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Autore: Dragana    19/05/2015    3 recensioni
-Adesso dovresti essere a posto, Clint Ramirez.
E la mente era di nuovo a posto. Era nell’infermeria del Campo, e doveva esserci stata una battaglia, perché sentiva che l’infermeria era piena. Però lui era in un letto isolato, separato dall’ambiente comune da una tenda. C’era odore di fragole e la cosa più strana era che mr. D indossava un completo elegante.
-Chris Rodriguez. Io mi chiamo Chris Rodriguez.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Rodriguez, Clarisse La Rue, Dioniso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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IL RISVEGLIO

Chris non si ricordava molto bene del suo periodo di follia. Si ricordava del prima, e curiosamente si ricordava anche del momento in cui era impazzito. Si pensa sempre che sia una cosa graduale, che si scivoli nella follia così come si scivola nel sonno, e magari di solito è così, invece lui si ricordava di aver avvertito il momento in cui la sua mente si spezzava. Aveva fatto crack, proprio come quando si spezza un osso. Non che fino al momento prima stesse bene, aveva visto cose che, lo sapeva, si sarebbe sognato la notte per un bel po’, non dormiva da giorni ed era terrorizzato. Poi c’era stato quel fantasma, e aveva sentito crack.
Da quel punto in poi era tutta una specie di nebbia da cui ogni tanto emergeva qualcosa di orribile, una specie di tentacolo di Cthulhu mentale, su cui non voleva soffermarsi troppo perché altrimenti, lo sapeva, la sua mente avrebbe fatto crack un’altra volta. Fino al momento in cui aveva sentito una voce che diceva: -Adesso dovresti essere a posto, Clint Ramirez.
E la mente era di nuovo a posto. Era nell’infermeria del Campo, e doveva esserci stata una battaglia, perché sentiva che l’infermeria era piena. Però lui era in un letto isolato, separato dall’ambiente comune da una tenda. C’era odore di fragole e la cosa più strana era che mr. D indossava un completo elegante.
-Chris Rodriguez. Io mi chiamo Chris Rodriguez.
Gli sembrò di impararlo di nuovo nel momento in cui lo diceva. Come completare un puzzle di un milione di pezzi con l’ultima tessera, e vedere il disegno completo: lui era Chris Rodriguez.
Mr. D sorrise, e Chris ebbe l’impressione che quella volta sbagliare il suo nome fosse l’ultima parte dell’incantesimo, perché fosse lui a nominare se stesso e riappropriarsi della sua identità.
Il problema era che la sua identità, in quel momento, era quella di un traditore.
Fissò il preside in attesa di essere trasformato in delfino, o cose del genere. Non successe.
-Beh?
-Ho tradito il Campo, signore. Ho tradito l’Olimpo, mio padre, e mi sono unito a Crono.
-Non mi dire! Ma davvero?
-Pensavo… Mi avevano fatto delle promesse. Mentre mio padre, lui… Non mi ha mai nemmeno riconosciuto. Non gli importa nulla di me. Ho creduto che agli altri potesse importare.
Dioniso sbuffò. Il pensiero “ancora adolescenti in crisi, che epica rottura di palle” sembrava passargli in fronte come le scritte dei cartelloni di Time Square.
-Non posso sapere le ragioni di tuo padre, Gonzalez, né stare qui a spiegarti cosa comporta essere genitori divini. Ma una cosa te la posso dire: il padre è solo un uomo, e gli uomini sono tanti. Scegli quello da cui pensi di poter imparare qualcosa, e impara da lui.
A Chris venne in mente suo zio Dom. Si era occupato di lui e di sua madre, gli aveva insegnato ad andare in bicicletta e a giocare a basket, lo sgridava quando faceva le cazzate e si era fatto il culo per tutta la famiglia. Gli aveva insegnato che un uomo non è quello più forte o più temuto, ma è quello che sa cosa si deve proteggere e quando si deve mettere da parte l’orgoglio. Mentre lui guardava al cielo sperando in un segno da suo padre, era tìo Dom che lo guidava sulla terra e non lo faceva inciampare.
-Sono stato un coglione, signor preside. Accetto la punizione che merito.
-Mi rallegro che tu abbia preso coscienza di te stesso, ma non ho voglia di punire nessuno, oggi. Magari più avanti. Adesso, è il caso che vai a cercare quella ragazza e la ringrazi, con tutto quello che ha fatto per te.
