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Autore: Endlessly    03/01/2009    0 recensioni
Prefazione:
Il mio cuore cantava per lui una melodia angelica, gioiosa. Continuavo a non capire.
Mi fissava angosciato.
> il suo sguardo era di una serietà austera.
Mentre pronunciava quelle parole mi sentii congelare. D’altronde sapevo che prima o poi sarebbe successo…ma, in cuor mio, speravo che le cose sarebbero evolute in una maniera completamente diversa...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Twilight
Capitoli:
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Blissfull Rhapsody/ regalo
BLISSFUL RHAPSODY

Endlessly: lo ammettoXD, come miglioni di ragazze anchio mi sono innamorata di Twilight ed ecco cosa ne esce fuori. Questo e il primo capitolo che si situa nel periodo di buio compreso fra Twilight e New moon. Premetto che ho cercato di essere completamente simile in tutto e per tutto allo stile e al racconto della Meyer quindi immagino vi troverete bene a leggerlo. Allora, è sempre raccontato dal punto di vista di Bella e...bhe non voglio spoilerare niente.Il secondo capitolo è gia pronto è lo postero fra un mese.
Ditemi cosa ne pensate, anche i commenti negativi sono utili l'importante e che lo facciate, per me sono importanti!

Buona lettura!

CAPITOLO I

REGALO



Sdraiata sul letto e abbandonata sul suo braccio così forte e così freddo, non ostante sentissi il calore dell'estate sulla mia pelle il contatto con la sua mi faceva rabbrividire ad ogni respiro.
Lo guardavo stordita, persa in quei suoi lineamenti così perfetti da far paura, disteso accanto a me, con gli occhi chiusi, mentre meditava sulle note di Chopin.
Sembrava estasiato e allo stesso tempo così calmo e pacifico...un affascinante demone tentatore dai lineamenti di un angelo.
Non riuscivo ad evitare di fissarlo. Eppure sapevo che sentiva il mio battito accelerare spaventosamente. N’ero conscia. Ma non ero in grado di tralasciare, di smettere di pensare.
E sapevo che presto mi avrebbe chiesto il perchè di tutte quelle pulsazioni impazzite.
<< Bella? >>
 “Merda!” pensai. La sua voce era dolce, calma, magnifica…inumana.
Alzò un sopracciglio sospetto rimanendo tuttavia immobile, disteso e con gli occhi chiusi accanto a me.
Ad un certo punto un sorriso, quel suo splendido sorriso sghembo, fece capolino sul viso di cristallo.
Il mio cuore prese il via dimenticandosi di avere un proprietario.
<< Mmm? >>> Cercai di sembrare il meno colpevole possibile, ma tre lettere bastarono a smascherarmi.  “Cosa m’ è preso? Fare certi pensieri su di noi come se non sapessi che è soltanto un desiderio assurdo”.
Dovevo essere sicuramente diventata di un rosso che sfiorava il paonazzo, il sangue mi pulsava nelle vene veloce, le guance ardevano. Mi sentivo svenire dall’imbarazzo.
Aveva ancora gli occhi chiusi e non riusciva a vedermi; purtroppo la cosa non mi confortava, sapevo che sicuramente la reazione del mio volto gli era tutt’altro che aliena.
Si girò di lato sfiorandomi il viso con il suo profilo. Eravamo a pochi millimetri di distanza l’uno dall’altra. Il suo respiro regolare e ghiacciato sprigionava quel suo intenso profumo sul mio volto di cui io cercavo di non perderne nemmeno un istante. Mi sentivo implodere. ”Accidenti dovrebbe essere vietato alla natura creare essere così sfacciatamente attraenti!”.
Dischiuse la bocca per parlare, ma espirando per far nascere le parole s’interruppe improvvisamente.
Sorrise di un sorriso immenso e aprii gli occhi.
