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Autore: Tony Stark    17/05/2015    3 recensioni
Solo tre anni sono passati da quand Chris Redfield è stato fermato, ma una società che sembra apparsa dal nulla lo risveglia dal suo sonno. La battaglia ricomincia...
[[Attenzione!! Per capire questo racconto dovrete aver già letto You are Infected 2: Il ritorno dell'Incubo]]
Genere: Angst, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Redfield, Claire Redfield, Nuovo Personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You are Infected Series'
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              You are Infected 3: La fine di un Incubo

        Intermezzo: Can you survive alone at the nightmare? And saving brother Alex1


-Ecliptic Express, Foresta degli Arklay

Il treno deviò il suo percorso rettilineo entrando in un tunnel scavato nella roccia che a prima vista nessuno avrebbe notato. La luce del sole non entrava più dai numerosi finestrini spaccati. Le sanguisughe erano sparite, lasciando tutto ricoperto dalla loro viscida bava infetta e i cadaveri della povera gente che avevano ucciso.

Il treno si fermò con uno stridio di freni, mentre i pistoni si fermavano del tutto.

<< E’ il momento di provare la sua abilità ma soprattutto il suo coraggio, Agente Burton >>; la voce di Marcus pareva provenire da qualunque luogo, tanto era forte e rimbombante ma fin troppo chiara.

Barry si trovò costretto ad uscire dal treno da un assalto improvviso delle sanguisughe arrivate da chissà dove, i binari finivano a qualche metro di distanza dal treno. Le sanguisughe rimasero all’interno del treno come per impedirgli di tornare indietro. Davanti a lui si trovava un secondo tunnel illuminato malamente da due faretti posti all’ingresso, Barry avanzò lentamente lungo il tunnel, la Colt Anaconda stretta in pugno.

Il tunnel terminava all’interno di un enorme antro roccioso, che si trovava proprio all’interno delle montagne Arklay, e poi la vide, un’altra villa come quella che si trovava nella foresta ma nascosta come quella in Antartide. L’ampia doppia porta di quercia dalle maniglie dorate si trovava ad un paio di metri da lui.

Doveva andarsene, doveva trovare il modo di tornare a Racoon City, si voltò e davanti a se vide una creatura, più alta di un uomo ma meno di un normale Tyrant. Numerose bocche irte di minuscoli denti aguzzi si aprivano sugli arti e sul torso della creatura

<< La ritirata non è un opzione considerabile, Agente Burton. >> disse la creatura con le sue innumerevoli bocche, era Marcus…. Ma come poteva essere diventato una tale creatura? << Entri nella villa, Agente Burton. Non mi costringa, scusando il gioco di parole, a costringerla ad entrarvi >>; Barry non capiva perché, perché Marcus avesse un tono così cortese e formale, quando il suo corpo era quello di un mostro.

Stava per puntargli la Colt contro quando Marcus parlò nuovamente << Non vorrà certo che sua moglie e le sue dolcissime figlie vengano uccise, o mi sbaglio? >>; Barry non sapeva come reagire, come faceva quel folle a sapere della sua famiglia?

<< Chi tace acconsente, Agente Burton. Dovrebbe andare nella villa, prima che io cambi idea. La piccola Poly dovrebbe avere quattordici anni, adesso, non vorrei trovarmi costretto a stroncare la sua giovane vita. Si ricordi, Agente Burton, io posso uccidere chiunque, non importa dove sia nascosto, senza muovermi da qui. Ma quindi potrebbe sorgerle il dubbio del non essere certo che io l’abbia fatto davvero, e io risolverei questo dubbio facendo portare ai miei figli la testa della piccola Poly fin qui, sono molto veloci sa? - parlava di quelle orride sanguisughe con l’orgoglio di un padre – Quindi adesso… adesso… adesso – il suo tono si era fatto più cupo e affaticato come se cercasse di impedirsi di fare qualcosa- VADA! >> completò il suo monologo con quel grido che doveva essere un ordine ma che sembrava più il ruggito di uno di quei mostri.


-Artide

Non appena il Thanatos avvistò uno degli agenti della Swarm, si lanciò all’attacco lanciando un grido primordiale e mostruoso, il rumore dei suoi passi pesanti si udì anche al di sopra del forte vento.

Imnek2, l’agente che era stato avvistato da Thanatos, compiva il suo giro di perlustrazione lungo il perimetro dell’edificio dei laboratori, anche se onestamente non né capiva l’utilità nessuno avrebbe mai cercato una base al Polo Nord. Lui e Noatak3, nome in codice Cacciatore, erano impegnati nella perlustrazione della zona attorno all’edificio quando udirono il grido del Thanatos, quello che videro muoversi in loro direzione pareva in tutto e per tutto un’enorme nuvola di vapore bianco.

Quando videro cosa si trovava dietro quella nuvola di vapore, seppero immediatamente di essere spacciati. Dovevano avvisare gli altri.

<< Qui, Cacciatore. Siamo sotto attacco da parte di una B.O.W., ripeto una B.O.W. ci sta attaccando >> disse Noatak.

