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Autore: vermissen_stern    19/05/2015    1 recensioni
Sono passati quattro mesi dal matrimonio disastroso in cui Kid Muscle e Kevin Mask hanno quasi dato la vita per poter redimersi da una accusa infamante. Robin Mask a breve diventerà padre per la seconda volta, mentre Warsman ha preso la sua decisione di allenare il cugino di Kevin alle tecniche di famiglia. Ed i ragazzi della Muscle League hanno deciso di prendersi una vacanza dopo la Corona Chojin... il punto è: quanto a lungo potrà durare tutto questo? ed il matrimonio è davvero la cosa giusta da fare?!
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kevin Mask, Kid Muscle, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Reignite '
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Aveva visto bene, oppure si era solo immaginata di vedere quello che ha visto?

Niamh dubitava fortemente di aver visto apparire dal nulla il marchese Lancaster ove prima vi era semplicemente un muro ricoperto da un arazzo di famiglia, ma a meno che non avesse avuto le allucinazioni allora poteva dire di aver visto un episodio anomalo all’interno della grande villa.

Stava spolverando una libreria in una sala attigua al corridoio in cui si era manifestato quell’insolito fenomeno quando fu testimone del fatto, e fu abbastanza sicura di aver visto il marito della padrona di casa uscire fuori dall’arazzo rappresentante lo stemma con la pantera rampante senza che avesse notato la sua presenza dietro uno scaffale poco arredato.

Si ritrovò dunque a deglutire a fatica, avvertendo la gola insolitamente secca, avvicinandosi di conseguenza al luogo in cui era apparso il nobiluomo quando fu sicura di avere la strada libera.

All’apparenza si trattava di un comune ornamento, fatto con tessuti preziosi e questo andava detto, e dietro di esso la giovane domestica non trovò altro che il muro compatto fatto di solidi mattoni come constatò di persona andando a tastare con un pugno. Se ci fosse stata una entrata segreta allora il rumore della pietra sarebbe stato più vuoto, come le avevano insegnato i romanzi di avventura e i film di spionaggio, ma in quel caso ci fu solo un suono basso e attutito segno evidente che non c’era nessun ingresso nascosto oltre quel muro. Eppure la giovane “dipendente” di casa Lancaster non aveva avuto una allucinazione, e quella figura di bianco vestita che aveva visto uscire dall’arazzo, sicurissima che non l’avesse vista perché le aveva dato immediatamente le spalle, doveva essere per forza di cose il marchese.

– Ehi! Che diavolo stai facendo, tu?! –

A riportarla alla realtà dei fatti ci pensò una voce severa alle sue spalle che, per forza di cose, la fece sussultare spaventata tanto da portarla a far cadere a terra l’arazzo che aveva malamente sollevato per poter osservare meglio un muro che non aveva nulla di strano. Trovandosi poi a voltarsi di scatto verso chi l’aveva ammonita con tono militare, e deglutendo amaramente sentendosi le gambe tremare di fronte alla massiccia figura di Turbinskii che la oscurava con la propria ombra.

Il lottatore di origini russe, ben impacchettato nella sua divisa da nuovo capo della security di casa Lancaster, questo per quanto riguardava la villa visto che le “forze speciali” riguardavano ancora Connors, osservò con una certa severità la giovane domestica dall’alto dei suoi due metri e più.

– Ecco i-io… stavo per…– deglutì per la seconda volta con fare doloroso mentre cercava di trovare una scusa, qualsiasi scusa basta che fosse credibile, da propinargli in pochi secondi e non finire male – per p-portare questo arazzo a lavare! Eh, già! Per ordine della stessa padrona per giunta! –

Pregò mentalmente che l’ex chojin, tra l’altro sapeva alla perfezione che era stato battuto da Kevin e questo era sinonimo di altro disagio per lei dato che se lo trovava davanti, non prendesse mano al proprio cellulare per avere la conferma di quell’insolita operazione dalla moglie del marchese… venendo come miracolata dalle proprie silenziose preghiere vedendolo rilassarsi nella rigida postura una volta che ella ebbe dato le sue tremolanti spiegazioni.

– Hm, sei sicura di doverlo lavare? A me sembra a posto! Quindi perchè non lo rimetti dov’era?! –

Era logico che Turbinskii si preoccupasse di più che la prigione della dottoressa Kalinina venisse scoperta dalla nuova domestica del suo datore di lavoro, era sicuro di non averla mai vista in giro quindi doveva essere stata assunta da poco, ma poteva anche essere che l’atteggiamento sospetto della ragazza fosse dovuto solo al fatto di essere stata colta di sorpresa durante una delle sue mansioni. Evitava di guardarlo direttamente negli occhi continuando a tormentarsi un bottoncino della propria divisa, segno di una certa timidezza data anche dal fatto che il russo si era mostrato dinnanzi a lei con tono severo.

– Se… se non mi credi puoi sempre chiedere alla padrona. Sono sicura che confermerà di volerlo portare in lavanderia…–

A sorpresa di Turbinskii la giovane Victoria Teras, questo era il nome sul suo cartellino identificativo a quanto pare, trovò la forza di alzare lo sguardo verso di lui, seppur con titubanza, per rimarcare il concetto che non aveva alcuna intenzione di abbandonare li quel suppellettile.

