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Autore: eliseCS    21/05/2015    2 recensioni
" [...] Cos’è, questa proposta è troppo indecente da accettare per uno come te?” lo stuzzicò lei mettendosi le mani sui fianchi.
...
Possibile che Malfoy fosse così stupido?
...
“Astoria, aspetta!” urlò raggiungendola. “Va bene, hai vinto. [...]"
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Della serie: qualsiasi cosa è meglio che studiare...
Questa One Shot viene dopo "Come un babbano ignorante" di cui consiglio la lettura per capire meglio il contesto.
Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza e il Mangiamorte'
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Come sempre quando dovrei concentrarmi sullo studio la mia mente comincia a vagare e a cercare modi per concentrarsi su altro... e questa one shot ne è l'ennesima prova!
Posso dire che è un po' il 'seguito' dell'altra one shot che avevo scritto sempre su Draco e Astoria qualche tempo fa.
Per questo consiglierei di andare a leggere prima quella per capire meglio tutta la storia (potete trovarla qui)
Adesso vi lascio alla lettura, ci risentiamo in fondo!






 
 



____PROPOSTA INDECENTE____
 
 
 
 
Draco camminava velocemente lungo la via lastricata di Diagon Alley: passo spedito, testa bassa per non incrociare lo sguardo di nessuno… tanto non aveva bisogno di guardare per sapere che le occhiate che le persone che lo riconoscevano gli riservavano esprimevano solo disgusto.
Aveva inizialmente pensato di mandare uno dei suoi elfi domestici, ma ripensando a quello che gli ripeteva Astoria ogni volta che si incontravano alla fine aveva deciso di andarci di persona.
Quella ragazza era incredibile: riusciva a fargli fare cose che non avrebbe voluto fare anche quando non c’era.
Però doveva ammettere con se stesso che un po’ aveva ragione: di certo se fosse rimasto chiuso in casa fino alla fine dei suoi giorni non avrebbe mai potuto fare in modo che il suo nome venisse riscattato davanti agli occhi della comunità magica.
E così eccolo lì, Draco Malfoy, t-shirt verde scuro e jeans neri –perché sì, alla fine con quel caldo estivo anche lui aveva capito che con le magliette con le maniche corte si stava molto meglio che con una camicia a maniche lunghe – che fendeva la folla di Diagon Alley per raggiungere la farmacia.
 
Già dai tempi della scuola aveva scoperto di essere piuttosto portato verso le Pozioni (non solo perché il professor Piton faceva favoritismi…) e quando ultimamente si era messo a riflettere su cosa avrebbe potuto fare per guadagnarsi qualcosa quella era stata l’unica idea a venirgli in mente.
Certo, poteva ancora contare sull’ingente patrimonio di famiglia, ma avrebbe davvero preferito riuscire ad avere qualcosa da parte nel caso in cui avesse dovuto tagliare definitivamente i ponti con i suoi genitori.
 
Aveva già lasciato il Manor e si era trasferito in un lussuoso appartamento al centro di Londra, e non vedeva sua madre –né tantomeno suo padre- da parecchio tempo, ma alla fine dei conti i soldi che aveva speso per potersi permettere il lusso in cui viveva non erano suoi, ma loro.
Ancora non capiva come mai Lucius non gli avesse interdetto l’accesso alla camera blindata della Gringott: quando aveva lasciato Malfoy Manor lui e suo padre avevano avuto una tremenda discussione, tanto da arrivare quasi alle bacchette, e Draco era convinto che dopo quello come minimo gli sarebbero stati tagliati i fondi.
E invece no.
Sicuramente c’era qualcosa sotto, sapeva fin troppo bene che in un qualsiasi altro contesto un comportamento simile da parte sua gli sarebbe costato l’eredità, ma evidentemente, per un qualche motivo, i suoi stavano ancora cercando di tenerselo buono.
Quando sarebbe arrivato il tempo ci avrebbe pensato, al momento non aveva voglia di preoccuparsi di cose non ancora accadute e ne aveva decisamente abbastanza di intrighi e complotti.
 
