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Autore: SagaFrirry    20/05/2015    4 recensioni
Storia in capitoli auto-conclusivi, ognuno dei quali narra come i gold hanno ottenuto la loro armatura. Saranno di vario tipo e genere, buona lettura!
Genere: Commedia, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gold Saints
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Fratellone..” mormorò il piccolo, seduto a tavola “..c’era un bambino fra gli alberi”.

“Aiolia, questa zona dell’isola è riservata al tempio, chiusa al pubblico. Non ci sono bambini” ribatté il Sagittario.

“In realtà..” si intromise l’anziano custode “..c’è un bambino da queste parti. Ogni tanto si fa vedere. Non ha mai voluto entrare qui, si limita a rubare cibo e vestiti. Ovviamente compriamo cose appositamente per lui e le lasciamo in punti strategici”.

“Pare parliate di un selvaggio” sorseggiò una bibita il giovane cavaliere “Non certo di un bambino che vive in Grecia”.

“È di sicuro orfano ma è un tipetto niente male. Tosto al punto giusto”.

“Tosto? È solo un povero bambino! Quanti anni ha?”.

“Parlate come un vecchio! Meno male che siete solo un ragazzino..seppur con l’armatura d’oro!”.

“E non avete mai sentito parlare quella gran piaga di Saga..” ridacchiò Aiolos “Ma..tornando seri..dobbiamo fare qualcosa per quel bambino! Avrà bisogno di cure, vestiti decenti, istruzione!”.

“Se volete, potete provate a catturarlo. Non sarebbe male come prima missione, Sagittario”.

Aiolos aveva appena ricevuto la sua armatura ed era stato mandato su quell’isola per verificare le condizioni delle vestigia  custodite su quell’isola. Il Gran Sacerdote era impaziente: era ora che tutti i cavalieri d’oro si risvegliassero!

“Posso andare a giocare fuori, fratellone?” domandò timidamente Aiolia.

“Sì, va bene. Ma se ti chiamo, devi correre qui!”.

 

“Il bambino diventerà cavaliere?” domandò l’anziano, una volta che Aiolia fu uscito dalla stanza.

“Lo spero. Lo sto addestrando io..”.

“Ma siete così giovane! Non è un impegno troppo grande?”.

“No, affatto. Cancro, Pesci e Capricorno sono più piccoli di me ed hanno già l’armatura d’oro”.

“Ma nessun fratello di cui prendersi cura”.

“Mio fratello non è un peso. Anzi, è una continua fonte d’orgoglio”.

Nella sala entrò una giovane che arrossì leggermente, temendo di aver interrotto qualcosa di importante. Portava un vassoio con qualche fetta di dolce e l’anziano le sorrise.

“Lei è la mia nipotina Sophia. Aiuta a non sentirmi troppo solo in questo posto sperduto. Un giorno sarà lei a fare la guardia all’armatura dello Scorpione, quando io non ci sarò più”.

“Spero di no” sorrise Aiolos “Spero che il cavaliere che la dovrà indossare per l’imminente guerra santa si faccia vedere e la porti via dall’isola!”.

“Ma è proprio sicuro che ci sarà questa guerra santa?” si preoccupò la fanciulla.

“Sì, assolutamente”.

“Che paura..meno male che ci sarete voi, forti cavalieri, a proteggerci”.

Aiolos arrossì leggermente. Non era abituato a sentirsi fare i complimenti dalle ragazze.

 

Aiolia camminò fra i meli. Ne osservò i frutti. Ne voleva tanto uno e quindi si arrampicò. Sedette fra i rami ed addentò una mela, soddisfatto. Poi sobbalzò. Qualcuno lo osservava.

“Sei il bambino che vive qui?” ipotizzò il piccolo ed udì un piccolo ringhio.

Aiolia non sapeva che fare e si sentì molto a disagio.

“Non volevo darti fastidio” parlò ancora “Questa mela era tua?”

Calò di nuovo il silenzio ed ecco che udì una risata divertita. Dall’ombra spuntò un bambino dai capelli scompigliati ed il viso leggermente sporco di fango.

“Sei un fifone!” lo derise e Aiolia si imbronciò.

“Non è vero!” si offese l’aspirante Leone “È che tu sei nascosto e mi spii. Che cosa vuoi?”.

“Niente. Sei bravo ad arrampicarti”.

“Grazie. Sono un aspirante cavaliere”.

“Cioè? Vai a cavallo?”.

“No, i cavalli non c’entrano!”.

“E allora perché usi il termine cavaliere?”.

“Non lo so..”.

I bambini rimasero in silenzio qualche istante e poi scoppiarono a ridere.

“Io sono Aiolia. Tu?”.

“Mi chiamano tutti Milo”.

“Ma vuol dire “mela”! Perché ti chiamano così?”.

“Non lo capisci?” ghignò Milo, addentando un frutto.

