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Autore: Hi Fis    20/05/2015    4 recensioni
Adattamento in raccolta del primo capitolo completo della saga di Mass Effect. Vuole essere il mio tributo alla saga fantascientifica della Bioware, il racconto del primo capitolo della saga di Mass Effect e la mia prima long-fic. Comandante Shepard di questa raccolta è un ricognitore, spaziale, eroina di Elysium.
Si basa decisamente sul lore e sulle avventure presenti nel videogioco, cercando di dare al tutto una forma il più coinvolgente possibile.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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È a casa ora, Consigliere. E io preferirei essere morto che al suo posto.
Tales from the Crypt
 
I Batarian non li aspettavano ormai, vicini com'erano al loro obbiettivo, e raggiungere le torce a fusione fu facile. I Batarian non li videro arrivare, e far saltare le porte del complesso con il 155mm degli IFV fu davvero semplice.
L'attacco dei droni sulla struttura principale arrivò subito dopo, facendo saltare in aria una mezza dozzina di trasporti truppe, nel momento preciso in cui i primi Batarian tentavano di salire a bordo dei loro IFV per dare manforte ai compagni sparsi sull'asteroide: 20 droni anticarro e una decina anti uomo fecero terra bruciata attorno all'installazione centrale, costringendo i terroristi a ritirarsi di nuovo nella struttura dell'Alleanza. Nel frattempo, la squadra della Normandy avrebbe espugnato i loro obbiettivi.
Fu il comandante ad arrivare per prima alla sua torcia di fusione: dopo aver fatto saltare le porte del complesso, un garage con annesso il centro di controllo della torcia a fusione, il trasporto truppe Batarian fu ribaltato con un solo colpo di cannone, complice la gravità quasi inesistente di X57. Shepard scese da Castor ancora prima che il mezzo avesse finito di muoversi, guidando la sua squadra all'interno, e il grosso delle forze nemiche, ancora disorientate, venne risucchiato in una singolarità biotica, in cui Tali e Garrus riversarono molti proiettili. Poi il Turian notò una cisterna, sul lato più lontano del complesso: bastò una singola raffica del suo fucile per trasformarla in una palla di fuoco, e i Batarian vicini ad essa in tizzoni urlanti. I proiettili HESH non lasciavano superstiti, ma l'ex agente C-Sec ci aggiunse anche una granata a disco, modificata con gli esplosivi sperimentali ottenuti sulla Cittadella, per porre fine alle loro sofferenze.
I terroristi avevano già perso, dovevano solo rendersene conto.
Per la squadra, si trattò solo di un'opera di setacciamento a quel punto: Garrus impugnò la sua pistola, mentre il comandante e Tali continuarono a tenere pronti i loro shotgun.
Dietro di loro, le paratie di sicurezza si chiusero finalmente, arrestando la decompressione e ponendo fine al caos degli allarmi. Fu un silenzio irreale: tutti loro erano così carichi di adrenalina, da sentire ogni singolo rumore anche attraverso il casco e l'improvvisa gravità artificiale del complesso, frutto della tecnologia dell'eezo, non li aveva nemmeno rallentati.
Il comandante trovò un solo Batarian ancora vivo, ma stordito dalle esplosioni e dalla decompressione: gli sparò in faccia, ponendo fine ai suoi lamenti. In quella missione, la squadra della Normandy non aveva abbastanza uomini da prendere prigionieri...


 
I membri della specie Batarian hanno un aspetto che difficilmente può apparire gradevole a degli esseri Umani: possiedono le stesse proporzioni e numero di arti dei nativi della Terra, ma sono dotati di quattro occhi infossati nel loro teschio, totalmente neri e privi di sclera, e di una bocca piena di piccoli denti affilati come uno spillo. Questo, unito a lineamenti vagamente simili a quelli di un pipistrello, con un naso schiacciato a pettine e diverse fasce cartilaginee sulla cima di una testa glabra, con piccole orecchie a punta, contribuisce a renderli piuttosto ributtanti, oltre poi al colore della loro pelle che varia tra l'ecchimosi livida e il verde cetriolo.
"Libero." disse il comandante nella radio, rinfoderando il suo shotgun e prendendo la pistola dal magnete della coscia.
"Libero." rispose Tali, perlustrando dietro la pila di casse che erano state impilate per dividere il garage dalle scale per il piano superiore.
"Garrus?"
"Ho una porta qui: rilevo un segno di vita. Sembra Umano."
Tali e Shepard lo raggiunsero subito: quando le porte vennero aperte, l'ostaggio si trovò di fronte alla faccia tre grandi e bui tunnel.
Risalendo però le canne delle armi, i suoi occhi spaventati si riempirono di speranza, che fu confermata quando lo aiutarono a mettersi in piedi. Un'Umana, un Turian e una Quarian: certamente non forze dell'Alleanza.
Fu proprio l'Umana ad aprire per prima il suo casco, rivelando occhi viola e tratti esotici, mentre il metallo scorreva ripiegandosi sulla sua nuca:
"Comandante Shepard." si presentò brevemente: "Specialisti Garrus Vakarian e Tali'Zorah nar Rayya."
L'ostaggio invece aveva una pelle olivastra e aveva superato la sua prima e seconda giovinezza: aveva capelli corti e grigi, di taglio militare, fronte larga e un volto un po' squadrato, con qualche ruga d'espressione. Aveva un occhio chiuso e pesto, ma l'altro era marrone, pieno di intelligenza e lucidità: il suo lieve pizzetto era sporco di sangue proveniente dalle labbra e dal naso.
I Batarian dovevano averlo torturato, ma non abbastanza da renderlo incosciente o inutile ai loro scopi:
"So chi è comandante... il suo volto era in tutti gli olo-giornali. Io sono Atwell, Simon Atwell. Ero il capo ingegnere di questa roccia prima dell'attacco, incaricato di sovrintendere al progetto. Non abbiamo molto tempo: i Batarian..."
"Siamo al corrente della situazione." lo interruppe il Turian: "Il nostro secondo team sta attaccando un'altra torcia a fusione."
"Quale?" chiese freneticamente l'ingegnere: "Una mappa..."
La Quarian attivò il suo omnitool, mostrando l'area dell'asteroide che l'ingegnere conosceva bene:
"Noi siamo qui. E l'altra squadra è qui." spiegò Tali, indicando le due torce a fusione.
"Meno male... avevamo iniziato a piazzare degli esplosive vicino all'altra torcia di fusione: volevamo estrarre una zolla tettonica per cominciare i processi di estrazione... i Batarian mi hanno costretto a spiegare loro come convertire quegli esplosivi in mine."
"Può disattivarli?"
