Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: ReroYonnaH    18/05/2015    1 recensioni
- Piccolo AU dove si parla di un finale alternativo della parte 3 e della parte 6 -
Kakyoin è morto.
O almeno questo è quello che hanno fatto credere a tutti.
E se invece... ci fosse ancora una possibilità?
Intanto la dura battaglia contro il prete Pucci si sta facendo sempre più difficile, arriveranno dei rinforzi per poter evitare la catastrofe?
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Jotaro Kujo, Noriaki Kakyoin, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Una macchia di sangue si allargava piano piano da sotto il collo del alto moro, ora a terra apparentemente privo di sensi.
Cosa era successo in quei pochi istanti? Nessuno riusciva a comprendere.
L'unica cosa chiara in quel momento era il panico che si stava diffondendo tra i membri dello strano gruppo radunatosi sul tetto di quel fabbricato.

Jolyne disperata, inginocchiata di fianco al padre nel tentativo di fare qualcosa, Hermes la mano sulla sua spalla ed Emporio e Annasui dietro di loro, rassegnati a guardare ciò che sembrava adesso una partita persa.

Dall'altro lato vi erano Josuke, ancora tremante e incapace di mettere in ordine le idee accompagnato da un ancor più impanicato Okuyasu.
L'unico ancora capace di pensare in modo lucido era Koichi, il piccolo ragazzino che tutti all'inizio avevano sottovalutato.


«JOSUKE, MUOVITI!
Cosa stai aspettando?!»

Le urla del ragazzo dai corti capelli biondi scossero per un secondo l'intero gruppo, che si rivolse verso di lui.
Stava osservando con faccia seria e scioccata il ragazzo che si era presentato col nome di Josuke.

«Io--
Jotaro è---»

Il sudore imperlava la sua fronte anche se non era affaticato e la mente ancora offuscata dall'accaduto. Ci volle qualche secondo prima che la testa del ragazzo si rimettesse in moto.
Scattò in piedi, battendosi una mano sulla tempia, fino quasi a farsi male, con un sonoro “ciak”, il che fece risvegliare e quasi preoccupare l'amico Okuyasu.

«Giusto Koichi, hai ragione.
CRAZY DIAMONDS!»

Uno stand dai colori molto sul.. pastello? Si materializzò dietro al ragazzo.
Era ricoperto di cuori fino a far venire la nausea, o almeno fu quello che passò per la mente di Hermes quando ci posò gli occhi sopra.

Non appena le mani di Crazy D toccarono il collo di Jotaro questo si rimarginò completamente e in pochi istanti era di nuovo come se non fosse mai accaduto nulla.
Lo stand si ritirò e tutti stettero col fiato quasi sospeso ad osservare quello che era il membro più anziano del gruppo, nella speranza di vederlo rialzarsi.

Josuke e Jolyne erano forse i più preoccupati tra tutti, ma bastarono pochi istanti ed ecco che Jotaro riaprì gli occhi e si rimise a sedere, prontamente aiutato da Koichi.

Si mise una mano sul volto non appena seduto.
La sua mente era un poco annebbiata, ma gli ci volle davvero un attimo per ricordarsi gli ultimi avvenimenti.
La sensazione di un attacco imminente. Pucci che stava per attaccare e la pericolosa posizione di Josuke e sua figlia nella traiettoria.
La volontà di proteggere tutti gli fece evocare in un istante il suo stand, che gli permise in quei pochi secondi a lui disponibili di spostare i suoi compagni e lasciare che a venir ferito fosse solo lui... e aveva fatto davvero bene. Come avrebbero fatto se uno dei membri più importanti del gruppo si fosse ferito?

La sua mano si spostò dalla faccia e andò a togliere la piccola mano che aveva appoggiata sulla sua spalla, appartenente a Koichi.

«Sto bene.»

Mentre si rialzava le espressione di tutto il resto del gruppo di uniformarono. Il sapere che Jotaro stava bene aveva ridato loro speranza e l'avere con loro uno stand così interessante era ancora meglio.
Ma la loro felicità pote durare poco purtroppo.

«Cosa facciamo Jotaro?»

A parlare era stato Josuke, avvicinatosi un attimo al leader del gruppo, ma ben presto altri lo seguirono.

«Esatto dobbiamo trovare un piano, non possiamo permettere a quel bastardo di farci nuovamente il culo in questo modo!»

Le parole “vivaci” di Hermes si staccarono riconobbero subito, mentre lei agitava convulsamente le mani nel tentativo, a quanto pare, di strozzare l'aria.

