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Autore: Jenny Ramone    19/05/2015    2 recensioni
Joan,Annie,Diana e Meg: quattro ragazze diverse, quattro storie, quattro amiche, una passione in comune:ognuna è innamorata di un componente dei Ramones.
Prima groupies, poi cover band dei loro idoli:li incontreranno e ne condivideranno l'amore,i successi,le gioie e i dolori.
Fino alla fine.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La signora Kate Lewis osservò attentamente la donna seduta accanto a lei e le versò una tazza di the, sorridendo.
“Signora Moore, le ripeto, non so di cosa stia parlando.
Mi dispiace per sua figlia Joan ma non saprei come aiutarla, non vedo spesso mia figlia Anne e Joan l’ho vista solo una volta quindi non potrei nemmeno indirizzarla per cominciare a cercarle.
Davvero, so solo che suonano insieme e hanno girato il mondo, non so come ne con chi.
Non ne ho idea di dove vivano di preciso ne a quali condizioni.
Sa, io non ho un bel rapporto con Annie, è una ragazza difficile e per molto tempo ci siamo allontanate, da poco ci stiamo riavvicinando ma non parliamo ancora molto…”.
L’altra donna annuì e ribattè:”Io capisco che lei non abbia un bel rapporto con Anne e che non le chieda cosa fanno nella vita però vede, io sono molto preoccupata per mia figlia: non vedo Joan da un anno quasi, l’abbiamo  cercata ovunque ma sembra essersi dissolta nell’aria.
Io e mio marito non ci diamo pace, è la nostra unica figlia.
E’ per questo che dopo mesi di ricerche sono approdata qui.
Ho visto in centro a New York le locandine dei loro concerti.
Accanto ad una di queste c’era una ragazzina e le ho chiesto cosa sapeva della band.
Solo allora ho scoperto che si trattava di sua figlia minore, Vicky mi ha spiegato che sua sorella e Joan erano in una band insieme e mi ha portata qua”.
“Ah ecco ho capito… mi ascolti, non commetta lo stesso errore che ho commesso io con Annie.
Lasci che Joan viva la sua vita come meglio crede, non le metta i bastoni tra le ruote: non la vada e cercare per costringerla a tornare alla vita borghese, la lasci libera, con la musica, le sue amiche e l’ispirazione dei Ramones.
E soprattutto, non provi ad allontanarla da Annie.
Io le ho viste quel giorno che sono venute a casa mia e le posso assicurare che sono legatissime.
Tra loro c’è un rapporto unico, si completano in qualche modo e sarebbe davvero crudele separarle…”.
“D’accordo, cercherò di seguire i suoi consigli.
Però io voglio sapere come sta mia figlia, dove vive… è proprio sicura di non potermi aiutare?”.
Kate scosse la testa:”Mi dispiace.
Arrivederci signora Moore;se ha notizie mi faccia sapere”-aggiunse accompagnandola alla porta.
Caroline Moore era partita da casa convinta che avrebbe trovato sua figlia.
Nessuno avrebbe potuto distoglierla dal suo intento. Era determinata a portare a termine la ricerca.
Però adesso vedeva scomparire l’ultimo spiraglio per contattarla: avrebbe dovuto rassegnarsi a non vederla più se non fosse stata lei a tornare a casa.
La madre di Joan stava per entrare in ascensore, quando una voce attirò la sua attenzione.
“Hey aspetta, io posso aiutarti!”
Era Vicky.
La ragazzina si avvicinò alla donna e le disse sottovoce: “Mia madre non lo sa…non lo sa davvero.
Ma io si.
Ti posso dare un indirizzo, te lo scrivo su questo foglio ecco.
E’ l’indirizzo di casa della loro batterista, si radunano spesso lì, è un po’ il loro quartier generale.
A quest’ora se ti sbrighi magari stanno provando e troverai Joan.
Forza, vai!”