Mi guardò e io immediatamente sprofondai nelle sue iridi d’ossidiana ormai completamente nere, incorniciate dalle solite occhiaie sempre più evidenti e ormai sempre più simili ad ustioni che a normali occhiaie. Era tanto che non andava a caccia e di questo me ne sentivo in colpa dato che n’ero la diretta responsabile. Non riuscivo ad allontanarmi da lui che provava la stessa esitazione nel lasciarmi sola.
La sua mano candida e ghiacciata mi sfiorò la guancia con movimenti illeciti che partivano dall’orecchio per morire sulle mie labbra. Il suo sguardo cercava di dirmi qualcosa glielo leggevo in faccia, ma era troppo difficile concentrarsi quando mi fissava in quel modo e dopo pochi istanti ritornai a contemplare la sua bellezza. Si avvicinò ancora di più, sfoderando lo sguardo più intenso e seducente che aveva, si avvicinò finché non raggiunse la mia bocca sulla quale adagiò le sue labbra artiche.
Istantaneamente si allontanarono da me.
Mi sentii come se m’ avessero strappato un arto o qualcosa del genere.
Edward di scatto si era nascosto accanto all’armadio. I miei occhi nervosamente andarono in cerca di lui, in cerca della mia droga, ma ormai abituata sapevo qual era il motivo del suo distacco.
-Charlie-
Esattamente come pensavo.
Un secondo dopo Charlie bussò alla porta aprendola, senza nemmeno esitare ad aspettare una risposta .
Sospirai rassegnata.
 << Bella posso vero? >> “Chissenefrega-della-privacy, giusto papa?!”
Aveva un grosso -no- immenso pacco in mano, con un imbarazzante fiocco rosso sopra. << Ho una cosa per te. >> Il suo sguardo era luminoso, pacifico con un vago sorriso accennato sulle labbra.
<< Ormai sei entrato. >> Grr.
Ignorò completamente il tono acido della risposta.
<< Tu e tua madre avete gli stessi gusti in fatto di musica >>. Sospirò scrutando un punto incerto dell’orizzonte.
Mi venne un colpo. Pensai che avesse intravisto la sagoma di Edward ma, fortunatamente, tornò a fissarmi tranquillo. <<  Anche lei amava ascoltare musica classica quando viveva ancora qui. >>
<< Se lo dici tu. >> Lo guardai torva, con un’espressione che ostentava la minaccia.
Interrompere così un bacio! Interrompere così uno dei pochi momenti in cui potevo sentire Edward davvero mio! Comunque non me la sentivo di discutere. Anche perché non potevo certamente accusarlo di avermi interrotto mentre ero in camera da sola con Edward.
Per quanto ne sapeva Charlie, io ed Edward ci vedevamo soltanto entro i limiti del coprifuoco ovunque tranne che in camera da letto e, anche se non succedeva niente fra di noi, tranne qualche bacio, non era il caso che tirassi in ballo la questione. Non n’era davvero il caso.
<< Ehm, che cosa sarebbe quello? >> La mia voce smascherò il disagio in cui nuotavo.
<< Bhè, Bella, questo… >> Prese fiato << è un regalo da parte di Phil e di tua madre. >> . Il suo viso si accese in un sorriso.
Ci fissavamo nell’attesa di una qualche mia risposta. Tardai per un semplice motivo.
Mia madre.
Il solo ricordo bastò a riaprire le cicatrici del cuore.
Ero felice con mio padre, soprattutto perché accanto a me avevo Edward -la mia unica ragione di vita- che mi aiutava nei momenti di panico, nei momenti in cui mi sentivo sprofondare nei ricordi senza riuscire a risalire. Lui era il mio angelo custode, mi aveva salvata decine di volte dalla morte mi aveva fatto risalire ogni volta, ma mia madre mi mancava.
Ovviamente ero in grado di resistere alla sua lontananza e, probabilmente, quando Edward, l’essere più importante della mia stessa vita, si fosse rassegnato a trasformarmi, come Alice aveva visto nelle sue premonizioni, l’avrei poco a poco dimenticata, così come avrei dovuto fare per Charlie d’altronde.