“Forse l’ho capito..”.

“E poi..tu hai il nome di un’isola, proprio come me!”.

“Sì, è vero. La mitica isola di Aeolia. Mio fratello mi racconta spesso questa storia. Mi chiamo così perché è il nome dell’isola dove ha la casa Aiolos, il dio del vento. Mio fratello viene chiamato Aiolos e quindi io ho preso questo nome”.

“E perché tuo fratello si chiama come Eolo, il Dio del vento?”.

“Che ti importa? E poi..perché secondo me Aiolos suona meglio di Eolo, che mi fa pensare ai sette nani!”.

Milo non capì del tutto quel ragionamento ma finse di comprendere e rise.

“Perché tu e tuo fratello siete qui?” domandò poi.

“Siamo qui per sorvegliare una cosa molto importante”.

“Che cosa?”.

“Non te lo posso dire. È un segreto”.

“Un segreto?”.

“Sì. Roba da grande tempio che non puoi capire”.

“Ah..ok..”.

“Devi stare lontano da quel posto che custodiamo, capito? È proibito!”.

“E se no che mi succede?”.

“Verrai punito!”.

Per nulla convinto, il piccolo abitante dell’isola finse disinteresse. Parlò ancora un po’ con l’aspirante Leone e poi lasciò che rientrasse a casa, dopo il tramonto. Doveva capire che cosa di così prezioso stavano sorvegliando. Non pensava che su quell’isola ci fosse qualcosa di valore! Attese il buio e poi si addentrò nel giardino. Teoricamente era custodito ma nessuno notò quel bimbetto nell’ombra. Fra i rovi ed i cespugli, riuscì ad intravedere una strana scatola d’oro. Com’era bella! Fece per avvicinarsi ma di colpo qualcuno spuntò e lo afferrò saldamente.

“Preso!” sibilò Aiolos “Cosa pensavi di fare?”.

“Lasciami! Aiuto!” protestò Milo.

“Piccolo ladro! Volevi portar via l’armatura, eh?”.

“Lasciami! Va via!”.

Il bambino si dimenò ed infine Aiolos lasciò la presa. Milo, preso alla sprovvista, incespicò e scivolò, cadendo addosso allo scrigno d’oro.

“Vieni subito via!” minacciò Aiolos “Qui non ci puoi stare!”.

“Sì, me lo hanno detto” ghignò Milo, accarezzando la pandora con aria di sfida.

“Ringrazia gli Dei che sei solo un bambino, altrimenti ti avrei punito duramente!”.

“Prova a prendermi!”.

Il bambino fece una boccaccia e rise. Aiolos, sospirando, tentò di afferrarlo di nuovo. Appena si avvicinò troppo però, lo scrigno brillò e l’armatura ne uscì.

“Che succede?” si spaventò il Sagittario, riuscendo a tirare a sé il piccolo Milo “L’armatura è adirata? L’abbiamo disturbata?”.

La coda delle vestigia dello Scorpione sferzarono l’aria, in cerca di un bersaglio. Aiolos indietreggiò, con il bambino stretto fra le braccia. Milo non era contento di quel trattamento e si dimenò, tentando di riconquistare la libertà. Ci riuscì mordendo il braccio del giovane cavaliere che, preso alla sprovvista, lo lasciò.

“Non mi fa paura!” rise il piccolo, dando le spalle all’armatura.

“Stai attento!” si allarmò Aiolos, provando a portarlo lontano da quel luogo e richiamando a sé le vesti del Sagittario.

La coda dello Scorpione scattò e brillò. Il piccolo gridò ed il cavaliere lo afferrò. Questa volta non lo lasciò andare e fuggì, lasciandosi alle spalle l’armatura. Questa reagì, lanciando con la sua coda una raffica di Cuspidi. Il Sagittario si coprì con le ali delle vestigia e riuscì a raggiungere la piccola casa del custode. Lo Scorpione desistette.

“Siamo in salvo!” ansimò Aiolos “Spero che starai attento la prossima volta!”.

Senza ricevere risposta, il giovane guardò il bambino che teneva fra le braccia e trasalì. Il piccolo era ferito e gemeva dal dolore.

“Ah! Ti ha colpito una Cuspide!” esclamò Aiolos, spalancando gli occhi “Io..io..perdonami! Non sono stato abbastanza bravo da riuscire a proteggerti! Che razza di cavaliere che sono..”.

L’anziano custode e la nipote raggiunsero i due, svegliati dal frastuono. Subito capirono ciò che era successo al bambino.

“Aiutatelo!” parlò il Sagittario “Ci deve essere un modo!”.

“Purtroppo il veleno dello Scorpione è potente, specie per un bambino così piccolo. Non esiste cura! Solo il cavaliere dello Scorpione può guarire il suo stesso veleno”.

“Quindi questo bambino morirà per colpa mia?”.

“Signor Aiolos..non colpevolizzatevi per..”.