Persino la stessa Niamh si stupì della propria volontà di non perdere quello che poteva essere un miserabile indizio, era ovvio che l’arazzo non c’entrasse nulla ma era comunque una scusa per andarsene da li il più velocemente possibile, e per quanto sentisse le gambe tremargli era decisa ad andare fino in fondo con quella faccenda.

Pertanto all’ex lottatore, che decisamente non aveva voglia di polemizzare con Janice Lancaster, non rimase altro da fare che scansarsi e lasciar passare una domestica che stava letteralmente urlando interiormente.

Doveva avvertire Janice che forse aveva trovato un comportamento strano nel già eccentrico Howard… ma ancor prima era consapevole che doveva avvertire Kevin il prima possibile e lontano da occhi indiscreti.

 

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La foresta è piena di suoni, odori e profumi, che difficilmente i sensi di una persona normale possono captare nella sua interezza. Quelli di Muramasa Masada erano allenati fin dall’infanzia a decodificare ogni singolo suono, rumore o odore che poteva risultare estraneo in mezzo ad una selva incontaminata.

Si trattava di requisiti minimi indispensabili per poter sopravvivere alle bestie mostruose presenti all’interno della foresta in qualunque parte del continente, e che le avevano permesso di sopravvivere da bambina fin tanto da raggiungere le terre civilizzate. Forse non era l’orgoglio del suo popolo per essere fuggita da “la retta via” mescolandosi dunque a persone che vivevano non a stretto contatto con la natura, ma era consapevole che essere rimasta in vita, al contrario di tutto il suo clan perito per mano dei demoni della notte, era un vantaggio maggiore che perire inutilmente a causa del proprio orgoglio.

Masada era orgogliosa… ma non sciocca. Ed era conscia che per quanto dolore covasse in corpo nell’essersi data alla codardia assoluta, nonostante i suoi nove anni di vita, non avrebbe combinato nulla senza un minimo di strategia calcolata.

Per quanto fosse una femmina piuttosto “diretta” sul campo di battaglia sapeva che alle volte era il caso di calcolare bene la tempistica di un eventuale attacco, soprattutto in caso di strani odori e suoni captati dai suoi sensi sviluppati. Forse era anche stanca di fare quel tipo di mestiere logorante, dopo aver visto di tutto in più di cinquanta anni di servizio, ma era l’unica strada che conosceva ed era una delle poche a non essersi mai montata troppo la testa… se così si poteva definire l’aggressività delle sue colleghe.

Fu dunque con un moto di tensione preoccupato che si apprestò ad annusare gli odori di una città vicina, proprio al limitare della radura in cui si trovava, riscontrando in questi odori tre individui a lei familiari. Inspirò profondamente attraverso la propria maschera antigas, ed emise un “uhm” che si amplificò maggiormente grazie alla maschera tanto da sembrare il lamento di una bestia sospettosa.

Il soldatino, la fuggitiva e la figlia di Lamia. Tutti quanti insieme in un unico vespaio che si preannunciava quanto meno movimentato proprio all’interno di una città spazio portuale qual era il Crocevia. Un luogo perfetto per terminare il bersaglio, un po’ meno data l’imprevedibilità del soggetto in questione che avrebbe potuto usare i civili inermi a proprio piacimento pur di garantirsi una via di fuga.

Ed era una cosa che Masada, nel mentre che aumentò con decisione il passo verso la città che non dormiva mai, decisamente non poteva permettere che accadesse.

 

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Attualmente Michael Connors aveva dei validi motivi per odiare la propria compagna di viaggio. Non tanto per il piano piuttosto approssimativo di seguire il loro bersaglio fin dentro il bar in cui si era rintanato per “convincerlo” a farsi dire loro tutto quello che poteva sapere, quanto per il modo di adescarlo che francamente parlando all’americano non piaceva affatto! E aveva tutti i motivi per essere incazzato, tanto da calcarsi meglio il morbido berretto e stringersi maggiormente nel cappotto in modo da non essere visto troppo dagli operai che si muovevano velocemente lungo il viale principale di quel porto commerciale.

– Io… una volta che tutto questo sarà finito ti darò la caccia personalmente, capito?! –

– Oh, andiamo! Non ti trovi bene nella tua situazione attuale? In fin dei conti si tratta di un travestimento efficace visto l’individuo che stiamo per incontrare… almeno stando alle testimonianze che ho raccolto– 

– Normalmente io avrei qualcosa in mezzo alle gambe! – rispose con tono seccato il soldato che ormai la tanto decantata mascolinità l’aveva persa – potevi dirmelo che quella cazzo di pozione era il “bacio del diavolo”! sono abituato a pisciare in piedi, e vorrei continuare a farlo! –

A quel punto la donna con il bizzarro taglio di capelli si girò divertita verso la propria compagna di viaggio, e trovando che Michaela Connors si stava lamentando un po’ troppo decise di prenderla goliardicamente in giro. Forse.