Ma, per ora, lei era sempre la donna che mi aveva dato alla luce e che con i suoi grandi occhi da bambina avevo abbandonato, per lasciarla indipendente di poter seguire il suo amore, Phil.
 Non volevo esserle di peso e soprattutto non mi ero mai pentita della mia scelta, tutt’altro… semplicemente mi mancava.
Avevo nostalgia della mia migliore amica.
<< Davvero? >> Ero stupita. Non avevo mai ricevuto un vero regalo da parte di mia madre, tranne qualche bizzarro gioiello comprato in una qualche vecchia bancarella di chissà quale fiera ed i modesti doni delle occasioni importanti. Purtroppo il suo povero stipendio da maestra d’asilo non le aveva mai permesso di farlo, ma ora che c’era Phil con lei ed io ero sotto la custodia di Charlie, era plausibile che avesse i soldi per farmi un vero regalo.
<< Assolutamente. >> Annuì, facendomi capire che il pacco nonostante tutto non era esattamente quello che si poteva definire una piuma.
Lo prese e lo appoggiò sul letto –disfatto- mentre sbigottita guardavo quell’enorme pacco.
<< Sono >> cercai la parola migliore che potesse descrivere ciò che sentivo << Si, sono confusa. Come mai mi hanno fatto un regalo? E’ un giorno importante e io me ne sono dimenticata? Ma il mio compleanno non è fra un paio di mesi? Non capisco. >> “Possibile che mi sia sfuggito qualcosa?” Stando qui, il tempo non lo percepivo, trascorreva troppo velocemente, ma la questione mi insospettiva parecchio.
<< Calma Bella. Di cosa ti preoccupi? E’ solo un regalo. >> Cercò di tranquillizzarmi, ma il sorriso che riempiva il suo volto cambiò in uno meno estasiato,  calcando ulteriormente le rughe agli angoli della bocca.
<< Figurati papà non sono preoccupata. E’ solo che, vedi, non mi capita di ricevere doni così: insomma senza che ci sia un vero motivo dietro. >> gli risposi, fissandolo con aria innocente.
<< Un motivo c’è >>.
<< Quale? >>
<< Apri il regalo poi ne parliamo. >> mi rispose indicandomi il pacco.
Presi il laccio del pomposo nastro rosso e lo slacciai.
Prima di scoprirne il contenuto mi voltai per esaminare lo sguardo di Edward nascosto accanto all’armadio.
Le sue labbra s’incurvarono in un sorriso apatico… strano.
Presi fiato.
Tolsi il coperchio alla scatola, scostai la carta velina e ne scoprii il contenuto.
Era un abito.
Vidi Edward ridacchiare compiaciuto davanti al mio stupore - Naturalmente rimanendo sempre nascosto agli occhi di mio padre.- Ovviamente anticipandosi la sorpresa  avendo il dono di leggere nel pensiero, in questo caso in quello di papà.
Charlie mi fissava pacato aspettando pazientemente la mia reazione.
Presi il vestito, lo appoggiai sul letto stendendolo in tutta la sua lunghezza.
Era bello…forse troppo.
Doveva essere lungo poco sotto le ginocchia, senza pizzi esaltati o altro, era molto sobrio di quelli che scivolano direttamente sul profilo, color pesca con un cinturino di stoffa beige e scollo a V…di un tessuto molto simile alla seta.
<< Ora sono ancora più confusa. E’ davvero uno degli abiti più belli che mi sia capitato di possedere ma, non riesco proprio ad immaginare il motivo del loro regalo. >> Fissavo mio padre speranzosa di una risposta un pò meno astratta.
Esamino per un secondo il pacco ormai vuoto poi l’abito ed infine si rivolse a me.
<< Bella, davvero non hai ancora capito? Ti ritenevo un po’ più perspicace. >> Sembrava beffarsi di me e la cosa mi dava veramente su i nervi. Non capivo se sentirmi offesa o altro. Ma il suo viso rifletteva ben altre emozioni,  sembrava quasi allarmato.
