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Autore: MauraLCohen    17/05/2015    5 recensioni
Dato che oggi è la giornata mondiale contro l'omofobia, ho deciso di scrivere – per la prima ed ultima volta – il mio personalissimo parere sulla questione; utilizzando, per parlare, un bambino di 10 anni che affronta l'argomento mettendosi al centro tra due persone che hanno diversi punti di vista (una è pro, l'altra no!).
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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                             Se i bambini potessero parlare...

 

Il weekend era ormai giunto al termine: la Domenica stava per lasciare spazio al Lunedì e al caos della frenetica settimana che stava per arrivare; come sempre, anche quella sera, la sala da pranzo era illuminata a giorno dall'imponente lampadario collocato al centro del soffitto.

Wow” pensò il bambino, sedendosi a gambe incrociate e col naso all'insù sulla poltrona del salotto.

Chissà come fa quel pezzo di cristallo a brillare così tanto... Da dove prende quella luce?”

Per una creatura così piccola, quella strana luce che si espandeva in tutta la stanza, poteva essere anche pura e semplice magia; in fondo chi gli avrebbe detto che non era così... i grandi, forse?

Macché, questi erano troppo impegnati a parlare, seduti attorno al tavolo dove poco prima avevano consumato la cena; del piccolo, nel salotto, non se ne curavano: lo avevano liquidato con una frase che alle sue orecchie risuonò assurda: “Va' di là, dobbiamo discutere di cose da grandi!”.

Cose da grandi?” si interrogò perplesso, mentre li osservava da lontano. “Chissà quali sono i ''discorsi da grandi''... Mah, evidentemente, non lo sanno nemmeno loro che lo dicono”

Stava ascoltando curioso tutto quello che veniva detto ed alcune volte aveva anche provato ad intervenire, zittito subito dai genitori che, col tono della voce saldo, lo avevano rimandato a sedersi.

<< Perché non posso parlare? >> mormorò, osservando il padre con aria baldanzosa. << Anche io voglio dire la mia! >>

L'uomo lo scrutò a fondo: i bambini sapevano essere estenuanti con la spavalderia del loro carattere.

<< Non puoi e basta! Sei troppo piccolo per capire certe cose... >> sentenziò, facendo così nascere una smorfia sul viso del bambino che strinse i pungi e ringhiò, sbuffando:

<< Non è vero! Non sono troppo piccolo per capire, non sono troppo piccolo per dire ciò che penso e... >> Per un secondo si ammutolì, osservando le facce perplesse di tutti i presenti.

<< Ecco, per esempio, tu! >> disse poi, indicando con l'indice l'uomo seduto a capotavola. << Tu prima hai detto che sei contro l'omosessualità, giusto? >>

La persona chiamata in causa aggrottò il sopracciglio: “La sfacciataggine di questo bimbo andrebbe punita!” si limitò a pensare, mentre cercava di formulare una risposta per la domanda che gli era stata posta.

<< Non pensi di essere un po' troppo piccolo per porre certi quesiti? Insomma, non sono argomenti che puoi comprendere. Cosa ne vuoi sapere tu dell'amore giusto e dell'amore sbagliato... >>

Amore giusto e amore sbagliato? Certo che questi adulti sono proprio strani, eh... Ora riescono pure ad etichettare i sentimenti, mha...” Il fantolino non riuscì nemmeno ad ultimare il suo pensiero che subito, la donna seduta al fianco del suo interlocutore, diede inizio ad una guerra verbale.

<< Ma come ti permetti?! >> sbraitò furibonda, sbattendo una mano sul tavolo. << Fai veramente schifo, lo sai? Giudichi una persona in base ai suoi gusti sessuali, complimenti... mi fai ridere! >>

In tutta risposta l'uomo scoppiò in una sonora risata << Ma che vai farneticando? Io dovrei far schifo? Tu approvi un amore “sporco”, sbagliato... >>

Mentre le urla gremivano la stanza, la piccola creaturina si accovacciò ai piedi di una sedia, tappandosi le orecchie con entrambe le mani; era spaventato dalla cattiveria delle parole che volavano nell'aria: “Odio”, “Amore”, “Giusto”, “Sbagliato”... ne parlavano come se fosse normale, come se avessero il diritto di giudicare una cosa che non comprendevano del tutto.

Basta...” avrebbe voluto gridare. “Basta parlare, discutere... Dovreste fermarvi a riflettere...”