«Dobbiamo elaborare un piano o non ce la faremo mai, non è forse vero signor Jotaro?»

Emporio, ragazzino sveglio, alzò la voce in modo da farsi sentire ed attirare l'attenzione, e subito tutti si rivolsero verso Jotaro.

«...ho un idea.»

Il suo sguardo vagò prima a Josuke, poi a Okuyasu e a tutto il trio proveniente da Morioh, per poi spostarsi verso sua figlia.

Dopo un rapido cenno del capo li invitò tutti ad avvicinarsi a lui, e creando un cerchio si abbassò il silenzio, interrotto solo dal lieve mormorio delle spiegazioni di Jotaro.

--------------------

Qualche metro distante dal gruppo, accampato dietro ad una serie di colonne, vi era invece Pucci.
Sicuro di se e felice della vittoria alcuni potrebbero pensare, quando in realtà i suoi pensieri erano ben altri.

«Come... come è possibile che Jotaro sia di nuovo in piedi?
Come è possibile che sia ancora vivo?
Che io abbia sottovalutato quei ragazzini...?»

Le mani che si alternavano tra i capelli e la bocca, vittime le sue povere unghie... la preoccupazione di aver tralasciato un particolare importante lo stava attanagliando.

«No, impossibile, non posso aver commesso un errore simile.»

La sua testa si voltò di scatto verso la direzione in cui si trovava il gruppo.

In un attimo il suo stand venne evocato e grazie al tempo accelerato e alla sua particolare silenziosità si avvicinò di ancora qualche metro, rimanendo poco distante ad osservare quei 3 strani elementi che da poco si erano uniti agli altri.

“Come è possibile che quello strano ragazzo, da quell'abbigliamento e acconciatura così assurdi, abbia uno stand così forte?”

Quelli erano i pensieri che affollavano nella sua testa da ormai interi minuti.
Ma anche “e gli altri due? Che poteri avevano?”
Erano particolari che non poteva sottovalutare.
Sempre con le unghie sotto i denti per la paura e l'indecisione Pucci commise un errore a lui fatale. ….o forse no.

Jolyne, quella più vicina alla sua posizione, per il veloce istante in cui il prete si sporse per studiare meglio gli stand a lui nemici, percepì una debole sensazione, e quando si voltò lo vide.

Fu un attimo, quasi impercettibile dall'occhio umano, ma lo sentì, e nell'arco di pochi millesimi di secondo ecco che evocò il suo stand e lanciò un attacco verso di lui, diretto ad immobilizzarlo.

 

«E' QUI! STONE FREE!»

Fu una cosa così immediata che prese tutti alla sprovvista.
Il gruppo, ancora preso dalle spiegazioni appena terminate, si aprì e si dispose ad attacco, come istintivamente.

Jolyne aveva appena lanciato i suoi fili, diretti al braccio di Pucci, che quasi per un pelo lo afferrarono.
Ma non ci fu' neanche il tempo di una veloce esultazione il prete non si fece prendere dal panico, e grazie all'aiuto e alla velocità del sto stand tirò il braccio con una forza tale che sollevò dal tetto la povera portatrice e la scaraventò, come con un enorme frusta, di nuovo verso il terreno.

«...JOLYNE!!»

Per fortuna l'impatto venne intercettato con velocità inaudita da Hermes, che con l'aiuto del suo stand riuscì ad indirizzare la caduta dell'amica verso di lei.
La forza che aveva guadagnato era però troppo forte da sopportare e l'impatto coinvolse entrambe le ragazze, che finirono scaraventate contro il cemento, perdendo i sensi.

«Jolyne!
Hermes---!»

Emporio fece subito per precipitarsi dalle due ragazze, sconvolto nel vedere le due amiche a terra dopo un solo attacco.
Una mano però lo prese per il braccio e lo attirò a se, ritrovandosi “inglobato” e bloccato in una zona a lui sconosciuta ma istintivamente sicura.
Anasui lo aveva preso e lo aveva messo al sicuro, ritirandosi lontano dalle due ragazze con un enorme sforzo di volontà., ma sapeva che la priorità era proteggere chi non aveva difese, e così avrebbe voluto anche la sua adorata Jolyne.

Negli stessi istanti, esattamente davanti ai loro occhi, Josuke e Okuyasu si erano messi in posizione di attacco, pronti a difendere i loro compagni e l'ancora debole Jotaro, che nel frattempo era stato raggiunto da Koichi.