Atwell scosse la testa:
"Non da qui. Probabilmente le controllano dall'interno della struttura. Se vi foste avvicinati con un mezzo, sareste saltati in aria. Maledetti terroristi...li ho visti dare i miei uomini in pasto ai loro Varren. Per divertirsi. E hanno detto che avrebbero fatto lo stesso con me se non gli avessi aiutati a cambiare la rotta dell'asteroide. Ho obbedito solo quando hanno minacciato di uccidere il resto degli ostaggi."
"È stato molto coraggioso, signor Atwell. Qualcun altro è sopravvissuto?"
L'ingegnere assentì cupo:
"Ci sono almeno una ventina di ostaggi alla struttura principale. Katie Bowman, suo fratello... o dio.... perché è successo?"
Shepard lo afferrò per le spalle, scuotendolo lievemente:
"Mi ascolti signor Atwell: dobbiamo fermare questo asteroide e lo faremo. Potrebbe essere fuggito qualcuno dei suoi uomini? Possono essersi nascosti da qualche parte?"
"Qualcuno... qualcuno potrebbe... avevamo delle stazioni perimetrali. Se i Batarian non li hanno trovati, potrebbero essere ancora lì."
Garrus scosse la testa prima che Tali potesse parlare: non era il momento adatto per riferirgli anche quello che avevano già trovato.
Nel frattempo il comandante aveva cominciato a passare il suo omnitool sull'ingegnere:
"Niente di rotto signor Atwell. Sembrerà un hamburger per un po', ma nessun danno permanente."
"...Mi piacciono gli hamburger." replicò Simon senza vero umorismo.
"Resti fermo ora." ordinò Shepard, somministrando una dose di medigel all'ingegnere.
Il medigel era un invenzione Umana, e sebbene violasse i trattati interstellari perché prodotto attraverso tecniche di manipolazione genetica, era semplicemente troppo utile perché la sua produzione venisse impedita. Era quasi un cerotto miracoloso in forma semiliquida, che rimarginava ogni ferita, purché non fosse mortale.
"...Meglio?"
"È un po' freddo... sa... sono contento di vedere una Quarian.... La vostra gente merita di meglio ed è sempre un piacere lavorare con voi. ...Ne avevamo persino una che collaborava al progetto, ma se ne è andata prima... prima dell'attacco."
Il medigel aveva anche degli effetti analgesici e sedativi, ma non creava dipendenza: coloro che ne usavano spesso e volentieri, come i militari impegnati sul campo, si assuefacevano e non li avvertivano quasi più, mentre sui civili... li rendeva sempre un po' instabili. Shepard lo fece tornare lucido torcendogli un dito: data la condizione della sua faccia, uno schiaffo sarebbe stata una vera crudeltà:
"Ouch tatata... dannazione... che male." disse l'ingegnere tenendosi il mignolo.
"Mi scusi signor Atwell, ma mi serve lucido: dove sono i comandi della torcia a fusione?"
"Al piano di sopra." indicò l'ingegnere con la testa: "...In una stanza esattamente sopra questa. C'è una console di comando da cui si controlla tutto il complesso."
"Le facciamo strada. Garrus: vedi se riesci a recuperare una pistola dai Batarian: vorrei che il signora Atwell fosse armato per ogni evenienza." il Turian scattò immediatamente, cominciando a rovistare tra i cadaveri.
Se Shepard lo vide recuperare anche i loro creditometri, non disse nulla: Garrus sembrava intenzionato a ripagare il suo equipaggiamento ad ogni costo.
La sala di controllo della torcia di fusione era l'unica ben tenuta dell'intero complesso: Atwell non aveva commentato quando era uscito dalla sua prigione, ma non poteva non aver visto la carneficina.
Shepard non aveva accordato pietà ai Batarian: durante l'attacco, Tali e Garrus avevano seguito la sua guida, risucchiati nella sua scia, e per quanto a posteriori le loro tattiche potessero apparire crudeli, la Quarian aveva dovuto accettare la loro efficienza ed efficacia.
"Ecco..." disse Atwell accedendo alla console in fondo: "Si controlla da qui." con la pressione di pochi tasti e una leva olografica, la prima torcia a fusione si spense, riducendo la spinta di X57.
Fu strano per Tali, sentire l'asteroide muoversi diversamente sotto di lei: anche con la gravità artificiale della stazione, l'effetto si percepì comunque.
"...Può criptare i comandi affinché solamente lei possa accedervi?" gli chiese Shepard.
"Se solo lo avessimo fatto prima... ma non immaginavamo cosa sarebbe successo." disse Atwell collegando il suo omnitool alla consolle.
"Non è colpa sua." disse Shepard con un tono pratico.
"...Crede che scenderemo in guerra coi Batarian per questo?"
"Spero di no. Il modus operandi tipico dell'Egemonia è quello di ripudiare simili bande quando falliscono e appoggiarle quando hanno successo, accogliendole a braccia aperte e nascondendole... ma un asteroide contro una colonia? Sembra troppo anche per loro."
"...Spero solo che quei pazzi di Terra Firma non ne approfittino per guadagnare consensi."
"Lei ed io assieme." rispose il comandante.
Shepard sapeva di avere una prospettiva non comune sulle altre razze: essendo cresciuta nello spazio, l'idea che gli alieni fossero coloro che crescevano su altri mondi le era sempre riuscita incomprensibile.
Il movimento politico di Terra Firma invece era... il comandante non sapeva esattamente come definirlo, dato che non ne aveva mai compreso le argomentazioni, trovandole logicamente difettose e reazionarie. Terra Firma non voleva mettere gli Umani al primo posto, almeno, non come primo obbiettivo: la sua ideologia principale era tenere gli alieni, una parola che Shepard non usava mai, lontano dall'Umanità, creando una netta linea di demarcazione tra il concetto di "noi" e quello degli "altri". Non per altra ragione se non quella che tenere separati gli Umani dalle altre razze era giusto e nobile.
Shepard aveva causato alcune risse tentando di dimostrare loro il contrario e ora, raggiunta l'età adulta, se ne teneva alla larga e con un certo dispiacere: era conveniente per lei, comodo, ma non giusto. Anche perché col passare degli anni Terra Firma aveva cominciato ad accogliere in seno, o si stava trasformando, in estremisti: rimaneva comunque un movimento con una forte base popolare ed estremamente politicizzato, seppur l'Alleanza guardasse a loro con un certo distacco critico. Shepard aveva tracciato la sua linea di demarcazione però: il giorno in cui Terra Firma avesse cercato di darle ordini, avrebbe dato le dimissioni.
Il fatto che Atwell sembrasse condividere quel punto di vista era problematico per lei: Shepard aveva... difficoltà a distaccare la sua parte emotiva dalle persone che stimava. Non a nasconderlo però: in quello si era addestrata molto a lungo per eccellere. In breve, incarnava l'ideale ufficiale comandante dell'Alleanza e i suoi passati CO se ne erano accorti tutti, perfino Hackett.
