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Autore: sottoilnomedellarosa    15/05/2015    0 recensioni
"Quando, quella volta, ho visto i poveri petali della mia rosa che cadevano gocciolando a terra, sentivo che non sarei potuto sopravvivere ancora a lungo"
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Igritt, muoviti, o ci raggiungeranno!

Vedo che non ce la fa, è stremata, ma ormai ci siamo, non possiamo fermarci ora.

I suoi lunghi capelli rossi le ricadono sul viso enfatizzando il colore delle sue guance, sempre più rossicce per lo sforzo che abbiamo compiuto.

Io sono più grande di lei di qualche anno e in più sono un cavaliere, benché senza armatura, quindi decido di prenderla sulla schiena e portarla avanti, cercando di camminare abbastanza velocemente.

Dopo qualche minuto di cammino una porta ci blocca la strada.

Mi avvicino e la tocco e sento una chiave sbloccare la serratura, facendo schiudere l'entrata di poco.

Appoggio a terra Igritt e tirandola forte apro la grande porta nodosa, facendo in modo che entrambi potessimo oltrepassarla.

All'interno era buio, ma noi, abituati a stare allo scuro come eravamo, riusciamo ugualmente a distinguere le figure e le forme.

Nella stanza non c'era poi un granché: qualche sedia, un tavolo di legno; li conosco, li abbiamo anche noi nel “mondo di sotto”, come lo chiamano loro, anche se questi sono davvero molto molto più alti di noi.

Avanzando, vediamo in fondo alla stanza una...creatura? Ehi ma... E' del mondo di sotto! Un ratto!

Prendo Igritt per mano e corro verso un piccolo armadietto dietro cui ci nascondiamo.

Sono sicuro , ne sono sicuro: ci ha visti!

Ora che faccio? Ci mangerà di sicuro.

Passa il tempo e del ratto nemmeno l'ombra, cosi mi sporgo un poco e vedo di nuovo il ratto con i suoi occhi rossi puntati verso di me, ma che non si muove.

Cosa sta succedendo? E' morto? Ma come riesce a tenersi in piedi?

 

Girandomi verso Igritt mi accorgo che è pallida, impaurita e sta puntando il dito di fronte a lei:

è una persona come noi, ma è altissima; è un uomo del mondo di sopra.

E non solo, sta allungando la mano verso di noi.

Come ho fatto a non sentirlo? Come... Non riesco a muovermi, i miei muscoli sono intorpiditi, come pure quelli di Igritt, gli occhi mi si appannano e il fiato comincia a mancarmi.

La mano del grande umano si chiude intrappolandoci entrambi nella sua morsa, inutile è divincolarsi.

Ci porta a giganti tonfi verso la scrivania in fondo al locale... e dall'alto scorgo, proprio sopra al tavolo, altre creature del mondo di sotto: pesci, altri tipi di ratti, ragni, pipistrelli... morti.

Il panico mi assale, sgrano gli occhi e non smetto di muovermi.

Con uno strattone, malamente, mi libero dalla stretta del palmo del grande uomo e mi butto da quell'immensa altezza. Per fortuna non ho ancora usato il mio paracadute.

Toccato il suolo mi rifugio immediatamente nello scomparto dell'armadio dove si trovava il ratto.

 

-Ehi ragazzo, sei riuscito a scappare?

Mi volto di scatto e trovo un grosso scarafaggio che con le sue antennine mi studia.

-Sì... ma Igritt, volevo dire... la mia principessa è ancora sotto le grinfie di quell'uomo gigante!- sbraito.

-Rasseganti, non potrai salvarla- mi dice calmo l'insetto.

No, non può essere... io... dovevo proteggerla...

-Senti, che ne dici di salvarci entrambi? Salta in groppa e tieniti forte, volerò fuori di qui, ma facciamo presto, altrimenti la porta si chiuderà!- mi intima.

-Che ne sarà di Igritt? Non posso...-

-Devi, non potrai salvarla.- quasi sbraitando, si sistema in posizione di decollo e io decido di salire.

 

Sorvolando la stanza mi volto e vedo l'uomo che tiene nella mano sinistra Igritt, completamente priva di sensi, e nella destra... uno strano oggetto...

Sembra che abbia altre cose all'interno, da come lo studia, ma non è aperto...

Cosa? Ne estrae... una forbice e... un'arma poco appuntita...

Lo gira e lo rigira sulla mano, quando, con un cenno della testa, trova quello che cercava.

Questo ha la punta invece... ed è affilato... sembra una spada con uno strano manico.

Brilla sotto lo strano sole sulla scrivania del Sopramondo, luccica e riflette i raggi della luce.

Ha un'impugnatura molto grossa e spessa.

 

 

Mentre sto per uscire vedo il carminio sangue zampillare fuori dallo stomaco della mia principessa, impregnandole i vestiti candidi e lasciando la vita dal suo corpo.

Un urlo, più un rantolo di dolore mi esce dalla gola insieme poi alle lacrime che mi rigano le guance fiammanti. La mano tesa nella vana speranza che possa ancora raggiungere Igritt e portarla fuori di lì.

 

-Non si scappa dalla stanza di un collezionista. Sei stato fortunato ragazzo.

 

Io non la penso affatto cosi.

  
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