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Autore: Letizia_Papa    18/05/2015    0 recensioni
Non fidarti mai di nessuno,piccola mia,mai,di nessuno...
L'uomo ha sempre un secondo fine...
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!, Triangolo
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Finnick
Mentre la guardavo camminare silenziosamente iniziai a pensare che era completamente diversa da Annie ma, in qualche modo mi piaceva ugualmente.
Annie, o, almeno quella che conoscevo era simpatica e le piaceva attaccare bottone ma, soprattutto era un pezzo di pane, come si dice.
Jane, invece, se poteva ucciderti non si sarebbe fatta troppi problemi e sarebbe stata capace di tagliarti la gola canticchiando una canzone allegra.
Jane, era silenziosa e restava sulle sue senza preoccuparsi di come sarebbe apparsa.
 
- Svegliati, Johanna, svegliati- Bellamy scuoteva il corpo di Jane che si trovava a terra in posizione fetale, scattai verso di lei e le toccai i polsi per trovare un qualche battito e lo trovai, forte più che mai.
Scottava e sudava copiosamente,il suo corpo si muoveva a scatti come in preda a qualche attacco.
Alzai la testa e non vidi nessuno ma, in compenso una nebbia gialla ci veniva incontro velocemente, la presi in braccio e iniziai a correre.
 Tutto divenne sfuocato e la schiena mi iniziò a prudere,ma avevo Jane e non la potevo lasciare sola.
Non sapevo il perché ma in qualche modo ero attaccato a lei e non la volevo lasciare.
 
Velocizzai il ritmo e appena vidi una grotta mi ci fiondai, era piccola, forse per uno di noi o per tutti e due...dipendeva dalla nebbia.
Mi rilassai ma fui costretto ad alzarmi quando vidi il giallo venirmi incontro, ripresi Jane in braccio e mi avvicinai alla fine della caverna e la lascai li.
Pregai  che non proseguisse oltre mentre mi stendevo accanto alla ragazza dai capelli biondi che aveva smesso di sudare.
L’abbracciai e affondai il viso nei suoi capelli mentre mi perdevo nel suo odore.
 
Sapeva di cannella e di incenso e scoprii che era ancora più secca di quanto pensassi.
La pelle era piena di bruciature e la mano graffiata in mezzo “lì è dove si è tagliata per attirare l’attenzione del mostro” pensai mentre facevo scorrere il dito sulla pelle candida.
Non mi mancava Annie e la sua purezza mentre ero con Jane, no, non mi era mai mancata mentre ero sulla Terra, anzi, senza di lei mi sentivo sollevato come se mi fossi tolto un grande peso.
.........................Jane.................
Mi svegliai abbracciata a qualcuno e subito le reazioni del mio corpo mi misero in allarme: stavo bene, mi sentivo al sicuro e non volevo muovermi.
Alla fine la mente ebbe la meglio e mi liberai dal suo abbraccio con una gomitata al collo e una ginocchiata allo stomaco.
 
Quando vidi la persona con cui avevo dormito mi sentii in colpa:era Finnick, il ragazzo che mi aveva salvato due volte.
Mi sedetti contro la pietra e iniziai a prenderla a testate:mi aiutava a rilassarmi e a schiarirmi le idee. Dopo alcuni minuti avevo un piano pronto per sopravvivere e scappare dai miei compagni.
“trova un’arma o fattela da sola” mi ordinai e feci per uscire –Sei troppo ossuta, mi hai fatto male- si lamentò il ragazzo con voce petulante, lo ignorai ed uscii.
Gli archi sono l’arma più sicura da utilizzare;il problema era dove procurarmelo visto che non osavo toccare con le mani il terreno dopo quello che mi era successo e non avevo niente con cui tagliare i rami.
 
Un urlo mi fece scattare verso il punto da dove era partito, nonostante corsi più veloce che potevo al mio arrivo c’era solo il corpo di Atom con la gola tagliata e sfigurato da qualcosa di velenoso.
Lottai contro il disgusto e iniziai a tastare le tasche per trovare un coltello o qualche lama –Nessuno ti ha mai insegnato che i cadaveri non si toccano?- “Murphy”  estrassi vittoriosa due piccoli coltelli prima di girarmi verso di lui –Cosa gli è successo ?- non aggiunsi altro, doveva capire da solo a cosa mi riferivo e, con mia grande sorpresa capì al volo –La nebbia acida, quella cosa gialla...tu non l’hai vista- mi accusò.
Non mi ricordavo niente, ma qualcuno mi aveva dovuto salvare per forza o no? Finnick. Mi alzai dal cadavere e mi diressi verso il ragazzo, –nessuno mi ha mai insegnato niente...i cadaveri non li vedi sull’Arca sennò gonfi intenti a volare verso nessuno sa dove, invece tu hai imparato molto dagli altri non è vero? Come fare lo stronzo, questo l’hai imparato da Bellamy, vero?- lo superai e mi infilai i coltelli negli stivali che avevo trovato nel bosco.
 
