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Autore: giambo    15/05/2015    3 recensioni
l rumore del mare, a lui così tanto familiare, segnava l'incedere dei secondi.
Sapeva che sarebbe venuto. Del resto, lui non si tirava mai indietro.
“Monkey D. Luffy...”
Il vento soffiava con violenza, alzando nugoli di polvere ed agitando il mare. Non era una bella serata, ma per lui in quel momento, era del tutto indifferente su cosa accadeva attorno a lui. Molte cose stavano terminando, ponendo fine forse a qualcosa di magico ed irripetibile, che non sarebbe mai più tornato.
“IO TI SFIDO A DUELLO!”
Rufy si portò il cappello sugli occhi, mentre attendeva che colui che considerava un fratello si facesse avanti, per cercare di ucciderlo.
Due uomini che si affrontano. Per orgoglio, per rabbia, per amicizia.
Qualsiasi cosa li abbia resi nemici, tutto si deciderà con la cruda e semplice forza bruta.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Mugiwara, Usop
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando due uomini si affrontano

 

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Il rumore del mare, a lui così tanto familiare, segnava l'incedere dei secondi.

Sapeva che sarebbe venuto. Del resto, lui non si tirava mai indietro.

 

Monkey D. Luffy...”

 

Il vento soffiava con violenza, alzando nugoli di polvere ed agitando il mare. Non era una bella serata, ma per lui in quel momento, era del tutto indifferente su cosa accadeva attorno a lui. Molte cose stavano terminando, ponendo fine forse a qualcosa di magico ed irripetibile, che non sarebbe mai più tornato.

 

IO TI SFIDO A DUELLO!”

 

Rufy si portò il cappello sugli occhi, mentre attendeva che colui che considerava un fratello si facesse avanti, per cercare di ucciderlo.

 

Come si è potuti arrivare a questo?!”

 

Forse Nami aveva ragione quando diceva che quel duello non aveva nessun motivo di svolgersi, ma lui non ci credeva molto, ed era certo che anche Usop la pensasse allo stesso modo: ormai si era andati troppo oltre, e l'orgoglio era troppo importante per entrambi per rimangiarsi ciò che era accaduto appena poche ore prima.

 

Sei un essere spregievole, Rufy! Non siamo tutti come te che abbandoniamo le persone dietro di noi, guardando solo avanti. Mi vergogno di averti come capitano!”

 

SE NON TI VA BENE COME PRENDO LE DECISIONI PUOI SEMPRE ANDARTENE!”

 

...

 

Lascio la ciurma...ormai non vi servo più.”

 

Il vento si intensificò di potenza, aumentando i vortici di polvere attorno al suo corpo. Le parole che aveva pronunciato gli bruciavano come fuoco, ma non sarebbe mai tornato indietro. Era sicuro di essere nel giusto, così come lo era anche Usop. Uno scontro per capire chi aveva ragione e chi torto era inevitabile.

 

Il mio nome è capitano Usop! Ed ho una ciurma di oltre ottantamila uomini ai miei ordini!”

Ahahah! Sei proprio un tipo spassoso!”

 

No, ormai non erano più ragazzini, che giocavano a fare i pirati. Erano entrati dentro un meccanismo enorme e terrificante, una gigantesca corsa di sopravvivenza, dove solo i più forti sopravvivevano, e dove le amicizie potevano sciogliersi come neve al sole.

Solo ora Rufy se ne accorgeva: la Grand Line li aveva cambiati, trasformandoli da ragazzini sognatori in uomini decisi e spietati. L'enorme fornace marina li aveva inghiottiti e, dopo molte ardue prove, sputati fuori più forti e potenti di prima. Uno scontro era scritto nelle stelle che accadesse. Era il tributo che la Grand Line esigeva da loro: solo uno dei due poteva sopravvivere ed andare avanti. Nei mari di fronte a loro, non c'era spazio per entrambi. La Going Merry poteva essere un valido motivo, ma era solo il pretesto, nient'altro.

 

Guardate! Davanti a noi c'è un'isola!”