Bastava che Atwell non le parlasse dei suoi nipoti però, o Shepard avrebbe fatto qualcosa di stupido e poco professionale: come promettergli che sarebbe andato tutto bene.
"...Fatto. Ho criptato i comandi della console e sto inviando i codici al suo omnitool."
Perfettamente a tempo, attraverso la radio arrivò la voce di Kaidan:
"Comandante: qui Alenko. Abbiamo conquistato la torcia a fusione 3. Tutti gli ostili eliminati."
"State entrambi bene?"
"Incolumi. ...Abbiamo scoperto che fino a quando ci sparano addosso, io e Wrex lavoriamo bene assieme."
"Ne prendo nota tenente. Abbiamo trovato il capo ingegnere della struttura, il signor Simon Atwell."
"Allora avete avuto più fortuna di noi signora: qui solo Batarian e Varren... Wrex ne sta mangiando uno."
"Trasferisco la comunicazione al signor Atwell, Alenko: le spiegherà come spegnere la torcia a fusione."
"Sono già lì comandante."
E infatti la seconda deformazione del campo gravitazionale si fece sentire su tutto l'asteroide, prima che i generatori di gravità artificiale compensassero.
"I suoi uomini sono abili." commentò Simon, mentre il suo omnitool accedeva alla rete di comunicazione della squadra di Shepard.
"Cerchiamo di essere i migliori, signor Atwell. Tenente Kaidan Alenko, forze dell'Alleanza." gli rispose una voce dal suo omnitool, presentandosi: "Mi dispiace che non siamo potuti arrivare prima."
C'erano molte cose che Atwell avrebbe potuto chiedere: ci salverete? Salverete la mia squadra? Salverete il pianeta?
Scelse invece di occuparsi di qualcosa di più immediato e di essere responsabile:
"Tenente, su suggerimento del comandante, ho appena criptato i comandi della torcia di fusione. Ha bisogno di aiuto per fare qualcosa del genere?"
"Mi faccia controllare... sì, penso di poterlo fare con la sua assistenza. Mi guidi passo passo."
Che utile bugia pensò Vakarian: difficilmente Alenko avrebbe avuto bisogno di assistenza; ma dava ad Atwell qualcosa da fare ed altro a cui pensare: nel frattempo, Shepard stava già riunendo i cadaveri dei terroristi, spostandoli il più lontano possibile.
Tali e Garrus le diedero una mano.
"Fatto comandante." fece rapporto Atwell, uscendo dalla sala di controllo.
"Molto bene. Se non le dispiace, Atwell, vorrei che cancellasse i codici di decrittazione dal suo omnitool: meglio non lasciare nulla al caso."
"...D'accordo comandante." cosa quello implicasse, non sembrava piaceva molto all'ingegnere.
"Alenko, Wrex: dirigetevi verso la torcia a fusione 2. Ma non vi avvicinate troppo: sembra che i Batarian abbiano minato la zona. Ricevuto?"
"...Ricevuto signora."
"Rendezvous all'ultima torcia a fusione asap: vi raggiungeremo non appena avremo recuperato Williams. Tenete gli occhi aperti: sanno che stiamo arrivando."
"Aye aye ma'am."
"Mi sembra di capire che resterò qui..." disse l'ingegnere.
"È più sicuro Atwell: questa stazione di controllo è la più lontana dal complesso principale e i Batarian non possono più muoversi sull'asteroide. Non appena avremo liberato il complesso principale, manderò qualcuno a prenderla, se non addirittura le forze dell'Alleanza. Si chiuda dentro e tenga duro: potrà contattarci in qualunque momento attraverso il canale di comunicazione."
"Tenga presente che le porte esterne sono saltate: ora l'unica cosa che la separa dal vuoto è quell'entrata." aggiunse Garrus, indicando la porta pressurizzata che avrebbe dovuto, in condizioni normali, condurre al garage.
"Lo terrò a mente."
"Prenda questa." gli disse Vakarian mettendogli in mano la pistola che aveva raccolto dai cadaveri.
“Non ho mai sparato in vita mia..."
"Non è difficile. Ricordi: due occhi, Umano, quattro occhi, Batarian."
Atwell sorrise:
"Cercherò di tenerlo a mente."
"Bene. Sarebbe meglio se lei tornasse nella stanza in cui l'abbiamo trovata: le chiusure automatizzate entreranno in funzione non appena apriremo le porte per uscire. Si faccia coraggio. Siamo quasi alla fine."
"È una buona idea: credo che farò così.... Buona fortuna comandante."
"Arrivederci, signor Atwell." rispose il comandante: "Squadra, pronti a muoversi."
Shepard aspettò che l'ingegnere si fosse messo al riparo prima di lasciare che l'elmo le si chiudesse di nuovo addosso e aprire le porte della stazione. La decompressione li spinse fuori, e le porte si chiusero dietro di loro in pochi secondi.
"Normandy, qui Shepard." chiamò il comandante attraverso la radio.
"Qui Normandy." rispose la voce di Pressly.
"Torce a fusione 1 e 3 disattivate. Procediamo per la torcia 2. Abbiamo incontrato resistenza, ma nessun ferito. Situazione lassù?"
"Nave di appoggio Batarian neutralizzata, comandante: non si sono nemmeno resi conto di cosa li ha colpiti. In questo momento sono alla deriva e ci stiamo assicurando che non lascino la nave con dei gusci di salvataggio. SSV Emden, Dresden e Leipzig in arrivo nel sistema per prenderli prigionieri e fornire supporto alla colonia. ETA 36 minuti."
Un incrociatore e due fregate: spiegamento ridotto, visto che normalmente le fregate dell'Alleanza si muovevano a gruppi di quattro o sei. A quanto pareva, l'ammiraglio Hackett non prevedeva che avrebbero avuto problemi a risolvere per loro la situazione. Shepard sospirò nel casco: come se non avessero già abbastanza responsabilità.
Il loro limite ultimo per spegnere la torcia restante era 1 ora e 20 minuti. Il difficile sarebbe venuto dopo: il comandante dubitava che i Batarian si sarebbero arresi senza combattere e il futuro degli ostaggi era ancora incerto.
"...Ricevuto Normandy. Procediamo con la missione." rispose lo Spettro chiudendo il canale con la nave e aprendo quello con Ashely: "Williams, torce a fusione sotto controllo. Nessun ferito. Dobbiamo muoverci per raggiungere l'ultima: ETA?"
"Sono... quasi... arrivata..." ansimò Williams in risposta: "Vedo... la torcia... a fusione... spenta."
"In fretta marine: non vorrai lasciare il tuo fucile freddo oggi."