Entrò con piacere nell’ambiente ritirato e ombroso della farmacia: finalmente un po’ di pausa da tutte quelle persone che lo guardavano storto…
Porse un foglio di pergamena al mago che stazionava dietro al bancone per poi aspettare pazientemente che quello avesse finito di procurarsi tutto quello che c’era scritto nella lista.
A casa i libi di pozioni li aveva, quello che gli mancava era la materia prima.
Osservò in silenzio l’uomo mentre appoggiava i vari ingredienti che gli servivano sul bancone, e quando ebbe finito gli fece capire che li voleva tutti ben impacchettati.
L’unica volta che il commesso aprì bocca fu per riferire il prezzo della merce, e dal canto suo Draco pagò, fece sparire i suoi acquisti spedendoli direttamente a casa e uscì dal negozio senza dire una sillaba.
Poteva quasi giurare di aver sentito un sospiro di sollievo nel momento in cui la porta stava per chiudersi alle sue spalle.
Chissà, forse il commesso si aspettava di essere torturato un po’ dall’ ex Mangiamorte, magari per poter avere tutta la merce gratis…
Che individuo…
Lui ci stava mettendo tutta la sua buona volontà (be’, forse non proprio tutta…) per smettere di farsi odiare dalle persone, però anche gli altri avrebbero dovuto collaborare almeno un po’!
 
Pensando quelle cose gli venne in mente –di nuovo- Astoria, che puntualmente lo prendeva in giro quando si arrabbiava per questioni come quella.
Gli sembrava proprio di vedere il suo visto sorridente a metà tra il serio e il divertito di quando provava a spiegargli che il primo passo doveva farlo lui, che non doveva giudicare le persone ancora prima di conoscerle o, ancora peggio, dal loro status di sangue…
… ma quella era Astoria…
Senza neanche rendersene conto i suoi piedi l’avevano portato fino alla libreria Il Ghirigoro, e i suoi occhi avevano ben presto superato i libri che erano esposti in vetrina per vagare all’interno del negozio.
E lei era lì.
Sorrideva –come sempre d’altronde- annuendo appena con il capo a quello che un ragazzo con i capelli ricci e castani, probabilmente un commesso del negozio, le stava dicendo a proposito di alcuni libri che avevano davanti.
Anche il ragazzo sorrideva, un po’ troppo per i suoi gusti, e di certo il modo in cui stava guardando Astoria in quel momento non gli piaceva neanche un po’…
Entrò nel negozio con un sorriso (in realtà molto più simile ad un ghigno) che gli si allargava sul volto.
Raggiunse i due che ancora stavano parlando e interruppe il ragazzo senza troppi complimenti: “Vorrei gli ultimi libri di pozioni pubblicati di recente, quelli con le ultime scoperte sul campo. Me li metta sul bancone e venga a chiamarmi quando ha finito” esordì con voce autoritaria.
“Scusi ma non può chiedere ad un altro commess…” in un primo momento il ragazzo aveva provato a protestare, ma subito dopo aveva realizzato chi si trovava davanti e la sua voce si era spenta.
Vedendo la consapevolezza negli occhi del commesso il ghigno il sorriso di Draco, se possibile, divenne ancora più grande, e sussurrando un “Provvedo subito” il riccio si incamminò quasi correndo verso il reparto riservato ai libri di Pozioni.
Astoria aveva osservato il tutto con un sopracciglio alzato.
Quando Draco riportò la sua attenzione dal commesso a lei commentò: “Ti sei divertito?”
“Be’, non è stata proprio una bella giornata oggi, ne avevo bisogno…” ovviamente era un sì.
Contrariamente a quanto si sarebbe aspettato Astoria alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa per poi tornare a concentrarsi sui libri che stava esaminando prima di essere interrotta.
Quel gesto lo lasciò spiazzato: perché non gli prestava attenzione?
Era lì, era entrato in quel maledetto negozio solo per lei (anche se ovviamente non l’avrebbe mai ammesso) e adesso la ragazza si stava comportando come se lui non fosse presente.
“Dovevi dirmi qualcosa? Perché sarei impegnata…” disse Astoria dopo qualche minuto vedendo che Draco era ancora lì impalato al suo fianco.
Il suo tono non sembrava molto amichevole…
“Ero di passaggio e ti ho vista” spiegò lui aggrottando le sopracciglia. “Così ho pensato di venire a salutarti” non capiva perchè Astoria non sembrasse felice di vederlo.
 