Forza! Avanti tutta Going Merry!”

SI'!”

 

Lo vide infine arrivare, una figura vaga in mezzo alla polvere, ma che con il passare dei secondi si fece sempre più nitida. Quando lo vide, il giovane capitano comprese finalmente quanto era stato duro e potente il cambiamento avvenuto su Usop. Un tempo, il cecchino non avrebbe mai proposto quella sfida. Ma ormai erano due uomini, ed entrambi erano convinti di riuscire a vincere.

Si fermò davanti a lui. Proprio in quel momento, scoccarono le dieci.

Il duello stava per iniziare.

 

 

Grazie mille per aver recuperato i miei occhiali!”

 

Il fumo del tabacco si innalzava molto lentamente, mentre il suo volto era impassibile di fronte a ciò che stava osservando.

Non era un bello spettacolo.

Sanji non credeva che un giorno avrebbe visto quei due combattere.

Eppure stava accadendo.

Il cuoco abbassò un attimo la testa, mentre un'enorme quantità di ricordi, forse troppi, lo sommersero. Solo ora prese coscienza di quante battaglie ed avventure aveva condiviso con il cecchino, e sapere che, dopo quel duello, niente sarebbe stato come prima, lo riempiva di una strana sensazione. Usop stava sbagliando, ma non poteva fare a meno di pensare che, se Rufy avesse ingoiato l'orgoglio, e rifiutato quella folle sfida, niente di tutto quello sarebbe accaduto.

E lui non avrebbe perso un prezioso amico.

 

Hai visto? C'è anche la mia foto sul manifesto!”

E' solo la tua schiena...”

Sì, ma intanto la mia schiena è famosa! E presto sarà conosciuta in tutti i mari!”

Pensi che anch'io un giorno potrò essere famoso e conosciuto da tutte le donne?!”

Beh...se ti applichi...”

 

Vada come deve andare. Pensò soffiando fuori il fumo dalla bocca. Qualsiasi cosa sarebbe avvenuta, lui l'avrebbe accettata, proseguendo a seguire il suo sogno in quella ciurma.

 

 

Cosa c'è di male ad aver paura? Kuro ed i suoi pirati sono spietati e numerosi, mentre noi siamo solo in quattro! Non ho bisogno della vostra pietà, andatevene!”

Smettila. Se provassimo pietà, non ti daremmo una mano, puoi starne certo.”

 

Zoro non capiva il perché quel duello era avvenuto. Anche a lui, come a tutti, dispiaceva cambiare nave, ma Rufy era il capitano, e se il capitano decideva, gli altri dovevano obbedirgli. Da parte sua, non aveva dubbi su chi avesse ragione, così come era sicuro del risultato di quello scontro.

Stupido Usop...

In fondo, lo spadaccino se lo aspettava che un giorno accadesse tutto questo. Il cecchino non aveva mai compreso fino in fondo il rispetto che si doveva al capitano di una nave. Non che Rufy fosse un maniaco della disciplina, tutt'altro, però Zoro, pur rimproverandolo e prendendolo in giro all'occorrenza, non aveva mai disobbedito ad un suo ordine diretto. Rufy decideva, e loro dovevano obbedire. Era una regola fondamentale all'interno di un equipaggio degno di quel nome.

 

Perché gli avete dato retta?! Avreste dovuto restare lì, non abbandonarlo nelle mani di quell'ammiraglio!”

E' stato un suo ordine, Usop.”

Non mi interessa! Non si abbandona mai un amico! Per nessun motivo al mondo!”

 

No, Usop non aveva mai capito che il rispetto delle decisioni del capitano era indispensabile. Aveva sempre visto in Rufy un amico, e mai qualcosa di più. Ed solo ora, che bisognava prendere una decisione difficile e dolorosa, che lo spadaccino capiva quanto erano stati stupidi a non affrontare prima quel problema.

Si vede che non c'è ne era stato bisogno. Impassibile, Zoro attendeva che il duello avvenisse, pronto successivamente a ricominciare il suo viaggio, che sapeva, sarebbe stato senza Usop.