<< Qual è il modello della B.O.W.? >>Chiese Uomo di Neve, il nome in codice di Koori.
<< E’ una B.O.W. di modello Tυραννοσ, ripeto è una B.O.W. del modello Tiranno >> rispose Imnek, mentre lui e Noatak riuscivano ad evitare la carica del Thanatos, quella creatura era il Tyrant più grande che avessero mai visto, la pelle era di un uniforme bianco perlaceo, il cuore rosso e brillante batteva al di fuori della gabbia toracica, ambedue le mani erano munite di lunghi artigli che sembravano impianti metallici e graffiavano la neve mista a ghiaccio mentre si muoveva, gli occhi lattei e vuoti.

Thanatos fendette un colpo dei suoi possenti artigli contro i due agenti, gli artigli grigiastri si erano tinti di un rosso brillante come se fossero metallo incandescente.

Mentre Iluq mandava gli agenti a fornire supporto ad Imnek e a Noatak, Wesker si dirigeva verso la sala dei Tyrant.

L’edificio si era svuotato del tutto, la Swarm aveva fin troppi agenti ma un'unica squadra di ricercatori che in quel momento si sarebbe potuta trovare dispersa ovunque. Non che ad Albert importasse, lui voleva solo salvare suo fratello.

-Villa nascosta della famiglia Spencer, Arklay’s Mountains

Si era trovato costretto a rifugiarsi nella villa quando Marcus aveva perso il controllo di quella sua forma mostruosa, si era chiuso la pesante doppia porta di quercia alle spalle. La villa era esattamente come la ricordava nonostante essa fosse solo una copia dell’originale.

La vetrata del tutto inutile, visto che si trovava sottoterra, si mostrava nella sua variopinta lucidezza era visibile alla fine della grande scalinata centrale, l’intera sala era magnifica.

Un altro dei ringhi mostruosi di Marcus si udì dall’esterno della villa, probabilmente c’era un altro modo per uscire e quel modo era protetto da un numero spropositato di enigmi inutilmente complicati. Con indovinelli ed emblemi introvabili.

Almeno non ci sarebbero stati zombie qui, o almeno così Barry credeva.

Per prima cosa avrebbe dovuto cercare una qualche mappa, non ricordava così bene tutta la planimetria dell’edificio. Ricordava poco dell’intera villa, anche se ricordava benissimo la planimetria del laboratorio cosa che non gli sarebbe servita.

Si diresse verso la prima porta alla sua sinistra, sul pomello argenteo della suddetta porta era inciso l’emblema della spada, Barry provò comunque ad aprirla sperando che non fosse chiusa. Purtroppo per lui lo era, “Fantastico cominciamo benissimo” pensò sarcastico l’uomo, anche la seconda porta alla sua sinistra era chiusa, sul pomello era inciso l’emblema dell’elmo.

Si diresse allora verso la doppia porta che conduceva alla sala da pranzo, che si mostrò ai suoi occhi illuminata da tre candelabri d’argento posti sulla tavola da pranzo e da un lampadario di cristalli.  Un  vecchio orologio a pendolo bloccato si trovava alla sua sinistra, il quadrante dell’orologio era sparito assieme ad alcuni ingranaggi. In fondo alla sala sopra il caminetto, invece dell’emblema di legno, c’era un incisione di Cupido, vi era una cavità a forma di punta di freccia lì dove sarebbe dovuta essere la punta della freccia di Cupido e sotto vi era inciso qualcosa:

Quando la freccia di Eros sarà completata, la strada verrà, allor, liberata”; doveva cercare la punta di una freccia che sarebbe potuta essere ovunque in quella villa, sempre che quell’enigma lo aiutasse davvero ad uscire da li.

Aprì l’unica porta della stanza, una zaffata che sapeva di decomposizione e chiuso lo investì non appena aprì la porta. Proprio di fronte ad essa, accasciato contro il muro del corridoio giaceva un cadavere, la testa inclinata d’un lato, il viso che non aveva più alcun tratto, era solo una maschera di muscoli quasi del tutto sfatti, aveva un pugnale di vecchia fattura, simili a quelli d’esposizione, piantato nel collo.

Accanto al corpo vi era quella che pareva essere un agenda, un agenda rilegata in cuoio marrone. La prese facendo attenzione al cadavere, quasi avesse paura che d’improvviso tentasse di attaccarlo, l’agenda era coperta da una sorta di strato ceroso, bianco-grigiastro.

Si allontanò dal cadavere e cercò un punto abbastanza illuminato per poter leggere il contenuto dell’agenda… le prime pagine erano spesso considerazioni sui vari esperimenti che avevano compiuto, una data attirò la sua attenzione, essendo anche l’unica con una data chiara.

12 Maggio 1998
I laboratori dell’altra villa hanno avuto una fuga del Virus Tiranno, alcuni ricercatori sono stati trasferiti nei nostri laboratori… dopo i doverosi test.

13 Maggio 1998
I contatti con l’altra villa sono cessati del tutto e la struttura è stata sigillata. Qui le ricerche stanno procedendo a gonfie vele, sono certo che Lord Spencer apprezzi i nostri sforzi.

