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Autore: Classicboy    16/05/2015    1 recensioni
AU! Modern, AU! Mistery, AU! Fantasy
Nel villaggio tra le montagne di Cover Village tutto sembra scorrere nella più assoluta tranquillità.
Ma allora perché Hazel ha la sensazione che ci sia qualcosa che non va? Perché suo fratello si comporta in maniera così paranoica? Perché lui ed il padre non le hanno mai parlato del fatto che, prima di farla vivere con loro, vivevano lì? E soprattutto chi è la misteriosa figura di cui tutti parlano ma di cui nessuno fa cenno quando lei è presente?
Verità e fantasia a volte si confondono, rischiando di diventare un incubo senza vie d'uscita.
C'è un motivo se un tempo le persone avevano paura del buio...
ATTENZIONE: STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA, CI SCUSIAMO PROFONDAMENTE PER IL DISAGIO!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hazel Levesque, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAP.6: DELUSIONE

 

 

Se qualcosa ci farà rivivere quell'orrore...!

“Hazel?”

Queste sono le stesse parole che hai detto cinque anni fa

“Hazel?!”

Il tuo potere è poca roba in confronto a ciò che io sono

“Hazel!”

La voce allarmata di Frank la riportò alla realtà. Si guardò un attimo intorno smarrita, per ricordarsi dove fosse. Era nel cortile della scuola, Frank era accanto a lei.

Sospirò.

“Stavi pensando al cervo nell'aula della Artemis, vero?” le chiese l'amico preoccupato al suo fianco.

Era passata all'incirca una settimana da quando era accaduto il fatto della classe di scienze e le cose si erano un po acquietate, anche se l'ansia rimaneva. E rimaneva soprattutto ad Hazel che continuava a ripensare alle sue scoperte e ai discorsi tra la professoressa e suo fratello.

“Si” mormorò fievolmente.

Il ragazzo sorrise in maniera impacciata: “Dovresti pensare a cose più allegre, sai? E poi è successo tempo fa, quella creatura non si è più vista”

<< Già, ma tu non sai quello che so io >> pensò lei.

“Ci sono, pensa al fatto che stasera usciamo a mangiare una pizza assieme”

Quel pensiero effettivamente la tirò un po su. Loro due si erano messi d'accordo di andare a mangiare un trancio quel venerdì sera dopo la partita di basket della scuola, della cui squadra facevano parte Frank, Percy e Jason.

“Quanto ti ci è voluto per convincere tuo padre a lasciarti venire?”

“Due ore. Cavoli, non mi era mai capitato di doverlo supplicare tanto. Solitamente è Nico quello a cui nega tutto”

“L'importante e che tu ci sia riuscita” suonò la campanella di fine lezione “Maledizione, se faccio tardi alla prossima ora, la prof mi uccide. Devo proprio andare”
“Ci sentiamo più tardi?”

“Al massimo alla partita. Tutto il pomeriggio sarò impegnato con gli allenamenti e a studiare. Ciao” e lo vide andare via, con quella sua strana e buffa camminata.

Si ritrovò a fissare un po troppo a lungo la sua muscolosa schiena e il retro della cuffia su cui era riportata l'impronta stilizzata di un animale.

Distolse lo sguardo imbarazzata, dirigendosi anche lei in classe.

 

Quella sera verso le sei circa entrò in palestra.

“Sicura di avere tutto? Il cellulare è carico? Hai le chiavi di casa? Ti ricordi a che ora è il coprifuoco?”

Suo padre la stava tartassanda da ore con ammonimenti e raccomandazioni. Ormai non ce la faceva più.

“Si papà, ho tutto. Il mio cellulare è carico. Ho le chiavi di casa con me. Mi ricordo per che ora devo essere a casa” ripetè per l'ennesima volta, non riusciendo a trattenere una leggera nota seccata nella voce.

Il padre la fissò un attimo nervoso: “Va bene, è ricorda che qualunque cosa succeda...”

