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Autore: _Fedra_    15/05/2015    8 recensioni
Giurereste mai che le ragazze che abitano al piano di sopra siano in realtà due spietate cacciatrici di demoni?
Con l'arrivo di Claire e Teresa in uno squallido appartamento alla periferia di Roma, la Città Eterna si trasforma in un teatro gotico in cui nulla è più come sembra e anche il più candido angelo di pietra può trasformarsi in un mostro assetato di sangue.
Riuscirà il giovane Raki a sopravvivere in questa nuova realtà?
DAL CAPITOLO 1:
Un'ombra scura si allungò sulle gradinate della Facoltà di Lettere e Filosofia, salendo lentamente le scale che conducevano all'ingresso.
Claire osservò compiaciuta gli sguardi dei presenti che si spostavano per lasciarla passare.
Sui loro volti poteva leggere le espressioni più diverse: stupore, curiosità, invidia, timore.
Le sembrava di poter fiutare la paura nascosta dietro quelle maschere malcelate, come se in fondo il loro istinto animale gli stesse suggerendo che ciò che temevano di più al mondo si trovava proprio davanti ai loro occhi.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire, Priscilla, Raki, Teresa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi d'argento'
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Diciotto.
Unghie e zanne
 
 
*

 

 

 

 

“Fammivederefammivederefammivedere!”, trillò Giulia strappando letteralmente il cellulare dalle mani di Claire e contemplando il risultato della foto, neanche fosse stata punta da una tarantola.
“Bleah, abbiamo un’espressione orribile!”, commentò Federica alle sue spalle, indicando lo schermo.
“Ahahahahahah, Raki è venuto meglio di tutti!”, osservò Silvia alludendo alla faccia del ragazzo, la cui espressione era un misto fra un pesce lesso e chi non vedeva l’ora di svignarsela il più velocemente possibile.
“Dai, carichiamola su Facebook”, propose Giulia indirizzando un’occhiata complice alle altre.
“No, Facebook no!”, esclamò Raki, osando finalmente dire la sua.
In tutta risposta, la ragazza allontanò il cellulare dalla sua portata, levandolo in alto.
“Troppo tardi”, disse in tono fatalista, rivolgendogli il suo sorriso più candido.
 
In tutto questo, i quattro si erano completamente scordati di Claire, che li fissava con l’aria più desolata di questo mondo.
Possibile che gli esseri umani potessero essere così stupidi, a tal punto da non accorgersi del paio di occhi gialli che galleggiavano alle loro spalle nella foto, troppo presi com’erano a controllare se le smorfie stampate sulle loro inutili facce fossero sufficientemente da Social Network o no?
Spero solo che uno yoma vi divori per poi morire subito dopo di intossicazione alimentare!, pensò la guerriera esasperata, concentrandosi sul mostro in agguato dietro di loro.
Era giovane, molto giovane.
E imprudente, visto che non si era nemmeno curato di celare le sue vere sembianze dietro un esoscheletro umano.
Era chiaro che la fame stesse avendo la meglio su qualsiasi altro istinto, primo fra tutti la ragione.
Il che lo rendeva assolutamente imprevedibile.
E pericolosissimo.
Doveva far allontanare quei quattro polli da lì il prima possibile, per poi svolgere il suo lavoro senza ulteriori intoppi.
 