Lei era diversa dagli altri, lei non storceva il naso quando il suo sguardo si posava sul suo Marchio Nero, lei non lo trattava come se fosse pericoloso stare vicino a lui… eppure in quel momento, per qualche motivo che lui ancora non aveva afferrato, sembrava quasi essere arrabbiata con lui.
 
“Mi hai salutato” disse infatti lei senza neanche guardarlo e stringendo le labbra. “Adesso puoi anche andare…”
Se non avesse avuto anni di tempo per consolidare la maschera impassibile dietro alla quale si nascondeva da sempre in quel momento si sarebbe ritrovato come uno stupido, la bocca aperta e gli occhi spalancati, preso in contropiede dalla risposta secca che aveva appena ricevuto.
L’unica cosa che invece fece fu chiederle: “C’è qualcosa che non va?”
Se la sua non era stata proprio una bella giornata quella di Astoria doveva essere stata terribile se era così di cattivo umore.
“Sì, tu non vai!” rispose piccata Astoria lasciandolo ulteriormente confuso.
Cosa aveva fatto adesso?
“Ti stai chiedendo come mai sono arrabbiata con te, vero?” domandò la ragazza sbuffando leggendo l’espressione confusa che si era lasciato sfuggire per un paio di secondi.
“Ti sembra quello il modo di trattare le persone?” domandò retoricamente lei alludendo a qualcosa.
E finalmente Draco capì (più o meno).
“Mi stai dicendo che sei arrabbiata con me perché ho fatto andare via quel commesso?” disse incredulo.
“No, non perché l’hai fatto andare via, ma per come lo hai fatto. Innanzitutto avresti potuto chiedere ad un altro commesso, o comunque avresti potuto chiedere gentilmente. Se poi aggiungiamo che quella dei libri di pozioni era solo una scusa…” rispose lei guardandolo finalmente negli occhi.
Sembrava delusa e Draco si sentì vagamente in colpa.
“…tutte le tue lamentele perché la gente quando ti vede scappa via senza voltarsi indietro e poi ti comporti così? Mi chiedo se invece tu non sia contento che le persone ti stiano alla larga…”
“No che non lo sono!”
“Da come ti comporti non sembra!”
“E quindi cosa dovrei fare? Andare a chiedergli scusa…?” disse quasi sputando l’ultima parola.
Astoria non disse niente ma gli angoli della sua bocca si erano piegati in un impercettibile sorriso.
“Oh no, scordatelo!” esclamò lui capendo le intenzioni della ragazza.
L’espressione di Astoria si rabbuiò di nuovo.
“Fai come ti pare allora” disse voltandogli le spalle e tornando a concentrarsi sui libri.
 
Draco continuò a fissarla allibito.
No, assolutamente no!
Quella ragazzina non poteva costringerlo a fare una cosa del genere: non si abbassava a chiedere scusa a nessuno, lui.
Però…
Valeva davvero la pena perdere Astoria per una questione come quella?
Meravigliandosi di se stesso si trovò a pensare che no, non ne valeva assolutamente la pena.
Astoria era stata la prima e l’unica a credere davvero in lui da due anni a quella parte, da quando l’aveva conosciuta un paio di settimane prima era stata un po’ il suo salvagente di salvataggio.
La ragazza non se ne rendeva conto e non lo sapeva, ma da quel momento Draco era più gentile con i suoi elfi domestici, non aveva più chiamato Hermione ‘Sanguesporco’ usando semplicemente il suo cognome, e non faceva più la faccia schifata se per sbaglio qualche Mezzosangue gli stava vicino.
Ed era tutto merito suo.
Se avesse smesso di essergli amica era più che certo che tutto sarebbe tornato come prima.
 