“... la prima cosa da fare è chiamarti. Lo so papà, lo so. Adesso vai però, su!”

Il padre le sorrise dolcemente: “Va bene, e mi raccomando, Hazel: divertiti” e se ne andò lasciandola sola.

Lei si avvicinò alla recinzione che separava gli spalti dal campo. Guardò un attimo le squadre in campo: entrambe sembravano decise a vincere e parecchio agguerrite. Con lo sguardo si concentrò per ossevare la squadra di casa. Vide Percy provare dei tiri da tre e centrarli quasi tutti, vide Jason dare alcune indicazioni ai suoi compagni di squadra nel suo ruolo di capitano e vide Frank...

Dov'era Frank? Per quanto cercasse la sua figura atletica e vigorosa continuava a non vederlo.

“Ehi Hazel” la salutò Percy avvicinandosi alla ragazza.

“Ciao Percy. Di un po, sai dov'è Frank? Mi ha detto che stasera avrebbe giocato”

Il moro si grattò a disagio dietro la testa: “A dire il vero speravo che me lo dicessi tu. Non si è presentato per tutto il pomeriggio. Ormai lo diamo per disperso”

Hazel sentì un nodo in gola. Come sarebbe a dire che Frank era disperso?! No, non poteva essere, o almeno non poteva esserlo nella sera del loro “appuntamento”.

“Tu hai avuto sue notizie?” indagò il ragazzo.

“Ti giuro, l'ultima volta che l'ho visto è stato a ricreazione. Ci siamo salutati e lui è andato a lezione. So che doveva studiare, forse per questo sta facendo tardi” disse lei con una nota di panico nella voce.

“Lo spero, non vorrei che...”

Iiiiihiii

Le parole del ragazzo furono interrotte da un nitrito.

“Scusa” mormorò Hazel imbarazzata mentre tirava il cellulare fuori dalla borsa.

“Mi stai dicendo che la tua suoneria per i messaggi è il nitrito di un cavallo?” chiese Percy sgomento.

La ragazza non lo stava ascoltando, aveva appena letto il nome che campeggiava a chiare lettere sul display: Frank.

“È lui!” esclamò facendo cenno a Percy. Ma non appena ebbe letto il messaggio la sua euforia svanì.

“Che succede? Che ti ha scritto?” chiese il ragazzo curioso.

Lei gli porse il cellulare:

 

Hazel, scusa se te lo dico con così poco preavviso.

Purtroppo arrivato a casa non mi sono sentito bene, così stasera sono costretto a stare in casa.

Non ti ho potuto avvisare prima perché speravo che il tutto mi passasse dopo poco, ma purtroppo non è così.

Per favore, scusami scusami tanto.

Inoltre avvisa Percy che non ci potrò essere alla partita ma ho già chiesto a Will di sostituirmi.

Scusa

 

Il ragazzo la guardò. Hazel teneva i pugni chiusi lungo il corpo. Si sentiva arrabbiata, delusa, tradita. Sapeva però che il moro non aveva colpa se era ammalato.

“Ehm, io adesso devo andare. Sai com'è, la partita...” si congedò in fretta Percy.

Lei rimase ferma alcuni minuti mentre parole poco gentili verso il genere maschile tutto le si affollavano nella mente.

“Ma tu guarda. Così ci reincontriamo!” le disse una voce allegra alle sue spalle.

Lei si voltò, e vide un ragazzo biondo farsi avanti verso di lei.

“Luke” esclamò sorpresa “Che ci fai qui?”
Il ragazzo fece il suo solito sorriso spettrale: “Jackson è un vecchio amico. Spesso vengo a vedere come se la cava”
“Conosci Percy?”
“Altroché. È un tipo a posto, solo un po ottuso ogni tanto. Ad esempio gli ci sono voluti ben due anni per capire che Annabeth gli stava dietro e viceversa”

Sbagliava o c'era una leggera nota di rabbia nella sua voce?