Si sentiva in trappola, forse il padre aveva davvero ragione: era troppo piccolo per capire e farsi carico di quei significati. Non era pronto a sentirsi grande e parlare, aveva ancora paura delle urla, della rabbia che un adulto sapeva provare... non sarebbe mai stato in grado di affrontarlo.

Di questo ne era convinto eppure si alzò in piedi, trascinò la sedia fino a portarla al fianco dei due litiganti – era ancora spaventato, intimorito da quelle figure alimentate dalla rabbia ma vi salì sopra comunque e li fece tacere con un solo dito puntato.

<< Voi non siete adulti... >> sentenziò. << Tra me e voi non c'è alcuna differenza: io sono piccolo ma anche voi lo siete... mentalmente. Questo discorso non ha senso, ve ne rendete conto da soli, vero? Siete qui a scannarvi e insultarvi per una cosa che non vi riguarda. Perché sentite la necessità di giudicare l'amore altrui? Il loro sentimento non vi appartiene, non lo conoscete davvero... lo avete solo sentito nominare e lo ritenete diverso! >> Continuò poi, osservando le figure interdette delle due persone poste dinnanzi a lui. “Che buffi che siete... Basta farvi sentire piccoli per rendervi tali”

La donna non tolse gli occhi di dosso al bambino, era sì, stupita dalla sua reazione ma anche spaventata: nessuno prima d'ora le aveva detto che anche lei reputasse “L'Omosessualità” diversa.

Come poteva anche solo pensarlo? Lei che si era sempre schierata a difesa di quei ragazzi che venivano aditati ed etichettati con nomignoli ridicoli solo per via dei gusti sessuali... Non si capacitava di questo, non lo tollerava. E l'affermazione del suo piccolo interlocutore la scosse, a tal punto da incuriosirla: prima non si sarebbe mai sognata di prestare ascolto ad un bambino ma ora... Era necessario sapere il significato di tali parole.

<< Che intendi dire con “lo ritenete diverso”? Sappi che ti sbagli di grosso mio caro, io difendo i Gay... Non li ritengo diversi da noi! >>

Il pargoletto rise, si aspettava questa risposta... Ormai conosceva bene il pensiero di chi lo circondava: erano prevedibili. << E invece non è così: tu li reputi diversi, per questo senti il bisogno di difenderli. Il fatto che – secondo te – il loro amore sia differente dal tuo ti porta a vederli come esseri fragili, esposti all... >>

<< Ma, Insomma! >> lo interruppe la madre, intromettendosi in quello che ormai era un “discorso degenerato”. << Fila in camera tua! >>

<< No, per favore, lascialo proseguire: voglio vedere dove va a parare; non capita tutti i giorni di essere rimproverati da un frugoletto! >> commentò sarcasticamente la donna, ormai intenta ad affrontare l'ometto che sbuffo, cercando di proseguire << Stavo dicendo, se un ragazzo gay avesse assistito alla vostra litigata come credete che l'avrebbe presa? Secondo te si sarebbe sentito accettato ? Avrebbe potuto sentirsi “normale” tra voi due che vi insultavate per “proteggerlo” e attaccarlo? >>

All'apparenza anche quelle domande potevano risuonare come una contraddizione, ogni singola parola aveva un significato a sé: non si potevano unire tra loro. Eppure il bambino andava convinto di ciò che diceva, non fece nemmeno un passo indietro mentre aspettava la risposta che non tardò ad arrivate. << Forse hai ragione: molto probabilmente lo avremmo fatto sentire “non accettato” col nostro comportamento ma la società non vuole “un amore diverso” e si schiera contro, insultando e ferendo... nel profondo. E non tutti sono tanto forti da potersi difendere da soli... >> La donna fece una pausa, respirando a fondo; stava sbagliando pure lei: si stava dimenticando che davanti aveva un bambino di dieci anni e non un adulto, doveva stare attenta alle parole che usava.

<< “Amore diverso”? >> intervenne l'uomo col quale prima litigava. << Quello non è un “amore diverso” ma più che altro un “amore sbagliato”... Sì, sbagliato. Questo è. >>

Il bambino si portò una mano al viso, stropicciandosi gli occhi. “Sbagliato? Diverso?” si interrogò. Aveva sentito ripete infinità di volte quelle parole, possibile che nessuno si rendesse conto del peso che avevano? Davvero un amore poteva essere così? Per un attimo non seppe cosa rispondere: quello strano sentimento che per lui era solo un sussurro nel vento, ora chiedeva di essere spiegato e di assumere una forma per mezzo delle parole. Scostò la sua piccola mano dagli occhi, lasciandola cadere lungo il fianco. Era stufo: ne aveva già parlato a scuola, con insegnanti e compagni che lo avevano confuso ancora di più, ed ora si trovava di nuovo a dover ricominciare.