Maledicendo se stesso per aver lasciato che una ragazza avesse così tanto ascendente su di lui girò sui tacchi per andare a ripescare quel dannato commesso dalla sezione di Pozioni.
Come lo vide avvicinarsi sul volto del ragazzo si dipinse un’espressione vagamente intimorita, che divenne presto sbigottita non appena Draco prese parola.
“Ti prego di scusarmi, avrei dovuto chiedere aiuto a qualcun altro poco fa. Puoi tornare dalla ragazza di prima, è ancora lì; i libri che hai tirato fuori sono più che sufficienti, adesso mi arrangio io… Grazie
 
Il commesso lo guardò stralunato per un attimo: era palese che la fatica che Draco aveva fatto per far uscire quelle parole dalla sua bocca era stata immane, ma alla fine era riuscito a non usare un tono autoritario né scortese.
Gli aveva chiesto scusa e aveva detto grazie…
Sospettò che sotto quello strano comportamento dovesse esserci la ragazza che stava aiutando prima del suo arrivo: per quel poco che ci aveva parlato aveva capito che doveva avere un carattere forte, molto forte se era riuscita a convincere un Malfoy a fare un gesto simile.
“Sì, figurati, non c’è di che. È stato un piacere” rispose tranquillamente il commesso congedandosi per tornare al suo lavoro.
Una cosa del genere gli sarebbe probabilmente costata uno schiantesimo da parte del diretto interessato, ma allontanandosi aveva pensato che forse Draco Malfoy non era poi così terribile come tutti pensavano.
 
Daco rimase per qualche secondo a fissare il commesso che ritornava da Astoria: cominciava quasi a pensare che quei due fossero d’accordo, e conoscendo a grandi linee la mente Serpeverde della ragazza la cosa non sarebbe poi stata così improbabile.
Si diresse al bancone per dare un’occhiata ai libri che erano stati tirati fuori. Di certo non aveva bisogno di comprarne di nuovi, ma a quel punto avrebbe dovuto prenderne almeno un paio, giusto per il disturbo.
Ne selezionò tre scartando quelli che aveva già e altri che non gli interessavano.
Pagò, li spedì a casa, disse addirittura “Arrivederci e grazie” alla signora dietro al registratore di cassa (che sembrò alquanto sorpresa) e uscì dal negozio rimanendo però lì vicino ad aspettare.
Poco tempo dopo anche Astoria uscì dalla libreria e veloce le andò incontro.
 
