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Autore: Angel27    21/05/2015    2 recensioni
"Ti rendi conto?" gridò Serena improvvisamente.
"Shhh non urlare." la riprese Emanuela.
"Ti rendi conto?- ripeté l'amica sottovoce- Immagina te alla Stark Tower, sarà un'avventura pazzesca!" continuò eccitata.
"Che cosa? Non so nemmeno se ho vinto e poi non credo proprio che il viaggio comprenda una visitina dal signor Stark...ma si, sarebbe davvero fighissimo." concluse sognante.
Certo non poteva sapere che la sua avventura sarebbe cominciata esattamente due giorni dopo.
["Ho spodestato il re di questo regno, il padre degli dei, da solo! Cosa ti fa credere che non riuscirò a vincere Thanos?!"sibilò.
"Perché vado oltre le apparenze, tu non sei il malvagio dio degli inganni! Non sei mai stato cattivo e non lo sei ora. Puoi ingannare gli altri Loki, ma non me...vedo la tua anima, la leggo come un libro antico. Nonostante i graffi, le ferite ama e prova le stesse emozioni di quella di un bambino."
Loki fu messo con le spalle al muro, le barriere, che per anni aveva eretto, si abbassarono lasciano passare uno spiraglio di luce.
"E sia,- acconsentì stanco- non montarti la testa ragazzina. Puoi vedere l'anima del dio... ma gli Jotun non hanno anima."]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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UNA STRANA AVVENTURA
Capitolo 2

"No, no e ancora no! Devi comprendere la sacralità di ogni singola componente di questa meraviglia! Meccanica ecco di cosa stiamo parlando, tecnologia di altissimo livello, il futuro del nostro mondo! Quindi ora posa quella chiave inglese e fai pace con il braccio meccanico!" disse mimando con le mani di "abbassare l'arma".
Emanuela impugnava ancora la chiave inglese come se fosse la sua unica ancora di salvezza.
*10 minuti prima*
"Dunque, mia adepta, iniziamo la lezione!" Emanuela entrò in un luogo buio, non vedeva a un palmo dal suo naso.
"Detto così è parecchio inquietante sai!" confessò non capendo dove si trovasse Tony. 
Improvvisamente le luci si accesero rivelando un incredibile laboratorio colmo di congegni e armature.
"Benvenuta nel mio regno!" esordì Tony allargando le braccia con fare teatrale.
Emanuela rimase per ben cinque minuti a fissare l'ambiente allibita, non poteva crederci vedeva finalmente le creazioni di Stark di persona, le sue incredibili armature, poteva perfino toccarle. E mentre quel pensiero prendeva possesso della sua mente il corpo si mosse da solo, si avvicinò ad un'armatura e...
"Ahi!" un braccio robot le aveva appena dato uno schiaffetto sulla mano.
"Mi dispiace signorina, ma queste armature sono off-limits!" una voce senza corpo la fece sobbalzare.
Afferrò una chiave inglese e la tenne bene in alto contro il braccio, ed eccoci arrivati al punto in cui Tony cerca di farla ragionare.
"Insomma Emanuela posa subito quell'affare!" continuò Tony con scarsi risultati.
Decise che doveva prendere la via della dolcezza, così le si avvicinò e dalle spalle posò con gentilezza le sue mani sugli avambracci della ragazza facendo una leggera pressione per farle abbassare "l'arma".
"Non ti farà nulla- sussurrò al suo orecchio- è solo che Jarvis va in modalità difesa se si cerca di toccare una delle mie armature senza il mio esplicito consenso." spiegò calmo.
Emanuela prese un profondo respiro e posò quell'arma di fortuna con grande sollievo di Tony, che vedeva già il suo laboratorio semidistrutto.
"Bene, ora osserva. Jarvis fate pace e presentati alla nostra speciale ospite." ordinò.
"Salve, il mio nome è Jarvis e sono un'unità di intelligenza robotica creata dal signor Stark. Mi dispiace averla spaventata svolgevo solo il mio lavoro." 
Emanuela constatò che quella voce era tutt'altro che robotica, sembrava un'essere umano.
