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Autore: yoursincerely_ila    16/05/2015    1 recensioni
-Non puoi andartene-. Disse esasperato.
-Ah no? Beh, vuoi vedere invece come me ne vado?-.La rabbia incominciò ad uscir fuori e,perforandolo con lo sguardo, mi lasciò il polso.
-Clary...-.
-Tu non capisci. io non...-. Sbuffai. Perchè mi riusciva così difficile?
-io... non sento di appartenere a questo mondo, al tuo mondo-.Aggiunsi. Lo guardai negli occhi. lo sapevo che lo stavo distruggendo, ma era la verità.
Partendo dal presupposto che amo Clary e Jace,questa storia si ispira al libro Shadowhunters, in quanto compariranno alcuni luoghi e personaggi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Jocelyn Fray
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Ti sto odiando" affermai togliendomi le coperte dalla faccia. Jace era venuto in camera e mi aveva messo vicino alle orecchie la musica a tutto volume. Di conseguenza ero caduta dal divano con un urlo in un ammasso aggrovigliato di coperte.
"Odio quando fai 'ste bambinate" Ammisi alzandomi. Mi misi davanti allo specchio per cacciare e rifare la mia coda dato che sembrava tutto tranne che quella. Jace mi raggiunse con le mani in tasca abbracciandomi da dietro. Il suo sguardo catturò il mio attraverso lo specchio.
"Mh, meno ventiquattro". Affermò riferendosi alla scommessa. Da una parte volevo perderla, dall'altra volevo dimostrargli che anche io potevo prendere e rispettare le mie decisioni. Gli feci la linguaccia portando finalmente le mani lungo i fianchi e ammirando la mia bella coda rossa.
"Guarda come siamo belli insieme; non capirò mai le scelte di una ragazza". Disse per poi darmi un bacio sul collo scoperto provocando una serie di brividi.
"Infatti, non capirò mai gli atteggiamenti di un ragazzo". Ribattei spostandomi per andare a prendere i vestiti. Jace era rimasto lì, le braccia nelle tasche, un sorriso beffardo mascherato.
"Ora,se permetti, mi dovrei fare una doccia". Affermai in modo tale da farlo uscire dalla mia stanza.
"Si,anche io". Disse, e incominciò a sbottonarsi la camicia.
"Cosa? No!" Diventai tutta rossa e feci per avvicinarmi. "Io faccio la doccia, tu esci". Aggiunsi.
"E va bene". Disse finto dispiaciuto "Chi capirà mai le ragazze..". Aggiunse scuotendo la testa e attraversando l'arco della porta. I muscoli della sua schiena si flettevano insieme a lui, e la vocina della mia testa mi rimproverava per averlo cacciato via. Si girò per guardarmi con la faccia da cucciolo bastonato.
"Ne sei proprio sicura? Ti potevo insaponare le spalle" Ammise avvicinandosi un po'. Feci cenno di si per poi chiudere la porta con un "grazie" e un piccolo sorriso.
Il getto di acqua calda mi rilassò le spalle. Per un momento riuscii a non pensare a niente, e fu la sensazione più rilassante e orribile di sempre. Rilassante perché le mille domande scompaiono; orribile perché alla fine quei pensieri che tanto rifiuti ti mancano.
Dopo aver indossato una camicia a quadri neri e rossi e un paio di leggins, fui pronta per scendere in salotto. Arrivata, trovai Simon ancora in uno stato di sonno profondo. Provai a scuoterlo ma l'unica risposta, o meglio gesto,fu la sua schiena rivolta verso me. Abbandonai l'idea di uscire e incominciai a bere un succo all'ananas.
Mentre stavo lavando le stoviglie,  entrò Jace con il suo cappotto di pelle.
"Metti il giubotto" Affermò solamente per poi uscire dalla cucina. Ormai sapevo sarebbe stato inutile chiedere; se non me lo avesse detto di sua spontanea volontà potevo farne a meno. Feci come richiesto e indossai anche un  cappello e una sciarpa di lana nera.
L'aria fredda mi colpì le guance, e misi subito le mani in tasca per trattenere un po' di calore. Jace mi guardo come 'te lo avevo detto'.
Camminammo per almeno cinque minuti senza alcun tipo di conversazione. Quando un imponente palazzo grigio catturò la mia attenzione, ci fermammo.
"Riesci a vederlo per quello che sei. E se te lo stai chiedendo,questo sarà il tuo centro di allenamento".
Al centro della struttura c'era un enorme segno somigliante alla testa di un ariete. Le cornici di ogni finestre erano marchiate con diverse rune di cui non capii bene il significato. I vetri delle finestre erano marchiati con lettere. Erano divisi in due piani.
"S...h....w" incominciai a leggere le vocali fino a quando non mi fermai sorpresa.
"Shadowhunter" . Affermai stupita dalla bellezza e imponenza di quella perfezione così sminuziosa. A quell'affermazione le porte si sbloccarono. Jace si avvicinò e le spinse mostrando un lungo e grande corridoio in parché. Si sentiva solo il rumore dei nostri passi. Guardavo estasiata fuori dalle finestre contorniate da tende vellutate in rosso legate ai bordi attraverso fili d'oro. Si intravedeva un enorme giardino ben curato con diverse palme.  Jace aprì una porta e attraversiamo questo enorme giardino dove notai vi erano alcuni shadowhunters che si allenavano chi senza armi, chi con oggetti mai visti.
"Non pensavo ci fossero altre persone". Ammissi entrando in una palestra enorme. Il giardino era alle nostre spalle,  e non vedevo l'ora di ritornarci. Era così pacifico.
"Beh, se volevi che rimanessi soli potevi pure chiedermelo che saremmo rimasti in camera mia". Affermò con un piccolo sorriso. Effettivamente in quel momento eravamo soli in palestra. Non riuscì a non ridacchiare e gli diedi un piccolo pugno sulla spalla.
Neanche il tempo di allontanare il pugno dal suo braccio che mi prese il polso facendomi fare un giro su me stessa, fino a quando non andai a trovarmi schiacciata tra il muro e Jace, che mi aveva bloccato tutti e due i polsi contro il mio barra suo petto. Il respiro si era mozzato, era successo tutto così velocemente. Il suo respiro lo sentivo sulla guancia e i suoi occhi erano concentrati sui miei. Quel fuoco si stava accendendo, e non era una buona cosa, né per me e né per lui,sorpatutto per quella vicinanza troppo stretta.
"Lezione numero uno". Disse con voce roca. "Mai scherzare durante un allenamento". Aggiuse. Improvvisamente trovai il giusto coraggio per avere l'ultima parola.
Misi una gamba attorno al suo ginocchio e la piegai. Jace cadde a terra con ancora i miei polsi racchiusi nelle sue mani, ed io caddi sopra di lui.
"Lezione numero due". Scherzai. "Mai distrarsi durante un allenamento".
  
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