“Alla fine hai trovato quello che stavi cercando?” le chiese per cominciare il discorso.
“Sì, ho già mandato tutto a casa”
“Posso chiederti come mai sei interessata ai libri sulla guarigione?”
Astoria lo guardò per un attimo stupita: “Non pensavo avessi prestato attenzione a quello che stavo consultando… comunque… ho deciso di provare a fare l’esame per entrare al corso di Guaritore” rispose alla fine. “I miei genitori hanno tutt’altre idee riguardo a quello che dovrei fare in futuro, ma non mi interessa. Così ho deciso che provare non mi costa nulla. So però che il testo non è dei più facile, e così sono venuta a cercare qualche libro che potesse aiutarmi” spiegò.
“E tu? Pozioni, eh?” disse poi.
“Direi di sì. Credo sia l’unica cosa che potrei fare. Auror non se ne parla, non mi farebbero neanche avvicinare. Qualcosa in politica? Nah, troppo noioso… ammiro molto Medimaghi e Guaritori, ma non credo faccia per me” mentre parlava osservava Astoria: la sua espressione era di nuovo sorridente e di tanto in tanto annuiva a quello che diceva.
Che fosse riuscito a farsi perdonare?
“… quindi credo che la carriera di Pozionista sia quella che potrebbe essermi più congeniale” concluse.
“Allora in bocca al lupo anche a te: so che anche l’Accademia di Pozioni non regala certo i suoi posti…” sembrava che tutto fosse tornato come sempre e che quel piccolo ‘scontro’ di poco prima non fosse mai successo.
Però lui doveva sapere.
“Allora… sono perdonato?” domandò infatti dopo un attimo di esitazione guardandola speranzoso.
Astoria lo guardò a sua volta assottigliando gli occhi: “Ss… no”
“No??”
“No. Non sei perdonato” disse lei inflessibile. “Non ancora” aggiunse poi addolcendo i toni.
“E sentiamo, cosa dovrei fare per farmi perdonare allora?” la canzonò lui. Si vedeva lontano un miglio che lo stava prendendo in giro. Tutte quelle storie solo per tenerlo un po’ sulle spine.
Cominciò però a preoccuparsi quando capì che invece Astoria faceva sul serio, e stava davvero pensando a cosa fargli fare.
“Per farti perdonare…” cominciò lei lentamente “Verrai a prendere un aperitivo con me, diciamo la prossima settimana…”
Draco sospirò sollevato: non era certo la prima volta che andava con lei a bere qualcosa da qualche parte per passare un po’ il tempo.
“E un locale molto carino, uno dei più in vista della Londa babbana, sono sicura che piacerà anche a te…” continuò lei come se niente fosse.
“Certo, non c’è problema. Dimmi solo quando e… aspetta un attimo!” esclamò mettendosi di fronte a lei e bloccandole la strada.
Londra babbana? Stai scherzando spero!”
“Draco Malfoy, sono serissima. Cos’è, questa proposta è troppo indecente da accettare per uno come te?” lo stuzzicò lei mettendosi le mani sui fianchi.
Nel frattempo lui aveva preso a camminare su e giù –guadagnandosi più di qualche occhiataccia dalla gente che passava- non credendo a quello che aveva appena sentito.
Quella serpe… come poteva anche solo pensare… lui, in mezzo a degli insulsi babbani? Lui, un Purosangue, in mezzo a quella gente?
No, non era assolutamente…
Si rese conto che quelle cose forse non le aveva solo pensate notando che il volto di Astoria si era scurito di nuovo, e di nuovo per colpa sua.
“In tal caso ti saluto” disse infatti lei riprendendo la sua strada lasciandolo indietro.
Possibile che Malfoy fosse così stupido?
Lei non lo stava facendo per fargli un dispetto, ma per aiutarlo.
Lui le aveva confidato che voleva provare a cambiare, ma se lo voleva davvero avrebbe dovuto smetterla di comportarsi come un bambino e cercare di avere una mentalità un po’ più aperta.
Non pretendeva che abbandonasse tutti i suoi pregiudizi da un giorno all’altro, ma da qualche parte avrebbe pur dovuto cominciare!
 
Nello stesso momento Draco si stava chiedendo come mai Astoria si divertisse così tanto a provocarlo.
Doveva saperlo che non avrebbe mai accettato una proposta del genere.
Lui, mescolarsi con… no, mai!
 
 
Eppure…
 
 
“Astoria, aspetta!” urlò raggiungendola. “Va bene, hai vinto. Fammi sapere il giorno e ci sarò” disse.
In quel momento si accorse che la ragazza lo stava guardando sorridendo soddisfatta di sé.
“Benissimo!” trillò contenta. “Appena so la data dell’esame ti faccio sapere. Pensavo di vederci il giorno dopo così posso festeggiare –anche se ovviamente non saprò ancora se l’ho passato…” “Ci vediamo!” lo salutò poi, e si smaterializzò davanti al suo naso.
 
Era incredibile.
 
Si era fatto fregare un’altra volta.













Che dire? Spero vi sia piaciuta.
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate (anche le critiche sono sempre ben accette)
E siccome non posso comportarmi da persona mentalmente stabile troppo a lungo... stavo già pensando a una short su questi due, meno di dieci capitoli di sicuro... a qualche anima buona interesserebbe? Sì? No? Forse...?
Ok, sto ricominciando a delirare
Grazie per essere arrivati fino in fondo, alla prossima
E. 

 
   
 
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