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Autore: The Galway Girl    16/05/2015    1 recensioni
Gabrielle vive nella Parigi del fine 1800, è una ragazza semplice con un grande sogno: ballare al mitico Moulin Rouge. Un sogno impossibile, finché una scoperta (e un piccolo ricatto) la aiuterà a realizzarlo. Sarà così bello come se lo è sempre immaginato?
Genere: Commedia, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo dodici


Il gran giorno è arrivato.

Non riesco a stare ferma, ho passato l'ennesima notte in bianco, sembravo uno spettro che si aggirava per casa, mi sono alzata nel cuore della notte e non riuscendo a prendere sonno ho finito di sistemare i vestiti per Louise finché non ho scorto le prime luci dell'alba dalla finestra e mi sono infilata nel letto per evitare che mia madre mi trovasse sveglia.

Provare ormai non serve più a niente, così passo la mattina a rigovernare la casa, sbatto i tappeti, cambio i letti, spolvero e aiuto anche Coralie con i compiti, o meglio la guardo, sono sempre stata una frana anche a scuola.

La mamma mi lancia occhiate nervose < < Allora io sarò lì per lo spettacolo, Coralie starà con Madame Jolie qui a fianco e io vengo appena finisco il lavoro > > mi assicura.

Non la sento nemmeno, sono troppo nervosa.

Passo il pomeriggio a prepararmi meticolosamente, mi lavo i capelli, trascorro una buona mezz'ora a districarli col pettine imprecando sottovoce e mi pulisco bene le unghie.

Indosso il solito vestito, mi cambierò al Moulin con uno degli abiti per le ballerine, mi pettino creandomi un semplice chignon, col cappello non si noterà, e di nuovo rubo qualche goccia di profumo nella stanza della mamma.

Mi guardo allo specchio e la sua voce mi risuona nelle orecchie “ Presentarti coi tacchi e un'acconciatura ridicola in testa non ti farà sembrare una ballerina, ma un pagliaccio” scuoto la testa per scacciare il pensiero.

Cammino verso il Moulin senza neanche guardare dove vado, ormai conosco la strada a memoria, potrei percorrerla ad occhi chiusi.

Arrivo ed è più maestoso del solito, tutto illuminato con dei nuovi manifesti sui muri dai colori più vivaci, quelli di prima erano tutti sbiaditi e rovinati dalla pioggia.

C'è già un bel gruppo di gente all'entrata pronta ad entrare, chiedo permesso cercando di passare, non ricevendo reazioni scivolo tra le persone facendomi strada verso l'ingresso quasi a gomitate.

Qui trovo un uomo che mi guarda, mi blocca con una mano massiccia e mi chiede

< < Dove credi di andare? > >

< < Faccio parte del corpo di ballo > > rispondo offesa.

Lui mi guarda per un secondo dall'alto in basso e poi mi lascia passare con un'espressione dubbiosa.

Entro lisciandomi il vestito e riaccomodandomi i capelli e vado dritta al camerino delle ballerine, voglio solo cambiarmi, indossare uno di quei magnifici vestiti, un bellissimo corpetto e il cappello.

Eglantine piomba nel camerino e mi trova lì, pronta davanti allo specchio. Mi squadra da testa a piedi, la sua espressione è quanto di più disgustata io le abbia mai visto. Con lo sguardo perlustra il camerino, e notando che ci sono solo io esce.

Poco dopo le altre ragazze arrivano, mi lanciano un'occhiata e si apprestano a cambiarsi a loro volta.

Intuendo già che nessuna mi rivolgerà la parola decido di avventurarmi per l'edificio.

Un gran brusio proviene dalla sala da ballo, mi affaccio alla porta e noto che è gremita di persone, non ho mai visto una folla tale.

Ci sono uomini e donne tutti elegantemente vestiti, scorgo Elyse seduta ad un tavolo con Jules e un'altra coppia.

L'orchestra è pronta, vedo Remy vestito come un vero musicista, e non con la solita mise bretelle e camicia, che lucida i piatti. Prendono tutti posto nelle sedute e io capisco che manca poco.

Torno nel camerino e tutte le ballerine sono vestite, perfette.

Vedendole così tutte impeccabili e professionali mi dico che io non c'entro nulla con loro.

C'è anche Louise, che mi rivolge un sorriso e mi chiede < < Pronta? > >

Io le faccio un cenno del capo.

La De La Tour torna in camerino e trovandoci pronte esclama < < Andiamo! > >

Le ballerine mi sfrecciano davanti una ad una capitanate da Louise, in un coro di risatine eccitate, e io mi sento come quella sera in cui le incontrai per la prima volta, loro in gruppo compatto parlottando e ridendo mentre io le osservo ammirata.

Stavolta però, non le seguo.

Rimango pietrificata nel camerino, le mie gambe non ne vogliono sapere di muoversi, nessuna torna indietro a prendermi.