«Voi due... pensate forse di potermi attaccare?
Stolti!»

Pucci, chiaramente infervorato, senza dare il tempo neanche di pensare, scomparve alla vista, ricomparendo come per illusione dietro alle loro teste.
Un improvvisa botta e fitta alla testa sorprese i due ragazzi, come gli altri ancora svegli ad assistere alla scena.
E senza aver avuto la possibilità di reagire, il loro sguardo, per qualche secondo perso nel vuoto divenne nero, ed ecco che anche i due giovani di Morioh erano a terra.

Rimanevano ora solo Koichi e Jotaro, che si erano prontamente protetti da quell'attacco a loro molto vicino grazie ad Echoes act 2.

Quello che accadde poi lasciò i due di stucco.
Invece di un attacco offensivo come ovviamente credevano, ciò che ricevettero dal prete fu un occhiata indignata e un inaspettata ritirata, sparendo dai loro occhi e lasciando i 3, o 4 membri del gruppo ancora coscienti veramente stupiti.

Ciò che portò Pucci a lasciare il campo di battaglia potrebbe essere stata l'indignazione per non aver ricevuto attacchi da parte del “leader” del gruppo.
O magari la rabbia per non aver scoperto nulla sui suoi nemici, facendosi invece scoprire.
Qualunque sia stata, quella sua fuga diede l'opportunità ai ragazzi di recuperare, svegliare e aiutare il resto del gruppo adesso a terra.

--------------------

Erano ormai passati svariati minuti dall'ultimo attacco.
Durante quella pausa erano stati aiutati tutti i membri rimasti a terra, e nonostante le ferite riportate ormai erano tutti pronti per mettere in atto il fatidico piano.

Il silenzio regnava sul tetto del fabbricato su cui si trovavano.
E la disposizione era adesso stata studiata.

Da una parte Jolyne, con Okuyasu e Koichi.
Da un altra invece si trovavano Jotaro insieme al resto del gruppo.

Le uniche cose che rompevano il silenzio erano i respiri pesanti e veloci, i battiti dei cuori che quasi potevano sentirsi tanta era la tensione e l'agitazione del momento.
Un attimo. Tutti gli occhi in contemporanea si spostarono ad osservare un esatto punto all'orizzonte.
Lo avevano sentito.

Una veloce occhiata e qualche cenno di testa vennero scambiati tra Josuke, Jotaro e Jolyne.

«Siamo pronti.»


…..
Eccolo, Pucci, ora potevano vederlo tutti chiaramente.
Aveva accelerato ancora, ormai era quasi notte anche se fino a pochi minuti fa il sole era sorto.
Ma sapevano cosa fare, non erano impauriti.

Una folata di vento e qualche oggetto che probabilmente era stato raccolto e lanciato da Pucci sfiorarono le guance dei presenti sul tetto, lasciando qualche graffio.


«E così pensate di potermi sconfiggere?
Pensate di poter superare questo potere che anche Dio teme?
Sciocchi!
Ignoranti e stupidi figli di Dio, perirete qui e ora, davanti ai miei occhi!»

Un primo attacco stava per essere scagliato. Pucci era lanciato a tutta velocità contro Jotaro, quando proprio la sua voce si staccò dal gruppo.


«ORA!»

Hermes, all'improvviso, attaccò con Kiss Pucci, lanciandogli addosso degli oggetti appuntiti sollevati grazie all'aiuto dello stand di Josuke, combinati con l'aiuto di Jolyne ed Annasui.
A ruota Attaccò anche Annasui, che seguendo la scia dell'oggetto doppio di Kiss tentò di manipolare e ferire Pucci.
Entrambi gli attacchi fallirono e i due ragazzi vennero lanciati a terra, prontamente recuperati da Jotaro.

Ma sui loro visi vi erano dei sorrisi.

«Cosa---»


«ADESSO OKUYASU!»

Ci era cascato. Era troppo pieno di se e non aveva notato che quello era un trucco per distrarlo.
Okuyasu, il ragazzo con una cicatrice a “X” sul viso si era pericolosamente avvicinato a lui e aveva invocato il suo stand.
Lo stava osservando con uno strano ghigno quando una mano venne agitata tra lui e la faccia del ragazzo.

«Sarebbe tutto qui il tuo potere? Stupido sciocc-»

«Eheheheh... a chi hai dato dello stupido, eeeh?!
THE HAND!»

