Aveva
visto bene, oppure si era solo immaginata di vedere quello che ha visto?
Niamh
dubitava fortemente di aver visto apparire dal nulla il marchese
Lancaster ove
prima vi era semplicemente un muro ricoperto da un arazzo di famiglia,
ma a
meno che non avesse avuto le allucinazioni allora poteva dire di aver
visto un
episodio anomalo all’interno della grande villa.
Stava
spolverando una libreria in una sala attigua al corridoio in cui si era
manifestato quell’insolito fenomeno quando fu testimone del
fatto, e fu
abbastanza sicura di aver visto il marito della padrona di casa uscire
fuori dall’arazzo
rappresentante lo stemma con la pantera rampante senza che avesse
notato la sua
presenza dietro uno scaffale poco arredato.
Si
ritrovò dunque a deglutire a fatica, avvertendo la gola
insolitamente secca,
avvicinandosi di conseguenza al luogo in cui era apparso il nobiluomo
quando fu
sicura di avere la strada libera.
All’apparenza
si trattava di un comune ornamento, fatto con tessuti preziosi e questo
andava
detto, e dietro di esso la giovane domestica non trovò altro
che il muro
compatto fatto di solidi mattoni come constatò di persona
andando a tastare con
un pugno. Se ci fosse stata una entrata segreta allora il rumore della
pietra
sarebbe stato più vuoto, come le avevano insegnato i romanzi
di avventura e i
film di spionaggio, ma in quel caso ci fu solo un suono basso e
attutito segno
evidente che non c’era nessun ingresso nascosto oltre quel
muro. Eppure la
giovane “dipendente” di casa Lancaster non aveva
avuto una allucinazione, e
quella figura di bianco vestita che aveva visto uscire
dall’arazzo, sicurissima
che non l’avesse vista perché le aveva dato
immediatamente le spalle, doveva
essere per forza di cose il marchese.
–
Ehi! Che diavolo stai facendo, tu?! –
A
riportarla alla realtà dei fatti ci pensò una
voce severa alle sue spalle che,
per forza di cose, la fece sussultare spaventata tanto da portarla a
far cadere
a terra l’arazzo che aveva malamente sollevato per poter
osservare meglio un
muro che non aveva nulla di strano. Trovandosi poi a voltarsi di scatto
verso
chi l’aveva ammonita con tono militare, e deglutendo
amaramente sentendosi le
gambe tremare di fronte alla massiccia figura di Turbinskii che la
oscurava con
la propria ombra.
Il
lottatore di origini russe, ben impacchettato nella sua divisa da nuovo
capo
della security di casa Lancaster, questo per quanto riguardava la villa
visto
che le “forze speciali” riguardavano ancora
Connors, osservò con una certa
severità la giovane domestica dall’alto dei suoi
due metri e più.
–
Ecco i-io… stavo per…–
deglutì per la seconda volta con fare doloroso mentre
cercava di trovare una scusa, qualsiasi scusa basta che fosse
credibile, da
propinargli in pochi secondi e non finire male – per
p-portare questo arazzo a
lavare! Eh, già! Per ordine della stessa padrona per giunta!
–
Pregò
mentalmente che l’ex chojin, tra l’altro sapeva
alla perfezione che era stato
battuto da Kevin e questo era sinonimo di altro disagio per lei dato
che se lo
trovava davanti, non prendesse mano al proprio cellulare per avere la
conferma
di quell’insolita operazione dalla moglie del
marchese… venendo come miracolata
dalle proprie silenziose preghiere vedendolo rilassarsi nella rigida
postura
una volta che ella ebbe dato le sue tremolanti spiegazioni.
–
Hm, sei sicura di doverlo lavare? A me sembra a posto! Quindi
perchè non lo
rimetti dov’era?! –
Era
logico che Turbinskii si preoccupasse di più che la prigione
della dottoressa
Kalinina venisse scoperta dalla nuova domestica del suo datore di
lavoro, era
sicuro di non averla mai vista in giro quindi doveva essere stata
assunta da
poco, ma poteva anche essere che l’atteggiamento sospetto
della ragazza fosse
dovuto solo al fatto di essere stata colta di sorpresa durante una
delle sue
mansioni. Evitava di guardarlo direttamente negli occhi continuando a
tormentarsi un bottoncino della propria divisa, segno di una certa
timidezza
data anche dal fatto che il russo si era mostrato dinnanzi a lei con
tono
severo.
–
Se… se non mi credi puoi sempre chiedere alla padrona. Sono
sicura che
confermerà di volerlo portare in
lavanderia…–
A
sorpresa di Turbinskii la giovane Victoria Teras, questo era il nome
sul suo
cartellino identificativo a quanto pare, trovò la forza di
alzare lo sguardo
verso di lui, seppur con titubanza, per rimarcare il concetto che non
aveva
alcuna intenzione di abbandonare li quel suppellettile.
Persino
la stessa Niamh si stupì della propria volontà di
non perdere quello che poteva
essere un miserabile indizio, era ovvio che l’arazzo non
c’entrasse nulla ma
era comunque una scusa per andarsene da li il più
velocemente possibile, e per
quanto sentisse le gambe tremargli era decisa ad andare fino in fondo con quella faccenda.
Pertanto
all’ex lottatore, che decisamente non aveva voglia di
polemizzare con Janice
Lancaster, non rimase altro da fare che scansarsi e lasciar passare una
domestica che stava letteralmente urlando interiormente.
Doveva
avvertire Janice che forse aveva trovato un comportamento strano nel
già
eccentrico Howard… ma ancor prima era consapevole che doveva
avvertire Kevin il
prima possibile e lontano da occhi indiscreti.