Resto un po' così, immobile, mi sfilo il cappello e lo lancio sul divano avvilita.

Mi slaccio il corpetto, indosso di nuovo il mio abito, aspetto che cominci la musica e mi azzardo a tornare nella sala da ballo.

Spingo un po' la porta, quanto basta per vedere dentro, osservo il corpo di ballo eseguire i passi alla perfezione, la folla che batte le mani, Elyse che le guarda divertita brindando con i suoi amici, al tavolo vicino al suo è seduto un piccoletto baffuto che dipinge.

Non so se tornare nel camerino, so che è lì che le ballerine andranno finita la prima coreografia, ma non voglio tornare a casa, voglio rimanere qua ancora un po'.

Decido comunque di ritornarci, mi sistemo sul divano e aspetto.

Nessuno viene a disturbarmi, da lontano sento cessare la musica e mi preparo ad incontrare le ballerine.

Passano alcuni minuti dalla fine della musica ma non arriva nessuno.

Sono quasi felice di non aver incontrato le ragazze quando la porta si apre.

< < Oh, sei qui > > dice Remy sollevato.

< < Si, pensavo fossero le ballerine > > dico concentrandomi sul pizzo del cappellino.

< < No, loro sono rimaste in sala con il pubblico > > mi spiega < < Perché non hai ballato? > > mi chiede preoccupato.

< < L'hai notato? > >

Certo che l'ha notato.

< < Certo, ma perché? > > ripete.

< < Cosa mi hai detto la prima volta che ci siamo parlati? > > chiedo.

< < Ehm, ciao? > > tenta lui.

< < Hai detto che non sono una ballerina > > dico io abbattuta.

< < Si, e tu hai passato i restanti giorni a provarmi il contrario > > mi dice avvicinandosi.

< < Io non sono una ballerina > > ammetto per la prima volta.

< < Tu l'hai notato, un musicista seduto in fondo all'orchestra, quindi l'avrebbero notato tutti > > dico triste.

< < In realtà io sto in piedi, altrimenti non ho lo spazio per i piatti > > mi corregge lui cercando di tirarmi su il morale.

Ci riesce, abbozzo un sorriso e mi appoggio allo schienale del divano.

< < Non capisco > > dice lui improvvisamente serio.

< < Cosa? > >

< < Non mi sono mai spiegato come diamine hai fatto a farti assumere date le tue limitate capacità > > mi lancia un'occhiata per sondare la mia reazione e quando nota che io non sono arrabbiata continua < < Ma questo è un altro discorso. Quello che non capisco è perché hai fatto tutto questo. > >

Io lo guardo perplessa.

< < Cioè, tu, non si sa come, sei riuscita ad entrare nel posto più esclusivo di Parigi, ti sei allenata per settimane e la sera della prima ti tiri indietro? Perché? > >

< < Io non sono una ballerina > > ripeto.

< < Lo so. Ma non sei mai stata una ballerina, quindi perché cominciare? Perché ammazzarti di prove per niente? > > chiede.

< < Qualche settimana fa incontrai le ballerine che camminavano e tutti i passanti le osservavano e lanciavano commenti di consenso > > spiego sentendomi un'idiota. < < Ho voluto essere come loro, volevo che le persone mi notassero>> ammetto.

< < Cosa? > > mi chiede lui attonito.

< < Non sono mai stata molto popolare, volevo sentirmi importante per una volta, e pensavo che diventare ballerina avrebbe cambiato le cose, ma non è cambiato niente > dico al limite delle lacrime.

< < Volevo piacere a tutti, ma sai cosa? Non piaccio a nessuno lo stesso, nessuna delle ballerine mi ha rivolto una sola parola in tre settimane, probabilmente mi odiano perché sanno che ho avuto un trattamento speciale > > continuo sconsolata.

Remy rimane spiazzato per un secondo, non credo si aspettasse di assistere alle mie confidenze quando è venuto a cercarmi.

< < Mi sono illusa che sarebbe stato bellissimo, che mi sarei sentita alla grande, invece mi sono solo sentita un continuo fallimento > > concludo.

< < Non sei un fallimento > > mi consola lui.

Io alzo gli occhi al cielo.

< < E non è vero che non piaci a nessuno > > aggiunge con la mano sulla maniglia.

< < A me piaci > > dice lui semplicemente prima di uscire dalla porta.

Note dell'autrice:

Eccoci qua, al momento "clou", spero vi piaccia come si sono svolte le cose, ci sono ancora gli ultimi capitoli finali, non finisce così, ma che ne dite? Vi sareste comportati così anche voi? O vi sareste buttati? Ho pensato molto a come concludere la storia, spero che questa opzione vi convinca! 

Intanto ancora grazie a tutti i lettori e a tutte le vostre recensioni!

  
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