14 Maggio 1998
Abbiamo ricevuto un audio messaggio proveniente dall’altra villa… I sopravvissuti al contagio… non avevo mai sentito qualcuno che veniva ucciso dai T-Vettori… io non capisco. Se c’erano dei sopravvissuti perché Lord Spencer non ha trasferito anche loro?

In realtà adesso che ci penso, non so che fine abbiano fatto i ricercatori dell’altra villa che sono stati trasferiti nei nostri laboratori…

15 Maggio 1998
C’è stato un piccolo incidente nella cella della cavia J-07, nonostante l’avanzato stato di decadimento dei tessuti è riuscito a fuggire, l’unità di contenimento biologico è comunque riuscita a fermarlo prima che infettasse qualcuno, per fortuna.

16 Maggio 1998
Mentre analizzavo dei campioni di una cavia in fase V-ACT, ho notato qualcosa di… insolito. Sembra che il virus stia operando per mutare la struttura ossea e muscolare dell’ospite. Forse otterremo qualcosa di diverso da un normale Crimson…

La cavia J-01 è stata trasferita in un unità di contenimento migliore di quella in cui è rimasta nelle ultime settimane.

17 Maggio 1998
Siamo rimasti senza riscaldamenti, la caldaia ha smesso di funzionare… e Lord Spencer non può far intervenire alcuno perché quest’edificio è letteralmente sconosciuto all’Umbrella stessa. Questo posto è diventato una ghiacciaia.

Posso abituarmici, devo farlo… uff, se solo non facesse tanto freddo.
18 Maggio 1998

I progressi con il Virus Tiranno proseguono. Dovremmo riuscire a completare una forma raffinata del virus entro la fine di questo mese.

La cavia J-01 si è trasformata in una sorta di predatore quadrupede, cosa ancor più sconcertante è il fatto che il cuore abbia ripreso a battere… ogni processo di decadimento fisico si è arrestato… questa creatura è molto interessante.

19 Maggio 1998
La cavia J-01 è riuscita a fuggire dalla sua unità di contenimento, non riusciamo a trovarlo, potrebbe essere ovunque… E in più J-01 è capace di trasferire una carica virale maggiore con un morso rispetto a quello di un normale T-Vettore.

20 Maggio 1998
La villa è stata sigillata, siamo bloccati. Spencer ci ha condannati! Il virus ha cominciato a diffondersi, i contagiati si trasformano due volte più velocemente rispetto al normale. Io e alcuni dei miei colleghi abbiamo deciso di provare a fuggire dal tunnel sotterraneo che connette questo laboratorio al sistema fognario di Racoon City.

Spencer non può aver bloccato anche quel passaggio… Non dirò niente ad alcuno, ma uno dei contagiati è riuscito a mordermi. Fin ora sta andando tutto bene

21 Maggio 1998
L’hanno capito… mi hanno lasciato qui… a morire.
Non… voglio… l’infezione si diffonde.
Io… non… non… voglio… morire!

22 Maggio 1998
Ho. paura, tutto. fa male.
Voglio. Tornare. a casa.
// // //. Male. Fame. Ucciso uomo. Buonissimo.
” Per quanto potesse dispiacergli per quel ricercatore almeno adesso sapeva da dove sarebbe potuto fuggire dalla villa, da quel passaggio nel laboratorio.

Scese lungo il corridoio fino ad arrivare ad una piccola stanza con una gabbia da un lato, e un altro cadavere accasciato dall’altro e una rampa di scale difronte a sé.

Salì le scale e giunse in un corridoio che aveva innumerevoli specchi negli angoli che riflettevano la luce in modo al quanto particolare. Svoltando un paio di volte a destra ed un altro paio a sinistra trovò una statua dorata di Cupido identica in tutto e per tutto all’incisione sul caminetto della sala da pranzo, esattamente come nell’incisione Cupido, il dio dell’amore era rappresentato nell’atto di scagliare una freccia. La punta della freccia dorata sembrava removibile, essa si stacco facilmente dal sottile corpo d’oro della freccia.

La punta di freccia sembrava essere di smeraldo, ma con uno sguardo più attento si poteva notare che essa non rifletteva la luce allo stesso modo dello smeraldo, era peridoto anche detto “Smeraldo dei poveri”.

-Artide, edificio dei laboratori

La sala dei Tyrant non era molto lontana, presto suo fratello sarebbe stato salvo.

Nel frattempo all’esterno gli agenti tentavano di fermare il Thanatos, ma quello pareva essere immune a qualunque colpo gli venisse esploso contro.

Per quanto potesse essere strano al polo, l’aria attorno al combattimento era soffocantemente calda. E la neve che sublimava attorno al Thanatos creava una densa nebbia attorno al Tyrant, una nebbia che lo copriva del tutto se non fosse per il rosso incandescente dei suoi artigli che però erano ben visibili solo quando si preparava ad attaccare.

Era davvero difficile evitare di essere uccisi da quell’essere, che caricava e colpiva come una furia.

Tonraq si trovava nella sala dei Tyrant mentre gli agenti combattevano per fermare quel Tyrant, ne aveva visto solo qualche immagine dalla telecamera ma gli era bastato per definirlo un fallimento aveva fin troppi difetti che gli sarebbero risultati fatali.