La signora Moore abbracciò Vicky e la ringraziò ampiamente, donandole dieci dollari per l’aiuto.
 ********
“I just want to be with you…
I just want to have something to do…
Tonight tonight tonight well tonight…”-Annie canticchiava saltellando davanti ad un microfono, nella sala dell’appartamento di Meg, semi trasformata in sala prove.
Addosso aveva una vecchia tuta, era scalza, i capelli sciolti e spettinati sulle spalle e non assomigliava per niente alla bellissima ragazza che saliva sul palco la sera.
Diana era ancora in pigiama perché aveva dormito da Meg e saltava sul divano con il basso: una versione molto bizzarra di Dee Dee,mentre la piccola Suzy giocherellava con un peluche sul tappeto.
 Meg stava seduta dietro la batteria con ancora addosso gli abiti sudati della sera prima: erano un vero disastro e la  facevano assomigliare ad una stracciona.
Suonarono alla porta e la batterista andò ad aprire, spazientita: possibile che fosse di nuovo la vecchietta del piano di sopra che veniva a dire loro che facevano troppo rumore?
“Senta signora, questa è musica moderna, lei non può capire, torni ad ascoltare Mozart e a cucire!”-urlò Meg da dentro.
“ Ma sei scema Marguerite? Sono Joan, apri sta porta!”.
 “Oddio Joan scusami! Buongiorno nostra leader!”-Meg saltò al collo di Joan e la abbracciò-“però, sei in ritardo! Cos’è, tuo marito non voleva più farti uscire dal letto stamattina? Avete scopato come conigli tutta la notte, capisco! Come sta Johnny Ramone?”-rise Meg.
“Dai smettila, porca! E se anche fosse? Non sono mai in ritardo, può capitare un volta! Johnny Ramone sta bene, anche loro dovevano provare stamattina, è uscito prima di me!
Comunque stai meglio Meg, sono contenta”-la chitarrista era rossa in viso, imbarazzatissima.
“Ciao ragazze!”-Joan entrò e appoggiò la chitarra sul divano, aprendo la custodia e tirandola fuori.
“Diana ti sposteresti perfavore? Devo accordare la chitarra!”
“Non mi sposto gne!
Non solo sembra che ti sei appena alzata dal letto con quei capelli e quella felpa di Johnny che ti fa da vestitino, hai ancora bisogno di spazio per tirare fuori la tua roba? Su che siamo in ritardo!!”-la incitò lei, stiracchiandosi sul divano.
“Stronza, non mi saluti a me? Cos’è, stando con Johnny hai sviluppato un odio estremo per i cantanti? Sono molto offesa Joan, sei cattiva, non ti parlo più”.
“Oh scusa tesoro.
No figurati, sei sempre la mia preferita, non mi permetterei mai .
Fai attenzione a saltellare mentre canti che se prendi uno spigolo e ti spacchi un dito io non mi umilio a chiamare Monte per farti portare al pronto soccorso, ci vai a piedi o chiami Joey eh?”-sghignazzò, tirandole un cuscino.
Poco tempo dopo la band era finalmente al completo e potevano provare davvero.
Era passata circa un’ora dall’arrivo di Joan quando sentirono bussare alla porta.
Meggy si alzò di nuovo: “Uff, adesso chi sarà?”-pensò tra sé mentre andava ad aprire.
La ragazza fissò la donna sulla soglia da casa, sorpresa.
“Scusi signora, mi sa che si è sbagliata, non so chi stia cercando ma non di certo me.
Arrivederci”-concluse, chiudendole la porta in faccia.
Tornò dalle sue amiche e il campanello suonò nuovamente.
Meg andò ad aprire un’altra volta:”Io non so chi sia lei!”-ripetè.
“Sto cercando Marguerite Tillie, mi hanno dato questo indirizzo, abita qui?”
“Sono io… cosa posso fare per lei?”
