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Autore: Vanilla_91    16/05/2015    12 recensioni
Potrebbe essere il solito cliché, ma di scontato e ripetitivo non c'è nulla quando si parla di lui, InuYasha Von Taisho.
Poco più di vent'anni e una vita perfetta: una famiglia solida e benestante, un gruppo di amici, quelli di sempre, con cui condividere ogni esperienza e una ragazza popolare, che sembra essere uscita da uno di quei film per teenager americani che InuYasha tanto detesta.
Anche la natura è stata generosa con InuYasha, che da più di un anno è diventato l'idolo di centinaia di ragazze, grazie alla sua carriera di modello.
La vita di Kagome è diametralmente opposta. La sua famiglia cade a pezzi, può contare sul sostegno della sua unica vera amica, ma non ha tempo per l'amore.
InuYasha sogna la fama, il successo, la gloria, l'unica cosa che Kagome desidera dalla vita è un attimo di tranquillità.
Perchè due destini così diversi dovrebbero mai incrociarsi?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le vie di Tokyo erano perennemente affollate, in qualsiasi orario le si frequentasse.
Sui marciapiedi della capitale le vite di decine e decine di sconosciuti si incrociavano, senza però toccarsi.
Il sole tiepido aveva convinto Sango e Kagome ad uscire e godersi quella bella giornata.
Avevano scelto Shinjuku come loro meta.
-Un po di shopping forse ti farebbe bene.- mormorò, cauta, Kagome.
-Shopping? Mi servirebbe solamente un po di fortuna.- ruggì l'amica.
Sango, ultimamente, era perennemente di mal umore. Kagome aveva provato ad investigare, a capirci qualcosa, ma l'amica si era mostrata evasiva.
Avrebbe voluto saperne di più, ma non voleva forzarla. Sapeva che qualora fosse stata pronta, sarebbe stata la stessa Sango a parlare.
Peccato che quella situazione si protraesse da più di tre giorni.
-U..ultimamente mi sembri un tantino nervosa.- mormorò, esitante.
-Un tantino nervosa, dici? E' un eufemismo!- ringhiò, quasi mordendo le parole.
-Forse parlarne potrebbe farti stare meglio.-
-Ne dubito fortemente.-
-Sango, però..-
-Senti, Kagome, sfogare il mio malumore su di te è l'ultima cosa che vorrei, ma purtroppo al momento non riesco davvero a controllarmi. Uscire questa mattina è stata davvero una pessima idea! Scusami, ma preferisco tornarmene a casa.-
-A casa?- ripeté basita. -V..va bene, ma almeno lascia che ti accompagni. Possiamo fare una parte della strada insieme.-
-No, scusa ma preferisco andare sola. Perdonami, ma ho bisogno di riflettere. Prometto che appena me la sentirò ti racconterò tutto.-
-Come vuoi, Sango-chan.- mormorò, rattristata.
Restò immobile sul marciapiede a fissare l'amica allontanarsi sempre di più nella direzione opposta.
Si sentiva ferita, ma a tormentarla era la preoccupazione.
Cosa aveva reso Sango tanto nervosa? Cosa la angosciava?
Sobbalzò, risvegliata dalla suoneria squillante del suo cellulare.
Lo estrasse dalla borsetta, sperando fosse l'amica, ma un sorriso spontaneo le abbellì comunque il volto quando sul piccolo display comparve il numero di InuYasha.
-Pronto? InuYasha?-
-Ehi, ragazzina, si può sapere dove sei?- domandò la voce allegra e squillante dal capo opposto del cellulare.
-Ti ho già detto mille volte di non chiamarmi ragazzina, razza di antipatico. Sono a Shinjuku, sto per tornare a casa. Perché ti interessa saperlo?-
-A Shinjuku? Perfetto! Non muoverti, vengo a prenderti!- dichiarò, con tono entusiasta.
-Eh? Ma che vai blaterando?-
-Non ti avevo forse promesso che ti avrei portata a vedere la serra di mia madre?-
-S..sì..ma..-
-Bene, ti ci porto ora. Ci vediamo tra venti minuti alla stazione!-
-Ma, InuYasha, aspetta.- Non ebbe modo di dire altro, perché la telefonata era già stata chiusa.
Stava ancora sorridendo come un ebete, ne era consapevole, ma non le importava. Era felice del rapporto creato con il ragazzo, che si era rivelato una bella persona.
Non si era pentita della confessione fatta al suo datore di lavoro. Si era fidata di lui e voleva continuare a farlo.
Per un istante, assaporò l'estranea sensazione della felicità.