<< Ma papà! >> Il tono della mia voce risultò piuttosto alterato. Cercai di abbassarlo in modo da ottenerne uno meno isterico. Mi schiarii la voce in silenzio. << No sinceramente non mi viene in mente un motivo per il quale mi debbano regale un abito. A quanto pare non sono così tanto acuta come pensi. >> L’ultima riflessione sarebbe stato il caso lasciarla tra i pensieri inespressi, ma la cosa mi stava realmente irritando.
<< Non preoccuparti, non volevo innervosirti. >> Si strinse nelle spalle poi si passò una mano sulla fronte nel tentativo di lisciarsi i capelli purtroppo troppo indomabili per eseguire gli ordini. << Il fatto è che ho una brutta notizia, volevo solo sdrammatizzare. >> sorrise preoccupato << il regalo è un mezzo di tua madre per farsi perdonare, vedi… la settimana prossima non puoi più andare a trovarla. >> poi si affrettò ad aggiungere  << comunque è meglio se la chiami, vi chiarirete meglio...mi ha supplicato che la chiamassi subito >>
Mi fissò nell’attesa di una risposta.
Dalla mia bocca non uscii altro che un singhiozzo.
 A quelle parole avvertii un brivido percorrermi tutto il corpo. Ero furiosa ma più che altro ero amareggiata. Capii che le lacrime erano in procinto di scendere. Provai a fermarle, ma non funzionò. Avevano già rotto gli argini delle palpebre per rigarmi il viso.
<< Perché no? >>Le parole uscirono come un soffio tra i singhiozzi.
<< Per Phil. >> Abbassò imbarazzato lo sguardo, spostandolo da me alle sue scarpe. Le esamino per qualche istante. << Dai, piccola, ormai sai come vanno le cose. Ha una trasferta veramente molto importante a Los Angeles con la squadra che allena ed ha bisogno del sostegno di tua madre, capisci no? >>. Tornò a posare il suo sguardo inquisitore su di me.
Lo guardai avvilita.
<< Si. >>
Infondo capivo sempre.
Mi guardò rammaricato immaginando che forse fosse il caso che stessi un po’ da sola con i miei pensieri.
Uscii dalla camera, mesto, e si chiuse lentamente la porta alle spalle.
Edward immediatamente si materializzò accanto a me cingendomi fra le sue braccia fredde e granitiche e nonostante tutto confortanti.
<< Sssh Bella sssh. Tranquilla, ci sono qui io con te. >>
Lo sconforto che provavo si stava lentamente dissolvendo, per sparire pian piano… mi sentii meglio.
Cos’avrei fatto senza Edward? Non riuscivo ad immaginare nessun futuro senza di lui. Se un giorno non fosse stato più al mio fianco probabilmente avrei preferito morire.
Mi tratteneva con una presa ferrea fra le sue braccia,  appoggiai il viso sul suo petto per riempirmi i polmoni della sua fragranza.
<< Grazie. >> Le mie parole furono un sospiro.
<< Perché? >>Chiese. Sembrava non capire ciò che per me era la cosa più ovvia del mondo.
<< Perché sei qui, con me…e mi fai sentire bene. >> Accarezzò i miei capelli con le lunghe e flessibili dita.
<< Bella, sono io che devo esserti grato per essere nata ed aver dato un senso alla mia vita. >> Mi appoggiò sul cuscino e si sdraiò, accostando  il suo capo sul mio petto per ascoltare i battiti del mio cuore. << Ti amo. >>
Mi sentii rinascere. << Anch’io ti amo… da morire. >>
Mi lanciò un occhiata disperata e tornò con il viso sul  mio petto. Mi calmai cullata  dalle sue carezze, le sue dita intrecciarono le mie giocose.
<< Ah infine è tornato normale. >> Era una constatazione.
<< Cosa? >> chiesi perplessa.
<< Il tuo cuore. >> Alzò gli occhi al cielo e mi sorrise beffardo.
“Oops”. Se n’ era accorto. E, al ricordo, riprese a battere ancora più prepotentemente di prima.
  
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