– Anche io lo faccio in piedi, che ti credi? Comunque lascia che te lo dica hai un aspetto fantastico… e tieni presente che si tratta di un ottimo camuffamento. Le autorità cercano un uomo e una donna in fuga, mentre ora siamo solo due donne che vogliono passare inosservate e adescare un dongiovanni che tra le altre cose è la nostra unica pista che possiamo seguire–

Eppure questo non era bastato per placare l’ira dell’ex mercenario una volta che si risvegliò, la mattina seguente dopo aver bevuto quell’intruglio malefico, nel corpo di una splendida fanciulla che lo aveva portato a gridare frustrato una volta che si osservò nello specchio del bagno. La pelle olivastra e le lentiggini sembravano avere un aspetto meno trascurato, come se fosse quasi ringiovanita, ed il seno prosperoso era trattenuto a stento dentro la candida canottiera del pigiama. Logicamente persino la sua voce aveva perso un paio di ottave, trovando dunque ancor più aliena quella visione che aveva di fronte la superficie riflettente.

Aveva dunque provato ad aggredire Alana ben spaventato dall’idea di rimanere intrappolato all’interno di un corpo che non sentiva affatto come “suo”, per quanto doveva ammettere che non aveva un aspetto sgradevole ma… anzi!, riuscendo solo a colpirla di striscio con un calcio e trovandosi a breve la faccia premuta contro la moquette della camera da letto. Avrà avuto più di cinquanta anni la signora, ma la forza che usò per torcergli un braccio con una mano, mentre con l’altra premeva il suo viso contro il pavimento non andava affatto sottovalutata per quanto non gli piacesse essere sottomesso in quel modo.

E a calmarlo dai bollenti spiriti ci pensò la Deva stessa, rimembrandogli la loro missione e il perché lui si era unito in quel viaggio che sapeva di suicidio annunciato.

“potrai anche incazzarti con me per averti nascosto la natura della pozione che ti ho dato, e qui te ne do conto…” fece la donna, con un tono incredibilmente freddo che sorprese pure Connors senior, continuando a spiegargli il motivo per cui erano li “… ma se te lo avessi detto tu molto probabilmente non l’avresti assunta. Ora, non per essere pignola, ma la natura della nostra missione ci mette già in una situazione di svantaggio… abbiamo solo il 20% di sopravvivenza, e credo che tu voglia tornare a casa sano e salvo”.

Indubbiamente lo aveva fatto riflettere sulla possibilità di ritornare sulla Terra, ed il lacchè del marchese Lancaster aveva tutta l’intenzione di proteggere il suo capo, e la figlia del suddetto datore di lavoro logicamente, da possibili ripercussioni generate dalla sua condotta tutt’altro che felice.

Si era fatto fregare come un pollo e chissà cosa diavolo avevano scoperto i suoi carcerieri durante la sua detenzione, per come gli avevano trapanato il cervello potevano aver scoperto di tutto su di lui e Howard oppure proprio un bel niente, pertanto poteva sperare nel completamento di una missione a suo dire impossibile e sperare che la Corte chiudesse un occhio a riguardo.

“Se Morrigan è ancora viva allora la devo eliminare prima che la Corte stessa ci arrivi. In questo modo sarà come se ‘niente fosse successo’ almeno sulla carta… e il tuo coinvolgimento verrebbe dimenticato”

In pratica su Amazon funzionava così, se pagavi il tuo debito potevi anche cavartela con una pena minore, oppure non venivi condannato affatto se ovviamente non avevi commesso nessun reato a patto che i nostri due eroi fosse riusciti a distruggere ogni prova a loro carico. Alana difatti puntava a questo, espiare il proprio passato facendo qualcosa che avrebbe dovuto fare molto tempo prima e facendolo in modo che nessuno infangasse il suo nome e quello della sua famiglia… anche se sembrava un modo piuttosto vigliacco per affrontare la situazione, la femmina aliena possedeva comunque un suo contorto senso del dovere.

Tutto quel ragionamento contorto però portarono solo dell’inutile mal di testa a Connors, benchè fosse consapevole di aver scelto volontariamente di seguirla per evitare anche lui guai ben più peggiori, e logicamente andò ad intaccargli la zona dell’occhio mancante con qualche goccia di sangue che gli fuoriuscì dal naso. Un caso stranamente insolito quello, che portarono l’avvenente ragazza a ignorare gli operai che le passavano accanto, ignorandola nonostante fino a poco prima cercasse di nascondersi con fare sospetto, e portarsi un paio di dita alle narici notando il proprio liquido rosso scivolargli dalle falangi.

Poche gocce di sangue a dire il vero, ma che portarono una certa inquietudine al soldato intuendo che forse le ferite che aveva ricevuto alla clinica non erano poi così superficiali. In fin dei conti aveva perso un occhio, ora sostituito da una benda nera, e per quanto la ex inquisitrice fosse un medico capace chi poteva dirgli di non avere fatto infezione? Ma più che il dolore in se, era la sensazione di provare un dolore fisico strisciante ad allarmarlo maggiormente in una sensazione ovattata e distante.

Non sapeva spiegarselo con parole più semplici, ma era una cosa che per un attimo lo aveva preoccupato più che il possedere un paio di tette nascoste all’interno del cappotto verde militare. Per quanto la gente ignorasse quella ragazza ferma sotto un lampione perché troppo impegnati a continuare a lavorare anche in tarda serata, la sua compagna di viaggio aveva notato quella sua aria preoccupata pur non vedendola sanguinare.