Chris lo fissò perplesso. –Quale ragazza?
-Come, non te la ricordi? Eppure per riuscire a uscire dal Labirinto hai pensato a lei.
Chris scattò e fece per afferrarlo per la giacca, ma lo sguardo di mr. D lo trattenne. –Per favore! Non mi ricordo!
-Magari ti verrà in mente, Fernandez. O magari no, e allora significa che non era niente di importante. Adesso ho da fare, ti ho prestato abbastanza attenzione per oggi. Eroi, vogliono sempre essere i protagonisti.
-No, aspetti un attimo…!
Niente da fare, mr.D se n’era andato. Chris si prese la testa tra le mani. L’ultima cosa che voleva era ripensare al Labirinto, però…
La tenda che lo separava dagli altri letti si scostò. Era Clarisse La Rue.
Chris la fissò, senza sapere bene cosa dire. Era ammaccata, e aveva i capelli più corti dell’ultima volta che l’aveva vista, prima di…
-Ti ha guarito? Stai bene?
Lui non sapeva bene cosa dirle. Non sapeva bene nemmeno perché lei fosse lì. Per ammazzarlo mentre era cosciente, forse. Sospirò.
-Ciao, Clarisse. Mi ha guarito, sì. Sulla parte dello stare bene…
-Un giorno mi farai il favore di spiegarmi perché cazzo l’hai fatto, Chris. Ma quel giorno non è oggi.
-Quindi non sei venuta per ammazzarmi o cose del genere?
Lei lo guardò un po’perplessa, le sopracciglia aggrottate.
-Ma ti pare che avrei fatto tutta quella fatica se… Uh, niente, lascia stare. No, per ora non ti ammazzo.
-Sei la seconda che mi grazia, oggi. È il mio giorno fortunato-, sospirò Chris. La cosa lo faceva sentire quasi peggio.
Poi un pensiero gli attraversò la mente. Una cosa che gli aveva detto mr.D: quella ragazza, con tutto quello che ha fatto per te.
-Aspetta… in che senso hai fatto tutta quella fatica? Cosa intendevi?
Clarisse arrossì. Incrociò le braccia e girò la testa di lato, verso il muro dell’infermeria.
-Ah… niente. Niente di che, davvero. Sai, entrare nel Labirinto, qualche missione dopo che ti ho ritrovato, cose così.
Chris si sentì girare la testa. –Dopo che mi hai ritrovato?
Lei si strinse nelle spalle. –Eri nel deserto vicino a casa mia. Quindi sono andata a cercare l’entrata del Labirinto, e ho tentato di chiuderla ma non ci sono riuscita, e poi…
A Chris vennero in mente dei ricordi, come lampi di pensiero. Luke che gli diceva “Il Labirinto ti legge nella mente”. Lui che era riuscito a pensarci, nella sua folle disperazione. Se mi leggi nella mente, portami al sicuro. Portami da chi non cederà mai. Portami da una roccia. Portami da lei.
La fissò. Era lì. L’aveva trovato. Era entrata nel Labirinto. Era una di quelle che, quando Luke diceva “la porteremo dalla nostra parte”, a Chris, che era bravo a riconoscere le menzogne, il suo tono strideva come gesso sulla lavagna. Perché lo sapevano benissimo tutti e due, Clarisse non avrebbe mai tradito, mai, per tutte le ricompense del mondo. Chris aveva sentito la voce di Crono, e aveva tremato. Clarisse gli avrebbe sputato in faccia.
-Perché mi stai fissando? Ha ricominciato a sanguinarmi il naso? Will!
Clarisse alzò la testa e si premette una mano sul naso. A Chris venne da ridere.
-No, non ti sanguina il naso. Senti, io…
La tenda si scostò di nuovo. Will Solace, che aveva un’aria stanca e molto triste. –Clarisse, mi hai chiamato? È Chris che…
-Ehi, Will.
-Ehi, Chris. Bentornato in questa valle di lacrime. Cosa c’è che non va?
Si girò verso Clarisse. –No, scusa, Will, ti ho chiamato ma è stato un falso allarme. Pensavo che… lascia stare.
-Beh, già che sono qui, me lo fai visitare? O hai intenzione di rimanergli appiccicata anche… Ahia, cazzo, ma sei deficiente?