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
La
foresta è piena di suoni, odori e profumi, che difficilmente
i sensi di una
persona normale possono captare nella sua interezza. Quelli di Muramasa
Masada
erano allenati fin dall’infanzia a decodificare ogni singolo
suono, rumore o
odore che poteva risultare estraneo in mezzo ad una selva incontaminata.
Si
trattava di requisiti minimi indispensabili per poter sopravvivere alle
bestie
mostruose presenti all’interno della foresta in qualunque
parte del continente,
e che le avevano permesso di sopravvivere da bambina fin tanto da
raggiungere
le terre civilizzate. Forse non era l’orgoglio del suo popolo
per essere
fuggita da “la retta via” mescolandosi dunque a
persone che vivevano non a
stretto contatto con la natura, ma era consapevole che essere rimasta
in vita,
al contrario di tutto il suo clan perito per mano dei demoni della
notte, era
un vantaggio maggiore che perire inutilmente a causa del proprio
orgoglio.
Masada
era orgogliosa… ma non sciocca. Ed era conscia che per
quanto dolore covasse in
corpo nell’essersi data alla codardia assoluta, nonostante i
suoi nove anni di
vita, non avrebbe combinato nulla senza un minimo di strategia
calcolata.
Per
quanto fosse una femmina piuttosto “diretta” sul
campo di battaglia sapeva che
alle volte era il caso di calcolare bene la tempistica di un eventuale
attacco,
soprattutto in caso di strani odori e suoni captati dai suoi sensi
sviluppati.
Forse era anche stanca di fare quel
tipo di mestiere logorante, dopo aver visto di tutto in più
di cinquanta anni
di servizio, ma era l’unica strada che conosceva ed era una
delle poche a non
essersi mai montata troppo la testa… se così si
poteva definire l’aggressività
delle sue colleghe.
Fu
dunque con un moto di tensione preoccupato che si apprestò
ad annusare gli
odori di una città vicina, proprio al limitare della radura
in cui si trovava,
riscontrando in questi odori tre individui a lei familiari.
Inspirò
profondamente attraverso la propria maschera antigas, ed emise un
“uhm” che si
amplificò maggiormente grazie alla maschera tanto da
sembrare il lamento di una
bestia sospettosa.
Il
soldatino, la fuggitiva e la figlia di Lamia. Tutti quanti insieme in
un unico
vespaio che si preannunciava quanto meno movimentato proprio
all’interno di una
città spazio portuale qual era il Crocevia. Un luogo
perfetto per terminare il
bersaglio, un po’ meno data
l’imprevedibilità del soggetto in questione che
avrebbe potuto usare i civili inermi a proprio piacimento pur di
garantirsi una
via di fuga.
Ed
era una cosa che Masada, nel mentre che aumentò con
decisione il passo verso la
città che non dormiva mai, decisamente non poteva permettere
che accadesse.
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Attualmente
Michael Connors aveva dei validi motivi per odiare la propria compagna
di
viaggio. Non tanto per il piano piuttosto approssimativo di seguire il
loro
bersaglio fin dentro il bar in cui si era rintanato per
“convincerlo” a farsi
dire loro tutto quello che poteva sapere, quanto per il modo di
adescarlo che
francamente parlando all’americano non piaceva affatto! E
aveva tutti i motivi
per essere incazzato, tanto da calcarsi meglio il morbido berretto e
stringersi
maggiormente nel cappotto in modo da non essere visto troppo dagli
operai che
si muovevano velocemente lungo il viale principale di quel porto
commerciale.
–
Io… una volta che tutto questo sarà finito ti
darò la caccia personalmente,
capito?! –
–
Oh, andiamo! Non ti trovi bene nella tua situazione attuale? In fin dei
conti
si tratta di un travestimento efficace visto l’individuo che
stiamo per
incontrare… almeno stando alle testimonianze che ho
raccolto–
–
Normalmente io avrei qualcosa in mezzo alle gambe! – rispose
con tono seccato
il soldato che ormai la tanto decantata mascolinità
l’aveva persa – potevi
dirmelo che quella cazzo di pozione era il “bacio del
diavolo”! sono abituato a
pisciare in piedi, e vorrei continuare a farlo! –
A
quel punto la donna con il bizzarro taglio di capelli si
girò divertita verso
la propria compagna di viaggio, e
trovando che Michaela Connors si stava lamentando un
po’
troppo decise di prenderla goliardicamente in giro. Forse.
–
Anche io lo faccio in piedi, che ti credi? Comunque lascia che te lo
dica hai
un aspetto fantastico… e tieni presente che si tratta di un
ottimo
camuffamento. Le autorità cercano un uomo e una donna in
fuga, mentre ora siamo
solo due donne che vogliono passare inosservate e adescare un
dongiovanni che
tra le altre cose è la nostra unica pista che possiamo
seguire–
Eppure
questo non era bastato per placare l’ira dell’ex
mercenario una volta che si
risvegliò, la mattina seguente dopo aver bevuto
quell’intruglio malefico, nel
corpo di una splendida fanciulla che lo aveva portato a gridare
frustrato una
volta che si osservò nello specchio del bagno. La pelle
olivastra e le
lentiggini sembravano avere un aspetto meno trascurato, come se fosse
quasi
ringiovanita, ed il seno prosperoso era trattenuto a stento dentro la
candida
canottiera del pigiama. Logicamente persino la sua voce aveva perso un
paio di
ottave, trovando dunque ancor più aliena quella visione che
aveva di fronte la
superficie riflettente.