"Nossignora!"
"Bene." poi Shepard chiuse la comunicazione e salì su Castor: il motore ronzò come per fare le fusa.
 
"Come vogliamo fare?" chiese Alenko attraverso il circuito radio condiviso: i due IFV si erano riuniti davanti alla torcia di fusione 2.
Anche attraverso i sensori dei mezzi, le mine di prossimità brillavano come stelle: se si fossero avvicinati di più, sarebbero saltati in aria. Sopra di loro invece, pattugliavano indifferenti i droni di difesa dell'asteroide: poco più che piattaforme d'armi dalle linee spigolose di un metro e mezzo, con un nucleo di elemento zero e ugelli di spinta.
Almeno non c'erano Batarian ad accoglierli: doveva essersi ritirati tutti all'interno, ad aspettare che facessero la loro mossa. Probabilmente li stavano anche osservando:
"Possiamo disattivare le mine da qui?"
"Hanno un meccanismo di esplosione analogico: a meno di avvicinarmi abbastanza da toccarle, non ho speranza. Ma se mi avvicino..."
"Boom." completò Williams.
"...Possiamo causare una detonazione controllata delle mine?"
"Non lo consiglierei Garrus: erano cariche concepite per staccare un pezzo d'asteroide... probabilmente sradicherebbe tutta la base."
"Il che è un male perché?"
"L'alimentazione di quella torcia è nucleare Wrex. L'esplosione spaccherebbe l'asteroide, raddoppiando il numero di proiettili contro Terra Nova."
"Boom." ripeté Williams.
"...Se le sradicaste coi poteri biotici?"
"Se va bene ci metteremmo troppo tempo Tali. Se va male causeremmo una detonazione incontrollata."
"Boom."
"...Signora?"
Shepard non aveva ancora aperto bocca:
"Williams, dopo la tua esperienza da salta rocce, credi sia possibile raggiungere il tetto della struttura saltando ?"
"...Non da qui." rispose Williams guardandosi attorno: "Ma da quel crinale... dovrei potercela fare."
"Dovrai essere precisa: abbastanza alta da evitare le mine e abbastanza bassa da non finire in orbita. Ti daremo i cavi da traino degli IFV e creerai un ponte affinché possiamo raggiungerti. Poi ci caleremo nella struttura."
"...Sono solo io a trovarla un'idea stupidamente pericolosa?"
"Se ne hai una migliore per superare 200 metri di campo minato in modo che non esploda, Alenko, sono tutta orecchie."
"..."
"Lo immaginavo. Meno chiacchiere più IFV spostati gente."
Non ci volle molto perché tutti fossero pronti: sul crinale, Castor era stato bloccato e Williams si era legata i due cavi attorno alle spalle. Le mani le sarebbero servite libere:
"Sono pronta." disse il capo artigliere.
"Ashley aspetta." Tali si era messa al suo fianco: "Prendi questo. Potrebbe tornarti utile." le disse, porgendole la vibrolama che di solito portava appesa allo stivale.
Al contrario delle lame molecolari, le vibrolame erano meno affilate, ma si rompevano anche meno facilmente: due coltelli affiancati e disallineati per meno di un micron, che una volta azionate vibravano milioni di volte al secondo, funzionando effettivamente come una sega.
"...Grazie." disse Ashley impugnando il largo manico fatto per le mani della Quarian.
"Ti chiederei di non perderlo: è nel mio clan da 300 anni. Ma se devi scegliere, salvati la vita."
"Lo farò." rispose la donna: "...Al suo segnale ma'am."
"O signore... perché mi sembra di essere tornato su Eden Prime?"
"Non sei d'aiuto, tenente!"
"Mi dispiace Ashley..."
"Pronta?"
"Sì."
"ORA!" gridò Shepard.
Williams fece solo due passi sulla roccia del crinale, staccandosi poi da terra per inerzia: non era più difficile di quanto avesse già fatto. Solo molto più pericoloso.
Per evitare che i cavi la rallentassero in qualche modo, li avevano già svolti e Shepard e Tali si stavano assicurando che le due spire non si attorcigliassero. Williams sperò solo di non finire corta: se fosse atterrata vicino alla struttura, invece che sopra di essa, sarebbe esploso tutto. Non che l'alternativa fosse molto migliore:
"Signora..."
"Si Williams?"
"Credo... credo di arrivare lunga. Potete rallentarmi?"
"Quantifica, Williams."
"Troppo veloce. L'angolo è buono, ma sono troppo veloce. Toccherò la struttura senza riuscire a fermarmi." L'eccessivo slancio non era stato un problema sulle rocce, perché aveva sempre potuto aggrapparsi a quella successivo.
Williams sentì i cavi avvolti attorno alle spalle frenarla, mentre Shepard li faceva scorrere nel suo pugno.
"Basta. Bene così." disse il capo artigliere.
Non guardare giù, si disse, concentrati solo sul tetto della struttura. Toccò coi piedi il metallo, cercando di impedirsi di cadere: se fosse rotolata, sarebbe rimasta impigliata nei cavi. E di nuovo, la grazia non era il suo forte: scivolò in avanti, per inerzia, cadendo a quattro zampe. Il coltello di Tali si piantò nel metallo e ci rimase.
"...Bel volo d'angelo Williams."
"Signora... cerchiamo di non rifarlo troppo presto." rispose la marine: "Vedo un punto d'attacco per i cavi." aggiunse, tirandosi su.
In pochi secondi le funi da traino furono tirate e assicurate, creando un ponticello temporaneo: non c'erano corrimani, ma con la bassa gravità non sarebbero stati necessari.
Shepard andò per seconda, mostrando come fare: di fatto si trattava di scivolare sui cavi a pancia sotto, usandoli per tirarsi quando si rallentava troppo. Abbastanza semplice da permettere a tutti, Wrex compreso, di attraversare i 200 metri di campo minato in sicurezza.
Tali ricevette il suo coltello indietro con un sentito ringraziamento: sembrava che ci fosse speranza per loro, e calarsi dal tetto fu semplice come cadere:
"Pronti?" chiese Shepard alla sua squadra al completo, ansiosa di prendere d'assalto la base.
"Ci può scommettere signora."
Prima che potessero attaccare però, le porte del garage si aprirono di fronte a loro.
"...Non sono stata io, Shepard."
Sembrava che li stessero invitando ad entrare. Dopo un attimo, il comandante decise di accettare l'invito: la sua squadra entrò nella camera di equilibrio con le armi in pugno, ma non aprirono il loro casco quando la decompressione terminò.
Ad aspettarli dall'altra parte trovarono almeno una trentina di Batarian, armati e decisamente più nervosi di loro, capitanati da un leader con una corazza assai più nuova e scintillante di quella dei suoi uomini, che si presentò disarmato:
"Deve per forza finire in un bagno di sangue?" chiese.