“Tu suoni con mia figlia Joan? Joan Moore? Sai dov’è?”-domandò Caroline, stringendo Meg per un braccio.
Meg face accomodare la donna, mentre Diana e Annie la osservavano, sconvolte.
“Senta, io non so se Joan vuole vederla…”-sussurrò, sottovoce-“presentarsi qui così, dopo tutto questo tempo…”.
“Ti prego, io voglio vedere mia figlia!”-implorò lei.
Annie prese in mano la situazione:”Aspetti un attimo, vedo cosa posso fare”.
Andò in cucina dove Joan stava dando da mangiare a Suzy…
“Joan posso parlarti un attimo? Di là c’è una persona che vuole vederti. Dice di essere tua madre”-disse tutto d’un fiato.
La chitarrista si voltò verso di lei e la guardò intensamente:”Mia…madre?”-chiese.
“Oh mio Dio… siete sicure che sia davvero lei?”-si affacciò alla porta della cucina senza farsi notare” Annie io non voglio vederla, non voglio che rientri nella mia vita ora che se ne era andata”.
Joan continuò a pulire la bocca di Suzy con il bavagliolo, come se niente fosse.
“Joan invece dovresti parlarle… ricordi cosa mi hai detto quando io sono tornata a casa? Che dovevo chiarire e dovresti chiarire anche tu.
Almeno fai uno sforzo e rassicurala che stai bene, su dai, vieni con me.
Sicuramente è molto preoccupata, potresti tranquillizzarla…”.
La cantante prese per mano l’amica e la accompagnò in salotto.
L’atmosfera era molto tesa: Joan si fermò di fronte alla propria madre con lo sguardo per terra, come una condannata a morte.
Le altre tre si ritirarono in cucina con Suzy, lasciando madre e figlia a chiarirsi.
“Mamma…cosa vuoi? Perché sei qui? Come hai fatto a trovarmi?”-chiedeva la ragazza, sempre con lo sguardo a terra.
“Oh Joan, piccola mia! Non importa come ho fatto a trovarti, l’importante è che tu stia bene!”-Caroline si avvicinò alla figlia per abbracciarla ma quest’ultima si scostò.
“Perché sei così crudele con me Joan?
 Potresti almeno fare lo sforza di parlarmi?”
La chitarrista annuì e si sedette accanto a lei.
“Io… sto bene mamma, credimi.
Quando sono arrivata a New York ho fatto amicizia con Annie, Diana e Meg e abbiamo formato una cover band.
Abbiamo incontrato i Ramones, adesso beh… diciamo che li frequentiamo assiduamente.
Abbiamo girato il mondo insieme, ci divertiamo, le mie amiche sono diventate la mia famiglia e ho anche trovato l’amore della mia vita…non voglio tornare a casa.
Sento che questa è la mia strada, è quello che doveva essere e che ho sempre desiderato”.
Caroline aveva ascoltato tutto il discorso con attenzione.
“Bambina mia… sono contenta che tu sia felice.
Però ti rendi conto che un giorno tutto questo finirà, vero?
Che potete andare avanti un anno o due ma che non potete basare il vostro futuro su questo, lo capisci?”.
Joan annuì.
“Certo che lo capisco.
Ma affronterò le conseguenze delle mie scelte, consapevolmente.
Questo è quello che voglio per ora e se finirà saprò ricostruirmi una vita.
Non voglio che tu e papà me lo impediate.
Perfavore.
C’è una persona che sta quasi facendo da padre a me e alle altre, è fantastico e c’è sempre quando abbiamo bisogno di lui.
Per ora lasciami così mamma, ti prego.
Non desidero altro.
E poi…”-la ragazza si zittì.
Ci fu un attimo di silenzio.
Caroline riprese la conversazione:” E poi Joan? Poi cosa?”
“Poi beh… c’è un uomo mamma.
Un uomo che, credimi, io amo come non ho mai amato nessuno.
