Konan sbadigliò sonoramente, prima di voltare lo sguardo verso la piccola sveglia di fianco al letto. Le 04:37 del mattino.
Sbuffò e, poiché Morfeo non aveva la minima intenzione di accoglierla nel suo sonnolento abbraccio, decise di uscire.
Aprì lentamente la porta tentando di non svegliare Nagato e Yahiko, e si sorprese non poco quando trovò quest'ultimo sotto la pioggia.
"Yahiko...?" Squittì impercittibilmente lei, uscendo definitivamente dall'abitazione e affiancando il ragazzino dai capelli arancioni. "Pensi ancora al Maestro Jiraya?" Chiese qualche secondo dopo.
Infondo, Jiraya se ne era andato da qualche settimana, ma Yahiko ancora soffriva la sua assenza.
Il suddetto scosse la testa, tendendo le mani per poter sfiorare la gelida pioggia.
"Ho deciso!" Esclamò il ragazzino, voltandosi energicamente verso la compagna, che lo guardò confusa.
"Porterò il sole in questo paese!" Continuò il giovane, sorridendo a trentadue denti.
"Yahiko, cos-?"
"Piove sempre! Sembra che il nostro paese pianga, e di conseguenza noi sembriamo dei piagnucoloni!" Yahiko pose le mani in tasca, aspettando una risposta affermativa da Konan.
"Yahiko, sono le condizioni meteorologiche. Non puoi cambiarle." Spiegò la turchina sorridendo innocente, mentre l'altro arricciava il naso.
"E...e invece io le cambierò!"
"Il tuo sogno non era diventare un dio e portare la pace?" Lo schernì nuovamente la giovane, guardandolo di sottecchi.
"Certo! E proprio perché sarò un dio, riuscirò a far smettere di piovere!" Sorrise emozionato il ragazzo dai capelli arancioni, stringendo i pugni.
"E quando nel Paese della Pioggia splenderà il sole, tutti sapranno che é stato il grande Yahiko a permet-" Yahiko non fece in tempo a finire, che un leggero pugno gli colpì la nuca.
Alzò confuso lo sguardo verso Konan, che incrociò le braccia sotto al petto.
"Tu e le tue manie di protagonismo!" Sbuffò, volgendo lo sguardo altrove.
Yahiko boccheggiò inerme.
Che fosse un po' narcisista era risaputo, ma definirlo addirittura vittima di protagonismo era troppo...!
Il ragazzo finì per sorridere ai suoi pensieri, alzandosi e porgendo la mano a Konan-che si era seduta di fianco a lui-.
Lei la strinse e si alzò, e insieme tornarono dentro l'abitazione, cercando di far il più piano possibile per non svegliare il rosso, che sonnecchiava nel suo letto.
"Notte, Yahiko." Sussurrò la turchina, socchiudendo gli occhi, una volta sdraiata sul proprio letto.
"Notte, Konan. E ricordati che sarò io a portare il sole!" Mormorò il ragazzo, sorridendo come era solito fare, e chiudendo gli occhi.
"Hai già portato il sole nel mio cuore e in quello di Nagato..." Pensò Konan, sorridendo.
"Anzi, direi che il nostro sole sei proprio tu."
Quello che nessuno dei tre sapeva, era che presto il loro sole avrebbe smesso di brillare, lasciando vagare nell'oscurità più profonda i loro cuori.