"Sono io che devo chiedere scusa, ho messo le mani dove non dovevo. Mi presento sono Emanuela e credo di avere molto da imparare." concluse sorridendo.
Il braccio meccanico si mosse lento verso di lei, le porse la mano e la ragazza la strinse in segno di pace.
"Vedi la tecnologia non è nostra nemica, solo bisogna imparare a trattarla come si deve...con rispetto." Tony si stupì delle sue parole in poco tempo era diventato un maestro provetto.
"Bene andiamo avanti partiremo dalle basi, quindi dimmi...cos'è la meccanica?" chiese.
"È la fisica che studia il movimento degli oggetti...credo." rispose un po' titubante.
"È esatto! Dunque a cosa ci serve la meccanica, la fisica? È semplice, per utilizzare le nuove tecnologie è indispensabile conoscerle e bisogna conoscerle per crearne delle altre. Dunque è necessario sapere i diversi modi in cui può muoversi un corpo, studiarne la consistenza." spiegò.
La lezione continuò per diverse ore, durante le quali Emanuela armeggiò con diversi generatori di energia, fili e componenti di metallo.
"Io credo nell'apprendimento sul campo." le aveva detto Stark, così era rimasta tutto il pomeriggio chiusa in quel laboratorio supervisionata dal suo maestro.

Mille e mille stelle circondavano una creatura dall'aura oscura.
"Finalmente...dopo secoli di attesa è giunta l'ora della mia vendetta..." la sua voce sinistra ruppe il religioso silenzio di quel luogo- Ma ancora una missione deve essere portata a termine non ammetterò fallimenti questa volta chiaro?"
"Si, mio signore." 
"Ho giurato che non ci sarebbero stati regni, lune deserte, né crepacci dove non possa trovarti. Credevi di conoscere il dolore...ora che mi hai tradito capirai quanto quel dolore sia niente!" una macabra risata risuonò per il cosmo fino ad Asgard...

Serena camminava su e giù per la camera da letto con ansia crescente, erano passati due giorni e non aveva ricevuto un sms, una chiamata, un messaggio su whatsapp nulla.
"Io me la mangio!" ruggì esasperata lasciandosi cadere sul letto.
Chiuse per un istante gli occhi e come in un film mille e strane immagini iniziarono a scorrere davanti gli occhi.
"Ricordi sfocati di una vita passata...chi sei? Cosa credi di essere? Impara a scindere le menzogne dalle verità solo allora saprai chi sei..."li riaprì di colpo ansante, cos'era quello uno strano scherzo del suo inconscio?
Non ebbe tempo di dar peso a quello strano evento perché il cellulare prese a vibrare, quando Serena lesse il nome sul display indugiò nel rispondere.
"Sai che non dovrei rivolgerti la parola? E poi hai idea di che ore sono!" disse con stizza.
"Lo so e mi dispiace, ma credimi se ti dico che sono stati due giorni davvero incredibili e poi il fuso orario non dipende da me, qui sono le sei." si giustificò.
"Qui è mezzanotte! E va bene sei perdonata, ma solo perché a New York avrai avuto già mille cose da vedere."
"Non immagini davvero quante!" rispose l'altra sorridendo furba.
"Tu non me la racconti giusta...aha stai sorridendo!" esclamò.
"Ma cosa...come...non sto sorridendo!" rispose indignata.
"Si invece, stai sorridendo eccome!" continuò sicura.
"No ti dico, eppure se fosse non puoi vedermi quindi non è detto!"  rispose soddisfatta.
"Ti conosco troppo bene e so che stai facendo uno dei tuoi sorrisetti furbi, dimmi tutto su." concluse.
Emanuela tentennò per qualche istante non perché non si fidasse dell'amica, ma perché non sapeva se metterla al corrente di quel progetto potesse in qualche modo danneggiarla, metterla in pericolo.
Alla fine decise di dirle tutto, ma quando concluse il lungo racconto di ciò che aveva visto e fatto in meno di due giorni si rese conto che il silenzio regnava dall'altro cellulare, per pochi istanti credette di aver parlato per venti minuti da sola poi un urlo la fece ricredere.