 

 

Sango attraversò il parco,evitando accuratamente di guardarsi intorno.

In un qualsiasi altro momento essere circondata da quella natura incontaminata l'avrebbe estasiata, ma era troppo furente per pensare a ciò che la attorniava.
Le strilla dei bambini, lo starnazzare delle papere e le risate delle coppiette felici, la irritavano almeno quanto il ricordo di quel viso soddisfatto e dal sorriso sornione.
Non riusciva a digerire in nessun modo l'idea di essersi lasciata andare tanto facilmente, di esser caduta in una tale trappola.
Non era mai stata un'ingenua, ma da tale si era comportata.
-Maledetto!- ringhiò, aumentando il passo.
Troppo concentrata sui propri pensieri per guardare avanti, finì con lo scontrarsi con qualcuno, inciampando in un paio di gambe.
Ruzzolò a terra, rotolando più volte su una zolla di terra rialzata, trascinando con sé anche il povero malcapitato.
Sango tentò di rialzarsi velocemente, pronta a scusarsi, ma in quel groviglio di braccia, gambe ed abiti,finì per peggiorare la situazione, ritrovandosi praticamente a cavalcioni di un estraneo.
Stranita, tramortita, ed estremamente imbarazzata sollevò il volto per scusarsi, ma ciò che vide la turbò.

Riconobbe immediatamente i maliziosi occhi azzurri e il sorriso sornione e derisorio.
Era finita proprio tra le braccia dell'uomo che più detestava sulla faccia della terra.
-Tu! Che ci fai qui? Levami subito le mani di dosso!- strillò.
-In realtà sei stata tu a travolgermi. Sai, se il tuo intento era quello di rivedermi, non era necessario metter su tutta questa scenetta.-
-Che cosa?- ringhiò, furente.
- Ma sì, l'ho capito benissimo l'altra sera che stare sopra ti piace non poco, Senko.-
Agì senza pensare, spinta dalla rabbia e dal risentimento.
Lo schiaffeggiò, colpendo con forza la gota destra del ragazzo.
- Ma che ti prende?- si lamentò quello.
-Brutto idiota, il mio nome è Sango, non Senko. Osa proferire ancora parole simili e ti ritroverai privato di ciò che hai tra le gambe!- lo minacciò, con voce tetra.
Si tirò su e senza voltarsi a fissarlo andò via.
Si biasimava per quanto accaduto, non riusciva a spiegarselo.
Era sempre stata una ragazza ponderata, una che rifletteva decine e decine di volte prima di fare una cosa, eppure quella sera non l'aveva fatto.
Si era concessa totalmente ad un perfetto sconosciuto, spinta da chissà quale folle idea.
Non era riuscita a trovare nessuna spiegazione per il suo comportamento e la cosa la rendeva maggiormente furente.
Aveva commesso un errore, ma non riusciva a perdonarsi.
Per quanto provasse a non pensarci, a rimuovere dalla mente l'accaduto, non riusciva a scordare le parole fredde che quel pervertito le aveva rivolto. L'aveva umiliata e per quello non l'avrebbe mai perdonato.

 

 

