Cap.2
Patto con il vampiro
Steve
si legò il rosario intorno al polso e si sedette sul letto.
Guardò il vampiro appoggiarsi contro la finestra di metallo
della sua cella.
"Verrò
con te ad uccidere
i discendenti iper-tecnologici dei filo-nazisti,
ma niente di più" sussurrò.
Tony
passò l'indice su una delle grate, gli occhi rossi divennero
liquidi e assottigliò le labbra. Sospirò, scosse
il capo e si voltò, sogghignando.
“Sei
sicuro che la frase che hai pronunciato abbia senso?”
domandò, sarcastico.
Steve
abbassò il capo e si guardò i piedi, leccandosi
le labbra.
"Ho
solo riformulato alcune cose che ci siamo detti in Chiesa"
sussurrò con voce rauca.
Tony
gli girò intorno con passo lento, gli sollevò il
capo con due dita e si allontanò. Si accostò alla
finestra, sorrise.
“Sì,
beh, hai scordato di inserire ‘discendenti iper-tecnologici
filo-nazisti usciti da un fantascientifico’, ma nessuno
è perfetto”. Poggiò il capo contro le
grate, chiuse gli occhi sentendo la pelle pizzicare e soffiò, allontanandosi.
“Ancora
troppo luminoso” borbottò.
Steve si mise a recitare il rosario a bassa voce, tenendo gli occhi socchiusi, le sue iridi azzurre erano liquide.
Tony
lo guardò, si sedette sul letto.
“Sai
che non serve a niente, vero?” chiese. Indicò il
rosario con la mano, arricciò il labbro.
“Magari
la croce può dare fastidio, ma le preghiere sono
inutili” spiegò.
Steve
alzò lo sguardo, le sue labbra rosee erano socchiuse e le
sue guance pallide.
"Non
le recito per te. È solo che
sto saltando le orazioni della sera e sono venuto meno ai miei compiti
tutto il giorno, perciò faccio almeno un paio di rosari" spiegò.
Tony incrociò
le gambe, sbuffò sonoramente e le tese, le
accavallò, grugnì e mosse un piede in cerchio.
“Sei
molto attaccato al tuo dovere, eh?” chiese,
continuando a muoversi agitato.
Ridacchiò, e scosse
il capo.
“Pensa
che io ho difficoltà a muovermi senza far sembrare che stia
ballando il tango. È un difetto dei vampiri, non si
è ben capito perché” disse.
Fissò la finestra, posò le mani sul materasso
tendendo la schiena all'indietro.
“Più
la concentrazione di raggi ultravioletti aumenta, più per
quelli come me è difficile muoversi. Questo inquinamento
è una manna per gli esseri umani, perché la
concentrazione è così alta che i vampiri possono
uscire solo a sera inoltrata” continuò.
Ruotò il capo mugolando, e socchiuse
gli occhi.
“... E
sto parlando di cose completamente a caso da ore per non fissare la
finestra con aria malinconica. La malinconia gotica è
compresa nel pacchetto trasformazione insieme al tango”.
Steve
proseguì a pregare, alzò lo sguardo ed
osservò il vampiro muoversi. Allungò le gambe e
fece scricchiolare il materasso del letto sotto di lui.
"Hai
ucciso solo filonazisti?" gli chiese.
Tony
si passò le mani sulla palandrana nera che lo copriva, tese
una gamba roteando gli occhi.
“Terroristi.
Contrabbandieri. Roba così” disse.
Scrollò le spalle.
“Lo
so, è ridicolo... Ma non
mi sarebbe piaciuto uccidere persone. Persone innocenti,
intendo”.
Steve
annuì, facendo ondeggiare il ciuffo biondo. Strinse gli
occhi ed espirò dalle narici. Sciolse il rosario dal polso e
lo appoggiò sul comodino, di cui aprì il cassetto.
"Sei
insolito per essere un vampiro" sussurrò. Estrasse
dal cassetto una chiave.
Tony
strofinò il piede
lungo la gamba, si stese e sbuffò sonoramente.
“Lo
so. La morale non va molto di moda”. Affondò il
collo nella pelandrana,
sentiva l'odore di Steve vicino a sé ed espirò
fissando le grate della finestra.
Steve
si alzò in piedi, raggiunse un armadio chiuso e
utilizzò la chiave per farne scattare la serratura, lo
aprì e ne tirò fuori uno scudo di Capitan
America, Lo appoggiò sul letto, richiuse a chiave l'armadio,
rimise la chiave nel cassetto del comodino e lo chiuse. Si sedette sul
letto accanto allo scudo.
"Dimmi
pure quando possiamo andare".
Tony
dilatò gli occhi, si mise seduto sporgendosi verso lo scudo
e vi poggiò la mano sopra.
“Wow”
sussurrò. Deglutì, inspirò.
“Cinque,
dieci minuti. Il tempo di elaborare che sei Captain America”.
Steve
si mise il viso tra le mani e sospirò rumorosamente.
"Ero"
ribatté secco. Alzò
lo sguardo e gli sorrise, passandosi la mano tra i capelli.
"Però
sono anche sotto copertura qui" spiegò.
Tony
strinse le labbra, si alzò e sistemò la palandrana coprendosi fino
alle orecchie.
“Esiste
un solo Capitano” dichiarò. Si avvicinò
alle sbarre, le
sfiorò, sorridendo.
“Possiamo
andare... Ma solo
se non dobbiamo usare stupidi nomi in codice, ho una pessima
fantasia”.
"Dimmi
il tuo nome, allora". Propose Steve. Si mise lo scudo sulle spalle e
strinse le cinghie.
Tony
sogghignò,
scoprendo i canini.
“Mi
chiamano il Mercante di morte” disse. Ridacchiò,
scosse il capo.
“... Ma per
te risparmierò le idiozie da vampiri, e mi
lascerò chiamare Tony. Tony Stark”.
Steve
annuì, avvertendo il proprio battito cardiaco accelerare
rimbombando nelle sue orecchie.
"Puoi
chiamarmi Steve" rispose.