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Autore: Alexiel Mihawk    18/05/2015    1 recensioni
Il suo sogno è ancora lì, inciso sulla sua pelle in diagonale; anche il sogno di Rufy è ancora lì, ma quello è inciso sul suo cuore e nella sua anima, e brucia ogni giorno di più.
One Piece, Zoro/Nami, What-if 3D2Y: Se, invece di due, gli anni fossero stati dieci | Dove lo ZoNami è così accennato che potrebbe benissimo essere interpretato come friendship, molto gen, tanto incentrato sul rapporto di fiducia Rufy/Nami/Zoro come compagni.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Inciso sulla pelle e nel cuore
Parole: 530
Prompt: One Piece, Zoro/Nami, What-if 3D2Y: Se, invece di due, gli anni fossero stati dieci
Note: voi non potete capire cosa ha scatenato in me scrivere questa storia. Spero che possa trasmettervi lo stesso calore e la stessa sensazione di nostalgia e affetto che ha trasmesso a me mentre si faceva scrivere, e anche se non shippate Zoro e Nami assieme vi invito a leggere lo stesso, tanto il letto rapporto può anche essere letto in chiave di friendship. Questa va tutta a: Elena/Kuruccha, che mi ha lasciato il prompt (nonostante shippi altro) e che è una delle persone che conosco che da più tempo gira in questo fandom.
 
 
Inciso sulla pelle e nel cuore
 
 
Il suo senso dell’orientamento non è migliorato, ma la strada riesce a trovarla lo stesso. Perona lo ha accompagnato fino a Sabaody, lo sguardo velato da un’ombra di malinconia, forse di rimpianto; Zoro non gliel’ha chiesto, ha deciso che in fondo non lo vuole sapere.
Perona è stata un intermezzo, un’amica e un’amante, ma ha avuto un inizio e una fine, e come sarebbe potuto essere altrimenti? Roronoa la vedeva con gli occhi, ma non con il cuore, che era rimasto proiettato in avanti (o forse all’indietro) in attesa fremente di tornare a casa, di rivedere la sua famiglia, di rivedere lei.
Quel nome si era frapposto tra loro come una spada di Damocle, perennemente presente, sempre viva nei suoi ricordi, mai realmente lì.
 
Ora che è tornato, Zoro sente le spalle rigide e il cuore pesante, perché dieci anni sono tanti e il tempo ha uno strano modo di cambiare le cose, per lo meno di solito. In realtà lui non si sente molto diverso, forse più forte, con qualche cicatrice in più e qualche ruga, sicuramente non più saggio, sicuramente non più maturo. Il suo sogno è ancora lì, inciso sulla sua pelle in diagonale; anche il sogno di Rufy è ancora lì, ma quello è inciso sul suo cuore e nella sua anima, e brucia ogni giorno di più.
 
Non si sarebbe mai aspettato di essere il primo ad arrivare, forse, dentro di sé, era convinto che sarebbe stato l’ultimo e che sarebbero dovuti venire a cercarlo nei meandri più insidiosi dell’arcipelago. Eppure quando arriva di fronte alla Sunny, ad attenderlo non c’è nessuno, solo una macchina da guerra che per dieci anni si è improvvisata guardiano; Zoro lascia che si spenga e prende il suo posto.
Quando lei arriva, quasi non la riconosce; i capelli lunghi e il fisico asciutto sono solo un’ombra di quello che ricordava, eppure è sempre la stessa. Stessi occhi da gatta, stesso sorriso sarcastico. Si piega su di lui, allungando una mano sul suo capo e scompigliandogli dolcemente i capelli.
«E io che pensavo che ti fossi perso».
«Ciao, Nami» lo spadaccino le sorride, e la sua mano va a posarsi su quella della donna, stringendola gentilmente.
«Ciao, Zoro».
 
Non sa quanto tempo rimanga con lui, lì seduta per terra ad aspettare; anche dopo che tutti gli altri li raggiungono, uno dopo l’altro, Nami rimane con lui a fissare la linea dell’orizzonte. Entrambi in attesa, mano nella mano, con il cuore che batte sempre più forte e la stessa sensazione di eccitazione che hanno provato tanto tempo prima, quando  quel giovane con il cappello di paglia è entrato nelle loro vite.
«Dieci anni e ancora nessun criterio» borbotta Nami con tono bonario.
Zoro scoppia a ridere e stringe più forte quella piccola mano nella sua, come a trasmetterle un messaggio, come a farle capire una verità assoluta. Non che ce ne sia bisogno, tra loro le parole sono sempre state superflue e la fiducia assoluta. Per questo lo sanno entrambi.
L’attesa è quasi finita e, chissà, Rufy potrebbe essere già dietro l’angolo, il sorriso sul volto e il cappello sul capo, pronto a riprendere il mare. Pronto a tornare da loro.
 




   
 
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