“Io direi di farne un’altra”, stava blaterando Giulia in quel preciso istante, quando una violenta gomitata nelle costole la fece barcollare pericolosamente sui suoi vertiginosi tacchi dodici.
“Perdonami, bellezza”, disse Claire con un sorriso, mentre la superava a grandi passi per poi fermarsi di fronte a Raki con una mano tesa. “Balliamo?”.
L’espressione tesa sul volto della Claymore non ammetteva repliche.
D’altronde, in quel preciso istante il ragazzo non chiedeva di meglio.
Sperava solo che quelle tre arpie non lo immortalassero mentre volteggiava tra le braccia di una ragazza che torreggiava su di lui per dieci centimetri buoni, per di più senza tacchi.
Perché diavolo si ostinava a uscire con loro?
“Certo, Claire. Con molto piacere”, rispose rivolgendole un timido sorriso.
La sua mano prese goffamente quella di Claire.
A quel contatto, la guerriera provò un’improvvisa sensazione di spaesamento.
Era calda, e terribilmente fragile.
Probabilmente, se solo avesse stretto troppo la presa, avrebbe rischiato di polverizzargli le dita.
“Fa’ quello che ti dico e non protestare”, disse Claire con veemenza, avvicinando il volto all’orecchio di lui.
“D’accordo. Tanto lo sai che mi fido di te”, rispose il ragazzo con calma.
Improvvisamente, il suo cuore di Claymore ebbe due battiti fuori dalla norma, mentre una strana sensazione di calore si inerpicò su per le sue gote.
La ragazza la represse subito, trascinando Raki verso il centro della pista, ma non prima di aver distribuito una nuova razione di gomitate e calci negli stinchi a quelle tre imbecilli mentre le superava con la sua energica camminata da guerriera.
“Ehi, ma che modi!”, strillò Giulia, rischiando di rovinare addosso alle altre due.
 
“Grazie per avermi salvato”, disse Raki non appena si trovarono a distanza di sicurezza.
“Aspetta a dirlo, imbecille!”, rispose Claire, fingendo di ballare.
I suoi movimenti erano secchi e rapidi come quelli di un automa, gli occhi puntati nella direzione in cui aveva avvistato lo yoma.
“Come ti è venuto in mente di venire qui, con tutti i demoni affamati che ci sono in giro? Ne avevi uno alle spalle e nemmeno te ne sei accorto! Non credi che mi sia stufata di starti sempre a salvare la pelle? Non mi hanno certo assoldata per farti da balia!”, continuò la Claymore in tono minaccioso.
Raki incassò la testa tra le spalle nella pallida imitazione di una vecchia tartaruga.
“Mi dispiace, Claire…”.
“Con me le scuse non funzionano, sappilo. Sono un mezzo-demone. E i demoni non dimenticano, né perdonano”.
Il ragazzo abbassò il capo come un cucciolo bastonato.
“Sono proprio un disastro”, disse amareggiato.
“Bravo, vedo che inizi a capire. Ora, se proprio vuoi rendermi il lavoro più semplice, esci da questo posto e tornatene a casa”, ordinò Claire con decisione.
“Non posso, sono venuto con mia madre”.
“Allora chiamala e fatti venire a riprendere”.
“Non credo sia possibile. A quest’ora sarà già arrivata ai Castelli. Aveva una cena di lavoro”.
Perché il mio contratto mi impedisce di uccidere gli umani?!?, pensò la Claymore esasperata.
“Stammi bene a sentire, allora”, proseguì. “Vai verso il bar e restaci. Io ammazzo questo yoma, corro ad aiutare mia sorella e poi ti riportiamo a casa. Non dare retta a nessuno e non ti muovere finché non torno. Intesi?”.
“D’accordo”, rispose Raki con un timido cenno di assenso, prima di avviarsi verso il bancone gremito di gente.
 
Scommetto che tra cinque minuti sarà fradicio di superalcolici, pensò Claire mentre ritornava sui suoi passi, dritta verso lo yoma.
Il demone era ancora lì, rintanato in un angolo, i giganteschi occhi gialli puntati su un gruppetto di ragazze intente a ballare.
Delle tre furie non c’era più traccia: evidentemente erano andate alla ricerca di Raki, o in ogni caso di qualche altro sventurato da tormentare.
La guerriera deglutì, squadrando con attenzione il suo avversario.
Era incredibilmente grosso.
Sperava che le dimensioni e l’inesperienza gravassero sulla sua velocità, ma sapeva bene che era comunque troppo bello per essere vero.
A noi due, pensò mentre si avvicinava con aria decisa per mettere in atto il suo piano.
Parte uno, doveva assolutamente isolarlo.
Parte due, doveva ucciderlo prima ancora che si rendesse conto di che razza di creatura avesse davanti.
Cercando di sembrare il più disinvolta possibile, Claire finse di aggregarsi alle altre ragazze, lanciando di tanto in tanto delle occhiate di sbieco allo yoma.
L’altezza spropositata e l’aspetto decisamente fuori dal comune ebbero subito l’effetto desiderato: in pochi istanti, il mostro non riusciva più a staccare i suoi orribili bulbi oculari da lei.
 
