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Autore: G RAFFA uwetta    18/05/2015    1 recensioni
La fine ingloriosa di un antieroe. Dal testo: "La morsa sul collo stringe inesorabile e quelle voci odiose diventano alito di vento rovente. Come ultimo sforzo sbatti le pesanti palpebre e per un attimo la nebbia dirada."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bolle di vetro scheggiato

Fuliggine nera gocciola a colmare i vuoti della mente stanca. Gemme di luce violacea abbagliano illuminando a tratti la buia spelonca degli occhi. Spettri di ricordi affiorano dalla melma del passato per esplodere in mille schegge di vetro.

Ti manca l'aria.

Non hai appigli mentre scivoli nell'incoscienza lungo il muro grezzo della disperazione.

La morsa sul collo stringe inesorabile e quelle voci odiose diventano alito di vento rovente. Come ultimo sforzo sbatti le pesanti palpebre e per un attimo la nebbia dirada.

Ti investe un'oceano verde. Impreparato annaspi per non annegare. Infrangi i flutti spezzandoti in onde. Il cuore si apre e disseta il tuo più grande peccato.

Hai amato una donna in passato. L'hai amata fino a perdere la ragione. L'hai reclamata in un giorno di maggio rivestito nei panni del tuo amico. L'hai posseduta sotto la luna acerba rinchiuso in un corpo non tuo. L'hai trovata l'unica soluzione per non cogliere il disprezzo e il disgusto in quegli occhi tanto cari e spezzare ogni tuo sogno.

Anni dopo hai barattato quell'unica ora d'amore per la gloria riflessa di un Oscuro Signore e poi rinchiuderla in una teca di smeraldo affossandola nell'arido cuore.

Hai venduto la tua sporca anima nera facendo ricadere colpe tue su forti spalle amiche spezzandole. Sei scappato vile e codardo davanti alla Mietitrice.

Giorno dopo giorno affannavi nella melassa di albe grigie tutte uguali. Custodendo la colpa e nutrendola dell'odio di vecchi rancori ti feci carico del risorgere del Re del Male ponendotelo tra le braccia doloranti. Circuisti il di lei figlio donandolo come obolo e subendo, come segno benevolo, un'anima mozzata.

Viaggiavi nascosto nelle fogne per sopravvivere alla collera di vecchi e nuovi nemici. Camuffavi il dolore in servile abnegazione votandoti al disprezzo di ogni creatura incontrata. Vile servitore sprofondavi nell'antico amore che fantasma e incubo tormentava funesto i sogni.

Ed ora, gonfio di un orgoglio fondato su ruderi taglienti, porgi per l'ennesima volta il tuo tradimento. Accompagni, succube, la Luce della Salvezza come prigioniero nei bassi fondi del castello. Consapevole del tuo inganno ridi satollo di disprezzo davanti all'innocenza violata.

Ti crogioli nell'illusione di essere scampato ma la Falce è stata paziente. Ti ha osservato attraverso i suoi bulbi vuoti in attesa di un tuo inciampo. Ha colto il fiore compassionevole di un gesto umano e te l'ha ritorto contro. Sei venuto meno alla Parola Consacrata. Hai disobbedito ad un giuramento fatto ed ora sei vittima e carnefice di te stesso.

La mente implode mentre annega rinchiusa in una bolla colma d'angoscia. Annaspi in cerca di brezza fresca e come ultimo battito ti rimane la consapevolezza della tua miseranda fine.

La corda si spezza. Cala il sipario. Giustizia è fatta.

Unisciti al plauso spettatore fortuito esulta insieme alla corte di khendrho perchè il traditore, finalmente, ha abbandonato il palcoscenico.
   
 
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