Aveva
dunque provato ad aggredire Alana ben spaventato dall’idea di
rimanere
intrappolato all’interno di un corpo che non sentiva affatto
come “suo”, per
quanto doveva ammettere che non aveva un aspetto sgradevole
ma… anzi!,
riuscendo solo a colpirla di striscio con un calcio e trovandosi a
breve la
faccia premuta contro la moquette della camera da letto.
Avrà avuto più di
cinquanta anni la signora, ma la forza che usò per torcergli
un braccio con una
mano, mentre con l’altra premeva il suo viso contro il
pavimento non andava
affatto sottovalutata per quanto non gli piacesse essere sottomesso in
quel
modo.
E
a calmarlo dai bollenti spiriti ci pensò la Deva stessa,
rimembrandogli la loro
missione e il perché lui si era unito in quel viaggio che
sapeva di suicidio
annunciato.
“potrai
anche incazzarti con me per averti nascosto la natura della pozione che
ti ho
dato, e qui te ne do conto…” fece la donna, con un
tono incredibilmente freddo
che sorprese pure Connors senior, continuando a spiegargli il motivo
per cui
erano li “… ma se te lo avessi detto tu molto
probabilmente non l’avresti
assunta. Ora, non per essere pignola, ma la natura della nostra
missione ci
mette già in una situazione di svantaggio…
abbiamo solo il 20% di
sopravvivenza, e credo che tu voglia tornare a casa sano e
salvo”.
Indubbiamente
lo aveva fatto riflettere sulla possibilità di ritornare
sulla Terra, ed il
lacchè del marchese Lancaster aveva tutta
l’intenzione di proteggere il suo
capo, e la figlia del suddetto datore di lavoro logicamente, da
possibili
ripercussioni generate dalla sua condotta tutt’altro che
felice.
Si
era fatto fregare come un pollo e chissà cosa diavolo
avevano scoperto i suoi
carcerieri durante la sua detenzione, per come gli avevano trapanato il
cervello potevano aver scoperto di tutto su di lui e Howard oppure
proprio un
bel niente, pertanto poteva sperare nel completamento di una missione a
suo
dire impossibile e sperare che la Corte chiudesse un occhio a riguardo.
“Se
Morrigan è ancora viva allora la devo eliminare prima che la
Corte stessa ci
arrivi. In questo modo sarà come se ‘niente fosse
successo’ almeno sulla carta…
e il tuo coinvolgimento verrebbe dimenticato”
In
pratica su Amazon funzionava così, se pagavi il tuo debito
potevi anche
cavartela con una pena minore, oppure non venivi condannato affatto se
ovviamente non avevi commesso nessun reato a patto che i nostri due
eroi fosse
riusciti a distruggere ogni prova a loro carico. Alana difatti puntava
a
questo, espiare il proprio passato facendo qualcosa che avrebbe dovuto
fare
molto tempo prima e facendolo in modo che nessuno infangasse il suo
nome e
quello della sua famiglia… anche se sembrava un modo
piuttosto vigliacco per
affrontare la situazione, la femmina aliena possedeva comunque un suo
contorto
senso del dovere.
Tutto
quel ragionamento contorto però portarono solo
dell’inutile mal di testa a
Connors, benchè fosse consapevole di aver scelto
volontariamente di seguirla
per evitare anche lui guai ben più peggiori, e logicamente
andò ad intaccargli
la zona dell’occhio mancante con qualche goccia di sangue che
gli fuoriuscì dal
naso. Un caso stranamente insolito quello, che portarono
l’avvenente ragazza a
ignorare gli operai che le passavano accanto, ignorandola nonostante
fino a
poco prima cercasse di nascondersi con fare sospetto, e portarsi un
paio di
dita alle narici notando il proprio liquido rosso scivolargli dalle
falangi.
Poche
gocce di sangue a dire il vero, ma che portarono una certa inquietudine
al
soldato intuendo che forse le ferite che aveva ricevuto alla clinica
non erano
poi così superficiali. In fin dei conti aveva perso un
occhio, ora sostituito
da una benda nera, e per quanto la ex inquisitrice fosse un medico
capace chi
poteva dirgli di non avere fatto infezione? Ma più che il
dolore in se, era la sensazione di
provare un dolore fisico
strisciante ad allarmarlo maggiormente in una sensazione ovattata e
distante.
Non
sapeva spiegarselo con parole più semplici, ma era una cosa
che per un attimo
lo aveva preoccupato più che il possedere un paio di tette
nascoste all’interno
del cappotto verde militare. Per quanto la gente ignorasse quella
ragazza ferma
sotto un lampione perché troppo impegnati a continuare a
lavorare anche in
tarda serata, la sua compagna di viaggio aveva notato quella sua aria
preoccupata pur non vedendola sanguinare.
–
Ehi, tutto a posto? Non per dire, ma siamo già arrivati e
questo non è il
momento per i ripensamenti–
Alana
si voltò per osservare con aria perplessa una ragazza
ispanica apparentemente
assorta nei propri pensieri, e fu certa che Connors le stesse
nascondendo
qualcosa di, forse, importante riguardo la sua salute fisica. La vide
pulirsi
la mano destra contro un lembo del cappotto, ma non seppe dire per
quale motivo
lo fece dato che non le diede il tempo di analizzare al meglio la sua
figura.
La superò dunque a testa bassa e con un cenno di nervosismo
in corpo,
sfiorandole la spalla senza fare apposta, e dirigendosi verso
l’entrata di un
pub dall’insegna luminosa traballante lasciandosi scappare
parole seccate.