“Tacete! Trovate piuttosto un rimedio!”.

“Non esiste! Non vedrà l’alba di domani..”.

Aiolos rimase in silenzio, sentendosi tremendamente in colpa.

“Cercate di riposare. Darò al piccolo delle erbe che lo faranno dormire. Non si accorgerà di niente. Non soffrirà. È l’unica cosa che possiamo fare” parlò l’anziano.

“Ma io..”.

“Giovane cavaliere, avete ancora molto da imparare..”.

“Lo so..”.

 

Quando spuntò il sole, Aiolos non aveva il coraggio di entrare in quella stanza. Immobile lungo il corridoio, guardava la porta dietro cui il piccolo ferito era stato messo a letto. Non voleva vederne il cadavere, ma qualcuno doveva prendersi cura di quel piccino nel suo ultimo viaggio.

“Cosa fai?” domandò Aiolia, facendo sobbalzare il fratello.

Il bambino stava mangiando biscotti e riempiendo di briciole tutta la casa.

“Cosa fai in piedi a quest’ora?” rispose il Sagittario.

“Avevo fame..”.

Senza dire altro, l’apprendista Leone corse e spalancò la porta che Aiolos tanto temeva di varcare. Il fratello maggiore tentò di fermarlo, non volendo assolutamente che il fratellino vedesse il cadavere di un bambino come lui! Non ci riuscì ed udì Aiolia gridare.

“Fratellino!” lo raggiunse il Sagittario, temendo il peggio.

“Hai mangiato tutti i biscotti!” urlò l’aspirante cavaliere.

“Scusa. Avevo fame” rispose una voce da bambino.

“Ma..tu..” si stupì Aiolos, nel vedere il piccolo ferito seduto sul letto con un grande sorriso stampato sulla faccia.

“Ma erano i miei biscotti!” protestò ancora Aiolia.

“Ti ho fatto un favore” ghignò Milo “Hai bisogno di stare a dieta, che sei ciccione!”.

“Non è vero!”.

Il Sagittario tirò un sospiro di sollievo. Il piccolo era vivo e stava bene. Era riuscito a sopravvivere all’armatura dello Scorpione! Ma questo voleva dire che..

 

“Com’è stato il tuo primo viaggio come cavaliere del Sagittario?” domandò Saga, con l’armatura di Gemini che scenograficamente scintillava al sole.

“Non saprei” ammise Aiolos “Commetto moltissimi errori. Non capisco come potrò io addestrare mio fratello, viste le mie lacune”.

“Oh, ma che dici? Nessuno nasce perfetto! Devi imparare, no?”.

“Sì ma ho rischiato di far morire un bambino per la mia incompetenza! Devo assolutamente migliorare”.

“Perfetto. Ti va un po’ di allenamento assieme a me?”.

“Tu non hai bisogno di allenamento. Tutti ti considerano una sorta di divinità”.

“Mica lo sono per davvero, Los! Solo perché ho ottenuto l’armatura per primo, non significa che sia il migliore di tutti!”.

“Diventerai Gran Sacerdote. Ed io sarò lieto di servirti. È quel che vogliono tutti”.

“Non dire cose che..”.

Saga si zittì, perché Shion si stava avvicinando. Entrambi i cavalieri fecero un inchino rispettoso al Sacerdote e questi sorrise.

“Mi è giunta voce, Aiolos, che hai trovato il portatore dell’armatura dello Scorpione” parlò.

“Sì, sull’isola di Milo”.

“Ottimo lavoro. E come lo hai capito?”.

“Il piccolo è quasi morto per colpa della Cuspide lanciata dalle vestigia, che io non sono stato in grado di parare. È sopravvissuto e poi, quando si è avvicinato di nuovo all’armatura, questa lo ha riconosciuto come suo padrone”.

“Splendido! È un bambino? Ora dov’è?”.

“Ha l’età del mio fratello minore. Ed è rimasto sull’isola per apprendere qualche tecnica in più. Poi giungerà qui, presto”.

“Ottimo lavoro! Sono fiero di te. Ora continua l’addestramento di Aiolia”.

“Io..veramente..”.

Il Gran Sacerdote si allontanò. Aiolos sospirò e si voltò, fissando Gemini. Lo sguardo di Saga aveva qualcosa di strano ma preferì non indagare: aveva ben altro per la testa!

 

 

Volevo ringraziare Korin 2B (è su devianart, come me. Date un’occhiata!) per l’ispirazione. Così si conclude anche il capitolo su Milo. Spero che sia di vostro gradimento, anche se è forte la presenza di “estranei” come Aiolos ed Aiolia. Mi piaceva sottolineare il fatto che sul sagittario grava una responsabilità non da poco e non farlo sembrare il solito “invincibile stile superman”. Milo fra le mele era una scelta quasi “obbligata”. A presto, con la prossima avventura!
   
 
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