Ma lui, Alex Wesker, lui era la migliore creazione della Umbrella Corporation. Tonraq aveva disabilitato le telecamere nella sala dei Tyrant, e aveva liberato Alex Wesker dalla sua capsula. Il Tyrant doveva ancora risvegliarsi, ma di questo non gliene faceva una colpa era rimasto per così tanto tempo in quello stato dormiente.

Il giovane ricercatore aspettava, quasi, con impazienza che Alex si risvegliasse. La pelle del Tyrant era ancora troppo fredda, non era normale avrebbe già dovuto essersi riscaldata. Avrebbe già dovuto riprendere una temperatura “normale” per un Tyrant.

Ti supplico non essere morto” pensò il ricercatore, non avrebbe potuto sopportare di essere la causa della morte di quella creatura magnifica.

Un movimento quasi impercettibile, ecco che il Tyrant riprendeva a respirare autonomamente. Si stava svegliando.  Tonraq aveva lo sguardo fisso sul suo viso, finalmente avrebbe visto gli occhi di quell’essere supremo.

Gli occhi blu di Alex si aprirono, fin troppo, velocemente fissando quello sguardo meravigliato e castano del ragazzo che si trovava al suo fianco. L’ultima cosa che ricordava… era la battaglia a Racoon City, il siero che rompeva il legame del virus con il suo corpo, il dolore così intenso ed avvolgente da averlo reso cieco ad qualsiasi altra sensazione e poi il niente… non c’era più niente dopo. Dove si trovava? E chi era quel ragazzo?

- Villa nascosta della famiglia Spencer, Arklay’s Mountains

Dopo aver recuperato la punta di freccia aveva deciso di tornare nella sala da pranzo, voleva vedere cosa, o meglio quale strada si sarebbe liberata.

Mentre ripassava nel corridoio che l’avrebbe condotto alla suddetta sala, notò che il cadavere del ricercatore era sparito. Non era possibile, il T-Virus non poteva sopravvivere per diciassette anni in un corpo morto.

Non c’era alcuno zombie in vista però, era come se quel corpo fosse semplicemente sparito, vaporizzato. Questo però rese Barry ancor più determinato a fuggire da questa villa infernale. Tornò nella sala da pranzo e, inserì la punta di freccia nella cavità. La porzione di muro corrispondente all’incisione si aprì, rivelando una piccola chiave di bronzo l’impugnatura della chiave aveva una spada incisa sopra.

Quella chiave lo avrebbe aiutato a sbloccare la porta che si trovava nella parte sinistra dell’atrio, quindi prese la piccola chiave bronzea. E uscì dalla sala, tornando nell’atrio.

-Artide, Sala dei Tyrant perfetti

Tonraq fissava il Tyrant con uno sguardo meravigliato, quegli occhi erano meravigliosi di quel blu oltremare intenso. Vedeva la confusione in quelle iridi color oceano.

In quello stesso istante all’esterno gli agenti continuavano a battersi contro il Thanatos, quel Tyrant che pareva invulnerabile ad ogni attacco.

<< Liberate i FI-09 >> ordinò Iluq che si trovava al sicuro all’interno dell’edificio centrale della Swarm.

<< Ma signore i FI-09 attaccheranno anche i nostri agenti >> contestò Uomo di Neve,

<< Liberate i FI-09, è un ordine! >>; Koori si trovò costretto a riferire l’ordine ad Hikaru che liberò i FI-09, sembravano all’apparenza dei grossi cani da slitta dalla pelliccia grigia, ma con le zampe da rettile marroni. Aveva due piccole corna sulla testa e gli occhi completamente blu. Erano stati creati grazie al Chris Virus e al T-Phobos.

Una volta liberi i FI-09 si mossero veloci, in branco coordinati come fossero un unico essere, verso l’esterno.  Le zampe artigliate graffiavano il ghiaccio mentre correvano verso l’enorme Tyrant, ignorando al momento gli agenti che erano il pericolo minore.

Il Thanatos colpì con i suoi artigli incandescenti uno dei FI-09 che guaì, schiantandosi contro la neve che si tingeva di rosso, ma dopo qualche attimo di immobilità il FI-09 si rimise in piedi scrollandosi la neve dalla pelliccia, mentre i segni lasciati dagli artigli sparivano come se non ci fossero mai stati.

I FI-09 si lanciarono contemporaneamente all’attacco del Thanatos, alcuni di loro riuscirono ad aggrapparsi al Tyrant con i loro artigli ricurvi, lo graffiavano e lo mordevano finché il Thanatos non riusciva a scrollarseli di dosso, profondi segni nerastri segnavano la pelle perlacea del Tyrant.

-Villa nascosta della Famiglia Spencer, Arklay’s Mountains

Barry aveva recuperato una mappa del primo piano con su appuntate tutte le varie chiavi emblema su ogni porta in cui servivano, così non avrebbe avuto problemi nel ricordarsi quale porta avesse quale simbolo. Non aveva incontrato alcuno zombie il che di per sé era positivo.