Non
è niente… sbrighiamoci ad andare a fondo in
questa faccenda! –
La
Deva non se lo lasciò ripetere due volte, ed
accantonò il comportamento un po’
strano dell’ex mercenario come semplice nervosismo
pre-missione…
Niente
di più sbagliato.
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Lumina
si considerava una persona educata.
Per
quanto potesse sembrare un controsenso per un comune mortale era una
donna che
lasciava spazio personale alle proprie vittime,
nonostante li violasse nel peggiore dei modi violentandoli
nell’intimo
della loro psiche corrotta, senza abbandonarli mai per davvero, era
conscia che
era giusto lasciar respirare un po’ quei pazienti decisamente
turbolenti.
Tanta
era la sua educazione che aveva persino bussato
alla porta del bagno del piccolo soldatino, capendo alla perfezione di
averlo
trovato nei meandri di pensieri inquieti e confusi che le offuscavano
la vista
di una preda fin troppo facile ma ben allenata da Alana, decidendo di
non
attaccarlo solo per dargli il tempo di farsi una doccia rilassante.
Aveva
lasciato passare una intera notte per far credere loro che il pericolo
era
passato, poi come una invisibile vipera delle sabbie aveva deciso di
attuare il
suo piano di caccia forse poco raffinato ma molto efficace. Ed ora che
li aveva
trovati, proprio mentre si stavano imbucando in un fumoso locale
notturno,
aveva quasi rischiato di farsi beccare
nell’esatto momento in cui si era avvicinata troppo ai due.
Lumina
era in mezzo alla grande strada pedonale che brulicava di operai e
altre Deva
in divise da lavoro intenti a svolgere le proprie incombenze, e per
quanto
fosse una figura spettrale, tanto da non riuscirne a capire il sesso di
appartenenza, pareva che nessuno fosse capace di localizzarla.
Nessuno… se non
quei poveri disgraziati che entrarono nel raggio d’azione del
suo “urlo”
dettato dall’eccitazione di una caccia appena iniziata.
L’inquisitrice
spalancò la bocca in un urlo silenzioso, fin quasi a
sembrare deformata, e
quelli che furono colpiti da esso caddero a terra preda di dolori
atroci
portandosi convulsamente le mani alla tempia sentendosela come
scoppiare da un
momento all’altro iniziando a sanguinare dal naso e dalle
orecchie preda di
allucinazioni atroci.
Tutte
visioni offerte dall’estasiata Lumina e dalla sua mente
perversa, a cui solo
pochi uomini riuscirono a resisterle, forse perché forti di
spirito, nell’atto
di aiutare chi era caduto a terra mentre il panico iniziava a farsi
sentire per
la grande strada principale.
Ma
alla creatura poco importava del dolore dei comuni mortali, la
felicità per una
nuova caccia era troppo grande per poter essere contenuta.
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Una
vera disgrazia che in quella squallida città ci fossero
così poche femmine che
cadevano sotto il suo sguardo. Un peccato invero, poiché
lungo il suo viaggio
attraverso boschi incredibili, rovine di città e villaggi
dimenticati da ormai
350 anni con la vegetazione che se ne era già rivendicato il
possesso, ed
infine strade antiche per buona distrutte da quelli che sembravano
essere
bombardamenti di contenimento, non aveva notato il dolce faccino di
qualche
donzella che necessitava del suo aiuto. A quanto pare i demoni della
notte, o
vampiri, o piattole insignificanti per un uomo forte come lui, si erano
dati
alla pazza gioia e il governo unito dei vari regni doveva aver tentato
il tutto
e per tutto per fermare la minaccia.
Non
aveva incontrato anima viva, non le tanto decantate barbare, sostituite
da lupi
guardinghi che lo osservavano da lontano, e quei pochi mostri che
avevano
provato a fermarlo si erano presto pentiti di aver intralciato il suo
cammino.
Morale della favola: era decisamente “a secco” e
l’ultima volta che si era dato
era stato al monastero dove la deliziosa Morrigan gli aveva affidato
una
missione piuttosto importante.
Per
fortuna che lo aspettava un viaggio sulla Terra per concludere alcuni
affari
con certi pezzi grossi interessati
“all’innocuo” commercio di suppellettili
della sua strega, ma forse quella sera sarebbe stato piuttosto
fortunato a trovare
una preda interessante.
Era
conscio che oltre agli affari che lo attendevano sul pianeta Terra
c’era anche
la caccia al bersaglio commissionatogli da Morrigan, dunque era anche
per
questo motivo che si era attardato su Amazon per poter consultare i
propri
informatori presenti in città, ma come doveva comportarsi se
accanto a lui,
nonostante tutto il posto possibile lungo il bancone del bar, si sedeva
una
fanciulla piuttosto affascinante?
La
ragazza in questione aveva la pelle ambrata, i capelli corti nascosti
sotto una
coppola, ed un fisico tonico nascosto sotto un pesante
cappotto… ed inoltre,
aveva come l’impressione che si fosse seduta apposta accanto
a lui giusto per
usufruire della sua compagnia.
Per
un po’ rimase in silenzio, pur scrutando la ragazza che
sembrava fare di tutto
per ignorare quel suo sguardo tanto freddo quanto penetrante,
limitandosi a
degustare il proprio aperitivo ed osservando la propria futura preda
che
ordinava al barista lo stesso cocktail ordinato da Spectrus.