"Dimmelo tu, Batarian." disse Shepard avanzando.
"Non fare un altro passo." ordinò il leader, impedendo però allo stesso tempo ai suoi uomini di sparare: "...Possiamo risolvere questa cosa con i proiettili o provare pacificamente."
Il Batarian aveva una voce bassa e nasale, ma non sgradevole. Decisamente non Umana però:
"Deve essere Charn." aggiunse Wrex a beneficio di Shepard e l'intuizione del Krogan si rivelò fondata.
"...Pacificamente? Non credevo che voi Batarian conosceste questa parola."
"Senti, sto solo facendo il mio lavoro. Dirottare questo sasso non è stata una mia idea. Mi sono unito solo per i crediti e qualche schiavo facile."
Non richiesto, il ricordo di ciò che il comandante aveva visto a Mindoir, quando suo nonno era atterrato dopo l'assalto degli schiavisti per portare sollievo a ciò che restava della colonia, l'assalì ferocemente.
Shepard dovette farsi forza per non ucciderlo sul posto:
"Come no..." rispose il comandante scuotendo la testa: "Pensi davvero che si possa giustificare una cosa del genere? State cercando di distruggere un pianeta...!"
"Credi che non lo sappia?! Fosse stato per me, ce ne saremmo già andati..." rispose il Batarian ad alta voce: "...Balak è pazzo." aggiunse poi disgustato e molti tra i suoi uomini assentirono con la testa.
"E allora perché lo seguite?"
"Perché altrimenti ci scuoierebbe esponendo la nostra pelle su una picca... lui non accetta un rifiuto."
"Non un mio problema, Charn." tagliò corto Shepard: era il momento che il Batarian smettesse di girarci attorno e il comandante lo costringesse a scoprire le sue carte.
"...Sapevo che questa missione sarebbe andata male nel momento in cui siamo atterrati. E ora Balak ti vuole morta, e lui ottiene sempre quello che vuole."
"Credo che questa volta resterà deluso."
"...Forse. Ci avete messo con le spalle al muro su questa roccia è vero, ma Balak si è rintanato nella struttura principale, e ha degli ostaggi."
"Quanti?"
"...Quanto vale la mia collaborazione, Umana?"
"Dipende da quanto puoi essermi utile."
Charn sembrò pensarci un momento, guardando il resto dei suoi uomini: avevano il vantaggio del numero, ma niente altro.
"...Posso farvi entrare nella struttura, dirvi quanti uomini ha, i loro armamenti... la posizione degli ostaggi. Come disinnescare le bombe senza saltare in aria. Ma voglio delle garanzie."
"Ommerda..." sussurrarono all'unisono Williams e Alenko.
Bombe? Perché c'erano così tante bombe quando erano con Shepard?
Fu il turno di Shepard di valutare attentamente quanto potesse forzare loro la mano: era brava a fare i calcoli. Se si fossero arresi sul serio, sarebbe stato difficile controllarli. E in ogni caso, avevano gettato la spugna solo quando non avevano avuto altra scelta. Charn era astuto, ma non molto furbo:
"E che cosa vorreste per la vostra collaborazione?"
"Facci raggiungere la nostra nave e garantisci un trasporto sicuro fuori dal territorio dell'Alleanza."
In condizioni normali, Shepard sarebbe stata tentata di accettare: una fregata Batarian poteva sempre essere abbattuta dalla Normandy. Il problema era che la loro nave non era già più un'opzione:
"No. Non avete più un vascello a cui tornare. Ti offro di sopravvivere a questo incontro assieme ai tuoi uomini, Charn: finirete nelle prigioni dell'Alleanza, ma sarete vivi. Questo se collaborate subito. Altrimenti mi prenderò le vostre vite. E tutti i dati sulla struttura centrale in vostro possesso."
"...Oh maledizione... harak! Checkt! Checkt!" ordinò Charn senza che il traduttore riuscisse a comprendere.
Ma non servì capire al comandante, quando il resto dei Batarian prese di mira lei e la sua squadra: tra le due alternative, Shepard scelse a sua volta di attaccare.
Si avventò su Charn e i suoi guardaspalle come una meteora, lasciando che le barriere cinetiche della sua corazza assorbissero i colpi.
Si potevano dire molte cose del capitano Macmillan, ma non avrebbe mai costruito corazze difettose: erano altri i modi in cui avrebbe potuto trarre piacere dalla sua agonia...
Da quella distanza, l'idea di usare una singolarità biotica fu considerata e scartata da Shepard: troppo vicino. Ecco perché il suo pugno rifulse di luce blu e Shepard spazzò via tutti coloro che aveva di fronte: la maggior parte atterrò senza rialzarsi.
Shepard ruotò su se stessa, occupandosi dei Batarian che aveva dietro: la sua squadra si era aperta a ventaglio, e di fatto avevano circondato i Batarian. Il fuoco incrociato li fece a pezzi, specie dopo che Wrex si gettò nella mischia a fianco di Williams: un mercenario Krogan e una marine in un esoscheletro da combattimento? Difficile uscirne incolumi.
Il che divenne tanto più apparente quando Wrex afferrò un Batarian per la gola, usandolo come scudo e scaricando il suo fucile negli intestini degli altri terroristi, uccidendo poi il suo ostaggio con una testata e lanciandolo via.
Kaidan e Garrus si assicurarono che non alzassero la testa con lunghe raffiche di fuoco automatico e Tali li distrasse con mine tecnologiche, che friggevano gli scudi e l'elettronica dei Batarian.
Furono rapidi e violenti e alla fine, l'unico a rimanere in piedi fu una guardia del corpo di Charn, che tentò di ripararsi invano dietro alla sua barriera biotica, prima che Williams lo finisse col fucile: due colpi per fargli perdere la concentrazione e uno ancora per finirlo.
Charn era morto col primo attacco, sbattendo contro il muro in fondo alla stanza con troppa forza: il comandante se ne assicurò.
"Libero." annunciò Shepard guardandosi attorno.
"Libero." confermò Garrus.
"...Alenko, Vakarian: disattivate l'ultima torcia a fusione e mettetevi in comunicazione con Atwell. L'asteroide non si schianterà più su Terra Nova, ma se possiamo inserirlo in un orbita stabile attorno al pianeta, potrebbe essere solo vantaggioso. Tali: vedi cosa riesci a recuperare dall'omnitool di Charn: ogni informazione che ci possa essere utile. Wrex e Williams: con me. Vediamo di capirci qualcosa."
Non ci volle molto tempo prima che ognuno di loro completasse i loro compiti: per l'ultima volta, lo strana sensazione dovuta allo spegnimento della terza torcia a fusione attraversò tutto X57.