Si morse con forza un labbro e strinse i pugni, era deciso a chiudere lì quello che ormai era diventato uno sproloquio.

<< L'amore non può essere sbagliato, non è un tema scolastico o un quiz dove mettere delle crocette. Non sei tu a scegliere l'amore, è questo che ti prende e ti muove come fossi un pezzo degli scacchi; un uomo non può controllare un sentimento perché mai potrà comprenderlo fino in fondo e se una cosa non la si conosce, non la si può domare! I sentimenti vanno vissuti così come vengono, senza alcuna paura... Sono questi a renderci umani, a farci fare determinate scelte; come si può definirli giusti o sbagliati? Dovremmo semplicemente abbandonarci ad essi e lasciare che facciano il loro corso, cambiando noi e ciò che ci circonda. >>

Per un istante si bloccò scendendo dalla sedia ed avvicinandosi alla porta della sua cameretta.

<< Non c'è motivo di sentirsi diversi o far sentire diverso qualcuno per via dei sentimenti o per delle semplici scelte di vita; nessuno sa cosa sia giusto e sbagliato, di conseguenza nessuno può permettersi di giudicare ciò che sono e fanno gli altri. Tutto qui... >> Sorridendo un'ultima volta a coloro che lo avevano ascoltato per una ricca mezz'oretta, varcò la soglia della camera e si richiuse la porta alle spalle, lasciando tutto tumefatti e increduli.

Eh già” si disse, soddisfatto. “E' proprio vero: sono un bambino. Ma forse proprio per questo riesco a dare dei giudizi spassionati: se del mondo non si conosco entrambe le facciate, si può parlare senza alcun pregiudizio... sarà forse per questo che i bambini sono la voce della verità?”

 

 

 

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Note dell'autrice:

Allora, carissimi, mi unisco anch'io alla pubblicazione di una storia nel giorno contro l'omofobia; e sì, sono consapevole che questo gesto è del tutto incoerente con ciò che c'è scritto nella storia. Quindi vediamo di chiarire un paio di punti: innanzitutto, la scelta di utilizzare un bambino e non un adulto per parlare ha in sé una metafora che ho cercato di far emergere nel testo; a tal proposito, credo sia doveroso specificare che no, non credo che un bambino possa affrontare un tale discorso ed è per questo che come “esempio” prendo un bimbo molto particolare: la mia versione al maschile. Oh sì, io ero e sono esattamente così: un'insopportabile moralista che non si mette problemi ad intrufolarsi nei discorsi dei “grandi” per dire la sua. Non mi sono mai messa problemi nel far questo e mai lo farò! Quindi partiamo da questo presupposto. Poi, perché dico che la pubblicazione della storia è del tutto incoerente con ciò che c'è scritto al suo interno? Molto semplice: se qualcuno mi dovesse porre la domanda “Sei ''pro'' o ''contro'' i Gay?” non otterrebbe alcun tipo di risposta poiché – per come la vedo io – non ci si può definire né a favore e né contro un qualcosa che viene ritenuto normale; nessuno di noi è “pro” o “contro” una donna, un bambino, un uomo o anziano che sia... Nessuno di noi si sognerebbe mai di dire una cosa del genere perché parliamo di persone con dei sentimenti, in grado di fare le proprie scelte consapevolmente. In più, scusate, ma io non credo minimamente alla favoletta dell' “amore giusto” e “amore sbagliato” per il semplice fatto che di Amore si parla ed essendo questo un sentimento va semplicemente vissuto nella maniera in cui si manifesta... Nessuno può etichettarlo.

In ogni caso questo è solo il mio punto di vista e sono pronta ad assumermene ogni responsabilità, senza alcuna remora. Quindi se dovete dire qualcosa, ditela tranquillamente. Non ho scritto questa Shot con lo scopo di ricevere l'unanimità delle recensioni o per far vedere chissà cosa.

Detto questo, passo ai doverosissimi ringraziamenti visto che, con amore e minacce, Little Lotte e So_Shiryu mi hanno convinta a pubblicare, sopportandomi durante la stesura. <3

E' stato difficile ma ce l'abbiamo fatta!

Ed ora, prego, linciatemi xD 

   
 
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