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Autore: AndreMCPro    21/05/2015    5 recensioni
Dopo la sconfitta del Grande Zekyuram, ad Erien è tornata la tanto agognata pace. Il Team Palude è tornato alle sue normali attività e, a due anni da quei fatti, è diventata una Squadra d'Esplorazione di prima categoria.
Ma, si sa, la pace non dura per sempre. E Servine e Dewott si troveranno presto a combattere contro nuovi e potentissimi nemici...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pokemon Mystery Dungeon'
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Pokémon Mystery Dungeon
Il Canto degli Antichi

Cap.2 Aria di Deserto
 
«Svegliati, Dewott! È ora di alzarsi!»
Le mani di Servine lo scossero. Il Pokémon Apprendista si alzò di scatto e si guardò intorno.
«Eh? Cosa?»
Il sole lo accecò. Si portò un braccio davanti agli occhi e distolse subito lo sguardo. L’alba era decisamente già passata da un pezzo.
«Che ora è?” Chiese Dewott.
«Dieci e mezza. Avremo anche deciso di non andare in esplorazione oggi, però…»
«Scusa, è che stanotte ho fatto un sogno strano… Anzi, non sono neppure sicuro che fosse un sogno» Disse alzandosi e andando fuori dalla stanza.
«Quindi? Che cosa hai visto?» Chiese lei con poco interesse. Stava andando a preparare la colazione.
«C’era una Pokémon»
«Una Pokémon?» Servine tornò indietro. «Di che specie?»
«Non sono riuscito a distinguerla, era come avvolta da un alone bianco. Mi ha teso una mano e mi ha chiesto di aiutarla»
«Cosa? »
«Ovviamente le ho chiesto dove fosse, ma mi ha detto di non avere tempo e che mi avrebbe contattato appena possibile»
«Quindi cosa vuoi fare?»
«Pensavo di fare delle ricerche… magari riusciamo a capire di che Pokémon si tratta»
«Beh, il Capitano è partito per il Dirupo Oscuro al posto nostro e abbiamo l’accesso libero alla Gilda» Disse lei tornando alla dispensa. «Possiamo controllare negli archivi, se serve. Però… Forse prima dovremmo assicurarci che non sia un sogno»
«E come pensi di fare?»
«Forse Reuniclus ci può essere  di aiuto. Ma non credo che accetterà senza un compenso»
«Non mi aspetto un prezzo minore di mille Poké da quello strozzino… Non voleva nemmeno andarsene dal negozio per paura che l’uragano gli portasse via i soldi!»
«Se non altro i fratelli Kecleon sono stati più ragionevoli»
«Oh, certo! Mi hanno solo fatto portare fino alla Gilda mezzo negozio!»
Servine si sedette e passò a Dewott una ciotola piena di Baccarance e Baccastagne. Una uguale, solo più piccola, l’aveva preparata per lei stessa. «Datti una mossa. Il Centro perizie chiuderà tra meno di mezz’ora»
 
 
 
«Grazie. Avanti il prossimo!» Disse Reuniclus.
«Finalmente. Non ci speravo più!» Commentò Servine.
Era il loro turno. Al vederli senza una cassa, un baule o un forziere, il Pokémon Espansione chiese: «Non avete nulla da aprire… Posso aiutarvi in qualche modo?»
«Ecco… noi saremmo qui per un altro motivo... le sembrerà strano, ma dobbiamo controllare un sogno»
Il negoziante strabuzzò gli occhi allibito. «Come?»
«Vede… credo che qualcuno mi abbia contattato nel sonno» Spiegò Dewott. «Vorrei chiederle se è possibile accertarsi se si tratti di una connessione psichica o soltanto di un sogno molto strano»
«Ah, capisco. Credo di poterci riuscire. Ma vi costerà»
Proprio come immaginavo… Pensò Servine. Che la contrattazione abbia inizio!
«Che ne dite di… milleduecento Pokè? »
«Ottocento?»
«Mille»
«Novecento, non un soldo di più»
«Affare fatto» Concluse quello. «Siete pregati di seguirmi…»
Entrò nel suo tendone. I due amici lo seguirono un po’ titubanti, e si ritrovarono in una abitazione molto semplice e spoglia, con solamente un letto di paglia e un paio di casse chiuse con tre lucchetti ognuna. Il Pokémon fece stendere Dewott sul letto e disse: «Pronto ragazzo? Sto per entrare nella tua mente…»
«Pronto» Rispose lui. Un istante dopo, un formicolio lo avvertì dell’ingresso di Reuniclus tra i suoi pensieri.
«Concentrati sul sogno. Non farti distrarre da nient’altro»
Ubbidì. Ecco, vede di nuovo quella bolla nera. La nebbia che gli copre la visuale... Ora sta usando Conchilama… Ci siamo! La bolla è scoppiata e ora riesce a vedere la Pokémon. Gli ha teso la mano. Sta per parlare.
Un dolore atroce gli fece perdere la concentrazione. Sia Dewott che Reuniclus si portarono le mani alla testa.
«Cos’è successo? » Chiese Servine spaventata.
«Non ci sono dubbi… è un contatto psichico. E anche pesantemente protetto, devo dire! L’autore dev’essere un tipo Psico molto potente…»
Dewott cercò di alzarsi lentamente. Appena fu seduto chiese, con una mano ancora premuta sulla tempia: «Non è che saprebbe anche riconoscerla? »
«No, mi dispiace…» Rispose il Pokémon Espansione. «Pagate il dovuto e andatevene… Ah…»
Servine lasciò sul letto i novecento Poké pattuiti, aiutò Dewott ad alzarsi e se ne andò insieme al suo amico.
Allora non si erano sbagliati…  ha davvero contattato il Team Palude! Questa non ci voleva. Se non avesse protetto la conversazione avrei potuto dir loro che era solo un sogno, e invece… Non importa. Avvertirò il Comandante e gli dirò di sbrigarsi.
Il Pokémon prese un foglio e iniziò a scrivere. Una volta finito, si diresse verso l’Ufficio Postale.
 