Come risucchiato da una strana forza Pucci si ritrovò all'improvviso attirato verso il tetto del fabbricato.
Ma come era possibile? I movimenti si sarebbero dovuti mutare per via del tempo accelerato. Loro non dovrebbero essere stati in grado di fare nulla contro di lui, ma... l'aria non cambia mai no?
E purtroppo quello lui non poteva saperlo.

Non fece in tempo neanche a rendersi conto di cosa stesse succedendo che il ragazzo sfregiato in viso si scostò, rivelando dietro di lui quel piccolo e basso ragazzino, che osservava nella sua direzione con sguardo serio.
Dietro di se fluttuava uno strano essere verde, che tanto ricordava un bambino.

«ECHOES ACT 3 FREEZE!»

Un attimo e accadde una cosa ancora più strana.
La gravità... la gravità si moltiplicò e in un secondo si ritrovò bloccato a terrà, sbattuto contro il terreno con una forza inaudita, tanto che la botta a momenti rischiò di far sparire il suo stand.
Cosa stava succedendo? Non riusciva a muoversi!
Le sue braccia, le sue gambi erano pesanti, immobili, come legate da---- corde?

Appena riuscì a volgere lo sguardo il sudore e l'agitazione presero il controllo sulla sua figura.
All'improvviso si ritrovava legato da una moltitudine di fili che provenivano da quella ragazza con una strana acconciatura in testa.
Inutile, era immobile. La gravità non lo mollava, gli arti bloccati, e ora....
Sopra di lui troneggiavano con uno spaventoso ghigno sul viso Jotaro e Josuke.

Josuke si scrocchiò le dita delle mani, Jotaro si sistemò il cappello, tutto senza mollarlo di un attimo con lo sguardo.

Pucci, immobilizzato e terrorizzato riuscì ad aprire bocca con voce tremante.


«Non sarà mica...»

E in tutta risposta si ritrovò sommerso di pugni, in un magnifico concerto composto da “oraoraora” e “dorarara”.


Durò poco.
Le nuvole tornarono a scorrere in modo normale. Il vento si calmò e il sole finalmente si fermò nel cielo.
Pucci era svenuto, il suo stand sparito e finalmente l'orribile effetto aveva smesso di influenzare la terra.

«Ottimo lavoro ragazzi.»

L'intero gruppo, dopo un attimo di esitazione, si lasciò andare in un urlo liberatorio, risate, abbracci e pacche sulle spalle.
Nonostante la stanchezza, la tensione e la fatica della battaglia... la felicità aveva preso il sopravvento.


«Cosa ne facciamo di... lui?»

La voce di Jolyne, che si era staccata dai festeggiamenti, si rivolse al padre.
Il nemico ormai inerme era ancora avvolto nelle stringhe del suo stand, come un enorme pacco regalo.

«Potremmo portarlo all'associazione Speedwagon, che ne pensate?»

Gli sguardi si volsero questa volta verso Koichi, e dopo qualche scambio di occhiate decisero che era la soluzione migliore.
Li sarebbe stato rinchiuso in reparti appositi e tenuto in osservazione in modo da non poter più nuocere a nessuno.

La battaglia era finita, finalmente erano potuti scendere e concedersi il lusso di qualche momento di relax tra sigarette e chiacchierate, ma c'era qualcosa nella testa di Jotaro che gli premeva nascosta da qualche minuto, fino a quando non si bloccò, sbarrando gli occhi e fissando fisso il pavimento.

«...papà?»

 

«L'associazione... Speedwagon?»



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Angolo autrice

SCUSATE.
Non so davvero come scusarmi, avevo detto che avrei aggiornato a poco, e volevo davvero farlo, scusatemi davvero... ><
Purtroppo nella mia famiglia è accaduto un gran brutto incidente e ho avuto bisogno di tempo per riprendermi prima di riuscire ad andare avanti... ma ora eccomi qui!
Sono riuscita a completare questo capitolo che avevo iniziato da tempo e penso inizierò già il prossimo! Finalmente arriva il bello *^*

Ho voluto tagliare corta la parte della battaglia eprchè nella mia idea era solo una piccola parte e non volevo tirarla troppo lunga, ora si entrerà nella vera trama. Inoltre grazie ai commenti mi sono venute due piccole idee da aggiungere <3
E per le immagini... adesso ve ne è solo una, metterò il link di tumblr se a qualcuno interessa!

Detto ciò spero che questo capitolo vi piaccia e che non risulti troppo pieno ma è stato veramente difficile... buona lettura!    YonnaH <3

   
 
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