Oltre alla chiave spada aveva recuperato un vecchio accendino zippo che ancora funzionava e quasi pieno, nella stanzetta adiacente alla sala della statua con la giara. Sullo zippo era impresso il logo della Umbrella da un lato e un incisione rovinata dall’altro.

Sempre nella stanzetta aveva trovato una nota messa accanto ad una gemma di vetro colorato, la nota diceva:

Alcune tigri hanno un occhio blu ed uno giallo, uno rivela la verità l’altro invece porta solo la morte. Ma sta a te capire qual è quello giusto

La gemma di vetro colorato era gialla, poteva anche cercare l’altra mentre cercava la via per i laboratori. Una cosa che lo infastidiva era la quantità di enigmi che Spencer aveva fatto mettere nelle sue ville, non si potevano fare tre passi prima di incontrare un altro di quegli enigmi e dover fare marcia indietro per cercare quello che serviva per risolvere l’enigma.

Aveva trovato anche, sempre nella stanzetta, una piccola chiave abbastanza vecchia a giudicare dai segni dell’usura che si trovavano su di essa. Aprì l’unica porta presente nella stanza, questa dava su un corridoio abbastanza ampio, ben arredato come tutto in quella villa d’altronde. Le ampie finestre davano tutte sulle pareti di roccia, della cavità naturale in cui era stata costruita la villa, tanto da fargli chiedere quale fosse l’utilità di quelle finestre, se non per mostrare le meravigliose immagini di vetro colorato di cui erano composte.

Anche il corridoio era sgombro, se non per un corpo steso sul pregiato tappeto di velluto rosso, il cadavere in questione aveva numerosi segni di morsi sul corpo e altre lacerazioni riconducibili però all’opera delle larve d’insetto e della decomposizione stessa.

Superò il corpo, mantenendo però l’arma puntata alla testa del cadavere se mai avesse ripreso a muoversi a causa del T-Virus. Nemmeno quello però si mosse. Anche la porta di legno di noce in fondo al corridoio era aperta e dava su di una piccola anticamera, alla sua sinistra vi era l’imbocco per un altro corridoio. Essendo l’unica scelta possibile prese la strada per il corridoio, ad un paio di passi dall’inizio del corridoio vi era un'altra porta, era chiusa ma non si apriva con la chiave spada e non aveva alcun emblema inciso sul pomello, provò quindi ad aprirla con la vecchia chiave e la serratura scattò con un sordo “click” permettendogli quindi di aprire la porta.

La successiva stanza era un bagno, abbastanza modesto rispetto all’intero arredamento della villa, l’aria all’interno di esso puzzava di acqua stagnante e di qualcos’altro, di qualcosa di putrido. La vasca da bagno posta esattamente di fronte alla porta era ricolma d’acqua verdastra e melmosa. Sulla superficie di quella putredine galleggiavano i minuscoli corpicini di alcune larve di mosca metallica.

E lui non avrebbe nemmeno toccato quello scempio figurarsi immergerci le mani per sapere cosa si trovava sul fondo della vasca. Non c’era niente di utile lì dentro solo che non appena si voltò per uscire dalla stanza, sentì un rumore d’acqua che si agitava e poi un gorgoglio liquido che non poteva essere definito un vero e proprio suono.

Dalla vasca, un corpo rianimato si trascinò fuori dall’acqua mentre brandelli di carne marcia ed imbevuta d’acqua si staccavano dal corpo. Le dita scheletriche del non morto graffiarono le piastrelle gialline mentre si trascinava verso Barry, il corpo della creatura che si sfaceva centimetro dopo centimetro. Non avrebbe nemmeno sprecato un proiettile contro quell’essere disfatto, si allontanò con un passo fuori dalla linea d’avanzamento del mostro strisciante che emise un altro gorgoglio, mentre le sue mani artigliavano l’aria nel punto in cui prima si trovava Barry.

L’agente della G.A.A.B. sfilò il coltello, M9-Bayonet d’ordinanza nella G.A.A.B., e colpì la creatura con un fendente alla testa. Il corpo dello zombie venne percorso da spasmi muscolari che lacerarono la pelle già consumata e infine si accasciò al suolo del tutto immobile.

Buona parte del precedente contenuto della vasca si era svuotato sul pavimento e gli permise finalmente di vedere cosa si trovava sul fondo, un’altra vecchia chiave ricoperta da un residuo melmoso di tessuti umani sciolti in acqua. Considerando l’ampiezza della villa gli sarebbe servita e, nonostante, il disgusto prese la chiave.

Uscì dalla stanza e proseguì lungo il corridoio, le cui pareti erano tappezzate da quadri meravigliosi anche se oramai coperti di polvere. Sicuramente Spencer aveva buon gusto anche se la sua mente era piuttosto deviata.

Giunse in un’altra anticamera, alla sua sinistra vi era una porta esattamente come alla sua destra, decise di prendere la strada alla sua sinistra. La porta di legno bianco si aprì in una stanza completamente vuota, tutte e quattro le pareti della stanza erano percorse da un bassorilievo, sulla parete alla sua destra si trovava una porta bianca, anch’essa aperta. Si ricordava di questo posto, era quello da cui aveva salvato Jill dal soffitto-trappola.