 
 
I due andarono senza indugio alla Gilda e scesero nelle stanze del Capitano. Lì, sotto il tappeto, c’era una botola che portava ad una ulteriore stanza piena di libri, mappe e manoscritti. Scesero, accesero una fiaccola con un acciarino e richiusero la botola.
Quello che cercavano era un Catalogo Pokémon, nella speranza di trovare un foglio con una figura il più somigliante possibile a quella che aveva visto Dewott in sogno. Ci misero più di un’ora, ma alla fine lo trovarono e, sedutisi a terra, iniziarono a sfogliare le pagine.
«Vediamo… sembra che i Pokémon siano ordinati alfabeticamente… Abomasnow, Abra, Absol… Di questo passo ci metteremo una vita!» Disse Servine.
«Slaccia i nodi e dammi un po’ di fogli» Gli disse l’amico.
«Sì, se poi scombiniamo l’ordine Conkeldurr ci uccide»
«Hai altre idee?»
La Pokémon iniziò a slacciare i nodi che tenevano insieme il manoscritto e passò i fogli dalla N alla Z a Dewott.
«Vedi di non mischiarli» Gli intimò infine prima di riprendere la ricerca.
Le ore passarono. Ogni volta che Servine trovava una figura umanoide la faceva vedere a Dewott, ma non trovarono nulla. Servine giunse quasi alla fine della H, con Hoppip; Dewott si fermò invece alla pagina di Unown.
«Non ce la faccio più, sto morendo di fame!» Si lamentò quest’ultimo.
«Stavolta devo darti ragione, non abbiamo neppure pranzato… Secondo me per oggi possiamo fermarci qua» Suggerì Servine. Dewott si alzò in piedi e le diede i fogli, che lei provvide a rilegare. Le cadde però un foglio di cui non si era accorta con su scritto Gardevoir, e mostrò il disegno sottostante al suo amico.
«No, non è lei» Disse subito quello. Servine rimise la pagina nel manoscritto e se ne andarono.
 
Quando uscirono fuori dalla gilda si resero conto che il sole stava già tramontando. La ricerca era stata più lunga del previsto, e non aveva dato i risultati sperati. I due amici tornarono mestamente a casa e per cena Dewott preparò un brodo di Baccabana.
 