Mi dispiace, ma non possiamo più accettare certi capricci. Devi capirlo.

 

 

Io ho bisogno di un'arma! Ho bisogno di rendermi utile in battaglia!”

Capisco...lascia fare a me! Ti lascerò senza fiato!”

Grazie mille Usop! Te ne sarò eternamente grata!”

Figurati! Certo, se mi anticipassi un po' di soldi per i materiali...”

Adesso sono di fretta. Ti lascio lavorare in pace, sono sicura che farai un ottimo lavoro!”

Ma...”

Bye bye!”

NAMI!”

 

Nami si mordicchiava nervosamente un'unghia, mentre cercava in ogni modo di convincersi che quello era solamente un brutto sogno.

Maledizione! Maledizione agli uomini e al loro dannato orgoglio!

Le sembrava inconcepibile che si fosse arrivati a quel punto. Comprendeva le ragioni di Usop, ma da qui a voler abbandonare la ciurma e sfidare il loro capitano a duello c'era un abisso. La ragazza non riusciva ad accettare che quel duello si svolgesse. Aveva tentato per ore di convincere Rufy a lasciare perdere, ma invano. Il capitano aveva accettato, e non si sarebbe mai tirato indietro.

Come siamo arrivati a questo?! Nami si strinse le labbra, in preda allo sconforto, mentre osservava il suo amico e compagno di mille avventure avvicinarsi a Rufy. Voleva bene ad Usop. Le sarebbe stata eternamente grata per aver lottato contro Arlong e la sua ciurma. I suoi comportamenti infantili spesso la spingevano sull'orlo di pericolose crisi isteriche, ma era pur sempre il suo amico. Colui che più di tutti la capiva e l'aiutava, la persona con la quale aveva condiviso qualsiasi tipo di esperienza in mare. Nami non aveva problemi ad ammettere che gli voleva bene, e che quando, quella mattina, l'aveva visto in lacrime e sanguinante per terra, il suo primo impulso era stato quello di andare a prendere a calci chiunque fosse stato. Nessuno poteva toccare le persone a lei care, lei non l'avrebbe mai permesso.

Eppure, ora due suoi carissimi amici si sarebbero scontrati. Rufy, così ingenuo, impulsivo, altruista ed infantile, ed Usop, un po' fifone, buffo, ma sempre disposto a lottare per gli amici.

 

Io non vi servo...non sono neanche capace di custodire una valigia!”

 

Non dire stronzare Usop! La ragazza si mise le mani tra i capelli. Tu ci servi! Abbiamo tutti bisogno di te!

Non abbandonarci, Usop!

 

 

 

Ti ho mai raccontato di quella volta che ho sconfitto dieci enormi giganti a mani nude?”

Caspita! Ma dieci dieci?!”

Certo! Erano enormi, e ferocissimi! Ma è stato facile per me. Dopotutto, sono un coraggioso guerriero dei mari, no?!”

Fantastico! Sei proprio fortissimo, Usop!”

Modestamente...”

 

Aveva le lacrime agli occhi, mentre ogni avventura trascorsa insieme gli scorreva dentro la mente. Non riusciva a crederci che stesse veramente accadendo. Usop, il suo grande amico Usop, gli aveva detto quelle cose terribili.

 

Torna alla nave dagli altri, Chopper. Ormai, io e te non siamo più amici.”

 

“Usop!” Chopper non riuscì a trattenersi dal gridare il nome del cecchino, quando quest'ultimo apparve in mezzo alla cortina di fumo.

Perchè mi hai detto quelle parole? Davvero ora noi due non siamo più amici?

La piccola renna non riusciva a fermare le lacrime, incapace di accettare tutto quello che era successo. Nel giro di una giornata, il suo mondo si era sconvolto: Robin era scomparsa, ed Usop, il suo grande amico, aveva abbandonato la ciurma.

Tutto questo non ha senso...perché Usop...perché fai così?

