Serie TV > The Big Bang Theory
Segui la storia  |       
Autore: firewalkwithme_2_53    22/05/2015    3 recensioni
What if?
Un nuovo personaggio arriva a Pasadena a sconvolgere la tranquilla vita lineare del dottor Sheldon Cooper.
Riuscirà il fisico teorico a sopportare la nuova intrusione? E come farà lei ad avvicinarsi al calore che il ragazzo non è neanche consapevole di avere?
Dal primo capitolo:
Mentre lei sorride con aria soddisfatta e comincia a rigirare le carote nel piatto di plastica, il ragazzo si riprende e scuote il capo.
“No, aspetta. Non funziona così.”
“Non funziona così…cosa?”
“Non puoi dire che sei un AMICO di qualcuno solo perché ci hai parlato per qualche minuto in una città sconosciuta.”
“E perché non posso?” Lei lo domanda in modo davvero interessato e mette in bocca una carota osservandolo con gli occhi nocciola.
“Perché la convenzione sociale richiede che l’amicizia sia fondata sulla conoscenza e la fiducia. Io non so neanche il tuo nome.”
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Legge di Truman

Se non li puoi convincere, confondili.

 

“La mia piccola Eta Carinae!” Non appena Amalie e Sheldon mettono piede nella sala dove si tiene il ricevimento per la raccolta fondi, il rettore Siebert li vede e va loro incontro, chiamando sua figlia con il nomignolo che ha scelto per lei quando era ancora una bambina molto piccola, attirando contemporaneamente e inevitabilmente l’attenzione degli altri ospiti della serata.

“Papà.” La ragazza sorride e si lascia abbracciare e baciare la fronte dal proprio genitore, come sempre.

“Dottor Cooper, felice di vedere che è riuscito a sopravvivere a morte certa SOLO per poter essere dei nostri.” Il rettore si diverte a stuzzicare Sheldon e cerca di poggiargli volutamente la mano sulla spalla, facendolo così spostare un po’ all’indietro per sfuggire al gesto.

“Rettore Siebert.” Un cenno del capo racchiude il saluto freddo a lui riservato dal fisico teorico. “Si rende conto che continuare ad accostare la parola ‘piccola’ ad ‘Eta Carinae’, ovvero un sistema binario nel quale la stella più esile ha una massa almeno 30 volte superiore a quella del sole, costituisce un ossimoro quasi insopportabile, vero?”

“Non ci avevo mai pensato, ma se questo può darle fastidio, di sicuro non smetterò di usarlo adesso. Allora, mia piccola Eta Carinae…” il rettore torna a rivolgersi a sua figlia, evidentemente dilettato dalla smorfia di diniego di Sheldon “…vieni, voglio assolutamente presentarvi alcuni tra i più promettenti investitori della serata.”

Così dicendo l’uomo precede i due ragazzi nella stanza dando la possibilità ad Amalie di lanciare un’occhiata, che vuole essere di piena comprensione, al suo accompagnatore. “Tranquillo, fa così con tutti. Pensa di essere simpatico in questo modo.”

“Beh, non lo è affatto.” Assicura il ragazzo, costretto poi dal suo capo a prendere in mano anche una coppa di quella che ha tutta l’aria di essere ottimo champagne.

“Per me n…” la giovane Siebert vorrebbe rifiutare il bicchiere che viene offerto anche a lei, ma non fa in tempo a farlo che già troneggia tra le sue dita “…ok, grazie.”

“Lilly, permettimi di presentarti mia figlia, Amalie Emmy. Amalie, lei è la bellissima e preziosissima Lilian Bettersmall, proprietaria di maggioranza e insostituibile creatrice della Bettersmall’s House.”

“E’ un vero piacere conoscerla. Praticamente è suo il novanta per cento dei prodotti che sono presenti nel mio beauty case.” Amalie sorride graziosamente (anche se in modo profondamente falso) e stringe la mano della donna di mezza età a cui suo padre sta facendo fin troppe moine.

“Oh Siebert, complimenti: sua figlia è davvero deliziosa.”

