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Autore: monsieur Bordeaux    18/05/2015    0 recensioni
Sembrava un giorno come tanti, quando Dutch entrò nel covo della Lagoon Company con un nuovo incarico. Lui e il suo gruppo di mercenari dovevano recuperare, per conto di Balalaika, un carico di merce fermo a Saipeng, un piccolo porto sulla costa malesiana. Un lavoro molto semplice all'apparenza, da chiudere nel giro di una notte, ma in realtà quella missione non aveva niente di ordinario...
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Benny, Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Rock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 - Fuga notturna


Per Dutch non fu facile trovare una soluzione in pochi secondi, ma alla fine ne trovò una abbastanza soddisfacente, anche se per Revy era solo un piano improvvisato. Facendole capire che non avevano molte alternative a disposizione, la ragazza accettò gli ordini del suo capo, sebbene non fosse del tutto convinta.
Il piano era molto semplice: il mercenario di colore avrebbe distratto i malesi, con un attacco improvviso, dando la possibilità ai tre nascosti dietro il muretto di fuggire. Valery era d'accordo con Dutch, preferiva rischiare piuttosto che attendere immobile la sua morte. Anche Rock era favorevole a quel piano, sebbene all'inizio l'idea di correre in mezzo ad una pioggia di proiettili lo avesse lasciato perplesso.
Una volta ripresa la sparatoria con i malesi, Valery si guardò attorno per cercare una possibile via di fuga. Ai lati del parcheggio c'erano diverse strade che potevano servire al suo scopo, ma non sapeva con certezza se conducevano al porto o ad un vicolo cieco. Poi all'improvviso, mentre teneva d'occhio i mafiosi tra le auto parcheggiate, vide un grosso mezzo fermarsi sotto uno dei lampioni. Era un SUV nero e da uno dei finestrini posteriori notò muoversi una figura umana, che sembrava intenta a seguire ciò che stava accadendo nel parcheggio. Intuendo chi poteva essere quel misterioso personaggio, Valery fece una piccola risata quando si riparò nuovamente dietro il muretto.
«E' venuto a vedersi lo spettacolo... chissà se gli piace!» commentò in maniera sarcastica.
«Di chi stai parlando?» domandò Rock.
«Di Feng Yao! E' seduto in quel SUV parcheggiato laggiù!»
«Dove?» gridò Revy, poco dopo aver sparato ad uno dei mafiosi nascosti nel buio. «Dimmi dove si trova quello stronzo che lo faccio fuori!»
«E' troppo lontano per sparargli!» ribatté Valery. «Dietro due linee di difesa è impossibile raggiungerlo!»
«Porca puttana! Non ce ne va una giusta!»
«Che tipo previdente!» commentò Rock.
«Lo so! Ha organizzato molto bene questa trappola, nonostante il poco tempo a sua disposizione...» ammise l'ucraino.
«In sostanza, un vero stratega» commentò a sua volta Revy.
«Già, è sempre stato un tipo dalla mente brillante. Ma ha un grandissimo difetto» accennò il mercenario di Balalaika.
«E quale?» chiese Rock.
«E' solamente un sognatore.»
«Eh? Che vuoi dire?»
Rock rimase immobile per qualche secondo, confuso da ciò che aveva appena udito. Notando la faccia dubbiosa del giapponese, il mercenario gli spiegò cosa intendeva dire.
«Non vuole accettare il fatto di essere in declino. Basta vedere i suoi uomini per capirlo.»
«Sono tutti dei dilettanti, ladruncoli di strada che si credono i padroni della città solo perché hanno delle armi in mano!» affermò Revy. Lei, al contrario di Rock, aveva capito fin dall'inizio il concetto esposto da Valery.
«Feng Yao ormai è il passato, ma non vuole accettare l'idea che il suo dominio su Saipeng sia giunto al termine» continuò l'ucraino. «Il controllo delle rotte commerciali è saldamente nelle mani di Balalaika, questo è solo un disperato tentativo di un sognatore che non vuole arrendersi all'evidenza.»
«Capisco...» rispose Rock.
«I sogni possono essere stupendi, ma prima o poi bisogna svegliarsi e aprire gli occhi per vedere com'è la realtà» commentò in modo malinconico Valery. Sentendo quella frase, a sorpresa Rock gli fece una domanda.
«Tu invece i tuoi sogni dove sono finiti?»
«Quando fai questo tipo di mestiere, i tuoi sogni devi metterli da parte e, in un certo senso, dimenticarli...» spiegò Valery, facendo un lungo sospiro verso la fine. Facendo un lieve cenno col capo, anche Revy sembrava condividere le parole dell'ucraino.