Nella stanza seguente oltre ad un vecchio REMINGTON M870 dalla canna deformata, non c’era niente. Poco prima di voltarsi notò che sul caminetto proprio in corrispondenza all’arazzo rosso vi era un portagioie, sul coperchio vi era scritto:

 “La luce del sole mi risveglierà”, premette i pulsanti in corrispondenza alle rappresentazioni del sole e il portagioie si aprì. Al suo interno su un morbido cuscinetto di velluto rosso vi era poggiata una chiave per metà color argento e la lama della chiave color rame, sull’impugnatura era inciso un elmo.

Un'altra chiave che gli avrebbe permesso di giungere in altre stanze, bene… tornò indietro, e uscì dalla stanza del soffitto-trappola. Stavolta prese la strada alla sua destra, la porta si aprì su un altro corridoio anch’esso ben arredato, sentì dei passi strascinati provenire dal fondo del corridoio.

Da una zona d’ombra uscì un altro zombie, gemette affamato non appena lo avvistò con i suoi occhi biancastri. Lo zombie aveva un aspetto ancora umano, non eccessivamente degradato. Se non per la colorazione livida della pelle.

Mentre si muoveva l’articolazione del ginocchio, già provata dall’effetto della decomposizione, cedette con un rumore simile a quello dei rami secchi che si spezzano. E lo zombie già barcollante crollò contro il pavimento senza però fermare la sua avanzata, Barry terminò lo zombie con un fendente del coltello da sopravvivenza. Dando così pace a quel povero corpo martoriato dal tempo e dal virus.

Per quanto il virus fosse sopravvissuto al tempo e i corpi degli infetti avessero anch’essi superato la prova del tempo grazie alla gelida temperatura della villa, quei corpi, pur sempre umani, erano stati indeboliti da fattori esterni come batteri e insetti… gli ospiti del T-Virus non erano più in grado di trasmettere efficacemente il morbo a causa della loro fragilità.

-Artide

La porta automatica della Sala dei Tyrant si aprì. Tonraq e Alex puntarono il loro sguardo su di essa mentre Albert Wesker entrava nella sala.

<< Al-Albert >>; fu il sussurro quasi inudibile di Alex nel rivedere suo fratello. Tonraq si allontanò dal Wesker, non volendo finire preda della furia dell’altro Tyrant.

Ma Albert ignorò del tutto la presenza del biologo, concentrando invece l’attenzione sul fratello, che in quel momento pareva indifeso e fragile. In quel momento sentì la rabbia montargli dentro al solo pensiero che potessero aver ferito, o peggio sperimentato, sul suo fratellino. Che lo avessero trattato come una cavia, mentre lui non poteva difendersi.
Quell’istinto protettivo era così estraneo in lui, eppure non poteva che voler difendere suo fratello nel vederlo così indifeso.

Alex voleva invece aver più forza per non mostrarsi così umano, difronte ad Albert. Doveva essere causa del siero, probabilmente lo aveva indebolito… forse il Dr. Wesker lo aveva portato in un laboratorio della Nikadori e lui non ricordava niente solo a causa della debolezza che il siero gli aveva causato.

Nell’edificio centrale della Swarm, nel frattempo, Koori era riuscito a riattivare la telecamera nella Sala dei Tyrant.

Iluq notò che Wesker era esattamente dove voleva che fosse, però Tonraq aveva risvegliato Alex, “che idiota!” pensò il Direttore della Swarm.

<< Rilasciate il gas sedativo nella Sala >> ordinò; Koori non provò nemmeno a ribattere del fatto che nella Sala si trovasse ancora Tonraq e attivò, direttamente, il protocollo di rilascio del gas. La porta della Sala dei Tyrant si sigillò automaticamente e la sala venne inondata da gas sedativo, progettato esclusivamente per sedare un Tyrant.

Alex, d’improvviso, mentre vedeva quel gas biancastro denso come nebbia, ricordò cos’era successo e che quegli uomini l’avevano sedato mentre lo tenevano bloccato come fosse una bestia selvatica. Prima di averlo bloccato in una capsula criogenica.

Albert tentò di sbloccare la porta, ma nulla la sbloccava. Il sedativo prese pedaggio lentamente nell’organismo dei due Tyrant, fino a farli cadere in un profondo “sonno”.

Il biologo, Tonraq, era invece già svenuto. Il petto che si alzava e si abbassava lentamente, fin troppo. Era però ancora vivo.

-Villa nascosta della famiglia Spencer, Arklay’s Mountains

Aveva recuperato una specie di emblema che rappresentava una serpe attorcigliata attorno ad un’aquila, l’ordine naturale invertito, all’interno della sala dei quadri. Il corridoio finiva in un vicolo cieco. Nella parete che chiudeva il corridoio vi erano però tre cavità, sopra di esse vi era un messaggio:

Predatore e Preda, Cacciatore e Cacciagione.

Sempre è stato così e sempre lo sarà, ma se qualcosa cambiasse? La Preda diverrebbe Predatore, e le Fiere diventerebbero Cacciatori.

Chi è la preda? Chi è il predatore?