“Comunque, è un piacere rivederti. E senza nebbia stavolta”

Sorrise a malincuore. Quel ragazzo aveva un che di accattiavante che la attraeva; un carisma tale che ti spingeva a seguirlo sino in capo al mondo.

“Che ci fai qui?” le chiese lui.

“Senti, lasciamo stare. Avevo un... incontro con un amico, ma mi ha dato buca perché si è sentito male”

“E chi è il gentiluomo che si è permesso di trattarti in maniera così irrispettosa?”
“Non so se lo conosci: Frank Z...”
“Frank Zhang? Mi stai dicendo che avevi un appuntamento con Zhang?”

“Beh si, anzi no” disse mettendosi sulla difensiva “Il nostro non era un vero e proprio appuntamento. E comunque che male c'è?”

“Niente” disse leggermente imbarazzato “Niente è solo che... fossi in te non mi fiderei granché di lui”

“E perché? Mi pare un bravissimo ragazzo!” il tono della sua voce era diventato di un'ottava più stridulo.

“Su questo non c'è dubbio, ma la sua famiglia, ecco...”

“Cos'ha che non va la sua famiglia?”

“Strane voci circolano su suo padre. Non so quante siano vere e quante false, ma nessuna di esse è buona. E ricorda che un figlio è sempre simile al proprio padre”

“Io... io...” boccheggiò Hazel incapace di replicare a quella scoperta.

In quel momento la salvò una voce: “Hazel!”

La ragazza vide Leo venirle incontro sorridente.

L'espressione di Luke invece era tutt'altro che gaia e festosa: era seccato, come se l'avessero interrotto nel bel mezzo della sua trasmissione preferita: “Sempre il solito...” si voltò verso di lei sorridente “Scusa, ma ora è bene che vada. Ci si vede” e svanì.

“Hazel” la raggiunse Leo “Di un po quello per caso era Luke Castellan?”
“Si, perché?”

L'espressione del ragazzo si fece seria: “Attenta a quello che ti dice. Luke è un noto bugiardo a cui piace seminare zizzania. Prendi sempre con le pinze ciò che esce dalla sua bocca” tornò a sorridere “Ma bando alle tristezze. Visto che sei sola che ne dici di venire a tifare con me? Sarà divertente, e magari impari anche qualche nuovo epiteto sugli arbitri”

Lei sorrise, felice di avere come amico un ragazzo che riusciva sempre a riportarle il sorriso sul volto: “Accetto volentieri”

Dai magari non tutto il genere maschile era così male.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Eeeee... rieccomi a rompere le scatole! (parte musichetta)

Finalmente è arrivato il tanto atteso capitolo dell'appuntamento tra Hazel e Frank... E non si fa!

Tornando seri, ci sono un paio di note:

1- Frank per tutta la storia immaginatevelo con in testa un berretto ogni volta diverso tipo cuffia,

2- Ade forse con le sua apprensioni risulta un po OOC ma secondo me come padre reale sarebbe iperprotettivo,

3-grande ritorno in scena di Luke Castellan più stronzo che mai, ma sarà vero ciò che dice? Vi ricordo che le bugie più efficaci sono quelle che hanno almeno un fondo di verità, quindi fate attenzione,

4- Anche Hazel forse è OOC, ma non so in che altro modo renderla, e poi state certi che più avanti saprà rendersi onore,

5- Ho scritto un momento Lazel! Qualcuno mi uccida! Frazel for life! (tira fuori striscioni Frazel)

E dopo i miei scleri passiamo all'epilogo dell'angolo autore: che cosa intendeva Luke con le sue parole? E Leo? E poi cosa è successo a Frank al punto da fargli rinunciare di andare all' “appuntamento” con la ragazza dei suoi sogni?

Lo sprete presto (classico permettendo)!

Byeeeee!!!!!!!

   
 
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