“Sì, mi somiglia molto in effetti.” Il rettore sorride compiaciuto ed indica il ragazzo accanto alla giovane. “Ed abbiamo qui anche una delle menti più brillanti del nostro dipartimento di fisica, il dottor Sheldon Cooper.”

“…Cooper. Dotrei aver letto qualcosa di suo, credo…” la signora Bettersmall rilassa con tranquilla nonchalance il braccio dopo aver capito che lo scienziato a cui si è rivolta non avrebbe mai neanche sfiorato le sue dita.

“Onestamente, a meno che lei non sia abbonata a riviste come Scientific American, non credo sia verosimile tale eventualità.”

“Dovrei essere abbonata…a cosa?” La donna sorseggia la sua coppa con aria confusa e poi sorride. “Ma certo, lei è l’autore del famoso ‘La biblioteca dei morti’! Ho adorato quel libro fino all’ultima parola.”

“Ehm…temo lei si confonda con un altro, signora Bettersmall.” Amalie tenta di evitare che qualcuno a caso dica qualcosa di inappropriato, ma il tentativo fallisce miseramente.

“Direi proprio. Io sono il dottor Sheldon Cooper, mentre quello di cui parla lei è Glenn Cooper, sicuramente non uno scienziato ma archeologo, medico e, solo infine, scrittore. Tra l’altro, neanche uno di quelli più bravi a mio avviso. Riguardo poi al libro da lei citato vorrei sottolineare che la trama ricorda fin troppo quella di Death Note, un manga ideato e scritto da Tsugumi Ohba in cui il protagonista, uno studente delle scuole superiori, trova un quaderno che dona il potere di uccidere chiunque semplicemente scrivendoci sopra il suo nome.” Puntualizza Sheldon lasciando basiti praticamente tutti i presenti, che lo fissano a bocca aperta. “Onestamente le consiglio di vedere la serie animata di 37 episodi del 2006 perché merita davvero molto più del suo…‘libro’.”

Attimi di puro silenzio seguono alla dissertazione e il rettore Siebert trattiene il fiato così tanto a lungo che sta per diventare cianotico.

“Impressionante.” Il commento della signora Bettersmall riporta nelle orecchie dell’uomo il sonoro della sala e la nitidezza dei colori mentre si volta a guardarla incredulo.

“Impressionante?”

“Assolutamente.” La milionaria annuisce ed accenna un sorriso, invitando ad avvicinarsi anche alcuni altri ospiti della serata. “Mi piace lo stile di questo ragazzo. Mi dica, dottor Cooper, di quali ricerche si sta occupando e di quanti fondi avrebbe bisogno per, diciamo…portarle ad un livello superiore?”

Sheldon sorride con evidente, tronfia, soddisfazione. “Potrei provare a spiegarle di cosa mi occupo, ovviamente. Il fatto, però, è che ritengo lei non sia…”

“…disposta ad annoiarsi tanto.” Amalie interviene prima che lui termini la frase con qualcosa che, come le suggerisce l’intuito, farebbe andare a monte quello e molti altri finanziamenti a cui suo padre sembra tenere incredibilmente tanto. “Però io credo che ci sia un modo per riassumere i tuoi studi in maniera che anche una persona normale come me riesca a capire e a trovarli interessanti, giusto dottor Cooper?”

Il ragazzo la guarda per un attimo sorpreso e anche infastidito da quella interruzione. “Potrei provare…”

“Ottimo. Sarebbe veramente molto gentile da parte tua fare un tentativo.” Amalie gli sorride cercando di fargli capire con lo sguardo che è assolutamente il caso che si spieghi brevemente ed in termini semplici, ma già dalle prime frasi (del tutto incomprensibili per lei) che escono dalla bocca del fisico si rende conto che la serata sarà più lunga di quello che aveva previsto.

La giovane Siebert è così concentrata a tentare di recepire almeno qualcosa di quello che Sheldon sta dicendo, che porta distrattamente il bicchiere alle labbra ed è solo per pura fortuna che evita di bere lo champagne.