Tornai da dove ero venuta e trovai Finnick come l’avevo lasciato –Sai costruire un arco?- gli chiesi ma non ottenni risposta,lo presi come un no e mi avvicinai ad un albero che mi invitava a tagliare qualche ramo.
Quando riuscii a tagliare due rami avevo le mani sporche di linfa e appiccicose, mi diressi verso Finnick e gli gettai un ramo davanti –Inizialo a spellare, uno è per te- gli dissi estraendo anche il secondo coltello.
Iniziai a lavorarlo –Perché non ti alzi,dobbiamo tornare all’accampamento appena finito- era ancora mattina ma già lo stomaco mi iniziava a brontolare.
Si tirò su con un gemito e iniziò a spellarlo mentre la sua faccia mi pregava di aiutarlo.
Gli sfilai la maglietta con più delicatezza possibile e mi sforzai di non vomitare di fronte alle bolle lungo tutta la schiena.
-Perché non ti sei messo in salvo- gli sussurrai mentre lo tiravo su  attenta a non sfiorare la pelle ferita, non ottenni risposta ma non mi importava.
Gli posai i bastoni sulle mani mentre sorreggendolo lo portavo verso l’accampamento.
 
-CLARKE!- sbraitai appena arrivata, al posto della bionda arrivò Bellamy e le urla di Jasper –Ne ha per molto?- indicai dove doveva essere il moribondo che da giorni non faceva dormire nessuno.
- Non lo so...che ha fatto?- mi indicò Finnick che alzò poco la testa prima di far cadere i bastoni,lo girai in modo da mostrare la schiena al capo – Dov’è Clarke? A curare Jasper?- assentì con il capo –Ancora non ha capito che è spacciato- sbuffai.
Passai Finnick a Bellamy, raccolsi i rami da terra e li portai nella mia tenda.
Ricominciai a lavorarli e verso sera avevo finito –Johanna, Finnick ti vuole- mi chiamò Clarke da dietro l’entrata –Come sta?- le chiesi appena uscita dalla tenda          –meglio di prima, ma non so come curarlo- mi vennero in mente alcuni modi per togliergli le bolle ma non proferii parola –Se non sai come curarlo come puoi dire che sta meglio di prima?Non ha senso,tutto qui non ha senso- urlai esasperata.
 Mi condusse al piano superiore della navicella, quello appena sotto al letto di Jasper, sul letto in fondo Finnick era girato per la schiena e stringeva i denti per non urlare –E questo, secondo te è “meglio di prima”- mimai le sue parole e le contornai con le virgolette.
Mi misi accanto a lui e iniziai a parlargli –Già sono morte cinque persone, e al sei non ci voglio arrivare o,almeno,non voglio che sia tu il sesto,il settimo o l’ottavo... anzi non voglio che tu muoia.
Mi so salvare da sola e la prossima volta che rischi di morire per aiutarmi di ammazzo io subito dopo.
Non so perché ma ci tengo a te...quando finirai di essere moribondo avrai una sorpresa, è solo per te e...non farla aspettare troppo,ok?- tutto il discorso significava: non azzardarti a morire e rimettiti velocemente.
Feci per andarmene perché odiavo stare con i malati, anche se quel malato nelle ultime ventiquattrore mi aveva fatto sentire come nessuno riusciva a fare, ed era un figo con i capelli bronzo e gli occhi azzurri...anche se si chiamava Finnick Odair.
 
Una mano mi bloccò insieme ad un gemito che mi fece accapponare la pelle –Non andartene...- mi pregò dal letto, ma non gli potevo promettere niente, mi rimisi seduta e gli tenni la mano aspettando che si addormentasse.
Il suo respiro si fece regolare e più pesante,mi piegai e gli sfiorai la fronte con le labbra prima di andarmene.
Appena mi alzai,arrivò il suono più bello del mondo –Jane...- sussurrato nel sonno dal malato.
 


*note dell'autrice*
ringrazio tutti quelli che hanno recensito e spero che sia una storia abbastanza bella.
Cosa ne pensate di Jane? E di Finnick?
   
 
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