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Autore: kamy    16/05/2015    1 recensioni
Steve è sotto copertura in un monastero. Qui incontra un vampiro di nome Tony Stark. Cosa succederà?
Genere: Dark, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap.2 Patto con il vampiro 
 
Steve si legò il rosario intorno al polso e si sedette sul letto. Guardò il vampiro appoggiarsi contro la finestra di metallo della sua cella. 
"Verrò con te ad uccidere i discendenti iper-tecnologici dei filo-nazisti, ma niente di più" sussurrò. 

Tony passò l'indice su una delle grate, gli occhi rossi divennero liquidi e assottigliò le labbra. Sospirò, scosse il capo e si voltò, sogghignando. 
“Sei sicuro che la frase che hai pronunciato abbia senso?” domandò, sarcastico. 

Steve abbassò il capo e si guardò i piedi, leccandosi le labbra. 
"Ho solo riformulato alcune cose che ci siamo detti in Chiesa" sussurrò con voce rauca. 

Tony gli girò intorno con passo lento, gli sollevò il capo con due dita e si allontanò. Si accostò alla finestra, sorrise. 
“Sì, beh, hai scordato di inserire ‘discendenti iper-tecnologici filo-nazisti usciti da un fantascientifico’, ma nessuno è perfetto”. Poggiò il capo contro le grate, chiuse gli occhi sentendo la pelle pizzicare e soffiò, allontanandosi. 
“Ancora troppo luminoso” borbottò. 

Steve si mise a recitare il rosario a bassa voce, tenendo gli occhi socchiusi, le sue iridi azzurre erano liquide. 

Tony lo guardò, si sedette sul letto. 
“Sai che non serve a niente, vero?” chiese. Indicò il rosario con la mano, arricciò il labbro. 
“Magari la croce può dare fastidio, ma le preghiere sono inutili” spiegò. 

Steve alzò lo sguardo, le sue labbra rosee erano socchiuse e le sue guance pallide. 
"Non le recito per te. È solo che sto saltando le orazioni della sera e sono venuto meno ai miei compiti tutto il giorno, perciò faccio almeno un paio di rosari" spiegò. 

Tony incrociò le gambe, sbuffò sonoramente e le tese, le accavallò, grugnì e mosse un piede in cerchio. 
“Sei molto attaccato al tuo dovere, eh?” chiese, continuando a muoversi agitato. Ridacchiò, scosse il capo. 
“Pensa che io ho difficoltà a muovermi senza far sembrare che stia ballando il tango. È un difetto dei vampiri, non si è ben capito perché” disse. Fissò la finestra, posò le mani sul materasso tendendo la schiena all'indietro. 
“Più la concentrazione di raggi ultravioletti aumenta, più per quelli come me è difficile muoversi. Questo inquinamento è una manna per gli esseri umani, perché la concentrazione è così alta che i vampiri possono uscire solo a sera inoltrata” continuò. Ruotò il capo mugolando, socchiuse gli occhi. 
... E sto parlando di cose completamente a caso da ore per non fissare la finestra con aria malinconica. La malinconia gotica è compresa nel pacchetto trasformazione insieme al tango”. 

Steve proseguì a pregare, alzò lo sguardo ed osservò il vampiro muoversi. Allungò le gambe e fece scricchiolare il materasso del letto sotto di lui. 
"Hai ucciso solo filonazisti?" gli chiese. 

Tony si passò le mani sulla palandrana nera che lo copriva, tese una gamba roteando gli occhi. 
“Terroristi. Contrabbandieri. Roba così” disse. Scrollò le spalle. 
“Lo so, è ridicolo...Manon mi sarebbe piaciuto uccidere persone. Persone innocenti, intendo”. 

Steve annuì, facendo ondeggiare il ciuffo biondo. Strinse gli occhi ed espirò dalle narici. Sciolse il rosario dal polso e lo appoggiò sul comodino, di cui aprì il cassetto. 
"Sei insolito per essere un vampiro" sussurrò.Estrasse dal cassetto una chiave.  

Tony strofinò il piede lungo la gamba, si stese e sbuffò sonoramente. 
“Lo so. La morale non va molto di moda”. Affondò il collo nella pelandrana, sentiva l'odore di Steve vicino a sé ed espirò fissando le grate della finestra. 

Steve si alzò in piedi, raggiunse un armadio chiuso e utilizzò la chiave per farne scattare la serratura, lo aprì e ne tirò fuori uno scudo di Capitan America, Lo appoggiò sul letto, richiuse a chiave l'armadio, rimise la chiave nel cassetto del comodino e lo chiuse. Si sedette sul letto accanto allo scudo. 
"Dimmi pure quando possiamo andare". 

Tony dilatò gli occhi, si mise seduto sporgendosi verso lo scudo e vi poggiò la mano sopra. 
“Wow” sussurrò. Deglutì, inspirò. 
“Cinque, dieci minuti. Il tempo di elaborare che sei Captain America”. 

Steve si mise il viso tra le mani e sospirò rumorosamente. 
"Ero" ribatté secco.Alzò lo sguardo e gli sorrise, passandosi la mano tra i capelli. 
"Però sono anche sotto copertura qui" spiegò. 

Tony strinse le labbra, si alzò e sistemò la palandrana coprendosi fino alle orecchie. 
“Esiste un solo Capitano” dichiarò. Si avvicinò alle sbarre, le sfiorò, sorridendo. 
“Possiamo andare...Masolo se non dobbiamo usare stupidi nomi in codice, ho una pessima fantasia”. 
"Dimmi il tuo nome, allora". Propose Steve. Si mise lo scudo sulle spalle e strinse le cinghie. 

Tony sogghignò, scoprendo i canini. 
“Mi chiamano il Mercante di morte” disse. Ridacchiò, scosse il capo. 
... Maper te risparmierò le idiozie da vampiri, e mi lascerò chiamare Tony. Tony Stark”. 

Steve annuì, avvertendo il proprio battito cardiaco accelerare rimbombando nelle sue orecchie. 
"Puoi chiamarmi Steve" rispose. 

 

  
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