“Vy tak krasivo, chto ya ne mogu mechtat' etoy noch'yu.” Un voce alle sue spalle la fa voltare e lei riconosce subito uno dei ragazzi che ha conosciuto il giorno prima.

“Come scusa?”

“Non ti hanno mai detto che sei talmente bella da far parte di diritto dei sogni che verranno questa notte, in russo?”

“Ahem…onestamente non credo che mi sia mai stata detta una cosa del genere in nessuna lingua del mondo.” Amalie sorride mollando la coppa sul vassoio di uno dei camerieri che girano per la sala. “Howard, giusto?”

Il ragazzo fa scontrare i tacchi delle scarpe e si esibisce in un inchino appena accennato. “Al suo servizio, Mademoiselle.”

“Tutto bene?” Le chiede invece Leonard, lanciando un’occhiata preoccupata al suo coinquilino che sta parlando al rettore e a qualche altro ospite dall’aria confusa.

“Fino ad ora sembra di sì, ma sono contenta che siate arrivati anche voi perché, da quel poco che ho capito di lui, può fare esplodere la situazione in qualunque momento.”

“In effetti Sheldon sarebbe capace di schiantarsi direttamente sulle Convenzioni Sociali e sopravvivere all’esplosione, proprio come ha fatto Captain America con l’Artico.”

I tre scienziati annuiscono alle ‘sagge’ parole che l’indiano, Raj, ha appena espresso dopo essersi servito un luuungo sorso di vino, invece Amalie è rimasta completamente ammutolita e arriccia il naso come quando da piccola faticava a seguire i ragionamenti di suo padre. “Captain…America?” Domanda quindi incerta.

“Oh sì. Anche se, a differenza sua, Sheldon verrebbe rigettato immediatamente dal Ghiacciaio della Società e non dovrebbe passare settant’anni ibernato prima di essere rinvenuto casualmente da un gruppo di esploratori.”

A salvare inconsapevolmente la ragazza dal gran mal di testa che le sarebbe sicuramente scaturito dal tentativo (probabilmente vano) di capire esattamente di che cosa stessero parlando, interviene fortunatamente suo padre. “Dottor Hofstadter, dottor Koothrappali, signor Wolowitz! Finalmente siete arrivati anche voi. Permettetemi di presentarvi la signora Bettersmall, il signor Bangman, il caro professor Georgetown e…”

Mentre il rettore Siebert interrompe senza troppe cerimonie Sheldon ed esibisce i nuovi arrivati agli investitori, Amalie indietreggia mantenendo il proprio sorriso ed arriva al bancone del bar allestito per l’occasione cercando di non dare troppo nell’occhio.

“Buona sera, cosa le servo?”

“Una Virgin Colada. E mi raccomando: abbonda con il latte di cocco.”

“Sai vero che il latte di cocco contiene ben 250 calorie per bicchiere?”

Amalie si volta verso la voce alle sue spalle sapendo a chi appartiene ancora prima di vedere gli occhi azzurri del dottor Cooper che la scrutano con calma.

“Tanto ho già deciso che non metterò il bikini quest’estate quindi…” la ragazza accenna un sorriso facendo spallucce e lancia uno sguardo al gruppo di scienziati poco distanti. “Come mai non sei rimasto con loro a spiegare il tuo lavoro?”

Sheldon sbuffa e siede sullo sgabello accanto al suo. “Virgin Cuba Libre con Cola light, grazie.” Chiede al barista che sta finendo di preparare l’altro drink prima di risponderle. “Ho provato, ho tentato davvero. Ma guarda l’espressione di quei ricconi senza conoscenza: è così vuoto.”

L’atteggiamento di pieno rammarico sul suo viso fanno ridere Amalie, che deve portare la mano alle labbra per non sembrare troppo sfacciata “…scusa…”

“Ah non devi scusarti con me, ma con loro piuttosto. Del resto è della loro intrinseca ignoranza che stai ridendo.” Mentre lo dice, il fisico distende anche le sue labbra in un sorriso divertito.