Continuava a fissare le foto che stringeva tra le mani, ignorando il lavoro che avrebbe dovuto svolgere.
-Kagome, oggi hai la testa tra le nuvole.- la richiamò, dolcemente, la governante.
-Ti chiedo scusa, Kaede, ma non riesco a smettere di pensare a ieri.-
-Pare che tu ti sia divertita proprio.-
-Sì, più di quanto potrei mai spiegare. La signora Von Taisho ieri mi ha reso la persona più felice del mondo permettendomi di visitare la sua serra.-
-Lo vedo. Ti sei messa addirittura a scattare le foto come una ragazzina in gita?- ridacchiò.
Kagome arrossì, ma di delizia.
- Vedi, i fiori che ho fotografato sono davvero rarissimi da trovare qui in Giappone. Sono fiori che crescono solo in determinati ambienti e poterli ammirare da vicino mi ha reso euforica come una bambina. Purtroppo il mio cellulare non ha una fotocamera e InuYasha si è premurato di stamparmi quelle scattare dal suo smarthphone.-
-Un gesto davvero premuroso.-
-Già.- acconsentì Kagome.
La sua era una reazione esagerata, ma si sentiva davvero felice.
Quella per i fiori e le piante era una passione che coltivava sin da bambina e InuYasha, con la sua sorpresa improvvisa, le aveva regalato una splendida giornata.
-Avrei un compito per te.-
-Dimmi pure, Kaede.-
-Dovresti raggiungere gli studi fotografici in centro. Li conosci?-
Annuì.
-InuYasha è li?-
-No, ma Kikyo, la sua fidanzata, ha dimenticato qualcosa di davvero importante e non ha la possibilità di tornare qui.-
Tutto il suo buonumore scomparve nel sentire quel nome.
-K..Kikyo? Devo andare da lei?-
-Sì, tra l'altro mi pare tu l'abbia già conosciuta.-
Annuì, ancora.
La gola le si era seccata. Al pensiero della mora e bellissima compagna di InuYasha, una sensazione di disagio l'aveva colta.
Non sapeva se fosse davvero stata Kikyo la causa del suo licenziamento, ma per qualche strano motivo quella donna non le piaceva.
-Senti, Kaede, non potrebbe andare qualcun altro al posto mio?-
-Eh? Non vuoi andare?-
-N..no è solo che non ho ancora finito di pulire questa camera.-
-Non preoccuparti, se ne occuperà più tardi Miho. InuYasha ha chiesto che fossi tu ad andare, magari vuole presentarvi.- ipotizzò Kaede.
L'espressione di Kagome si corrucciò ulteriormente.
Non aveva nessuna voglia di conoscerla, non voleva che lui gliela presentasse, ma non aveva nessuna scusa per rifiutare.
-V..va bene. Vado a cambiarmi.-

 

 

Kagome era ferma dinnanzi all'ingresso dell'enorme grattacielo da ben dieci minuti. Il portiere aveva verificato le sue credenziali, ma ancora esitava.
Il pensiero di dover incontrare Kikyo la metteva di cattivo umore.
Infine sospirò, si avviò verso gli ascensori e attese il proprio turno.
Il 40esimo piano ospitava il set degli studi fotografici. Non sapeva per quale brand tutta quella gente stesse lavorando, ma c'era un gran fermento.
Fu costretta a fermare almeno quattro persone prima che qualcuno di questa si limitasse a degnarle più di un'occhiata frettolosa e scocciata.
Le fu indicata la strada e si diresse verso la zona dei camerini.
Percorse per un po il lungo e stretto corridoio, fino a giungere all'interno numero 18.
Sospirò e sollevò la mano con l'intento di bussare, per togliersi il pensiero e andare via il prima possibile, ma dalla porta, appena accostata, udì un sussurro che la paralizzò.
-Onigumo, ti ho detto di smetterla. Quella è storia vecchia.- mormorò una voce che riconobbe come quella di Kikyo.
-Vecchia? Kikyo io ti amo fin da quando eravamo dei poppanti. Come potrei digerire una cosa simile?-
-Senti, non sapevo che a questo servizio avessi partecipato anche tu, altrimenti non avrei mai accettato.-
-Certo, come hai fatto tutte le altre volte. Io c'ho provato davvero a dimenticarti, ma non ci sono mai riuscito. Tutti questi mesi passati lontani da te sono stati un inferno.-

-Smettila! Quello è il passato, io amo Inuyasha-
- Lo ami? Eppure quella notte gli hai mentito, sei rimasta con me, al mio fianco. In qualche assurdo modo ami anche me, ammettilo!-

-Dannazione! È accaduto più di un anno fa ed è stato solo un attimo di debolezza. Mi hai giurato che avresti conservato il segreto per sempre e invece eccoti qui a rinfacciarmelo!-
-Devo ricordarti i motivi per cui ti dei avvicinata a quell'imbecille anni fa? Non volevi lui, ma la sua notorietà, il nome della sua famiglia.-
-È vero.- strillò -è tutto vero, ma io sono cambiata da allora. Non sono più una ragazzina alla ricerca del successo, sono una donna innamorata del proprio uomo. Te lo ripeto, quella notte è stato un errore che non si ripeterà mai più.-

 

Kagome calò il capo. Aveva sentito abbastanza, era stata involontaria testimone di una confessione assurda.
Bussò leggermente alla porta e depose la valigetta che portava con sé sull'uscio, prima di correre via.