"TU MI VUOI DIRE CHE HAI CONOSCIUTO THOR E CHE ORA SEI UN'AGENTE?!" gridò.
"SHHHH non urlare! Si, ho conosciuto il biondo tutto muscoli e niente..."
"Non ci provare, non finire la frase! Sai che non è vero!" la riprese Serena.
"E va bene, si ho conosciuto il dio nordico che frantuma i cuori col suo martellone mew mew!" scherzò.
"Sei incorreggibile!-la canzonò l'amica- Comunque devi mantenere la promessa!" continuò Serena, in un primo momento Emanuela non capì poi collegò.
"Ma stai scherzando spero!" 
"Certo che no!"
"Non lo farò mai! E poi la sua integrità morale, la passata storia con Jane non sono di certo a nostro favore!" 
"Hai promesso!"
"Stavo scherzando!"
"Ma io no, non avevi dita incrociate e quindi, mi dispiace, ma devi mantenere la promessa! No, non è vero non mi dispiace!" 
"Sei incredibile!"
"Lo so!"
"E va bene cercherò di intercedere, ma non riempiti di false speranze non mi va di rincollare i pezzi di un cuore infranto a causa del biondo!"
"Non succederà!" 
"Lo spero davvero, altrimenti dovrà ricercare i pezzi del suo corpo per tutti i nove regni."
"Chi è il mal capitato che ha avuto il coraggio di farti arrabbiare?" 
Emanuela sobbalzò e quasi il cellulare le cadde dalle mani.
"I...io stavo al telefono e tu non dovresti ficcanasare!" rispose piccata ad un Tony troppo curioso.
"Sarà, ma ho una cosa da farti vedere!" disse prendendola per mano.
"Aspetta, sono al telefono!" insistette.
"Oh giusto dà qua- le sfilò il cellulare da mano- Con chi ho l'onore di parlare?"
"S...Serena sono un'amica di Emanuela." rispose stupita.
"Salve cara, ascolta ho bisogno della tua amica dunque potreste sentirvi più tardi?"
"Certo!" rispose prontamente, mentre Emanuela si massaggiava le tempie come chi ha perso ogni speranza.
Il caso volle che proprio in quel momento un armadio a due ante con il suo fedele martello facesse il suo ingresso.
"Oh cosa c'è qui una riunione?" chiese scherzoso.
"No, ma capiti a proposito bel fusto! Tieni divertiti." detto ciò gli passò il cellulare con ancora Serena in linea che aveva letteralmente smesso di respirare da quando aveva udito la voce del dio, poi sparì trascinando via Emanuela.
"Pronto?" la voce di Thor titubava, non aveva mai parlato al cellulare e in più con qualcuno che non conosceva.
Serena si sentiva al settimo cielo e terrorizzata allo stesso tempo, non aveva idea di cosa dire.
"Pronto?" ripeté il dio.
"Ciao..." quel saluto uscì dalle sue labbra spontaneo ma anche carico di timidezza.
"Salve, perdonami credevo di parlare da solo." ammise sorridendo.
"Tranquillo è solo che non mi capita spesso di parlare con estranei al cellulare." rivelò la ragazza imbarazzata.
"Ti comprendo non è affatto piacevole parlare senza poter osservare il proprio interlocutore.-rispose e Serena si sentì morire credendo di averlo già annoiato- Comunque mi presento sono Thor figlio di Odino." la ragazza si riscosse.
"Piacere, Thor, mi chiamo Serena e sono un'amica di Emanuela."
(Perdonate l'invasione si sono io quella che volete linciare...l'autrice. Volevo solo precisare che presentarsi come Thor figlio di Odino lascia davvero poche probabilità all'interlocutore di presentarsi in modo che risulti alla sua altezza, per questa semplice, ma fondamentale, ragione Serena si è sentita in dovere di tirare in ballo Emanuela, futura Agente dello SHIELD.)
"Hei! Ma aspetta un secondo!" protestò mentre Tony la trascinava nuovamente nel laboratorio.
