e Brenda erano gli unici che lo capivano, le uniche persone a cui voleva bene che gli rimanevano.
Si sforzò di pensare ad altro. Pensò agli ultimi due giorni, in cui aveva organizzato gli immuni insieme a Minho e Brenda, all’incredulità per il fatto che fosse tutto finito, ma non ci riusciva. Alla fine scivolò nel sonno.
Thomas era in piedi in mezzo ad una strada polverosa e deserta. Si guardò intorno e, all’inizio, non vide nulla, ma poi si accorse di qualcosa che lo sconvolse; un corpo riverso a terra, con il viso graffiato, tagliato e pieno di lividi, i capelli biondi incrostati di sangue. Il sangue proveniva da un foro di proiettile al centro della fronte. Gli occhi erano spalancati, vitrei, spenti e fissavano il vuoto.  Newt. I ricordi lo investirono tutti insieme; la malattia, la pazzia, le parole dell’amico. Indietreggiò e si voltò, inorridito da se stesso e da quello che aveva fatto. Non poteva sopportare quella vista. Una cosa che Thomas odiava dei sogni: non potevi piangere, urlare, esprimere il tuo dolore.
Lo scenario cambiò. Era nella Radura, davanti al Casolare. Anche qui sembrava non esserci nessuno, a parte una figura in lontananza. Sembrava un ragazzo, ma a quella distanza non avrebbe saputo dirlo con certezza. Thomas rimase lì in piedi per diversi istanti. Quando la figura si avvicinò abbastanza da essere riconosciuta, lo sgomento e il dolore del ragazzo divamparono, come una ferita in cui qualcuno rigira un coltello.
La persona che camminava verso di lui era Newt. Era vestito con gli abiti che indossava nella radura, il viso era privo di graffi, e sorrideva. Thomas avrebbe voluto dire qualcosa, spiegarsi, ma non riusciva a parlare, la voce come scomparsa. Ma Newt parlò per primo.
-Volevo solo ringraziarti. Non sentirti in colpa.- la sua espressione si rabbuiò- e poi avrei una richiesta da farti: ricordami come l’amico tranquillo e riflessivo della Radura, non come ero nel nostro ultimo incontro.
Detto questo, iniziò a svanire. Thomas ritrovò la forza di parlare e disse:
-Aspetta, voglio parlare, io… io non volevo farlo, non sarebbe dovuto succedere, non a te! Io… sto male, non…non volevo farlo!
Si risvegliò sudato, con il cuore che batteva come impazzito per il sogno fatto. Ma era davvero stato un sogno?
Thomas decise che avrebbe detto tutto a Minho. Non riusciva più a tenersi dentro ciò che aveva fatto.
   
 
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