 

 

Era trascorsa un'intera giornata, eppure il ricordo di quanto accaduto il pomeriggio precedente non l'aveva abbandonata.
Non sapeva nulla di Kikyo, eppure il pensiero che avesse tradito InuYasha la faceva infuriare.
Come si poteva tradire un ragazzo del genere?
E lei, ora che ne era al corrente, come avrebbe dovuto comportarsi?
Sapeva che i due erano insieme da moto tempo..InuYasha la amava davvero?
Sospirò, preda della confusione e di un terribile mal di testa.
-Kagome, che ti prende?-
Sobbalzò, nel sentire la voce del protagonista dei suoi pensieri.
-InuYasha, sei tornato.-
-Sì, l'intervista è stata rimandata, ma non è di me che voglio parlare. Cos'è quell'espressione moscia? Per caso tuo nonno è peggiorato?- s'informò.
- No, non è quello.-
-Cosa, allora?-
-Nulla di importante.- mugugnò, voltandosi e riprendendo a spolverare.
InuYasha l'avvicinò, le catturò un polso e la costrinse a voltarsi.
Occhi negli occhi, Kagome temette che lui le leggesse la verità in volto.
- Non mi piacciono questi misteri tra di noi, non dopo ciò che ci siamo raccontati. Se hai un problema: parlamene! Io sono qui per ascoltarti, Kagome.- le disse con tono sicuro e vagamente irritato.
La ragazza si specchiò in quelle iridi cosi profonde. Una strana sensazione le colpì lo stomaco e il cuore aumentò i battiti.
Cosa le stava accadendo?
Stargli così vicino, in quel momento, era diventato imbarazzante.
Arrossì, inspiegabilmente.
-So io cosa ci vuole per farti parlare.- dichiarò, regalandole uno splendido sorriso.
Senza darle la possibilità di replicare, la trascinò via.

 