Quella notte la Pokémon non tornò nei sogni di Dewott. O meglio, non lo ricontattò durante il sonno. Ma suggestionato dalla ricerca del giorno prima il suo subconscio fece miliardi di ipotesi su di quale specie potrebbe essere. Ma nessuna convincente.
La giornata successiva si aprì all’insegna del sole. Cocente. Afoso. Desertico.
La prima cosa che quella mattina fecero sia Servine sia Dewott fu gettarsi in acqua.
Servine riemerse subito e, uscita dall’acqua, guardò verso il Villaggio.
Una colonna di fumo si innalzava dal centro città. Chiamò Dewott e partirono al soccorso.
Il caldo era veramente troppo e il tendone del Centro Perizie aveva preso fuoco. Le fiamme si erano velocemente propagate tutto intorno e in breve anche il Deposito, i Magazzini e la Banca erano stati invasi da esse. Tutti i Pokémon acqua, Dewott incluso, si adoperarono a spegnere l’incendio e a recuperare i feriti. La signora Kangaskhan stava bene. Suo figlio un po’ meno, ma non era in pericolo di vita. I fratelli Kecleon avevano qualche scottatura qua e là, ma niente di grave. La signorina Minccino era invece in pessime condizioni. Di Reuniclus non c’era traccia.
«Maledizione… Il meteo è impazzito! Neanche un Castform saprebbe in che modo trasformarsi!» Disse rabbioso Dewott.
«Spero solo che anche lui stia bene…» Aggiunse Servine. «Dopotutto è pur sempre un abitante del Villaggio…»
«A tutti i tipi Acqua!» Gridò il Capitano Conkeldurr. «Pattugliate la città e spegnete ogni fiamma che vedete! Impedite che scoppino altri incendi! »
Così fecero, e Dewott si occupò della strada est della città. Spense alcuni principi d’incendio sui tetti di alcune case, mentre ogni tanto un tipo fuoco o terra gli portava da bere. Servine si mise invece in un punto ombreggiato e ogni tanto si allontanava per fare un bagno.
Giunse mezzogiorno e le razioni d’acqua iniziarono a venire portate con più frequenza. Diedero ai Pokémon anche da mangiare e quelli divorarono tre o quattro Mele in meno di un minuto, per poi riprendere il proprio giro.
Ma proprio quando sarebbero dovuti scoppiare più incendi, la situazione si calmò del tutto.
Il sole iniziò a diventare meno cocente, e l’afa pian piano svanì. Conkeldurr diede il cessato allarme, e i tipi Acqua andarono immediatamente a riposarsi. Audino, che si era adoperata immediatamente per curare i feriti, tenne Minccino sotto osservazione, anche se era fuori pericolo, e lasciò che gli altri tornassero alle loro normali occupazioni. Dewott se ne andò a dormire, mentre Servine si diresse verso l’archivio della Gilda. Riprese le ricerche, controllando accuratamente ogni Pokémon della lista.
Si soffermò per un momento su Jynx, ma le sembrava tutto fuorché aggraziata. Procedendo, incontrò il disegno di Kirlia.
«Tipo Psico…. Pokémon Emozione… Ed è anche relativamente piccolo. Potrebbe essere questo. O forse…»
Andò qualche pagina avanti, incrociando la pagina di Lilligant.
«Tipo erba… no. Non ha poteri psichici. Non può essere lei»
Riprese a sfogliare pagine. Era quasi giunta alla fine della sua metà di libro quando una figura attirò la sua attenzione.
 
 
 
Dewott si alzò a tramonto inoltrato, e si tuffò in acqua per svegliarsi del tutto. Quando riemerse, si accorse che Fraxure lo aspettava sulla sponda del lago.
«Ehi, ciao! Come mai qui?»
«Servine ti vuole immediatamente alla Gilda. Deve mostrarti una cosa»
«Sarebbe?»
«A me ha detto solo di chiamarti. Non so altro»
Forse ha trovato qualcosa…
«Ok, allora. Vengo subito»
Rimase un altro minuto a mollo, e poi corse all’archivio della Gilda.
«Ah, eccoti, finalmente!» Disse la Pokémon quando lo vide entrare.
«Scusa, mi sono appena svegliato…»
Ma Servine lo ignorò e andò subito al punto della questione: «Dai un’occhiata a questo»
Gli passò il primo dei fogli che aveva trovato. Dewott indugiò a lungo sulla figura di Kirlia e ad un certo punto strizzò anche gli occhi. Ma alla fine disse: «No… non è lei»
«Allora che ne dici di questa?»
Il secondo disegno non aveva un nome indicato. Raffigurava un’affascinante Pokémon umanoide con dei lunghi capelli verde chiaro e gli occhi azzurri. Sembrava indossare un vestito nero stretto alla vita con una fascia verde e le sue gambe erano del tutto bianche. Un fermaglio nero su un lato della testa sporgeva verso il basso quasi fosse un microfono auricolare.
«È lei» Disse Dewott senza battere ciglio.
«Sei sicuro?»
«Sicurissimo» Ribadì. «Una così non si dimentica»
«Cosa?»
Solo all’esclamazione della sua amica Dewott si rese conto di quello che aveva detto. Arrossì di botto e cominciò a farfugliare qualcosa di incomprensibile.
«Non dirmi che sei attratto da lei?» Gli chiese Servine, incredula. «Voglio dire, hai letto quello che c’è scritto sotto?»
Il Pokémon Apprendista gettò l’occhio sul piè di pagina, su cui era esplicitamente segnato: Pokémon Sconosciuto. Classificazione: Miraggio
Arrossì ancora di più. Non poteva farci niente: la trovava davvero bella.
«Ehm… beh, non abbiamo risolto più di tanto, comunque…» Esordì Dewott, cercando di cambiare argomento. «Non sappiamo ancora chi sia…»
«Hai ragione, ma almeno sappiamo che aspetto ha… Se non altro potrei riconoscerla se decidesse di contattare me»
«Sai, me lo sono chiesto. Perché non abbia parlato a te, intendo» Disse restituendo la pagina a Servine e iniziando a salire le scale.
«E? »
«Non lo so… Non sono riuscito a spiegarmelo…»
 