"Allora..." cominciò Shepard indicando una serie di fucili e pistole radunati sopra ad una cassa: "La maggioranza degli uomini di Charn aveva armi e armature della Elkoss Combine. Visto che Charn era il numero due, e queste erano le sue truppe personali, credo che dovremo aspettarci qualcosa di simile dal resto dei Batarian rimasti. L'unica eccezione era il fucile del nostro secondo in comando. Wrex?"
"Riconosco quei marchi: sono prodotte per le truppe speciali dell'esercito Batarian, così come la sua corazza."
"Pah! Sono militari quindi?" chiese Williams.
"Probabilmente... almeno Charn e Balak di sicuro. Il resto..." disse Wrex indicando i corpi: "...no. Pirati e mercenari. Uno di loro aveva un tatuaggio dei Blue Suns sul collo. Carne sotto contratto."
"Il che è serio, e con gravi ripercussioni. A tutti gli effetti, questo è un atto di guerra da parte dell'Egemonia contro l'Alleanza, sotto il diretto comando di un loro ufficiale. Tali: possiamo dimostrarlo?"
"Non completamente: non sono un'esperta, ma ho buoni algoritmi euristici sul mio omnitool. Ho trovato prove indiziarie in quello di Charn, ma nessuna vera conferma. Due cose: ci stava mentendo prima. I crediti di cui parlava gli erano già stati versati precedentemente: la sua partecipazione alla missione era volontaria."
"Perché non sono stupito?" chiese Alenko.
"E Balak è davvero pazzo. Considera questo attacco una rivalsa per Elysium."
"Balak era su Elysium?" chiese Shepard e la sua voce falsamente noncurante non ingannò nessuno.
"O accidenti..." sibilò Alenko.
"Così pensano i suoi uomini..." cominciò Tali interrompendosi però, quando vide che la mano di Shepard aveva cominciato a chiudersi e ad aprirsi rapidamente. Non un buon segno.
La sua squadra non fece domande, ma lasciò che Shepard sfogasse in quel modo qualunque cosa stesse provando in quel momento:
"...Alenko, Vakarian?" chiese poi, pronunciando severamente i loro nomi.
"Atwell potrebbe accendere le torce a fusione se volesse, ma per verificare l'inserimento corretto nell'orbita di Terra Nova, servono dei dispositivi che si trovano nella struttura centrale."
"Allora è lì che siamo diretti." disse Shepard con un tono monocorde.
 
"Comandante? Shepard?"
"...Sì?"
"Siamo arrivati."
Davanti ai due IFV c'era l'ingresso per la struttura centrale: era stata costruita completamente sottoterra, al contrario delle altre stazioni, e l'unico modo per accedervi era attraverso un montacarichi.
"...ero sovrappensiero." rispose il comandante preparandosi a scendere dal mezzo.
"Vuole che aspettiamo i rinforzi dell'Alleanza?"
"...No." rispose semplicemente Shepard, facendo strada al gruppo.
Wrex e Vakarian si affrettarono a seguirla, assieme al resto della squadra.
"Tali? Riesci a farci entrare?"
"Ho i codici di Charn." disse la Quarian, e il montacarichi si attivò per loro, permettendo di accedere alla struttura.
"...Signora? Cosa facciamo per gli ostaggi?" chiese Alenko, prendendo il coraggio a due mani e chiedendo ciò che tutta la squadra si stava domandando.
"...La priorità è fermare Balak. Anche se non fosse uno dei capi che hanno assaltato Elysium, è troppo pericoloso per lasciarlo libero." rispose Shepard.
"Sissignora."
Il montacarichi li scaricò in un'ampia stanza: una sorta di area di accettazione, completamente deserta.
"Sanno che stiamo arrivando?"
"Ovviamente. Piano e con calma." ordinò Shepard prendendo il suo fucile da cecchino: il comandante non portava fucili d'assalto con sé, semplicemente perché sulla media distanza aveva i suoi poteri biotici.
Dopo l'area di accettazione da cui erano entrati, la struttura dell'Alleanza si apriva su un grande spazio cavo di forma ellittica, una sorta di punto di ritrovo. Essendo l'installazione principale e l'unica base permanente sull'asteroide, il gruppo di ingegneri che lavoravano su X57 aveva fatto in tempo a renderlo accogliente: Shepard vide alberi e piccole aiuole ad ingentilire gli spazi spartani, divisi su tre livelli.
Il più basso portava ad un ascensore, probabilmente l'accesso al nucleo energetico dell'installazione, mentre il secondo era collegato alle aree abitative. Il terzo livello invece era formato da un anello di balaustre che correva sul perimetro interno, probabilmente il livello degli uffici.
Il primo Batarian che la vide non fece in tempo ad avvisare gli altri.
In quello spazio con molti ripari e angoli cechi, lo scontro a fuoco divenne una lunga prova di tiro a segno. Sfortunatamente per Shepard, i Batarian avevano il campo: la squadra del comandante dovette lottare per ogni centimetro di terreno. Sfortunatamente per i Batarian, Shepard e la sua squadra erano meglio armati, corazzati e addestrati: quando Vakarian e Williams presero posizione sul livello più alto, divenne un tiro al piattello, con Shepard che non faceva mancare i bersagli, strappandoli ancora urlanti dalle loro coperture per farli galleggiare in aria. O semplicemente risucchiarli in una singolarità in cui il resto della squadra indirizzò tutto il proprio fuoco.
Fu facile: Shepard si rese conto che era troppo facile solo quando assieme a Wrex e Tali fu tagliata fuori dal resto della squadra da un campo di forza che li imprigionò nel livello più basso.
"Abbassate le armi! O il vostro comandante muore!" urlò qualcuno. Il resto della squadra smise di sparare, permettendo ad un altro gruppo di Batarian di schierarsi al completo dall'aria abitativa: Balak si era finalmente deciso a mostrarsi.
"...Voi Umani siete più fastidiosi di quanto pensassi."
"Ho appena iniziato." rispose Shepard, lasciando che il suo casco di aprisse per scrutare il capo di terroristi Batarian: la sua pelle era verde vomito, ma se riconobbe la Leonessa di Elysium, non disse nulla.
"Prevedibile... ma è finita: sto per lasciare l'asteroide. Se provi a fermarmi, farò detonare le bombe..." spiegò Balak, mostrando il detonatore nella sua mano: il pulsante era già premuto.
Un dispositivo a uomo presente: se avesse lasciato il bottone, la bomba sarebbe esplosa.
"...e tutti gli ostaggi moriranno."
Shepard fece un cenno a Tali che si nascose lentamente dietro Wrex, lavorando col suo omnitool febbrilmente.
"Sarà l'ultima cosa che farai, Balak."