Vieni, piccolino, vieni a mangiare, pensò Claire rivolgendogli uno sguardo di sfida prima di staccarsi dal gruppo e avviarsi verso una delle scale di servizio.
Come aveva previsto, lo yoma prese a seguirla con i suoi passi pesanti.
Claire raggiunse in breve il terrazzo, fermandosi ad aspettarlo seduta a gambe incrociate sulla balaustra di cemento, le dita che accarezzavano l’elsa della spada nascosta sotto il mantello.
Sotto di lei, Roma era un’infinita distesa di luci pulsanti nella notte.
Dopo alcuni istanti, i passi dello yoma echeggiarono sulla scala di ferro, fino a quando la sua brutta testa non fece capolino dall’apertura nascosta nel pavimento.
All’aria aperta, il demone sembrava ancora più grosso e spaventoso.
Il capo, piccolo rispetto al resto del corpo, ricordava quello delle formiche, mandibole a tenaglia e antenne comprese, se non fosse stato per gli enormi occhi di un giallo incandescente.
La pelle era verde, spessa e irta di protuberanze, che gli ricopriva il corpo muscoloso e deforme, che terminava con quattro arti muniti di artigli e una lunga coda da rettile che si agitava come una frusta.
“Sapevo che alla fine sareste arrivate voi streghe dagli occhi d’argento a rovinarci la festa”, disse lo yoma con una voce cavernosa. “Ma non pensate che non sapessimo di voi. Siamo stati informati bene. E vi stavamo aspettando”.
 
Claire non disse una parola.
Con un movimento fulmineo, la guerriera balzò in alto, la spada levata tra le mani pronta ad affondare nella carne viva del collo dello yoma.
Ci fu un fruscio sinistro, poi tutto divenne sangue e dolore.
La ragazza crollò a terra supina, gli arti perforati in più punti da una serie di protuberanze fuoriuscite dalla schiena del mostro, inchiodandola al pavimento.
“Troppo lenta, dolcezza”, commentò il demone torreggiando su di lei.
Claire sputò un grumo di sangue, cercando disperatamente di liberarsi, ma in tutta risposta lo yoma fece penetrare ancora più a fondo le protuberanze nelle sue ossa e nei suoi muscoli, strappandole un urlo di dolore.
“Fa male, eh?”, sghignazzò. “A dire la verità, ero venuto qui per farmi un bello spuntino di esseri umani, ma anche il tuo odore non è per niente male. Dicono che voi Claymore siete abbastanza pesanti da digerire, ma sai, ho così fame…”.
A quelle parole, le chele dello yoma si riempirono di saliva, pregustando il banchetto.
Disperata, Claire prese a richiamare il proprio yoki nella speranza di trovare la forza per liberarsi, mentre il mostro si abbassava verso di lei.
 
Un attimo dopo, la ragazza venne inondata da una pioggia di vetri rotti e Martini.
“Vi siete portati via Gaia e Roberta!”, ruggì una voce familiare alle spalle dello yoma. “Non vi permetterò di far del male anche a Claire!”.
“Che stai facendo, idiota? Scappa finché sei in tempo!”, esclamò la guerriera debolmente, ma Raki non si mosse.
Nei suoi occhi era dipinta una furia omicida.
Lo yoma girò su se stesso, piantandogli addosso gli occhi gialli.
Una risata minacciosa proruppe dalla sua gola.
“Un umano? Ma che serata fortunata!”, commentò.
La sua coda sferzò l’aria, colpendo il ragazzo in pieno petto e sbattendolo a terra come se non avesse avuto peso.
“Con te farò i conti dopo, inutile insetto”, disse lo yoma in tono di disprezzo. “E ora torniamo ad occuparci del nostro piatto forte”, proseguì rivolgendosi a Claire.
Levò una zampa all’altezza del suo addome, avvicinandola alla tuta.
“Dicono che voi Claymore abbiate già una ferita aperta proprio in questo punto. Il che mi renderà il lavoro molto più facile”, commentò punzecchiandola con la punta dell’artiglio.
A quel contatto, Claire sgranò gli occhi improvvisamente dorati, un senso di nausea che le si inerpicava su per la gola.
Il ricordo della mano viscida di uno yoma che le accarezzava il ventre ancora da umana tornò più vivido che mai, facendole ribollire il sangue.
Questa la portiamo con noi.
 