– Ehi, tutto a posto? Non per dire, ma siamo già arrivati e questo non è il momento per i ripensamenti–

Alana si voltò per osservare con aria perplessa una ragazza ispanica apparentemente assorta nei propri pensieri, e fu certa che Connors le stesse nascondendo qualcosa di, forse, importante riguardo la sua salute fisica. La vide pulirsi la mano destra contro un lembo del cappotto, ma non seppe dire per quale motivo lo fece dato che non le diede il tempo di analizzare al meglio la sua figura. La superò dunque a testa bassa e con un cenno di nervosismo in corpo, sfiorandole la spalla senza fare apposta, e dirigendosi verso l’entrata di un pub dall’insegna luminosa traballante lasciandosi scappare parole seccate.

Non è niente… sbrighiamoci ad andare a fondo in questa faccenda! –

La Deva non se lo lasciò ripetere due volte, ed accantonò il comportamento un po’ strano dell’ex mercenario come semplice nervosismo pre-missione…

Niente di più sbagliato.

 

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Lumina si considerava una persona educata.

Per quanto potesse sembrare un controsenso per un comune mortale era una donna che lasciava spazio personale alle proprie vittime,  nonostante li violasse nel peggiore dei modi violentandoli nell’intimo della loro psiche corrotta, senza abbandonarli mai per davvero, era conscia che era giusto lasciar respirare un po’ quei pazienti decisamente turbolenti.

Tanta era la sua educazione che aveva persino bussato alla porta del bagno del piccolo soldatino, capendo alla perfezione di averlo trovato nei meandri di pensieri inquieti e confusi che le offuscavano la vista di una preda fin troppo facile ma ben allenata da Alana, decidendo di non attaccarlo solo per dargli il tempo di farsi una doccia rilassante.

Aveva lasciato passare una intera notte per far credere loro che il pericolo era passato, poi come una invisibile vipera delle sabbie aveva deciso di attuare il suo piano di caccia forse poco raffinato ma molto efficace. Ed ora che li aveva trovati, proprio mentre si stavano imbucando in un fumoso locale notturno, aveva quasi rischiato di farsi  beccare nell’esatto momento in cui si era avvicinata troppo ai due.

Lumina era in mezzo alla grande strada pedonale che brulicava di operai e altre Deva in divise da lavoro intenti a svolgere le proprie incombenze, e per quanto fosse una figura spettrale, tanto da non riuscirne a capire il sesso di appartenenza, pareva che nessuno fosse capace di localizzarla. Nessuno… se non quei poveri disgraziati che entrarono nel raggio d’azione del suo “urlo” dettato dall’eccitazione di una caccia appena iniziata.

L’inquisitrice spalancò la bocca in un urlo silenzioso, fin quasi a sembrare deformata, e quelli che furono colpiti da esso caddero a terra preda di dolori atroci portandosi convulsamente le mani alla tempia sentendosela come scoppiare da un momento all’altro iniziando a sanguinare dal naso e dalle orecchie preda di allucinazioni atroci.

Tutte visioni offerte dall’estasiata Lumina e dalla sua mente perversa, a cui solo pochi uomini riuscirono a resisterle, forse perché forti di spirito, nell’atto di aiutare chi era caduto a terra mentre il panico iniziava a farsi sentire per la grande strada principale.

Ma alla creatura poco importava del dolore dei comuni mortali, la felicità per una nuova caccia era troppo grande per poter essere contenuta.

 

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Una vera disgrazia che in quella squallida città ci fossero così poche femmine che cadevano sotto il suo sguardo. Un peccato invero, poiché lungo il suo viaggio attraverso boschi incredibili, rovine di città e villaggi dimenticati da ormai 350 anni con la vegetazione che se ne era già rivendicato il possesso, ed infine strade antiche per buona distrutte da quelli che sembravano essere bombardamenti di contenimento, non aveva notato il dolce faccino di qualche donzella che necessitava del suo aiuto. A quanto pare i demoni della notte, o vampiri, o piattole insignificanti per un uomo forte come lui, si erano dati alla pazza gioia e il governo unito dei vari regni doveva aver tentato il tutto e per tutto per fermare la minaccia.

Non aveva incontrato anima viva, non le tanto decantate barbare, sostituite da lupi guardinghi che lo osservavano da lontano, e quei pochi mostri che avevano provato a fermarlo si erano presto pentiti di aver intralciato il suo cammino. Morale della favola: era decisamente “a secco” e l’ultima volta che si era dato era stato al monastero dove la deliziosa Morrigan gli aveva affidato una missione piuttosto importante.

Per fortuna che lo aspettava un viaggio sulla Terra per concludere alcuni affari con certi pezzi grossi interessati “all’innocuo” commercio di suppellettili della sua strega, ma forse quella sera sarebbe stato piuttosto fortunato a trovare una preda interessante.

Era conscio che oltre agli affari che lo attendevano sul pianeta Terra c’era anche la caccia al bersaglio commissionatogli da Morrigan, dunque era anche per questo motivo che si era attardato su Amazon per poter consultare i propri informatori presenti in città, ma come doveva comportarsi se accanto a lui, nonostante tutto il posto possibile lungo il bancone del bar, si sedeva una fanciulla piuttosto affascinante?

La ragazza in questione aveva la pelle ambrata, i capelli corti nascosti sotto una coppola, ed un fisico tonico nascosto sotto un pesante cappotto… ed inoltre, aveva come l’impressione che si fosse seduta apposta accanto a lui giusto per usufruire della sua compagnia.