Appena un'ora dopo, Kagome si ritrovò seduta in una gelateria che affacciava sulla baia di Tokyo.
Guardò, perplessa, InuYasha che le sorrise di rimando.
-Vuoi spiegarmi che ci facciamo qui? Il mio turno di lavoro non è ancora terminato.-
-Stà tranquilla, sono sicura che il tuo datore di lavoro non solleverà polemiche.- ironizzò.
Ringraziarono la cameriera che porse loro le ordinazioni, prima di riprendere il discorso.
-Allora, vuoi dirmi cosa ti tormenta tanto, ragazzina? A detta di Kaede fino a ieri stavi bene.-
Si prese un attimo per riflettere sulle di lui parole, prima di rispondere.
Aveva chiesto di lei a Kaede? Davvero per lui contava fino a quel punto?
-Non è nulla di che. Sono preoccupata per Sango.- mentì.
-Per Sango, dici? Saprà risolvere i suoi problemi da sola. Sono entrambi adulti e vaccinati.-
Kagome corrugò lo sguardo, confusa. Avrebbe voluto chiedergli altro, ma lui la bloccò.
-Se è solo questo che ti preoccupa, se non c'è altro, anche io vorrei parlarti di una cosa.-
Una strana e premonitrice tensione la colse.
-D..dimmi..- lo incoraggiò.
-Si tratta di Kikyo.- preannunciò.
Nel sentire quel nome, Kagome si irrigidì.
-K..Kikyo?-
-Si, proprio di lei. Ieri l'hai conosciuta, no?-
-Bhe, no..cioè più o meno. Era molto impegnata e non abbiamo avuto modo di parlare.-
-Peccato! Non importa però, te la presenterò molto presto.-
-Cosa c'entra Kikyo, ora?-
-Come avrai capito, non sono una persona molto espansiva. Non ho bisogno di essere circondato da opportunisti o da gente attratta dalla mia fama, per questo ho pochi amici. Mi fido di poche persone e tu sei una di quelle, Kagome.-
-È così anche per me, InuYasha. -
-Lo so, e proprio per questo che desidero parlarne con te. Sei una donna, chi potrebbe consigliarmi meglio?-
-Consigliarti? Riguardo cosa?-
Si grattò i capelli, vagamente in difficoltà.
Kagome lo studiò con attenzione e in quel momento colse un nuovo lato del suo carattere. InuYasha tentava di nasconderlo, ma era imbarazzato e le fece una gran tenerezza.
-Avanti, parla.- lo invogliò.
-Non essere frettolosa, ragazzina, è una questione importante. Dunque, la relazione tra me e Kikyo va avanti da diverso tempo, ma ultimamente c'è qualcosa che mi tormenta, come un vago senso di insoddisfazione.-
Kagome restò in silenzio, studiandolo.
Che lui avesse capito qualcosa dei tradimenti di lei?
-Credo che dopo tanto tempo trascorso insieme, sia ora di dare una svolta al nostro rapporto.-
-I..in che senso?-
-Voglio ufficializzare la cosa, voglio chiedere a Kikyo di sposarmi.-
Quelle parole la paralizzarono, lasciandola a bocca aperta.
Lui voleva sposarla, ma era certa che non sapesse cosa Kikyo gli nascondeva.
Avrebbe dovuto rivelargli tutto? Ma a cosa sarebbe servito?
Li avrebbe divisi e avrebbe reso lui infelice, eppure in lei qualcosa premeva per far fuoriuscire quelle parole.
Voleva che lui lo sapesse, voleva che lui vedesse la donna che gli stava accanto e che voleva addirittura sposare per ciò che veramente era.
Si sentì cattiva, non era mai stata una persona maligna, eppure quelle sensazioni infuriavano in lei.
Voleva che lui lo sapesse, voleva che lui non si allontanasse da lei.
In lotta con se stessa, sentiva di star perdendo il controllo.
Che le stava succedendo?
Scattò in piedi, pallida in volto.
Frugò nella sua borsa, ne estrasse delle banconote e le lasciò sul tavolo.
-Kagome, ma che..-
-Devo andarmene, scusa.- dichiarò, e senza guardarlo corse via.
Corse,non sapendo dove andava, desiderosa solo di fuggire.
Il fiato le mancava, ma si fermò solo quando si sentì afferrare per un braccio.
InuYasha la costrinse a fermarsi e la trascinò in un vicolo per non attirare troppa attenzione.
La bloccò con le spalle al muro, immobilizzandola col suo stesso corpo.
-Si può sapere che accidenti ti è preso? Io ti confesso una cosa del genere e tu scappi via come se avessi il diavolo alla calcagna?- l'accusò, visibilmente irritato e confuso.
-Lasciami andare, InuYasha. Lasciami perdere.-
Si divincolò, tentando di allontanarlo.
- No, che non ti lascio perdere. Si può sapere che cazzo ti è preso?- strillò, rafforzando la propria presa sul corpo di lei.
Già..che le era preso? Perché stava reagendo in quel modo infantile e inspiegabile?
Che diavolo stava facendo?
-Che sta succedendo, Kagome?- le domandò, addolcendo il tono di voce.
Le parole le sfuggirono dalle labbra.
-Lei non è la donna giusta per te, InuYasha.-
-Che cosa?-
-Kikyo ti ha tradito. Ieri quando sono andata da lei l'ho sentita parlare con un tizio di cui non ricordo il nome. Ha ammesso di essersi avvicinata a te per la tua fama, desiderosa di visibilità.-
-Se è uno scherzo smettila subito, perché non è divertente.- ringhiò lui.
- Non sto scherzando, ti giuro che è così. È stata lei stessa ad ammetterlo. Se devi sposarla, devi sapere chi hai accanto.- sostenne con enfasi.
Pronunciare quelle parole faceva male anche a lei. Non conosceva Kikyo, eppure in quel momento si sentì in colpa.
A chi stava facendo un torto?
InuYasha la lasciò andare, arretrando di qualche passo.
Quando tornò a fissarla, le sui iridi erano fredde ed ostili.
Kagome si sentì gelare.
-Tu non mi credi, vero?-
-Perché dovrei farlo? Ho capito: la tua è sola invidia, forse gelosia.-
-Cosa?-
-Sono uno stupido. Ti ho accolto in casa mia, ti ho offerto un lavoro e la mia amicizia e tu hai pensato bene di ammansirmi con la tua storiella triste. Cos'è che cercavi, Kagome Higurashi? Soldi? Fama? Uno scoop da vendere a qualche testata giornalistica?-
-Ti stai sbagliando, InuYasha.-
-Sì, ho sbagliato, mi sono sbagliato su di te. Vergognati, gettare fango su una persona che non conosci. Kikyo mi ama, non sarebbe in grado di fare qualcosa del genere.
Non mi importa il motivo per cui tu abbia messo in piedi questa commedia, non voglio neanche saperlo.-ringhiò, voltandosi ed allontanandosi.
-InuYasha, aspetta, non è come credi..-
-Tu non sei quella che credevo. Se non ti fosse chiaro, da questo momento sei licenziata.
Non permetto a gente come te di far parte della mia vita, né di insultare le persone che amo.- sibilò, andando via e lasciandola sola.

 

   
 
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