Non riusciva a comprendere il motivo di quel gesto folle e sconsiderato. Anche a lui dispiaceva dover abbandonare la Going Merry, ma non si sarebbe mai sognato di dare del bugiardo a Rufy e di sfidarlo a duello.

 

Forza Chopper! Stasera si balla la danza dell'oro!”

 

Usop, amico mio...non farlo...ripensaci.

Ma sapeva anche lui che non era nel carattere dell'amico tirarsi indietro. Lui sarebbe andato fino in fondo, a qualsiasi prezzo.

E la cosa lo terrorizzava.

 

 

Il mio nome è capitano Usop! Comando una enorme e spietata ciurma di pirati e deteniamo il controllo di questo villaggio!”

Sei proprio un tipo ridicolo!”

Come ti permetti di insultarmi, moccioso?!”

 

Perchè?

Perchè gli faceva così male?

Sentiva ogni singolo colpo di Usop penetrargli nella pelle, in profondità, scaturendo un dolore profondo e terribile.

Non capiva.

Eppure di dolore ne aveva provato molto, durante il suo viaggio. I morsi mostruosi di Arlong, la sabbia dura come l'acciaio di Crocodile, l'oro incandescente di Eneru, per non parlare dell'enorme moltitudine di bombe che Foxy gli aveva riversato contro.

Ma lui era sempre sopravvissuto a tutto. Non si era mai arreso, convinto sempre di potercela fare a batterli tutti.

Ma ora stava provando un dolore terribile.

Perché mi infliggi tutto questo, Usop?

Vide della nebbia circondarlo.

Cos'è?

Lo comprese con un attimo di ritardo.

“E' gas...la zona attorno a te ne è satura...”

Reagì con un secondo di troppo.

Poi, un enorme esplosione lo investì con la potenza di un tornado.

 

“L'ha...l'ha fatto veramente...” sussurrò Nami, il corpo tremante. Successivamente, si portò una mano alla bocca, per cercare di soffocare i singhiozzi.

“Usop!!! Rufy!!!” Chopper avrebbe voluto andare a vedere se i suoi amici stavano bene, ma l'ordine di Rufy era stato chiaro, e non poteva disubbidirgli, scendendo dalla nave.

L'acqua marina, sollevata dallo scoppio di prima, colava pigramente dalla nave, mischiata ad un altro liquido salato.

 

E' un modello un po' vecchio, ma molto robusto. Sono sicuro che vi tornerà utile.”

Ma è una caravella!”

Il suo nome è Going Merry!”

 

Rufy osservava il fumo sopra di sé svanire lentamente, mentre pensava a tutto quello che c'era stato tra lui e colui che lo voleva morto.

Non ci sono più dubbi ormai...

Usop aveva dichiarato che avrebbe fatto sul serio, ed era stato di parola. Stava giocandosi tutte le carte a sua disposizione, anche quelle più potenti ed estreme. Rufy capì di averlo sottovalutato, di aver pensato che la rabbia ed il dolore non avrebbero sopraffatto la loro amicizia.

Capì solo in quell'istante quanto si sbagliasse.

Maledizione!

Strinse i pugni con rabbia, poi si alzò, pronto a proseguire la sfida.

 

Cosa te ne pare? Sono o non sono un genio della pittura?!”

E' meraviglioso! Pensi di riuscirlo a fare anche sulla vela maestra?”

 

 

Perfetto! Ora la nave pirata Going Merry è pronta!”

 

Aveva il fiatone, più per la rabbia che lo squassava, che per la fatica del duello.

Era convinto di aver messo in difficoltà, fino a quel momento, il suo avversario, ma sapeva bene che non doveva illudersi.

Ti conosco troppo bene...non sono come quegli sprovveduti che ti affrontano per la prima volta, che ti sottovalutano.

Tese alla spasimo l'elastico della sua fionda, consapevole che non era ancora finita.

So che non basta un colpo così per sconfiggerti...quindi vieni fuori!

Combatti contro di me, Rufy Cappello di Paglia!