Per un po’ rimase in silenzio, pur scrutando la ragazza che sembrava fare di tutto per ignorare quel suo sguardo tanto freddo quanto penetrante, limitandosi a degustare il proprio aperitivo ed osservando la propria futura preda che ordinava al barista lo stesso cocktail ordinato da Spectrus.

– Davvero una scelta curiosa…– fece l’avvocato del diavolo alla bella straniera, che si morse le guance dall’interno, fin troppo convinto di riuscire a portarsela a letto – di solito il black russian è il favorito tra gli uomini, non tra le donne–

– Ma io non sono una donna… non di quelle normali, ecco–

Connors rischiò di auto smascherarsi come un autentico pivello già all’inizio di quella conversazione alquanto difficile, ma si ricordò di essere in missione e pertanto era il caso di mettere da parte il proprio imbarazzo per la condizione in cui si trovava e agganciare il bersaglio come si era accordato con Alana. Se quello stronzo avesse fatto qualche mossa sbagliata lo avrebbe messo al suo posto prontamente. Garantito.

– Indubbiamente devi nascondere grandi doti sotto quel cappotto – non si sforzava neanche di fare commenti velati, convinto di conquistarla con poche parole – comunque, hai l’aria di chi non ha passato una gran bella giornata… e io sono sicuro di poter fare qualcosa per alleviare le tue sofferenze–

Era un uomo arrogante, oltre che dannatamente sfacciato dato che non perse tempo a posarle una mano suo fianchi fin quasi ad abbracciarla, e a quanto pare doveva credere di avere un grande fascino tanto da conquistare velocemente una donna. Ovviamente questo giochetto con Michael non funzionava, e per quanto era riluttante all’idea di stargli così vicino doveva continuare ad attenersi al piano, arrivando a sospirare di sollievo una volta che pure Alana si fu seduta sul fianco libero del presunto bersaglio.

C’erano pochi commensali all’interno del locale, alcuni individui erano seduti ai tavoli circolari ed intenti a parlare tra loro o giocare a carte, mentre alcuni individui se ne stavano all’ombra dei piccoli “privè” con un’ampia visuale sulla fumosa sala. Ed uno degli individui che stavano nelle tenebre, un viandante piuttosto  inconsueto per un villaggio di operai instancabili, tra cui spiccavano parecchi kinnikku, aveva notato che quello strano gruppetto presente al bancone del bar stava per dare inizio a qualcosa.

La stessa sensazione l’ebbe pure Specter nel momento in cui una donna sulla cinquantina, dal fisico ancora in forma questo doveva concederglielo, andò ad affiancarlo con fare apparentemente innocuo nel mentre che ordinava un mojito ad un assonnato barista.

– Hm… non so definire se questo è il mio giorno fortunato oppure una strana coincidenza. Tu che dici? –

Lo chiese a Connors pur continuando a guardare la nuova arrivata che attualmente stava sorseggiando il proprio cocktail con una cannuccia provocando un rumore piuttosto fastidioso, e la risposta gli arrivò dalla stessa donna bionda che appariva fin troppo tranquilla. Come se gli avesse teso una trappola.

– Le coincidenze non esistono, mister Specter… voi più di tutti dovreste saperlo visto che siete un avvocato che gioca con il fuoco–

– E voi dovete essere piuttosto sicura di quel che fate per permettervi di giocare con quel fuoco che io so maneggiare facilmente –

L’uomo dagli occhi di ghiaccio osservò attentamente la figura femminile che aveva pronunciato con noncuranza il suo nome, pur continuando a tenere stretta a se quella di origini sudamericane come “preoccupato” che gli potesse sfuggire via, provocandole un certo disgusto interiore per quel contatto fisico non voluto, e quasi non si accorse che la ragazza aveva estratto qualcosa da una tasca del cappotto e che prontamente gli puntò contro il fianco per dirgli silenziosamente di non muoversi.

A sentirsi pungolare la carne da quello che doveva essere un coltello ben affilato Spectrus Specter commise un errore potenzialmente letale nel spostare, per pochi millesimi di secondi, lo sguardo in direzione di Michael mancando dunque il contatto visivo con una Alana che non ci mise molto a fare la sua mossa.

La donna difatti fece scivolare il bisturi da sotto la manica del cappotto e, con un gesto repentino, avvicinò la lama affilata alla gola dello spietato alleato di sua figlia. Nessuno dei presenti in sala, neppure il barista di origini terrestri intento a fare altro, si occorse del gesto della Deva ad eccezion fatta di quel commensale acquattato nell’ombra che prontamente si alzò in piedi allarmato da una possibile lite tra brutti ceffi.

– Hm, non ho nemici su questo pianeta –  fece freddamente Specter pur avendo la lama a portata di giugulare – dunque tu devi essere chi sono stato mandato a eliminare–

– Un assassino? Ne sono lusingata. Mia figlia fa progressi…–  

E tuttavia il misterioso individuo non riuscì a fare nulla poiché il gesto successivo dell’uomo vestito con un completo color ghiaccio fu decisamente repentino e… inatteso per certi versi. Il sedicente avvocato teneva ancora stretto a se una Connors convinto di poter avere la meglio con il proprio coltello da caccia, ma di certo non si aspettò di essere usato come clava umana colpendo in pieno una compagna di viaggio che parve essere presa completamente alla sprovvista da un gesto tutt’altro che galante. Le due donne dunque caddero di spalle  colpendo un tavolo circolare e le sue tre sedie che si ruppero al peso di quei corpi umani, mentre Spectrus Specter, incurante delle grida di sorpresa degli operai che fino a quel momento si stavano riposando dopo una dura giornata di lavoro, si avvicinò a quel duetto ancora intontito spezzando un’asta da biliardo presa da un tavolo da gioco li vicino e sorridendo sottilmente.