Lui è l’unica cosa che non credo riuscirei mai ad abbandonare della mia attuale vita.
Non riesco ad immaginarmi senza di lui.
Lui… mi ha sposata”-mostrò l’anello che aveva al dito.
La signora Moore rimase impietrita.
“Chi è lui?”-domandò.
“Mio marito… è John William Cummings… Johnny Ramone mamma”.
“Ccccccosa? Devi essere impazzita, sei esaltata e chissà quali droghe hai preso!”
“E’ lui, sono seria.
Ma tu non devi dirlo a nessuno ok? Mi hai sentita? Adesso mi hai vista, sto bene e sono felice.
Se non sei contenta per me non mi importa.
Se non vuoi o non puoi accettarmi posso solo dirti una cosa: se tu mi vuoi bene, se sei una madre, ti alzi e te ne vai senza dire una parola di questa faccenda.
Dimentica.
Dimentica queste parole, dimentica quello che hai appena sentito.
Dimenticami, ti chiedo solo questo”-Joan voltò il viso, non riusciva a guardare negli occhi la propria madre.
“Va bene Joan, come vuoi.
Sei sempre stata testarda, sempre fedele alle tue convinzioni”-aggiunse, scompigliandole i capelli e guardandola negli occhi.
E’ giusto che tu faccia quello che vuoi, ormai sei una donna.
Ma lascia che ti dica una cosa: il giorno che ci sbatterai la faccia, il giorno che questa storia finirà, non so se potrai contare su di noi.
Ti avevo avvertita”-concluse, e uscì sbattendo la porta.
Joan rimase lì, a stringere tra le braccia la Mosrite, il simbolo del suo amore per il chitarrista.
Le amiche la raggiunsero ma lei non voleva farsi vedere piangere, era sempre stata forte e lo sarebbe stata anche adesso.
Si pulì il viso con la mano e continuò a suonare, come se nulla fosse accaduto.
 ********
“Joey io ti amo.
Non voglio ci mi abbandoni, promettimi che non mi lascerai mai”-Annie piangeva disperata, abbracciando il cantante.
“Ti ha impressionato il discorso di Joan vero? Sei confusa perché hai una brutta situazione con la tua famiglia vero Annie? Amore mio, non avere paura.
Non ho alcuna intenzione di lasciarti ok? Te lo prometto.
Non ti abbandonerò mai”.
Annie lo guardò attentamente.
“Come faccio ad esserne sicura eh? Sei una rockstar, forse un giorno ti stuferai di me e basta.
Ma adesso non voglio pensarci e voglio godermi la vita attimo per attimo, se pensassi al futuro non vivrei più”-sorrise Anne.
Joey la baciò e le disse che aveva una sorpresa per lei.
Tirò fuori un pacchettino e lo porse alla ragazza: dentro c’era una collana con un brillante, di grande valore.
“Non  è molto punk rock… ma tu meriti di più di una collana con le borchie Annie.
Tu meriti tutto il meglio.
E io ho intenzione di dimostrartelo.
Fidati di me, non ti deluderò mai dolcezza”.

ANGOLO AUTRICE: Ciao! :) Oddio, dopo un capitolo tipo parto sono tornata…Joan è coraggiosa ad aver chiuso la porta in faccia alla sua famiglia, ora è proprio a piede libero ah ah . xD
Ma non è stupida e riuscirà a cavarsela comunque.
Ho deciso che arriverò ai quaranta capitoli!
 Adesso però vi devo lasciare…non so quando tornerò ad aggiornare, potrebbe anche passare un mese o più  perché ci sono gli esami e non ho molto tempo.
Comunque non mi dimentico e prima o poi tornerò e finirò,purtroppo.
Volevo finire entro giugno ma la vedo dura…alla prossima e grazie!
Jenny
PS: dimenticavo, importantissimo: auguri Joey Ramone! Ci manchi Joey, ci manchi tanto! <3

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