“Ecco due bei verginelli per voi.” Il barista passa loro i due cocktail ordinati e strizza l’occhio, ammiccante, prima di tornare al suo lavoro.

“Onestamente fatico proprio a capire cosa la gente trovi di così divertente nelle battute a sfondo sessuale.”

“Secondo me, è pura frustrazione.” Considera la ragazza sorseggiando la sua Colada.

“Mh, probabile.” Sheldon annuisce. “Da dove ti sei trasferita?”

“Come?”

“Ieri, quando ti sei prepotentemente seduta al mio tavolo a mensa, hai detto che eri atterrata da poche ore. Quindi, da dove venivi?”

“Giusto.” Un altro sorso le fa assaporare meglio il latte di cocco. “New York.”

“Cosa? Davvero sei stata in quella città abbandonata da Dio e dalla civiltà?” Il fisico sembra sconvolto e la cosa la fa di nuovo ridere.

“Non esagerare dai! Io ci ho vissuto per più di sei anni e non è poi così terribile.”

“Ah no, certo. Se si escludono le rapine, i tassi di omicidi\suicidi, i senzatetto per le strade, lo smog e gli attentati…è un bel posto in cui vivere.” Tre veloci aspirazioni d’aria esprimono l’ilarità di Sheldon. “Era sarcasmo.”

“Sì, avevo intuito.” Amalie sorride poggiando la guancia sul palmo della mano e puntellando il gomito sul balcone. “Immagino ti abbiano detto spesso che sei una persona molto particolare.”

“In effetti capita, anche se in genere la gente non usa quel termine ma per lo più preferisce l’aggettivo strambo. La mia nonnina, invece, mi ha sempre detto di ricordarmi che sono speciale.” Il ragazzo beve un sorso di Coca dalla cannuccia, poi precisa. “Però non sono pazzo. La mamma mi ha fatto visitare da bambino e i medici lo hanno assolutamente escluso.”

“No, non sei pazzo, o almeno non lo sembri. E io preferisco decisamente particolare.”

Il fisico annuisce con un cenno secco del capo e beve un altro sorso dalla cannuccia. “Come mai sei venuta via da New York, se ti piaceva tanto viverci?”

Un attimo di incertezza precede un mezzo sbuffo della ragazza. “Avevo bisogno di…tagliare i ponti. Sai…cambiare vita e tornare un po’ a stare vicino ai miei.” Lo sguardo sfugge a quello di lui mentre cerca nella sua testa un modo per evitare di rispondere alla domanda successiva, che in genere in quel tipo di conversazioni riguarda l’approfondimento del motivo di quella necessità di allontanarsi dalla propria vita.

“Se hai vissuto ben sei anni in quella città, devi aver frequentato lì anche l’università. Perché tu hai frequentato l’università, giusto? Dubito che la figlia di un rettore abbia potuto interrompere gli studi così semplicemente.”

Amalie sta per dare una risposta evasiva ad una domanda completamente diversa da quella che sente. E infatti si ferma e torna a guardarlo un po’ incerta.

“Sì, in effetti sì…anche se ho avuto comunque il mio bel da fare anche per scegliere il corso di studi che più preferivo.”

“Non stento a crederlo.” Sheldon sorride comprensivo. “Quindi è da escludere che tu abbia frequentato il Politecnico, immagino.”

La ragazza trattiene il respiro osservandolo incredula prima di puntargli contro l’indice. “Tu…mi stai interrogando per capire qual è il lavoro che sto per iniziare!”

“Ovviamente. Per quale altro motivo avrei avuto la necessità di farti domande sui tuoi corsi di studi altrimenti?”

“Per conoscermi meglio, per esempio! O per fare semplicemente conversazione. Tu, tu…tu sei un…un…doppiogiochista del cavolo!”

“Perdonami, ma sei tu che hai iniziato questo ‘gioco’ e adesso mi accusi di essere un opportunista solo perché ti faccio delle domande?”

“Ok, hai ragione.” Amalie prende un profondo respiro e gli occhi castani diventano due fessure colme di vendetta. “Allora vediamo: avevi dieci domande in tutto e me ne hai rivolte già almeno sei.”