 

L'acqua continuava a scendere dalla caravella, lentamente, mentre le lacrime di una nave ormai vecchia bagnavano quel pezzo di terra, dove coloro che amava si stavano scannando con una ferocia disumana.

Probabilmente, uno sguardo attento le avrebbe notate, ma nessuno della ciurma poteva. Erano troppo presi dall'odio e dal dolore per accorgersi dei suoi sentimenti.

E' lei proseguì, silenziosamente a piangere, ignorata da coloro che più amava.

 

Un brindisi per una nuova nave, ed un nuovo compagno!”

ALLA SALUTE!”

 

Rufy sputò fuori dalla bocca un fiotto di sangue, mentre sentiva il dolore del Dial di Usop rimembrarsi per tutto il suo corpo

Si è giocato l'ultima carta.

Lo vide di fronte a sé, il volto stravolto dalla rabbia, lo sguardo impotente, la consapevolezza di non avere più possibilità di vittoria.

Ma non chiese di arrendersi, nel suo sguardo non passò, neanche per un istante, la scintilla della resa.

Rufy tese allo spasimo il braccio sinistro all'indietro.

 

Il mio nome è Usop! Ma per tutti sono capitano Usop!”

 

Anche il suo volto era duro, inpassibile, senza alcuna pietà.

Non ne avrò alcuna!

“Gomu gomu no...”

 

Un giorno anche noi andremo ad Erbaf! Il paese dei giganti!”

Certo! Forza Going Merry! A tutta velocità verso la prossima isola!”

SI'!”

 

“BULLET!!!!”

Lo colpì con tutta la forza che aveva in corpo, mettendoci tutta la rabbia, il dolore e la disperazione che quel duello insensato gli aveva procurato.

 

Nami si mise le mani sulle orecchie, incapace di ascoltare il pugno di rufy che trapassava la carne e le ossa dell'amico. Chopper cominciò a piangere a dirotto, mentre a Sanji sfuggì la sigaretta dalle labbra.

Tutti compresero che il duello era finito.

 

Questa volta fu Usop a sputare sangue.

Ma non cadde da solo.

Perché, pochi secondi dopo, fu il turno di Rufy di cadere in ginocchio, tenendosi la mano sinistra, come se gli bruciasse.

Si faceva schifo. Aveva appena picchiato con tutta la sua forza il suo più caro amico.

Ma non aveva avuto scelta.

Perché...

“Idiota!” dichiarò con voce tremante. “Tu...lo sapevi! Lo sapevi!”

Usop rimase immobile, senza proferire parola.

“Sapevi che non potevi battermi!”

 

 

Sentiva le lacrime chiedere di uscire, con prepotenza. Tentò di resistere, ma comprese ben presto che sarebbe stata una battaglia persa in partenza.

Maledetto stupido...

Si nascose il volto con il cappello, sperando di riuscirle a nascondere al resto del gruppo. Nami era in ginocchio, incapace anche lei di trattenere le lacrime, Chopper cercava disperatamente di trattenersi dall'andare da Usop per curarlo, consapevole del fatto che l'amico voleva solo restare solo in quei terribili istanti, mentre Sanji e Zoro erano immobili, consapevoli che qualcosa era finito per sempre.

“Sii forte.” dichiarò lo spadaccino, vedendo il proprio capitano piangere disperato. “Ricordati che sei il capitano.”

Ma Rufy in quel momento non voleva essere il capitano, non voleva essere forte. Voleva solo essere un ragazzo come tutti, desiderioso di sfogare quel dolore enorme che c'era dentro di lui. Si faceva schifo per aver colpito il suo amico, per averlo ferito così in profondità nel corpo e nell'orgoglio. Gli faceva schifo la sua stessa forza in quel momento. Desiderò con tutte le sue forze di poter essere un ragazzo normale, come Usop, e di poter soffrire quello che stava soffrendo lui.

Addio Usop...è stato bello...davvero.

 

Dietro di lui, anche l'altro sconfitto dava silenziosamente sfogo al suo dolore.

Perché quella sera avevano perso tutti.

 

FINE

  
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