Il Batarian sputò nella sua direzione:
"Voi Umani ci avete fatto di peggio! Ci avete costretto a fuggire, a nasconderci! Ci avete costretto a sopravvivere di quello che riuscivamo a racimolare! E va avanti da decadi..."
"Puttanate!" ribatté Shepard, ma senza l'enfasi nella voce dell'alieno: "È questo che racconti ai tuoi uomini? Che siete innocenti? Non siamo stati noi a cominciare..."
"Davvero? Voi avete invaso il nostro spazio, rubato le nostre risorse! E quando abbiamo chiesto aiuto al Consiglio, cosa hanno fatto per proteggerci? NIENTE! Siamo stati ignorati, lasciati a noi stessi. Ma voi Umani eravate più forti di noi... lo sapevamo. E anche il Consiglio lo sapeva. Ma non ha più importanza ora. È colpa tua! Tua e della tua razza, se ora ci troviamo in questa situazione."
"Già, e uccidere persone innocenti risolverà tutto, non è vero?"
"Non abbiamo alternative! A volte... bisogna fare rumore per farsi ascoltare. Ecco perché vi abbiamo attaccato ad Elysium. Ecco perché sto facendo questo: TU ci hai forzato la mano!"
Almeno l'aveva riconosciuta: sì, decisamente Balak era stato presente ad Elysium.
"Ipocrita: voi ci avete attaccato per primi. Mindoir. E avreste fatto lo stesso su Elysium, ma quando vi abbiamo respinto siete andati a nascondervi dal Consiglio. E quando non avete ottenuto niente, vi siete nascosti, come codardi. Quello che vi è successo... non potete incolpare altri che voi stessi."
"BASTA! Tu non puoi capire, anzi, tu non vuoi capire! Eravamo una razza potente, una razza forte, prima del vostro arrivo! Sto solo riportando l'ordine...ti suggerisco di farti da parte ora, se vuoi che gli ostaggi vivano."
"Tali?"
La Quarian scosse la testa: non era possibile raggiungere le bombe o la rete interna del complesso. Poteva solo disattivare il campo di forza.
"Lo voglio vivo." ordinò nella radio.
Il Batarian alla destra di Balak si piegò sulle ginocchia, quando un quinto occhio gli si aprì nel cranio. Tali disattivò il campo di forza, permettendo a Shepard e Wrex di scattare fuori.
"Spero ne sia valsa la pena!" urlò Balak lasciando andare il detonatore e imbracciando il suo fucile da cecchino, fatto che ad Alenko non sfuggì: il capo della sicurezza di X57 era stato ucciso proprio con un unico colpo alla nuca. Balak si ritrovò imprigionato in un campo di stasi, mentre il resto dei suoi uomini veniva fatto a pezzi.
Non fu abbastanza rapido: la detonazione scosse l'intero complesso.
L'arrivo di droni sotto il controllo dei Batarian non li aiutò molto: Tali li riprogrammò al volo grazie ai codici di comando, dando loro nuovi bersagli.
Wrex si stava divertendo, ma Shepard ne uccise molti di più.
Due biotici tra i Batarian furono gli ultimi superstiti, ma anche questa volta, Shepard non mostrò pietà: il primo si trovò una granata a disco appiccicata sul petto, che lo ridusse ad uno straccio, mentre col secondo fu più lenta. Un campo di distorsione per fargli provare un assaggio dell'agonia, e il fucile per finirlo: il comandante gli sfondò il cranio a pugni.
Balak non fu più fortunato: appena uscì dalla stasi che Alenko aveva evocato su di lui, Wrex lo travolse, spedendolo con una spallata a rotolare giù per le scale e contro un muro. Tali gli sparò al piede, azzoppandolo.
"Sopravvivrà." disse la Quarian, mentre Balak urlava.
Il calcio del comandante in faccia lo fece tacere.
"...Voi Umani... credete di essere così superiori... ma non siete migliori di NOI!" Balak doveva avere almeno qualche costola rotta, ma stava ridendo, sforzandosi di rimanere seduto: "Ti ho dato l'occasione di salvarli, e tu l'hai rifiutata! Chi è il vero terrorista?"
Shepard impugnò la pistola e gli sparò:
"...Eh eh eh. Tutto qui?" disse il Batarian: Shepard gli aveva portato via un orecchio: "Dovrai fare di meglio se vuoi fermarci.... cough... cough... un giorno, molto presto, la tua razza pagherà per quello che ha fatto alla mia..."
Shepard gli sparò nella spalla, ottenendo una reazione da Balak: ora non rideva più.
"ARGH!" grugnì, cercando di non scivolare a terra: "...Credi che uccidermi farà qualche differenza? Noi Batarian siamo rimasti nascosti troppo a lungo. Noi non saremo ignorati, non più! Ce ne sono migliaia come me, che aspettano il loro turno, pronti a sacrificarsi...!"
Shepard si pesò completamente sul suo ginocchio, fino a quando non sentì un secco schiocco sotto il suo piede: solo allora scese dal Batarian.
Affascinante: sembrava che anche loro potessero impallidire, e ancora Shepard non gli aveva chiesto niente...
Balak era alle soglie del delirio:
"Cosa vuoi...? Dettagli? Non ha importanza! ...È troppo tardi per voi... quando le immagini delle vostre colonie in fiamme si diffonderanno, allora saprete che la rivolta dei Batarian è iniziata... cough cough"
"Chi è il vostro leader? Chi ha ordinato tutto questo?"
Balak sputò e tossì:
"Non ho più niente da dirti... uccidimi... non importa."
Shepard si chinò verso di lui, su di lui, in modo che la guardasse negli occhi:
"Tu non morirai Balak. Non qui almeno: ti consegnerò alle autorità dell'Alleanza su Terra Nova. Dubito che saranno amichevoli."
Poi Shepard si avvicinò ancora, sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
Balak diventò ancora più pallido e poi Shepard gli prese la testa, sbattendogliela con forza contro il muro.
Per il Batarian venne l'oblio.
 
***
 
Balak si risvegliò nel buio, quando un secchio di acqua gelata gli venne gettato addosso.
Sputando e tossendo, si accorse di essere seduto: le sue ferite erano state sistemate, abbastanza perché non morisse almeno, ma non era legato.
"Divertiti..." disse qualcuno, prima che una pesante porta si chiudesse sferragliando, lasciandolo solo nella tenebra.
Il Batarian non si illuse nemmeno per un momento: era appena cominciata. La luce che si accese di fronte a lui, le vaghe forme di un ologramma, non lo sorprese.
Quello che non si aspettava, fu cosa comparve dagli ologrammi: una piccola creatura resa brillante nella tenebra in cui si trovava, sei zampe, una lunga coda arcuata e due strane pinze.