Sta volta la fortuna era dalla sua parte, aveva appena recuperato uno dei tre emblemi…
sempre che questo non attivasse una trappola. Inserì l’emblema nella prima fessura che aveva la sua stessa forma, quella di un ottagono, le altre, invece, due avevano: Una la forma di un esagono e l’altra la forma di un decagono.

Ora doveva solo trovare gli altri due sperando che fosse proprio quell’enigma a portarlo nel laboratorio, permettendogli di fuggire da lì.

Tornò indietro e provò ad aprire le altre due porte, una era chiusa a chiave e su di essa vi era inciso un emblema quello della famiglia Spencer, la seconda invece era aperta. Nella stanza vi era una scala che portava al piano superiore, e un’altra porta che probabilmente portava ad un ripostiglio. Controllò la mappa ed ebbe la conferma, accanto alla porta non era stato annotato niente… il che significava o che era aperta o che si apriva con la chiave Emblema.

Andò verso la porta marroncina, abbassò la maniglia e la porta si aprì. Era una piccola stanza, stipati in un angolo e coperti di polvere vi erano oggetti di varia natura e un sacco vuoto di sostanza diserbante. Accanto agli oggetti, vicino ad una scaletta metallica arrugginita vi era un baule pieno di inutili cianfrusaglie.

Vicino alla porta vi era un tavolino con sopra una vecchia macchina da scrivere e accanto ad essa vi era un foglio ingiallito, con qualcosa di scritto sopra.

Ho detto a Josh di spostare il portagioie con l’emblema da questo stanzino alla sala delle armature, so per certo che se ne dimenticherà… quindi potresti pensarci tu? Oh, e non dimenticarti di occuparti di… beh, di quell’altra cosa…
 
Jonathan Toleman


Almeno adesso sapeva dove trovare un emblema (sperando che fosse quello che cercava) … anche se in realtà non sapeva dove fosse la sala delle armature- dannata villa-labirinto.
Controllò la stanza un'altra volta, alla ricerca di qualcosa che poteva essergli sfuggito. Non notando alcunché di utile, decise di provare al piano di sopra.

Si trovò davanti l’ennesimo corridoio che proseguiva difronte a sé e alla sua sinistra.

-Artide

Il Thanatos resisteva ad ogni assalto dei FI-09, oltre che ai colpi esplosi dagli agenti.
I movimenti del Tyrant si fecero più lenti, mentre la pelle perlacea si tingeva di un rosso incandescente. Il calore prodotto dal Tyrant triplicò la sua temperatura, il vapore prodotto dalla neve che si scioglieva, nascose il Tyrant.

Un ruggito terrificante venne prodotto dal Thanatos. Il vapore cominciò a diradarsi, il Tyrant si mostrò nella sua nuova terribile forma.

La pelle perlacea si era scurita, raggiungendo una tonalità grigio cenere, e ispessita. Gli artigli si erano anch’essi ispessiti e allungati, il cuore rossastro pulsava brillando nel lato sinistro del petto della creatura.

Quella cosa era terrificante, Imnek sparò contro il cuore della creatura… che puntò il suo sguardo gelido e senz’anima verso di lui, l’artigliata incandescente fu rapida e letale il povero agente non riuscì nemmeno a vedere il colpo prima che questo lo tagliasse in due.

In quell’istante i FI-09 assaltarono contemporaneamente l’immortale creatura, uno dei FI-09 affondò il muso nel cuore rosso del Tyrant, ma questo non crollò esanime contro la neve al contrario afferrò il cane da slitta mutato e gli schiacciò la gabbia toracica stringendo la mano, il FI-09 cadde contro la neve-una volta rilasciato dalla presa del Tyrant- senza più rialzarsi.

Gli altri FI-09 ringhiarono contro il Tyrant.

-Villa nascosta della famiglia Spencer, Arklay’s Mountains

Era riuscito a recuperare la mappa del secondo piano, nascosta in un libro di botanica, adesso sapeva dove si trovava la sala delle armature. Aveva dovuto eliminare solo due zombie fin ora. Tornò indietro lungo il corridoio e aprì l’unica porta che gli era rimasta, questa dava su una minuscola anticamera, sul muro difronte alla porta si trovava la testa di un alce impagliata e sia alla sua destra che alla sua sinistra c’era una porta.

Aprì la porta di destra, c’era un piccolo studio non molto ordinato, sulla scrivania erano ancora presenti numerosi documenti sparpagliati sull’intera superficie di legno. Di fronte a lui c’era un acquario pieno di acqua ristagnante, non sembrava esserci niente all’interno.

Accanto alla porta c’erano due piccole teche a muro, una sul lato destro conteneva numerose specie di insetti e l’altra sul lato sinistro conteneva degli ami da pesca fatti a mano. Il vetro di entrambe le teche era stato rotto.

Ricordava qualcosa di simile, quando Wesker l’aveva costretto a lavorare per lui, aveva dovuto complicare le cose a Chris e Jill.

Guardò un po’ in giro per lo studio e trovò un piccolo appunto

Davvero non capisco l’utilità di tutti questi indovinelli ed enigmi e inutili meccanismi… tanto qui nessuno si sognerebbe mai di tradire la fiducia di Lord Spencer.