Qualche minuto dopo, nel mezzo della sparatoria, Revy venne avvertita via radio che Dutch era in posizione. Senza farsi notare, il mercenario di colore era riuscito a piazzarsi in un vicolo dietro i mafiosi, pronto a sparare col suo fucile a pompa per agevolare la fuga dei tre.
«Fra quanto tempo farà la sua comparsa?» domandò l'ucraino a Revy, mentre quest'ultima ascoltava le ultime indicazione di Dutch.
«Trenta secondi!» rispose la ragazza.
«Ok! E il luogo di ritrovo?»
La risposta del mercenario di colore arrivò immediatamente e fu molto breve: «Black Lagoon»
«Sarà una bella corsa da qui fino alla barca...» commentò umoristicamente Valery. «Ma prima cerchiamo una buona via di fuga! Non voglio finire la mia corsa in un vicolo cieco!»
«Che ne dici di quella via?» domandò Revy indicandone alla sua destra. Era una piccola strada laterale, dove si estendeva una rudimentale impalcatura, formata da tubi di metallo e tavole di legno.
«Sì, potrebbe andare!» affermò l'ucraino. «Ma chi mi dice che non finisce con un muro?»
«Prima di arrivare all'albergo, ho visto l'uscita di quel vicolo» intervenne Rock a sorpresa.
«Ne sei sicuro?» domandò Revy, un po' perplessa.
«Sicurissimo! C'era la stessa impalcatura che si vede da qui.»
A quel punto Valery guardò negli occhi il giapponese, con uno sguardo così serio da apparire quasi minaccioso. Voleva avere da lui la massima attenzione.
«Ascoltami bene, perché non te lo ripeterò due volte: appena ti do il segnale, tu parti a tutta velocità verso quel vicolo. Non fermarti per nessun motivo, chiaro?»
Rock fece un cenno del capo, ma poi chiese: «E voi che farete?»
«Tu pensa solo a correre! Io e Revy ti seguiremo appena possibile!»
«Esatto. Qui tu non servi proprio a niente!» aggiunse Revy, in maniera brutale.
Il giapponese, riflettendoci sopra, capì perché i due mercenari lo stavano spingendo a partire per primo: la loro priorità era mettere in salvo i documenti recuperati nella camera d'albergo. Cercando di trattenere le proprie paure, Rock si spostò lentamente verso destra, posizionandosi alle spalle di Revy.

Quei trenta secondi annunciati da Dutch sembravano non finire mai. Soffrendo il doppio per quanto era diventata estenuante quell'attesa, Revy e Valery ricaricarono le loro armi e continuarono a sparare, finché non sentirono un boato che riecheggiò in tutto il parcheggio.
Come previsto, Dutch uscì allo scoperto e prese alle spalle parte dei malesi, sparando alcuni colpi per distrarre i suoi avversari. I primi uccisero alcuni mafiosi all'istante, quelli più vicini a lui, mentre quelli successivi li usò per distruggere un paio di lampioni, creando ancora più confusione tra le file nemiche.
Dandogli una forte spinta con la mano libera, Valery diede il segnale di partenza a Rock, che immediatamente si gettò fuori dal muretto. Iniziando a correre più velocemente che poteva, il giapponese attraversò il parcheggio e puntò direttamente verso il vicolo. Durante l'ultimo tratto da percorrere sentì vicino a sé una raffica di proiettili, che lo mise ancora di più in agitazione. Poteva sentire chiaramente il suo cuore pulsare con intensità nel petto, ma alla fine riuscì ad entrare nella via secondaria illeso. Passando di fianco all'impalcatura, a suo giudizio piuttosto traballante, Rock proseguì sempre di corsa, cercando di non inciampare in qualche ostacolo nascosto nel buio.
Senza mai rallentare, il giapponese alla fine ritrovò la strada principale, quella usata per raggiungere l'albergo, e proseguì la sua corsa in direzione del porto. Qualche secondo dopo, quando ormai pensava di essere abbastanza lontano dal luogo della sparatoria, Rock sentì alle sue spalle un rumore di passi e d'istinto si voltò per controllare. Era Dutch, che uscendo da una strada laterale lo stava raggiungendo di corsa.
«E gli altri?» domandò il mercenario di colore.
«Mi hanno lasciato partire per primo perché avevo i documenti...» spiegò l'ex impiegato. «Dovrebbero arrivare tra poco!»
«Capisco.»
Affiancando Rock nella fuga, il capo della Lagoon Company fece una nuova chiamata via radio.
«Ehi Benny-boy! Mi ricevi?»
«Forte e chiaro!» rispose l'hacker. «Com'è la situazione lì?»
«Il resoconto te lo faccio un'altra volta!» affermò Dutch cambiando in fretta discorso. «Dove sono le navi della guardia costiera in questo momento?»
«Qualche minuto fa il radar me le segnalava tutte fuori dalla nostra portata. La nostra via di fuga in mare è libera!»
«Finalmente una buona notizia!» commentò contento il mercenario di colore. Poco dopo quest'ultimo chiamò via radio Revy, per incitarla a raggiungerlo il prima possibile.


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