Chris era rimasto a bocca aperta. Clarisse era arrossita di nuovo e aveva mollato un cazzotto a Will che l’aveva mandato a sbattere contro il muro dell’infermeria.
-Non hai del lavoro più urgente da fare, Will? Fila via. Qui va tutto bene.
Lui le rivolse un’imprecazione e uscì, massaggiandosi il braccio.
-Che cosa è appena successo?
-Will non sta molto bene. C’è stata una battaglia, Luke ha trovato l’ingresso al campo. Li abbiamo ricacciati indietro, ma Lee… Insomma, Lee non ce l’ha fatta.
Chris venne come travolto da un’ondata di sconforto e senso di colpa. Strinse i pugni, si sentì le lacrime salire agli occhi. Magari era meglio rimanere folle. O morire nel Labirinto.
-Ehi-. Clarisse si era seduta sul letto. Gli aveva passato una mano tra i capelli. Era una carezza incredibilmente tenera; Chris non avrebbe mai pensato che lei potesse avere un tocco così delicato.
-Non è stata colpa tua. Luke e i suoi hanno continuato a esplorare il Labirinto, hanno trovato il Filo, sarebbero arrivati comunque. Non voglio dirti che non hai fatto una cazzata, ma alle cazzate si può sempre rimediare: adesso sei qui, ti rimetti in forze, e quando Crono arriva, gli apriamo il culo. Cosa te ne pare?
Chris si asciugò gli occhi. Tentò un sorriso. -È più probabile che lui lo apra a me, ma anche se fosse, va bene. Ve lo devo. E non vedo l’ora.
-Bravo. Ti porto qualcosa da mangiare, così poi ti alzi e andiamo al falò. Che ne dici?
-Mi sei stata sempre appiccicata?
Clarisse si alzò di colpo dal letto. Chris maledisse la sua lingua lunga. Si era accorto che stava bene, con lei seduta vicino. –Non ascoltare tutte le cazzate di Will. Mi informavo su come stavi, figurati. Cosa vuoi da mangiare?
-Senti… lascia stare. Non mi va di venire al falò. Non so se è il caso, dopo sai… quello che ho fatto.
Lei aggrottò le sopracciglia. –Non puoi mica scappare per sempre. E poi guarda che tutti saranno contenti di vederti. Se preferisci, ce ne stiamo un po’in disparte, ti tengo compagnia. Se ti va. Altrimenti, dico a Connor che…
-No. No, va bene, hai ragione, tanto devo affrontarli. Vengo al falò. Mi va che tu mi tenga compagnia. Se ti va.
-Sì che mi va, te l’ho chiesto io. Se va bene a te.
Chris scoppiò a ridere. Che bella sensazione, pensò.
-Ci stiamo incartando, con questa conversazione.
-Infatti. Ti porto qualcosa che ti dia un po’di energia.
-Palle di minotauro.
Rise anche lei. Aveva una bella risata, forte e piena. A Chris venne voglia di farla ridere ancora.
-Ricordami che devo raccontarti una barzelletta bellissima, quando siamo al falò.









Note: Prima o poi scriverò anche qualcosa che non sia una Chris/Clarisse. Forse.
Intanto, missing moment del quarto libro, in cui Percy li vede al falò, con lui finalmente guarito, che le racconta una barzelletta. Il fantasma che fa impazzire Chris è Minosse, e il fatto che Clarisse gli stia sempre appiccicata è canonissimo. <3
E ora, passo ai ringraziamenti:
Si ringrazia Mr.D, al secolo Dioniso, che come i migliori personaggi si scrive da solo. E se non ranta almeno un pochettino contro gli eroi non è contento.
Si ringraziano le mie Beta Loro Malgrado, che non sanno una mazza del fandom ma le tengo lo stesso perché sono sexy: vannagio e OttoNoveTre.
Si ringrazia Jo Lupo che fanghèrla con me nella Vita Vera, anche se lei Clarisse, in realtà, la shippava con Perso.
Si ringraziano quelle che fanghèrlano con me su facciabbuco, che il fanghèrlamento è l’anima del divertimento.
E si ringraziano tutti quelli che hanno letto fino a qui, e un po’di più quelli a cui la storia è anche piaciuta!
Alla prossima!
   
 
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