–
Davvero una scelta curiosa…– fece
l’avvocato del diavolo alla bella straniera,
che si morse le guance dall’interno, fin troppo convinto di
riuscire a
portarsela a letto – di solito il black russian è
il favorito tra gli uomini,
non tra le donne–
–
Ma io non sono una donna… non di quelle normali,
ecco–
Connors
rischiò di auto smascherarsi come un autentico pivello
già all’inizio di quella
conversazione alquanto difficile, ma si ricordò di essere in
missione e
pertanto era il caso di mettere da parte il proprio imbarazzo per la
condizione
in cui si trovava e agganciare il bersaglio come si era accordato con
Alana. Se
quello stronzo avesse fatto qualche mossa sbagliata lo avrebbe messo al
suo
posto prontamente. Garantito.
–
Indubbiamente devi nascondere grandi doti sotto quel cappotto
– non si sforzava
neanche di fare commenti velati, convinto di conquistarla con poche
parole –
comunque, hai l’aria di chi non ha passato una gran bella
giornata… e io sono
sicuro di poter fare qualcosa per alleviare le tue sofferenze–
Era
un uomo arrogante, oltre che dannatamente sfacciato dato che non perse
tempo a
posarle una mano suo fianchi fin quasi ad abbracciarla, e a quanto pare
doveva
credere di avere un grande fascino tanto da conquistare velocemente una
donna.
Ovviamente questo giochetto con Michael non funzionava, e per quanto
era
riluttante all’idea di stargli così vicino doveva
continuare ad attenersi al
piano, arrivando a sospirare di sollievo una volta che pure Alana si fu
seduta
sul fianco libero del presunto bersaglio.
C’erano
pochi commensali all’interno del locale, alcuni individui
erano seduti ai
tavoli circolari ed intenti a parlare tra loro o giocare a carte,
mentre alcuni
individui se ne stavano all’ombra dei piccoli
“privè” con un’ampia visuale
sulla fumosa sala. Ed uno degli individui che stavano nelle tenebre, un
viandante piuttosto inconsueto
per un
villaggio di operai instancabili, tra cui spiccavano parecchi kinnikku,
aveva
notato che quello strano gruppetto presente al bancone del bar stava
per dare
inizio a qualcosa.
La
stessa sensazione l’ebbe pure Specter nel momento in cui una
donna sulla
cinquantina, dal fisico ancora in forma questo doveva concederglielo,
andò ad
affiancarlo con fare apparentemente innocuo nel mentre che ordinava un
mojito
ad un assonnato barista.
–
Hm… non so definire se questo è il mio giorno
fortunato oppure una strana
coincidenza. Tu che dici? –
Lo
chiese a Connors pur continuando a guardare la nuova arrivata che
attualmente
stava sorseggiando il proprio cocktail con una cannuccia provocando un
rumore
piuttosto fastidioso, e la risposta gli arrivò dalla stessa
donna bionda che
appariva fin troppo tranquilla. Come se gli avesse teso una trappola.
–
Le coincidenze non esistono, mister
Specter… voi
più di tutti dovreste
saperlo visto che siete un avvocato che gioca con il fuoco–
–
E voi dovete essere piuttosto sicura di quel che fate per permettervi
di
giocare con quel fuoco che io so maneggiare facilmente –
L’uomo
dagli occhi di ghiaccio osservò attentamente la figura
femminile che aveva
pronunciato con noncuranza il suo nome, pur continuando a tenere
stretta a se
quella di origini sudamericane come “preoccupato”
che gli potesse sfuggire via,
provocandole un certo disgusto interiore per quel contatto fisico non
voluto, e
quasi non si accorse che la ragazza aveva estratto qualcosa da una
tasca del
cappotto e che prontamente gli puntò contro il fianco per
dirgli
silenziosamente di non muoversi.
A
sentirsi pungolare la carne da quello che doveva essere un coltello ben
affilato Spectrus Specter commise un errore potenzialmente letale nel
spostare,
per pochi millesimi di secondi, lo sguardo in direzione di Michael
mancando
dunque il contatto visivo con una Alana che non ci mise molto a fare la
sua
mossa.
La
donna difatti fece scivolare il bisturi da sotto la manica del cappotto
e, con
un gesto repentino, avvicinò la lama affilata alla gola
dello spietato alleato
di sua figlia. Nessuno dei presenti in sala, neppure il barista di
origini
terrestri intento a fare altro, si occorse del gesto della Deva ad
eccezion
fatta di quel commensale acquattato nell’ombra che
prontamente si alzò in piedi
allarmato da una possibile lite tra brutti ceffi.
–
Hm, non ho nemici su questo pianeta – fece
freddamente Specter pur avendo la lama a
portata di giugulare – dunque tu devi essere chi sono stato
mandato a
eliminare–
–
Un assassino? Ne sono lusingata. Mia figlia fa
progressi…–
E
tuttavia il misterioso individuo non riuscì a fare nulla
poiché il gesto
successivo dell’uomo vestito con un completo color ghiaccio
fu decisamente
repentino e… inatteso per certi versi. Il sedicente avvocato
teneva ancora
stretto a se una Connors convinto
di
poter avere la meglio con il proprio coltello da caccia, ma di certo
non si
aspettò di essere usato come clava umana colpendo in pieno
una compagna di
viaggio che parve essere presa completamente alla sprovvista da un
gesto
tutt’altro che galante. Le due donne dunque caddero di spalle colpendo un tavolo
circolare e le sue tre
sedie che si ruppero al peso di quei corpi umani, mentre Spectrus
Specter,
incurante delle grida di sorpresa degli operai che fino a quel momento
si
stavano riposando dopo una dura giornata di lavoro, si
avvicinò a quel duetto
ancora intontito spezzando un’asta da biliardo presa da un
tavolo da gioco li
vicino e sorridendo sottilmente.