In quel frangente successe una cosa molto strana, che portarono l’uomo ancora celato nell’ombra a desistere dal buttarsi all’attacco pure lui nel momento esatto in cui gli occhi scuri della donna bionda non incrociarono il suo sguardo. In quel preciso momento si ricordò di averla già vista altrove, neanche tanto tempo fa, e il suo solo sguardo parve dirgli di non intervenire in una faccenda privata che nulla centrava con chi la conosceva anche solo di vista. Incredibile ma vero il misterioso individuo volle dare retta a quell’istinto che gli diceva di non agire, anche perché Alana non avrebbe gradito, e nel mentre con una certa titubanza desisteva dall’attaccare, mister Specter aveva fatto la sua mossa nell’impalare a terra il proprio bersaglio con la punta della stecca da biliardo.

L’asta spezzata andò in profondità nel petto della Deva, che gridò rauca, un “naarghh!” che le fece eruttare sangue dalla bocca, e potente sentendo quel corpo estraneo romperle lo sterno come se fosse burro e colpendola al cuore trapassandola da parte a parte fino a completare la sua corsa contro le tavole di legno del pavimento.

Una pozza di sangue scuro si allargò sotto la figura di Alana, i cui occhi parvero diventare opachi mentre la vita sembrava scivolarle via davanti lo sguardo più che soddisfatto di uno Specter che aveva concluso quel combattimento, sotto gli occhi terrorizzato dei commensali che non riuscivano a schiodarsi da li, guadagnandoci anche una potenziale partner.

– Beh, piuttosto semplice come lavoro… ma in fin dei conti si trattava di una vecchia con abilità rigenerative ormai indebolite dal tempo contro un qualcuno di molto giovane – era molto sicuro di se, ma era anche vero che non aveva detto una gran menzogna. Dunque allungò la mano destra verso un Connors con ancora gli occhi sgranati per aver assistito alla “morte” di Alana, desideroso di chiudere la faccenda – non prendertela a male per la tua amichetta, d’accordo? Ora credo sia il caso che noi due ce ne andiamo di qui, subit…–

Dannato bastardo!!

A quanto pare la ragazza non aveva apprezzato il trattamento che era stato riservato alla sua “fidanzata”, questo pensò ironicamente l’avvocato, e difatti appena il bersaglio le prese con forza l’avambraccio sinistro approfittò dell’occasione per poterlo pugnalare alla mano con il pugnale da caccia a cui non aveva mollato la presa.

Spectrus sibilò infastidito per quell’attacco tutt’altro che previsto, costretto dunque a lasciare la presa sull’ambita preda per potersi togliere dalla mano un coltello ben piantato nel palmo e constatare che… qualche scintilla si era scaturita con il trancio di alcuni fili interni.

– Ma cosa cazzo sei? – fece la ragazza prendendo le distanze da lui con fare guardingo – sei uno stramaledettissimo cyborg? –

No, è un sintetico…

Con una voce che sembrava provenire dall’oltretomba, e che terrorizzò alcuni presenti tanto che i più savi decisero di darsela a gambe, l’ex inquisitrice si alzò da terra con uno sguardo a dir poco truce sul volto cianotico. Ci aveva impiegato qualche secondo per riprendere conoscenza, e se era cianotica forse era perché non si era ancora tolta la stecca da biliardo piantata nel cuore, ma non stette ferma ad aspettare e sfruttò quell’attimo di distrazione di Specter, nell’attimo in cui si guardava seccato la ferita superficiale, per potergli saltare addosso come una furia e piantargli il bisturi nell’occhio sinistro.

Non contenta di essere riuscita, con quell’attacco, a colpire il proprio avversario volle rincarare la dose spingendolo prepotentemente contro il bancone del bar e li sbattergli ripetutamente la testa contro il marmo sporco di liquori stringendo forte quella cute dai capelli corvini e digrignando i denti in modo selvaggio.

Colpì talmente forte da sfregiargli la pelle e lasciare un lato del suo viso completamente esposto agli elementi, eppure quella violenta tortura non durò a lungo. Il tempo di far calcolare a Specter la giusta distanza che lo separava dalla sua noiosa aguzzina per potergli dare una testata con la nuca e colpirla in pieno volto sentendo chiaramente le ossa del suo naso spappolarsi a quel colpo.

Se le ossa non raggiunsero il cervello di Alana fu solo per un colpo di fortuna, ma questo non fu da deterrente per l’ovvio intontimento che le sopraggiunse per quel colpo tanto forte che, se fosse stata più attenta, avrebbe saputo benissimo evitare.

E forse fu lo stordimento iniziale a non permetterle di sentire inizialmente una sorta di suono sottile che entrava di testa in testa come se fischiassero le orecchie a causa della pressione atmosferica.