"Tranquilla, fidati!" fu la sua risposta.
Quando furono nel laboratorio Tony le mostrò un piano di lavoro tutto nuovo.
"Questo è per te." disse soddisfatto- Hai un ottimo potenziale ragazzina e non ho intenzione di lasciarmelo sfuggire!"  
Emanuela non credeva ai suoi occhi, le aveva preparato in poco tempo un perfetto piano di lavoro.
"Non so che dire..." 
"Non dire nulla, sappi che sarai impegnata 24 ore su 24 quindi niente pause, niente spuntini con me si lavora duro!" disse serioso, poi girò le spalle per uscire.
"Tony...-lo chiamò- grazie." la sua voce dolce sciolse il cuoricino del miliardario che le sorrise congedandosi subito dopo.

Più tardi Emanuela recuperò il suo cellulare e trovò Thor stranamente allegro, più tardi avrebbe chiesto spiegazioni alla diretta interessata.
 A cena si ritrovò a parlare con Jemma della sua magnifica giornata. 
"A te come è andata la lezione di difesa con Natasha?" chiese poi Emanuela curiosa.
"Bene, se per bene si intende cadere, ruzzolare, essere colpite e riprese decine di volte. Non sono mai stata brava in educazione fisica." ammise sorridendo.
"Dai sono sicura che alla prossima lezione andrà meglio. Da domani iniziamo dalla mattina credo di avere "lezione" con Steve." Jemma notò un velo di preoccupazione nella sua voce.
"Qualcosa non va?" chiese infatti.
"Nulla, al contrario sono felice di essere qui, pensavo solo che forse dovrei far presente a Tony che non esiste solo la sua, come dire, "materia". Cielo sembra di essere a scuola."
"Beh più o meno è così- intervenne Grant- questa "esperienza" ci farà guadagnare parecchi crediti, quindi ci presenteremo all'esame con un punteggio abbastanza alto." Emanuela e Jemma guardavano il ragazzo a bocca aperta.
"Cosa vi prende?" chiese scettico.
"Sai è la prima volta che ci rivolgi la parola." rispose Jemma.
"Sei sempre così scontroso o ti trasformi solo con la luna piena." intervenne Emanuela scherzosa.
"Mi dispiace, ma sono un tipo diffidente." ammise.
"Sei perdonato dai!" continuò Jemma e, per la prima volta, quella sera anche Grant raccontò della sua "incredibile" giornata con Banner.
Riguardo Fitz...beh lui non scese per la cena, la lezione con Steve l'aveva massacrato non era abituato a tutta quell'attività fisica così non appena era tornato in camera era crollato sul letto stanco morto.

Erano passate circa due settimane da quando Emanuela era arrivata alla base SHIELD. I Vendicatori si rivelarono esattamente come li aveva immaginati, tranne Thor che vagava in un mondo tutto suo, per la precisione da quando le aveva chiesto il numero di Serena. Alla fine era stato lui a chiedere un contatto per sentire ancora la ragazza, ma Emanuela non seppe mai cosa si raccontavano per tutto quel tempo.
Studiava e si allenava con impegno, ma il momento della giornata che preferiva era senza dubbio la lezione di Tony.
L'intesa tra loro era unica riuscivano ad andare in perfetta armonia, anche dopo il più duro degli allenamenti Emanuela passava le ore in laboratorio. L'improvviso cambiamento del playboy stupì non poco i Vendicatori, che conoscevano un Tony Stark molto diverso.
Quel pomeriggio Emanuela si stava allenando con Natasha, ma l'arrivo improvviso di Tony la costrinse a fermarsi.
"Mi dispiace rubartela Natasha, ma è una questione della massima importanza." disse serio.
La donna diede il permesso alla ragazza di seguire Tony che con calma e insolito distacco accompagnò la ragazza in una sala a lei estranea.
"Sai perché sei qui?" chiese.
"Non ne ho idea." rispose la ragazza guardandosi attorno.
"Bene, Jarvis a te l'onore." detto ciò quasi come per magia le si presentò davanti un'armatura bellissima, era esattamente della sua misura, e ,per capirci, era l'armatura di iron man al femminile.