Un’improvvisa sensazione di rabbia le invase le membra, come se di colpo le sue vene avessero preso fuoco.
La pelle prese a tendersi e a ricoprirsi di venuzze a vista d’occhio mentre gli occhi gialli si immergevano in quelli dello yoma, un unico pensiero che si faceva largo a calci e morsi nella sua mente.
Uccidere! UCCIDERE!
Un ruggito disumano proruppe dalla gola di Claire, mentre le sue mani si serravano attorno alle stesse protuberanze che la inchiodavano al suolo, strappandole con un solo gesto.
Lo yoma lanciò un guaito di sorpresa e di dolore mentre la Claymore si levava in piedi, la spada stretta tra le mani, mentre i muscoli delle braccia si ingrandivano a dismisura al suono di un agghiacciante rumore metallico: biki…biki…biki…
“Che cosa vuoi fare? Credi che Risvegliarti ti permetterà di sconfiggermi?”.
Claire gli rivolse un sorriso cortese, denudando le zanne scintillanti al disotto delle labbra sottili.
Poi, con un balzo, si scagliò contro lo yoma, affondando la spada per due volte.
Le braccia del demone caddero a terra, sommerse da una fontana di sangue viola.
“Cos’hai fatto? Che cos’hai fatto?”, ruggì il mostro, tentando di colpirla con la coda.
Ci fu un sibilo, seguito da un tonfo sordo sul pavimento che annunciava che anche quest’ultima era stata mozzata.
Claire balzò nuovamente in alto, atterrando sulla sua spalla con la spada levata.
“Te la sei cavata bene, brutto stronzo, davvero molto bene”, commentò con una voce sibilante, da demone. “Peccato che ti sia perso in un bicchier d’acqua proprio sul più bello, con il risultato di farmi incazzare sul serio. Mi dispiace, ma credo che ti sei scavato la tomba da solo. Game over”.
E abbassò la spada, affondandola nella giugulare dello yoma, mentre uno schizzo di sangue viola le inzuppava il bel viso.




Buonaseraaaaaa! :) Come andiamo? Passata una piacevole settimana?
Io sono appena reduce da un esame (tra l'altro dato e superato con l'influenza, ringraziate il mio yoki) e adesso mi accingo finalmente a chiudere le valige e farmi una meritata vacanza nel Grande Nord * yepieeeeeee!!!! *

Ma ora passiamo al nostro capitolo.
Che ne pensate?
Finalmente, il nostro Raki ha deciso di fare la parte del cavaliere...cioè, ehm, ci ha provato...Okay, ammetto che tirare una bottiglia di Martini in testa a uno yoma incazzato nero non rientra tra le dieci cose migliori da fare in questi frangenti, ma che vogliamo farci? In ogni caso, gli esperti dicono che lo speciale processo di rieducazione a cui lo stiamo sottoponendo darà a breve i suoi frutti...questo è almeno quello che mi auguro!
Del resto, anche Claire inizia a perdere facilmente il controllo dei suoi già fin troppo provati nervi. Tenetela d'occhio, perché a breve il suo yoki potrebbe giocarci qualche scherzo.
E non dimentichiamoci di Teresa, che nel prossimo capitolo ci regalerà un'altro dei suoi modi epici di affettare uno yoma ;) * questo perché mi auguro che dopo la puntata di oggi non siate scappati tutti a gambe levate *

E ora passiamo ai meritati ringraziamenti.
Al mio amato marito Xephil, alla mia sorellona Angelika_Morgenstern e ai mitici SognatriceAocchiAperti, bienchen, LKBmary, AlanKall e joy per le recensioni.
Inoltre grazie a tutti i lettori silenziosi che seguono questa storia. Questa settimana avete battuto ogni record ;)
Grazie davvero a tutti voi!!!

Il nuovo capitolo tornerà regolarmente venerdì prossimo.
Per qualsiasi informazione, passate pure sulla mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra

A presto! :) Buon weekend a tutti!

Baci
Vostra,
Fedra



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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