In
quel frangente successe una cosa molto strana, che portarono
l’uomo ancora
celato nell’ombra a desistere dal buttarsi
all’attacco pure lui nel momento
esatto in cui gli occhi scuri della donna bionda non incrociarono il
suo sguardo.
In quel preciso momento si ricordò di averla già
vista altrove, neanche tanto
tempo fa, e il suo solo sguardo parve dirgli di non intervenire in una
faccenda
privata che nulla centrava con chi la conosceva anche solo di vista.
Incredibile ma vero il misterioso individuo volle dare retta a
quell’istinto
che gli diceva di non agire, anche perché Alana non avrebbe
gradito, e nel
mentre con una certa titubanza desisteva dall’attaccare,
mister Specter aveva
fatto la sua mossa nell’impalare a terra il proprio bersaglio
con la punta
della stecca da biliardo.
L’asta
spezzata andò in profondità nel petto della Deva,
che gridò rauca, un “naarghh!”
che le fece eruttare sangue
dalla bocca, e potente sentendo quel corpo estraneo romperle lo sterno
come se
fosse burro e colpendola al cuore trapassandola da parte a parte fino a
completare la sua corsa contro le tavole di legno del pavimento.
Una
pozza di sangue scuro si allargò sotto la figura di Alana, i
cui occhi parvero
diventare opachi mentre la vita sembrava scivolarle via davanti lo
sguardo più
che soddisfatto di uno Specter che aveva concluso quel combattimento,
sotto gli
occhi terrorizzato dei commensali che non riuscivano a schiodarsi da
li,
guadagnandoci anche una potenziale partner.
–
Beh, piuttosto semplice come lavoro… ma in fin dei conti si
trattava di una
vecchia con abilità rigenerative ormai indebolite dal tempo
contro un qualcuno
di molto giovane – era molto sicuro di se, ma era anche vero
che non aveva
detto una gran menzogna. Dunque allungò la mano destra verso
un Connors con
ancora gli occhi sgranati per aver assistito alla
“morte” di Alana, desideroso
di chiudere la faccenda – non prendertela a male per la tua
amichetta,
d’accordo? Ora credo sia il caso che noi due ce ne andiamo di
qui, subit…–
–
Dannato bastardo!! –
A
quanto pare la ragazza non aveva apprezzato il trattamento che era
stato
riservato alla sua “fidanzata”, questo
pensò ironicamente l’avvocato, e difatti
appena il bersaglio le prese con forza l’avambraccio sinistro
approfittò dell’occasione
per poterlo pugnalare alla mano con il pugnale da caccia a cui non
aveva
mollato la presa.
Spectrus
sibilò infastidito per quell’attacco
tutt’altro che previsto, costretto dunque
a lasciare la presa sull’ambita preda per potersi togliere
dalla mano un
coltello ben piantato nel palmo e constatare che… qualche
scintilla si era
scaturita con il trancio di alcuni fili
interni.
–
Ma cosa cazzo sei? – fece la ragazza prendendo le distanze da
lui con fare
guardingo – sei uno stramaledettissimo cyborg? –
–
No, è un sintetico…–
Con
una voce che sembrava provenire dall’oltretomba, e che
terrorizzò alcuni
presenti tanto che i più savi decisero di darsela a gambe,
l’ex inquisitrice si
alzò da terra con uno sguardo a dir poco truce sul volto
cianotico. Ci aveva
impiegato qualche secondo per riprendere conoscenza, e se era cianotica
forse
era perché non si era ancora tolta la stecca da biliardo
piantata nel cuore, ma
non stette ferma ad aspettare e sfruttò
quell’attimo di distrazione di Specter,
nell’attimo in cui si guardava seccato la ferita
superficiale, per potergli
saltare addosso come una furia e piantargli il bisturi
nell’occhio sinistro.
Non
contenta di essere riuscita, con quell’attacco, a colpire il
proprio avversario
volle rincarare la dose spingendolo prepotentemente contro il bancone
del bar e
li sbattergli ripetutamente la testa contro il marmo sporco di liquori
stringendo forte quella cute dai capelli corvini e digrignando i denti
in modo
selvaggio.
Colpì
talmente forte da sfregiargli la pelle e lasciare un lato del suo viso
completamente esposto agli elementi, eppure quella violenta tortura non
durò a
lungo. Il tempo di far calcolare a Specter la giusta distanza che lo
separava
dalla sua noiosa aguzzina per potergli dare una testata con la nuca e
colpirla
in pieno volto sentendo chiaramente le ossa del suo naso spappolarsi a
quel
colpo.
Se
le ossa non raggiunsero il cervello di Alana fu solo per un colpo di
fortuna,
ma questo non fu da deterrente per l’ovvio intontimento che
le sopraggiunse per
quel colpo tanto forte che, se fosse stata più attenta,
avrebbe saputo benissimo
evitare.
E
forse fu lo stordimento iniziale a non permetterle di sentire
inizialmente una
sorta di suono sottile che entrava di testa in testa come se
fischiassero le
orecchie a causa della pressione atmosferica.