Tony osservava con attenzione la ragazza nella speranza di ricevere un cenno di felicità, ma quello che vide fu solo una statua di marmo con la bocca spalancata.
"Insomma ti piace o no?" sbottò infine impaziente.
"Se mi piace...è semplicemente incredibile! Grazie! Grazie davvero!" d'istinto lo abbracciò felice, ma quando si rese conto di ciò che aveva fatto si allontanò imbarazzata.
"Dunque- disse lui schiarendosi la voce- che ne dici di provarla?" 
"Ora?" chiese sorpresa.
"Si, hai di meglio da fare per caso?" chiese beffardo.
"No, no cominciamo pure!" rispose impaziente.
In pochi istanti, grazie ai vari bracci elettronici, Emanuela si ritrovò indosso l'armatura e la trovò perfetta per il suo corpo, non ostacolava affatto i movimenti, anzi sembrava parte di lei. Tanto era assorta dall'ammirare la sua armatura che non si rese conto che Tony aveva indossato la sua.
"Bene, conosci la mia filosofia...dunque devi tenere sempre sotto controllo la situazione sei tu che usi l'armatura non lei che usa te chiaro?" 
"Chiaro!" 
"Bene non ti spiegherò i comandi come fanno i ragazzini quando comprano un nuovo joystick per playstation. Io attacco, tu devi difenderti non ho altro da aggiungere." detto ciò non le lasciò tempo per replicare e sferrò il primo colpo.
Emanuela rovinò a terra, ma non si lasciò intimorire si rialzò subito è prese a parare e schivare i colpi come meglio poteva fin quando non capì come rispondere ai suoi attacchi. La prima cosa che Natasha le aveva insegnato era la tenacia e l'astuzia, doveva saper sfruttare ogni occasione a suo vantaggio e così fece riuscì a utilizzare il raggio di repulsione colpendolo in pieno petto, ancora una volta aveva stupito il suo maestro.
"Perfetto, ora lezione di volo!" disse con la stessa enfasi di un bambino rialzandosi da terra.
"Magari un'altra volta dobbiamo andare Fury ci ha chiesto di vederci." Rogers interruppe quel momento idilliaco e Tony sbuffò contrariato.
"Non poteva scegliere momento migliore...come sempre!" disse mentre i bracci elettronici spogliavano lui ed Emanuela delle armature.
In fretta raggiunsero la sala dove i Vendicatori e i loro allievi si erano riuniti.
"Spero che avrai un'ottima ragione per cui hai interrotto la mia lezione!" disse piccato Tony entrando nella stanza.
"Più che ottima direi Stark." detto ciò mostrò loro degli ologrammi.
"Ma è Serena!" intervenne Emanuela vedendo l'immagine dell'amica.
Inutile dire quanto Thor si interessò alla faccenda, rimirando l'immagine della ragazza.
"Continuo a non capire." incalzò Tony.
"Abbiamo un colpo di scena signori. Come pensavamo altre forme di vita "aliene" per così dire, prima di Thor, hanno fatto visita al nostro pianeta. Questa ragazza ha solo per metà origini umane." spiegò tenendo sottocchio Emanuela.
"Cosa vorrebbe dire? Se non è interamente umana cos'altro è?" chiese scettica la ragazza.
"Asgardiana." rispose secco.

Salve a tutti!
Prima di tutto ringrazio winterlover97 per aver aggiunto la storia tra le preferite e le seguite, poi sig grazio AlessiaOUAT96   per aver recensito il primo capitolo e aver aggiunto la storia tra le preferite e le seguite.
Dunque vi ho un po' incuriosite? Insomma so che non sono bravissima a scrivere, ma spero di aver attirato un po' della vostra attenzione.
La vera avventura deve ancora aver inizio quindi vi aspetto al prossimo capitolo!
Vi prego sempre di lasciare una piccola recensione, so che per voi sembra nulla ma per me è davvero importante!
Detto ciò non vi mangio se non lasciate una recensione e quindi tranquille!
Un forte abbraccio
Angel27
   
 
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