La sera in cui te ne andasti l'ha ricordo perfettamente. 
Ricordo le urla di nostra madre e di nostro padre, le tue urla, i vostri insulti reciproci...
credevo di essere abbastanza per te.
Che solo stando insieme potevi trovare la forza di resistere e che nel momento esatto in cui avessi deciso di andartene, mi avresti portato con te. In barba a tutto ciò in cui dicevo di credere, perché fratello mio, in cuor mio non ho mai creduto nella purezza del sangue, e mai ho creduto in Voldemort.
Vorrei poter tornare indietro a quella sera, e correre fuori dalla mia camera prima che tu prendessi le tue cose e andassi via.
Invece rimasi ad ascoltare dietro la porta della mia camera i tuo passi forti come tuoni.
Sbattesti la porta, ricordo che trasalì a quel rumore.
Poi uscisti da lì, e io trovai la forza di uscire da quella stanza e inseguirti fino all'atrio, una mano tesa verso
la tua schiena e le labbra che si erano aperte preparandosi a pronunciare il tuo nome.
Non so ancora spiegarlo, ma da esse non uscì altro che silenzio!
quel silenzio straziante che ti coglie lo stomaco in una morsa, capace solo di bloccare ogni minima parte del tuo corpo, che ti costringe a pensare a miliardi di cose che vorresti dire e non puoi, poiché come un bambino capriccioso, il silenzio non te lo permette e si impadronisce di te.
A cosa stavi pensando mentre andavi via? Il bambino che giocava a nascondino con il suo fratellone occupava la tua mente?
Non riceverò mai risposta fratello mio, e tu non saprai mai quanto sia rammaricato di non averti chiamato, di non aver pronunciato il tuo nome quella sera e di averti raggiunto.
Non lo saprai mai, perché io sto per morire, e queste parole prendono forma dalla mia bocca disperdendosi in questa grotta che sarà la mia tomba come la nebbiolina di un Patronus incorporeo.
Penserai a me con rammarico?
Cercherai mai di scoprire cosa mi è successo, Sirius?
Ti ricorderai di me? Mi ricorderai come il fratellino che proteggevi e amavi, o come un mangiamorte
che avrebbe ucciso se solo fosse vissuto?
Gli inferi mi trascinano nel lago, fratello, sento l'acqua riempirmi lentamente i polmoni,
ma non riesco a vedere quegli esseri, e sai perché? Perché dinanzi ai miei occhi vi è l'ultimo ricordo che ho di te.
Dinanzi ad essi, vedo la tua schiena che si allontana sempre di più dalla mia mano tesa.  Posso vederlo così chiaramente, che alzo la mano verso quella visione, e questa volta cerco di chiamarti.
 Sirius! SIRIUS!
 Ma le parole sono un miscuglio di bolle che salgono nell'oscurità dell'acqua.
Sta succedendo fratello, sento la mia mente abbandonarsi all'oblio che mi attende.
I miei occhi si chiudono, e la tua sagoma scompare. 
Ti voglio bene, perdonami! 
Non sentirai mai queste mie ultime parole, quelle ultime bollicine non potranno mai raggiungerti per sussurrartele.
Perdonami di non averti seguito, perdonami di averti lasciato da solo.
Perdonami di non essere stato forte abbastanza.
Addio fratello mio.