–
Non sono un cyborg… e neppure un sintetico – la
vanità non conosceva confini,
nonostante il suo viso deturpato che lo facevano sembrare
più ad un “T800” che
ad un essere umano – sono una creatura infinitamente
superiore a voi, come è
logico che sia, dunque che ne dite di arrendervi così che
possa uccidere una di
voi in santa pace…?–
Scrutò
con una certa curiosità una ragazza ispanica crollare in
ginocchio, pallida in
volto non solo per come era conciata la propria compagna, intenta a
portarsi le
mani alle orecchie ormai divenute doloranti per il loro troppo
fischiare. Poi Spectrus
notò il sangue che iniziò a fluirle dal naso e
dalle orecchie, e come a volerla
imitare molti altri operai iniziarono a sanguinare da ogni parte,
persino dagli
occhi, urlando come dei folli preda di allucinazioni che toccarono solo
marginalmente il possente assassino di Morrigan.
Persino
l’ignoto spettatore di quel terribile combattimento non
rimase indifferente a
quello strano suono, simile al canto di una sirena, portandosi
brevemente una
mano alla tempia ma al tempo stesso realizzando che le proprie
abilità gli
permettevano di dissolversi in un modo tale da poter continuare a
guardare l’accaduto
da un punto tutto sommato sicuro.
L’ombra
era sua amica, ma ciò non si poteva dire dei poveri operai
che sempre più
impazzivano a quel sibilo insistente, a quella voce nauseante che stava
frugando nelle loro teste portandoli a gridare e a sanguinare,
colpendosi anche
a vicenda alla ricerca di un possibile colpevole per la loro terribile
condizione, non potendo fare più nulla per loro e
rammaricandosene in parte.
Persino
Spectrus avvertì un fastidioso mal di testa che gli
preannunciava che niente di
buono stava accadendo, tutti i commensali non avevano iniziato a
prendersi a
vicenda gli occhi a forchettate per imitare la violenta azzuffata con
quelle
due donne, e pertanto decise di lasciar perdere una sofferente Connors
sempre
più preda dei propri deliri e decise di darsela a gambe
prima che anche lui si
trovasse in condizioni ben più peggiori.
Era
come se l’intero locale fosse intriso di una presenza
strisciante, maligna
persino per uno come Spectrus, dunque avrebbe accontentato la propria
datrice
di lavoro in un secondo momento. Un vero peccato non poter usufruire
della
compagnia di una bella ragazza, ma quelle ne trovava quante ne voleva e
non
stette a dar retta ai richiami di quella schizzata della madre di
Morrigan, lo
stava davvero chiamando per nome come se non volesse che scappasse?,
tanto da
guadagnare brevemente l’uscita e…
…trovarla
occupata da una figura umanoide più alta di lui.
Una
femmina aliena, vestita di nero con una maschera antigas calata sul
volto e con
le braccia muscolose lasciate scoperte, alta circa tre piedi, contro i
suoi due
e mezzo e questo lo infastidì non poco, che si
parò tra lui e la possibile
salvezza lontano da un qualcosa che rischiava di intaccare anche il suo
sistema
nervoso.
Ma
se qualcosa, o qualcuno, aveva la capacità di intaccare la
psiche altrui
portando tutti a sanguinare copiosamente come dei maiali sgozzati,
questa nuova
arrivata parve puntare tutto sulla forza bruta e su uno scatto non
indifferente. Spectrus, forse a causa del danno ricevuto al sensore
ottico
danneggiato dal bisturi, non riuscì a calcolare bene la
traiettoria del colpo
che la nuova nemica gli dette, ed incredibile ma vero si
ritrovò preso alla
gola da una sola mano e scaraventato nuovamente all’interno
del locale con una
forza quasi inaudita. Come se fosse stato un oggetto inanimato.
Con
sommo nervosismo per non essere riuscito a fermare un attacco
così basilare, il
“povero” avvocato si ritrovò a sbattere
contro l’unica figura su cui era meglio
non posare lo sguardo.
Schiena
contro schiena. Ma solo lui perse quasi l’equilibrio per
quella che era stata
una gran brutta botta, e bisognava riconoscerlo visto che era stato
lanciato
con una certa facilità, ma ciò che si
trovò ad affrontare sembrava essere tutto
fuorché una creatura del suo stesso piano esistenziale.
Ciò
che vide era un fantasma. Una creatura sottile e dai lunghi capelli
pallidi,
intenta a intrecciarsi convulsamente le lunghe dita sottili nel mentre
che si
voltava verso di lui e lo osservava attentamente pur avendo la frangia
a
coprirle gli occhi. Un sorriso inquietante si allungò da
parte a parte su
quella mostruosa creatura, con un incalzante di tensione che persino un
uomo
freddo come Spectrus percepiva, e che culminò con un urlo
disumano che le
deformò la bocca al limite dell’impossibile come a
volergli divorare la faccia
intera.
Tanto
da prendergli il volto con ambo le mani, portandolo a irrigidirsi
mentre tutto
attorno a lui era come se l’ambiente andasse a fuoco
portandolo a percepire i
suoi stessi circuiti interni friggersi dal gran caldo, per quanto fosse
impossibile che un incendio si scatenasse in un ambiente privo di
fuochi
pericolosi, e prepararsi per trascinarlo nei suoi più
reconditi meandri della
psiche e renderlo un suo nuovo paziente.
Un
piano pressocchè perfetto, avendo Connors che stava
combattendo strenuamente
per non cedere alla follia collettiva che stava trasformando il locale
in un
bagno di sangue e Alana che arrancava a terra, che andò
però a scontrarsi con la
dura realtà dei fatti che la volevano alquanto debole sul
piano della difesa
fisica.