“Cinque.”

“Sei.”

“Cinque: ti ho chiesto se il tuo lavoro presuppone contatti con le persone, da dove ti eri trasferita, perché hai lasciato New York, se hai frequentato l’università, se hai frequentato il Politecnico.” Sheldon alza le dita di una mano procedendo nell’elenco. “Tra l’altro, a questa ultima domanda non hai ancora risposto.”

“Sei: mi hai anche chiesto se DAVVERO ero vissuta in quella, aspetta come l’hai chiamata…ah sì, città abbandonata da Dio.”

“Oh ma andiamo! Quella non era una vera domanda, era più una considerazione.”

“L’hai posta come domanda, quindi vale come domanda. Siamo a sei.” Amalie finisce decisa il suo drink e si alza dallo sgabello. “Comunque no: niente Politecnico.”

“Legge?”

“No.”

“Medicina allora.”

“No.”

“Non mi dirai che il rettore Siebert ti ha permesso di studiare quelle materie inutili come il teatro o il cinema o…”

“Davvero il teatro e il cinema sono inutili per te?” Lei lo squadra perplessa, soprattutto perché il fisico sembra quasi inorridito alla sola idea di frequentare quei corsi.

“Inutili, nel senso che non si dovrebbe perdere ANNI a studiarli. E poi non sono materie che fanno vincere il Nobel.”

Amalie incrocia le braccia sotto il seno, osservandolo per qualche secondo prima di rispondere. “No, non ho frequentato la Tisch School of the Arts.”

Detto questo la ragazza recupera la pochette poggiata sul bancone e dà le spalle a Sheldon, che ha comunque tirato un enorme sospiro di sollievo, muovendo un paio di passi.

“Aspetta. Dove stai andando?”

Lei si ferma e si volta con un sorriso a metà tra il divertito e il vittorioso. “Al bagno delle signore a rinfrescarmi un po’ il trucco. E questa era la tua decima domanda, caro.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aloha!
Pant pant…eccoci arrivati alla fine del terzo capitolo!
Finalmente abbiamo partecipato al ‘famoso’ ricevimento del rettore e abbiamo conosciuto qualcosa di più di Amalie attraverso le domande propinatele dal dottor Cooper.
Allora: indovinato il lavoro della giovane Siebert? :)

Una precisazione necessaria riguarda Glenn Cooper: non ho mai letto neanche uno dei suoi romanzi, ma il commento che Sheldon ha fatto del suo libro (nonché gli accenni autobiografici) sono assolutamente seri e forniti dalla nostra cara rete, compreso il riferimento al manga! (che infatti dovrò leggere assolutamente prima o poi)
L’idea della confusione tra i cognomi dei due, Sheldon e Glenn, è nata chiacchierando a suon di colpi sulla tastiera con una cara amica che, sono sicura, appena ha letto il riferimento è caduta a terra dalle risate :D *saluta Cri con la manina*

Tengo inoltre a puntualizzare che le informazioni sui corsi di studi possibili presso la New York University sono piuttosto precisi e che, per la signora Lilian Bettersmall, ho preso spunto da un personaggio reale, proprietaria di una nota multinazionale della cosmesi. ;)

Ringrazio il lettore silente, chi ha inserito la storia tra le seguite\ricordate\preferite e chi ha lasciato qualche rigo di commento per farmi sapere la sua opinione, il che fa molto piacere all’ego quando le bandierine sono verdi, ma fa piacere in generale perché significa che si sta scrivendo qualcosa per cui altre persone perdono un po’ del loro tempo non solo a leggere ma anche a scrivere come la pensano.

A questo punto spero solo di avervi strappato qualche sorriso e che il ‘caro’ e ‘sensibilissimo’ Sheldon vi sia piaciuto! Buon week end e alla prossima con il capitolo che si intitolerà Seconda legge di Wyszkowski,
B.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Big Bang Theory / Vai alla pagina dell'autore: firewalkwithme_2_53