– Non sono un cyborg… e neppure un sintetico – la vanità non conosceva confini, nonostante il suo viso deturpato che lo facevano sembrare più ad un “T800” che ad un essere umano – sono una creatura infinitamente superiore a voi, come è logico che sia, dunque che ne dite di arrendervi così che possa uccidere una di voi in santa pace…?–

Scrutò con una certa curiosità una ragazza ispanica crollare in ginocchio, pallida in volto non solo per come era conciata la propria compagna, intenta a portarsi le mani alle orecchie ormai divenute doloranti per il loro troppo fischiare. Poi Spectrus notò il sangue che iniziò a fluirle dal naso e dalle orecchie, e come a volerla imitare molti altri operai iniziarono a sanguinare da ogni parte, persino dagli occhi, urlando come dei folli preda di allucinazioni che toccarono solo marginalmente il possente assassino di Morrigan.

Persino l’ignoto spettatore di quel terribile combattimento non rimase indifferente a quello strano suono, simile al canto di una sirena, portandosi brevemente una mano alla tempia ma al tempo stesso realizzando che le proprie abilità gli permettevano di dissolversi in un modo tale da poter continuare a guardare l’accaduto da un punto tutto sommato sicuro.

L’ombra era sua amica, ma ciò non si poteva dire dei poveri operai che sempre più impazzivano a quel sibilo insistente, a quella voce nauseante che stava frugando nelle loro teste portandoli a gridare e a sanguinare, colpendosi anche a vicenda alla ricerca di un possibile colpevole per la loro terribile condizione, non potendo fare più nulla per loro e rammaricandosene in parte.

Persino Spectrus avvertì un fastidioso mal di testa che gli preannunciava che niente di buono stava accadendo, tutti i commensali non avevano iniziato a prendersi a vicenda gli occhi a forchettate per imitare la violenta azzuffata con quelle due donne, e pertanto decise di lasciar perdere una sofferente Connors sempre più preda dei propri deliri e decise di darsela a gambe prima che anche lui si trovasse in condizioni ben più peggiori.

Era come se l’intero locale fosse intriso di una presenza strisciante, maligna persino per uno come Spectrus, dunque avrebbe accontentato la propria datrice di lavoro in un secondo momento. Un vero peccato non poter usufruire della compagnia di una bella ragazza, ma quelle ne trovava quante ne voleva e non stette a dar retta ai richiami di quella schizzata della madre di Morrigan, lo stava davvero chiamando per nome come se non volesse che scappasse?, tanto da guadagnare brevemente l’uscita e…

…trovarla occupata da una figura umanoide più alta di lui.

Una femmina aliena, vestita di nero con una maschera antigas calata sul volto e con le braccia muscolose lasciate scoperte, alta circa tre piedi, contro i suoi due e mezzo e questo lo infastidì non poco, che si parò tra lui e la possibile salvezza lontano da un qualcosa che rischiava di intaccare anche il suo sistema nervoso.

Ma se qualcosa, o qualcuno, aveva la capacità di intaccare la psiche altrui portando tutti a sanguinare copiosamente come dei maiali sgozzati, questa nuova arrivata parve puntare tutto sulla forza bruta e su uno scatto non indifferente. Spectrus, forse a causa del danno ricevuto al sensore ottico danneggiato dal bisturi, non riuscì a calcolare bene la traiettoria del colpo che la nuova nemica gli dette, ed incredibile ma vero si ritrovò preso alla gola da una sola mano e scaraventato nuovamente all’interno del locale con una forza quasi inaudita. Come se fosse stato un oggetto inanimato.

Con sommo nervosismo per non essere riuscito a fermare un attacco così basilare, il “povero” avvocato si ritrovò a sbattere contro l’unica figura su cui era meglio non posare lo sguardo.

Schiena contro schiena. Ma solo lui perse quasi l’equilibrio per quella che era stata una gran brutta botta, e bisognava riconoscerlo visto che era stato lanciato con una certa facilità, ma ciò che si trovò ad affrontare sembrava essere tutto fuorché una creatura del suo stesso piano esistenziale.

Ciò che vide era un fantasma. Una creatura sottile e dai lunghi capelli pallidi, intenta a intrecciarsi convulsamente le lunghe dita sottili nel mentre che si voltava verso di lui e lo osservava attentamente pur avendo la frangia a coprirle gli occhi. Un sorriso inquietante si allungò da parte a parte su quella mostruosa creatura, con un incalzante di tensione che persino un uomo freddo come Spectrus percepiva, e che culminò con un urlo disumano che le deformò la bocca al limite dell’impossibile come a volergli divorare la faccia intera.

Tanto da prendergli il volto con ambo le mani, portandolo a irrigidirsi mentre tutto attorno a lui era come se l’ambiente andasse a fuoco portandolo a percepire i suoi stessi circuiti interni friggersi dal gran caldo, per quanto fosse impossibile che un incendio si scatenasse in un ambiente privo di fuochi pericolosi, e prepararsi per trascinarlo nei suoi più reconditi meandri della psiche e renderlo un suo nuovo paziente.

Un piano pressocchè perfetto, avendo Connors che stava combattendo strenuamente per non cedere alla follia collettiva che stava trasformando il locale in un bagno di sangue e Alana che arrancava a terra, che andò però a scontrarsi con la dura realtà dei fatti che la volevano alquanto debole sul piano della difesa fisica.