Balak ne fu repulso, e tentò di allontanarsi, nonostante sapesse che fosse solo un ologramma: poi quella creatura rimpicciolì fino a diventare non più lunga di un centimetro.
"Notevole."
L'ologramma di una donna dagli occhi color acquamarina e con una corta treccia bionda sulla nuca si materializzò con la voce, seguendo con gli occhi l'essere che lo aveva spaventato:
"Scorpione rosso. Una deliziosa creatura del subcontinente indiano. La sua tossina intacca l'apparato vascolare e polmonare, con una deliziosa serie di complicanze a cascata, dalla cianosi al priapismo. Ha effetto anche sui Batarian." completò, camminando lentamente verso l'ologramma dell'insetto e schiacciandolo sotto il suo piede.
"È considerato lo scorpione più velenoso sulla Terra, non tanto per la sua tossicità, ma per il fatto che non esiste antidoto..."
"E chi di voi Umani verrà ad iniettarmelo?"
"...Che deludente mancanza di capacità astrattive." replicò annoiata la donna, inforcando un paio di occhiali da vista: "La libellula mi aveva detto che eri noioso. Mmhh... detesto quando mi fa simili cortesie..."
Balak la riconobbe a quel punto:
"Tu sei..."
"Che lentezza. E che spreco. Non puoi essermi utile, nemmeno per ammazzare la noia..."
"E da quando il macellaio di Torfan risparmia la tortura ai Batarian?"
"Tortura? Ka'hairal Balak, il governo Batarian non fa più parte dello spazio del Consiglio. Questo significa che le leggi interstellari non ti proteggono. Sei stato catturato in flagranza di reato, per un crimine di guerra. Questo significa che posso farti qualunque cosa... qualunque" ripeté con un sospiro: "...Senza violare la più piccola norma. Anche usarti come cavia per lo studio di armi biologiche, magari un virus, programmato per uccidere ogni Batarian che condivida i tuoi geni... "
"Dovrai venire qui per farlo. E quando lo farai, ti ucciderò..."
"Io non devo fare nulla. Sei stato fermato. Terra Nova è salva e X57 orbita stabilmente attorno al pianeta. Hai ucciso alcuni Umani, ma nessuno che fosse insostituibile. Andremo avanti. E le tue azioni non saranno servite a nulla. Vedi, potrei farti qualunque cosa, ma credo che non ti farò niente: sei stato ferito, e da alcune non guarirai mai del tutto. Desidero sfregiarti ancora: desidero darti la consapevolezza che l'Umanità continuerà a prosperare. Mentre tu resterai sepolto vivo in questo luogo, sulla stessa colonia che hai cercato di distruggere, per il reso dell'eternità... Benvenuto nella tua nuova casa. Quanto a lungo riuscirai a mantenere la tua sanità mentale, prima che cominci ad incrinarsi? Forse mi divertirò ad aiutarti ad impazzire."
Poi l'ologramma della donna scomparve. Ma il cadavere dello scorpione rimase ancora a lungo nella sua cella, fino a che Balak cominciò a chiedersi se fosse la sua immaginazione che lo proiettava su ogni muro, nel buio...
 
***
 
"Wrex."
"Garrus."
La stiva della nave era silenziosa, come il resto della Normandy: non sembrava una vittoria quella che avevano ottenuto su Terra Nova. I due IFV erano stati sistemati da tempo, ma aveva dovuto ordinare a Gladstone di ritirarsi: quel ragazzo lavorava senza risparmiarsi... non che lui fosse da meno comunque. Garrus si stava ancora togliendo il grasso lubrificante dai guanti.
Vakarian non scherzava quando aveva detto al comandante che avrebbe potuto riprendersi la sua nuova corazza quando fosse morto: tra la disciplina Turian e il tempo necessario a indossarla e toglierla, data la spigolosa anatomia dei nativi di Palaven, era molto più facile per lui rimanerci dentro il più possibile.
"...Posso chiederti una cosa?" chiese con voce leggera al mercenario.
Garrus non sapeva spiegarlo, ma sapeva che se avesse voluto una risposta a quella domanda, era con Wrex che doveva parlare: non con Williams che stava finendo di pulire le armi poco lontano, indossando tutte le protezioni necessarie. Le loro munizioni erano allo stesso tempo esplosive e radioattive, dopo tutto.
Interpretando il silenzio del Krogan come un invito a continuare, Garrus chiese:
"Secondo te... perché? Perché Shepard è rimasta lì in quel modo?"
Dopo che avevano preso il controllo dell'asteroide, mentre a Williams e ad Alenko era stato ordinato di recuperare Atwell e riportarlo alla struttura centrale, mentre aspettavano i rinforzi dell'Alleanza e Wrex, Garrus e Tali controllavano i corpi Batarian ognuno seguendo i propri interessi, Shepard aveva raggiunto la stanza dove gli ostaggi erano stati raggruppati e dove la bomba era esplosa.
Con una fissità morbosa, il comandante si era arrestata sulla soglia, lasciando all'odore e a quella vista la possibilità di riempirle i polmoni e gli occhi, di imprimersi nella sua mente. Quando Garrus le si era affiancato, aveva detto solo quattro parole:
"Non è lo stesso."
Poi era andata via, lasciando al Turian il turno di contemplare le conseguenze della sua scelta.
"Non lo so... chiedi all'Umana se vuoi delle risposte."
"Vorrei sentire che idea ti sei fatto." disse Garrus, pulendosi accuratamente un dito, per evitare che il grasso rimanesse negli spazi delle giunture.
"...Se fosse una Krogan, direi che l'ha fatto per uccidere i morti." brontolò alla fine Wrex.
Stranamente, in quel momento quella risposta per Garrus ebbe senso. E il fatto che per lui un Krogan avesse senso non lo preoccupò quando avrebbe dovuto.
 
"...Ottimo lavoro su X57 comandante."
Come Shepard ricordava, Hackett riusciva a comunicare molto anche senza parlare: il suo ologramma in sala comunicazioni le stava dicendo che sacrificare gli ostaggi per fermare un terrorista come Balak era stata la scelta giusta tra le due. Con quel Batarian libero, ogni altra colonia dell'Umanità avrebbe continuato ad essere in pericolo e dopo due settimane di cella d'isolamento con Macmillan a tormentarlo, il Batarian avrebbe rivelato all'Alleanza anche i suoi segreti più infami.
"Ho fatto solo il mio dovere." rispose Shepard senza emozione.
"...Mi piacerebbe poterle lasciare il tempo di celebrare questa vittoria comandante, o lasciarla alla sua missione contro Saren, ma abbiamo una situazione che richiede l'intervento della Normandy. Ci serve il suo aiuto."
Non c'è riposo per i malvagi.
"...Dove?"
"La Luna, comandante..."
  
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