Lumina
era talmente concentrata nell’interrogare i propri pazienti
che non si accorse
dell’urlo di guerra della ex collega e della sedia che
andò ad infrangersi
contro la sua fragile schiena. L’inquisitrice guaì
come uno xenomorfo nel
mentre che Alana, dal petto ormai libero dalla stecca da biliardo,
continuava a
colpirla con ferocia fino a farla accasciare del tutto a terra e con i
resti di
una sedia in legno ormai ridotta in polvere.
Un
gesto veloce fatto ignorando le profonde ferite fisiche, causatele da
Spectrus,
fino allo stress psicologico di tenere testa all’attacco
della banshee per
eccellenza, per concludersi con quello che un sorpreso avvocato
capì essere un
salvataggio fatto in extremis.
–
Ce l’ho! L’ho preso! Ci
siamo tutti! Portaci
via da qui… ora!! –
Ed
il nero, come un velo scuro e impermeabile, avvolse lo sguardo dei
poveri
sventurati vicini alla ex inquisitrice facendoli calare in una calma
solo in
apparenza sicura.
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Ciò
che Connors vide quella notte se lo sarebbe ricordato a lungo,
perché di tutti
i dolori fisici che aveva subito quello di sentire
all’interno della propria
testa un’altra persona che parlava e gli diceva di pugnalarsi
anche l’ultimo
occhio rimasto era da annoverare come la peggior esperienza mai vissuta
in
vita.
Quella,
assieme al viaggetto “spazio-dimensionale” ad opera
del loro inconsueto
salvatore apparso in una notte artificiosa all’interno di un
locale che, fino a
poco tempo fa, risultava essere piuttosto tranquillo senza
combattimenti
improvvisati o mostri alieni apparsi dal nulla.
Forse
fu questo insieme di cose a portare miss Connors a portarsi una mano
alla
bocca, dopo essere rinvenuta in quello che sembrava essere un letto di
muschio
verde, cercando di arrancare verso dei massi e lì svuotare
lo stomaco di tutto
il suo contenuto.
–
Hm… mi dispiace tesoro – fece il loro salvatore
ben avvolto dal proprio
mantello scarlatto – purtroppo chi non è abituato
a viaggiare tra gli strappi
spazio temporali che creo può trovare piuttosto nauseabondo
il viaggio… oltre
che tutto lo spettacolino offerto da quel mostro orrendo apparso nel
locale –
Black
Hole non aveva faticato a riconoscere l’ex aiutante dei
MacMadd in quella donna
dal bizzarro taglio di capelli e dal fisico nuovamente in forma dopo
quelli che
dovevano essere stati estenuanti allenamenti. Una vera fortuna che suo
cugino
Apegon avesse chiamato i propri parenti per informarli che lo scontro
avvenuto
al tempio della speranza non aveva intaccato le sue ali o a la sua
salute. In famiglia
avevano atteso quello scontro con una certa trepidazione, ma vedere che
le
comunicazioni televisive si erano interrotte non era piaciuto
affatto… ecco perché
Black Hole era giunto su Amazon, per sincerarsi delle reali condizioni
in cui
versava il maggiore dei suoi cugini.
–
Siete stati molto fortunati che abbia scelto un viaggio economico fino
al
Crocevia per giungere su Amazon… ma a parte questo direi che
non farò molte
domande sul perché e il percome quelle due tizie vi stavano
dando la caccia –
molto gentile da parte sua, e Alana non potè che annuirgli
dandogli piena
ragione nel mentre che cercava di rimettere in piedi un avvocato ancor
più
pallido in volto – diciamo che mi limito a fare un favore al
vecchio MacMadd e
fine della questione. Può andare bene? –
Attualmente
il gruppetto si trovava lontano dalla cittadina spazio portuale,
all’interno di
un boschetto sicuro, e da quello che si poteva sentire in lontananza,
le sirene
spiegate della polizia e delle ambulanze, a quanto pare i cittadini
dovevano
essere ancora alle prese con i rimasugli della trappola psichica di
Lumina… ma
con tutta probabilità sia lei, con una inconsueta Masada
apparsa giusto per
pochi secondi, doveva aver fiutato il loro odore se stava cacciando nei
paraggi, dovevano essersi allontanati ormai da un bel pezzo per evitare
ulteriori casini.
–
Ti siamo tutti quanti debitore, effendi – si
affrettò a dire Alana che co la
coda dell’occhio notò l’ex mercenario di
origini argentine avvicinarsi lentamente
al gruppo lasciandosi poi aiutare dall’oscuro chojin per
sedersi a terra – e vi
sono anche grata per la vostra discrezione a riguardo. Solo…
faccia più
attenzione in quale locale entrerà la prossima volta!
–
Si
trattava di una battuta un po’ cinica a cui nessuno
prestò particolare
eccezione ad esclusione di Spectrus Specter che si lasciò
andare ad una lieve
risata e a sorridere in modo così impercettibile da non
essere notato da un
occhio attento.
–
Sapete signore mie… non sono un uomo che ama avere dei
debiti sulle proprie
spalle, dunque perché non mettiamo da parte i rancori e
vediamo di chiudere
civilmente la questione? –
Non
ci voleva un genio per capire che l’ormai ex alleato di
Morrigan non aveva più
intenzione di proseguire la propria missione di assassinio, non dopo
aver
assistito a dimostrazioni di forza così spaventose che
decisamente non valevano
giocarsi la candela per una bella strega frustrata, dunqe era il caso
di
cambiare velocemente schieramento e diventare neutrale come la Svizzera
anche
se questo avrebbe voluto dire perdere l’assegno stratosferico
che gli sarebbe
stato dato a fine missione.
E
per una volta tanto quelle sue parole non vennero prese con le pinze
dalle due
donne ancora provate dal crudo combattimento.