 
 
I due uscirono dalla stanza senza incontrare nessuno. Solo il Capitano, che stava dormendo lì vicino e che rischiarono di svegliare. Lasciarono la Gilda cercando di non fare rumore ma chiedendosi allo stesso tempo che ora fosse. Quando furono fuori dall’edificio, si accorsero che la luna era già alta nel cielo. Corsero immediatamente a casa, e si fiondarono sui loro letti facendo prima un veloce pasto.
 
 
 
Feci di nuovo quel sogno. Un turbine di colori e sensazioni, poi il terreno che mi appariva sotto la schiena e io che iniziavo a camminare.
Raggiunsi di nuovo la zona piena di paura. La speranza che percepii quando vidi di nuovo la sfera nera fu più grande della prima volta. La ruppi di nuovo, e la figura apparve. Ma stavolta l’alone bianco che l’avvolgeva si attenuò quasi subito, permettendomi di riconoscerla come la Pokémon del disegno. A vederla dal vivo, era ancora più bella.
«Grazie per aver aspettato…» Mi disse. La sua voce era dolce e soave. Sembrava nata per cantare. «Ho bisogno del vostro aiuto. Non ve lo chiederei se non fosse una questione di vitale importanza…»
«Cos’è successo?» Le chiesi. Se era un Pokémon Miraggio, come aveva fatto a trovarsi in pericolo?
«Mi hanno rapita»
«COSA? Chi è stato a farti questo?»
«Non lo so…» Disse scuotendo la testa. Sentii la rabbia ribollire dentro di me. Non potevo sopportare che le facessero del male. Dovevo aiutarla in qualche modo.
«Riesci a capire dove sei ora?» Le domandai.
«Sì… sono nel Tempio Antico. Lo so, è lontano da dove siete voi, ma vi prego… ho bisogno del vostro aiuto!»
«Non preoccuparti… Ti salveremo!» La rassicurai. La rabbia dentro di me si trasformò all’improvviso in determinazione. Ero pronto a qualsiasi cosa pur di liberarla.
«Un ultima cosa… non fate parola di me con nessuno. I miei rapitori potrebbero scoprire che…»
Si bloccò. Di nuovo, l’alone divenne rosso. Ma stavolta aveva anche delle venature nere.
«Oh, no…»
«Cosa c’è?»
«Mi hanno scoperto! Mi dispiace, devo andare!»
«Aspetta!»
Mi gettai verso di lei mentre la sua figura svaniva dalla mia testa. Riuscii a malapena a toccarle la mano, e quando lo feci carpii qualche informazione su di lei.
Il suo nome era Meloetta.
Viveva nella Foresta Mezzanotte, ad Arthis, ma spesso si recava anche alla Selva Trascendente di Erien.
Non capii perché, ma era legata in qualche modo al Tempio Antico. E chi l’aveva rapita, voleva sfruttare proprio questo legame per i suoi scopi.
 
 
 
«Comandante…» Disse Sigilyph varcando la soglia della Stanza del Fuoco. Dato che era la prima volta che entrava in quella sala, rimase per un momento ad osservarla.
Il colore dominante nella stanza era l’arancio. Arancione era l’irriconoscibile stemma disegnato sulla porta semidistrutta, e arancioni erano anche i mattoni di cui erano fatte le pareti. Vari sedili in mattonato erano riversi a terra o spostati dalla loro posizione originale, contrassegnata da mattoncini grigi che contrastavano con il colore del resto della sala. In fondo, un altare con quattro candele spente. Dietro di esso, di spalle alla porta, c’era il Comandante.
«Vai avanti, Sigilyph. Cos’hai da dirmi?»
«Il soggetto ha contattato di nuovo il team Palude. Ne ho la conferma»
«Il Rituale del Risveglio non deve essere fermato. Allerta la squadra di pattuglia e fa aumentare la sorveglianza»
«Sissignore» Disse il Pokémon, lasciando la sala.
Davvero credeva che fossimo degli sprovveduti?La teniamo continuamente sotto controllo! E poi il Team Palude non è la vera squadra Leggendaria. Perché chiamarlo? Non può nulla contro di noi.
Le candele si accesero. Il Comandante si voltò e disse.
«È il mio turno…» Disse. E iniziò a pronunciare parole indecifrabili. Dall’altare iniziarono a scaturire enormi fiamme.
  
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