Lumina era talmente concentrata nell’interrogare i propri pazienti che non si accorse dell’urlo di guerra della ex collega e della sedia che andò ad infrangersi contro la sua fragile schiena. L’inquisitrice guaì come uno xenomorfo nel mentre che Alana, dal petto ormai libero dalla stecca da biliardo, continuava a colpirla con ferocia fino a farla accasciare del tutto a terra e con i resti di una sedia in legno ormai ridotta in polvere.

Un gesto veloce fatto ignorando le profonde ferite fisiche, causatele da Spectrus, fino allo stress psicologico di tenere testa all’attacco della banshee per eccellenza, per concludersi con quello che un sorpreso avvocato capì essere un salvataggio fatto in extremis.

Ce l’ho! L’ho preso! Ci siamo tutti! Portaci via da qui… ora!!

Ed il nero, come un velo scuro e impermeabile, avvolse lo sguardo dei poveri sventurati vicini alla ex inquisitrice facendoli calare in una calma solo in apparenza sicura.

 

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Ciò che Connors vide quella notte se lo sarebbe ricordato a lungo, perché di tutti i dolori fisici che aveva subito quello di sentire all’interno della propria testa un’altra persona che parlava e gli diceva di pugnalarsi anche l’ultimo occhio rimasto era da annoverare come la peggior esperienza mai vissuta in vita.

Quella, assieme al viaggetto “spazio-dimensionale” ad opera del loro inconsueto salvatore apparso in una notte artificiosa all’interno di un locale che, fino a poco tempo fa, risultava essere piuttosto tranquillo senza combattimenti improvvisati o mostri alieni apparsi dal nulla.

Forse fu questo insieme di cose a portare miss Connors a portarsi una mano alla bocca, dopo essere rinvenuta in quello che sembrava essere un letto di muschio verde, cercando di arrancare verso dei massi e lì svuotare lo stomaco di tutto il suo contenuto.

– Hm… mi dispiace tesoro – fece il loro salvatore ben avvolto dal proprio mantello scarlatto – purtroppo chi non è abituato a viaggiare tra gli strappi spazio temporali che creo può trovare piuttosto nauseabondo il viaggio… oltre che tutto lo spettacolino offerto da quel mostro orrendo apparso nel locale –

Black Hole non aveva faticato a riconoscere l’ex aiutante dei MacMadd in quella donna dal bizzarro taglio di capelli e dal fisico nuovamente in forma dopo quelli che dovevano essere stati estenuanti allenamenti. Una vera fortuna che suo cugino Apegon avesse chiamato i propri parenti per informarli che lo scontro avvenuto al tempio della speranza non aveva intaccato le sue ali o a la sua salute. In famiglia avevano atteso quello scontro con una certa trepidazione, ma vedere che le comunicazioni televisive si erano interrotte non era piaciuto affatto… ecco perché Black Hole era giunto su Amazon, per sincerarsi delle reali condizioni in cui versava il maggiore dei suoi cugini.

– Siete stati molto fortunati che abbia scelto un viaggio economico fino al Crocevia per giungere su Amazon… ma a parte questo direi che non farò molte domande sul perché e il percome quelle due tizie vi stavano dando la caccia – molto gentile da parte sua, e Alana non potè che annuirgli dandogli piena ragione nel mentre che cercava di rimettere in piedi un avvocato ancor più pallido in volto – diciamo che mi limito a fare un favore al vecchio MacMadd e fine della questione. Può andare bene? –

Attualmente il gruppetto si trovava lontano dalla cittadina spazio portuale, all’interno di un boschetto sicuro, e da quello che si poteva sentire in lontananza, le sirene spiegate della polizia e delle ambulanze, a quanto pare i cittadini dovevano essere ancora alle prese con i rimasugli della trappola psichica di Lumina… ma con tutta probabilità sia lei, con una inconsueta Masada apparsa giusto per pochi secondi, doveva aver fiutato il loro odore se stava cacciando nei paraggi, dovevano essersi allontanati ormai da un bel pezzo per evitare ulteriori casini.

– Ti siamo tutti quanti debitore, effendi – si affrettò a dire Alana che co la coda dell’occhio notò l’ex mercenario di origini argentine avvicinarsi lentamente al gruppo lasciandosi poi aiutare dall’oscuro chojin per sedersi a terra – e vi sono anche grata per la vostra discrezione a riguardo. Solo… faccia più attenzione in quale locale entrerà la prossima volta! –

Si trattava di una battuta un po’ cinica a cui nessuno prestò particolare eccezione ad esclusione di Spectrus Specter che si lasciò andare ad una lieve risata e a sorridere in modo così impercettibile da non essere notato da un occhio attento.

– Sapete signore mie… non sono un uomo che ama avere dei debiti sulle proprie spalle, dunque perché non mettiamo da parte i rancori e vediamo di chiudere civilmente la questione? –

Non ci voleva un genio per capire che l’ormai ex alleato di Morrigan non aveva più intenzione di proseguire la propria missione di assassinio, non dopo aver assistito a dimostrazioni di forza così spaventose che decisamente non valevano giocarsi la candela per una bella strega frustrata, dunqe era il caso di cambiare velocemente schieramento e diventare neutrale come la Svizzera anche se questo avrebbe voluto dire perdere l’assegno stratosferico che gli sarebbe stato dato a fine missione.

E per una volta tanto quelle sue parole non vennero prese con le pinze dalle due donne ancora provate dal crudo combattimento.

 

  
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