Comunque… non capisco perché abbiano affidato a me uno degli emblemi che chiudono l’accesso ai laboratori


Bene, almeno sapeva di aver ragione su quell’indovinello, risolse il problema delle teche in un attimo e recuperò un altro emblema aveva la forma di un decagono, vi era rappresentato un cervo che incornava un lupo.

Controllò anche la stanza di sinistra, ma non vi trovò niente di utile. Tornò al piano di sotto e mise l’emblema al suo posto prima di tornare al secondo piano e dirigersi verso la sala delle armature. Dovette posizionarle seguendo un ordine ben preciso (3°,1° e 2°) prima di poter ottenere il portagioie.

Per poter aprire il portagioie, dovette ricostruire il logo della Umbrella sul coperchio, all’interno del portagioie vi era una spilla con l’emblema della famiglia Spencer. Guardando meglio notò che vi era un pulsante alla base dell’emblema che divenne una chiave.

-Artide

Iluq e Koori si diressero verso la sala dei Tyrant assieme a Suluk, Alex Wesker venne riportato nella sua capsula criogenica, mentre Suluk attivava la capsula criogenica per Albert Wesker.

All’esterno della base la battaglia continuava, il Thanatos non cedeva mentre i FI-09 erano stati sterminati quasi tutti.

-Villa nascosta della Famiglia Spencer, Arklay’s Mountains

Alla fine aveva trovato l’ultimo emblema dopo aver cercato in ogni stanza della villa, era finalmente giunto nei laboratori, che al contrario di quelli della villa originale erano solo su due livelli, da quello che aveva visto sulla mappa del terminale di controllo il tunnel si trovava al secondo livello, dopo il primo corridoio delle unità di contenimento.

I laboratori erano del tutto vuoti, senza la minima traccia né di zombie né di B.O.W.
sopravvissute. Buona parte delle sale si dimostrò del tutto inutile per trovare il codice che sbloccava il tunnel… in realtà non sapeva neanche dove cercare esattamente, poi in una delle sale- in fattispecie nell’obitorio- trovò un fax ma una lista di cavie, ma sul retro era scritto qualcosa a mano:

21 Maggio 1998

Abbiamo dovuto abbandonare Jonathan e Josh erano stati infettati

Abbiamo deciso di mantenere il tunnel aperto per una decina di minuti, il codice è il nome della nostra prima cavia, ecco perché ho deciso di scrivere quest’appunto proprio qui….

A qualunque sopravvissuto trovi queste parole, spero che la fortuna continui ad assisterti

Lorence Valentine


Barry voltò nuovamente il fax e lesse i nomi delle cavie, il primo era quello che gli interessava maggiormente e quel nome era “Noah Gionne”.

Tornò al terminale e sbloccò il tunnel. Aveva dieci minuti e poi il tunnel si sarebbe richiuso.
Raggiunse l’entrata del tunnel ad un paio di minuti dalla chiusura…  C’era riuscito.

Sentì un suono lieve simile a quello di qualcuno che batteva piano le mani

<< Ben fatto, Agente Burton. Si è dimostrato degno di continuare la sua miserabile vita. E’ libero di andare… Addio, Agente Burton >>mormorò James Marcus, mentre la sua figura umana si mostrava in fondo al tunnel poco prima che sparisse assieme alle sue sanguisughe.

-Artide

Un ultimo colpo venne sparato contro il Thanatos che infine crollò esanime sul morbido manto innevato, lo scudo di calore che si dissolveva mentre il cuore del Tyrant smetteva di battere.

I corpi dei FI-09 cominciarono a diventare cenere, ce l’avevano fatta… Il Tyrant era morto la Swarm era salva... anche se avevano perso alcuni agenti, alcuni loro amici.

Tonraq si svegliò lentamente ritrovandosi ancora nella sala dei Tyrant, Albert Wesker aveva già trovato il suo posto nella sua capsula criogenica… proprio accanto al fratello, ad Alex.

-Q.G. dei Tεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, Pressi di New York

Il Redfield era tornato e Victor lo aveva accolto con il suo solito sorriso calmo. Lo guardava con uno sguardo strano, che Chris non sapeva definire.

Ma poi quella coscienza di sé evaporò e gli occhi rossi brillanti di Chris persero quella brillantezza demoniaca divenendo spenti e vuoti.

La marionetta dei Figli del Drago era tornata.

 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore

Scusate il ritardo! E’ sempre a causa del lavoro alla pizzeria mi ruba tantissimo tempo… Spero che questo capitolo vi piaccia :).
Ringrazio Mattalara ed Esperanza Castaneda per aver recensito i precedenti capitoli e Vale che mi segue in ogni mio sclero come sempre.

Piccola Nota:

1)= “Saving brother Alex”, E’ basato sul titolo originale del film “Salvate il soldato Ryan” che in inglese era “Saving private Ryan”.
2)= "Imnek", nome inuit che significa "Burrone"
3)= "Noatak", nome inuit che significa "Fiume che fornisce cibo alle persone"

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-Anthony Edward Stark
   
 
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