Capitolo 1: L’inizio
-Clara? Dove hai la testa oggi? Sei su questa terra?
Ecco, è la terza volta che mi distraggo oggi, e non è assolutamente da me. Sono qua, a fare la mia lezione di equitazione, con l’istruttore, Rudy, che non fa altro che dirmi di svegliarmi. Ma a che cavolo sto pensando? Mah.
È una giornata strana: di solito sono tranquilla a lezione, ma oggi… mi sento osservata. Lo so che c’è la nonna di Diletta, la mia “compagna di cavallo”, ed una mamma, ma non mi sono mai fatta tanti problemi. Sarò paranoica, bo.
Finita la lezione, porto la cavalla a mangiare un po’ d’erba. È praticamente buio, anche se sono le 17 e poco più, l’aria è fresca ma sto bene anche senza giacca. I colori sfocati mi incantano: sono così indefiniti ma affascinanti.
Mi guardo le mani: anche se la pelle non è mai tanto scura sembra di gesso, e lo smalto rosso è diventato quasi nero. All’improvviso sento un movimento dietro di me. Mi giro subito, ma non c’è nessuno.
-Didi, sei te?-. Ma no, non può essere lei, è andata via 2 minuti fa e sono rimasta praticamente da sola, visto che l’istruttore e la moglie stanno sistemando i ponies.
Mi investe un’ondata di aria fredda, più fredda dell’aria pomeridiana, uno spostamento, come quando le macchine ti passano troppo vicine.
Mi arriva una zaffata di odore buonissimo: sembra l’odore che si sente in una cucina dove si sta preparando il pranzo di Natale, l’odore ti fa venire l’acquolina in bocca, ma non c’è una fragranza prevalente, le varie pietanze e i dolci si mischiano.
“Da quando Anna è diventata una cuoca così brava? Ma no, ora che sento meglio non mi sembra odore di cibo. Eh già, magari è solo che ho fame, meglio tornare a casa prima che mamma mi strozzi perché sono tornata di buio”.
Saluto tutti e me ne vado, ma continuo a sentire la strana sensazione di essere osservata, anche durante la strada in motorino.
Al computer controllo se qualcuno mi ha cercata. Mi fermo a rispondere, ma mi giro subito ad abbassare la serranda. È strano per me, di solito rimane alzata fino alle 21, tanto ci sono le tende.
Durante la cena mi incavolo: possibile che tre esseri umani oltre a me possano fare tanta confusione??? Mamma si sente parlare al telefono da camera mia, decisamente distante dalla cucina, babbo parla al telefono a tavola, Giacomo, mio fratello, ascolta il suo i-Pod e fa pure i versi, la televisione a volume alto ed il gatto che miagola per entrare in casa! Basta, meglio uscire di qua!
In terrazza mi sento meglio. Sento però lo stesso odore che avevo sentito nel prato, misto a quello del camino acceso dei vicini al piano di sopra e dei vari odori portati dal vento freddo. Il lampione più vicino è fulminato: strano, non si spegne mai. È troppo buio.
Un movimento accanto alla siepe attira la mia attenzione: sarà un gatto che gioca con la terra. Rimango affacciata alla ringhiera, a vedere il cielo così limpido che le stelle sembrano pulsare.
Una volta dentro casa mi scordo di quello che era successo durante la giornata, ma la notte doveva ancora passare…
Passo ai ringraziamenti:
ringrazio in anticipo chiunque commenterà o anche solamente leggerà questa ff
e soprattutto ringrazio tantissimo Balenotta, per assistermi in queste faccende ihih!
Baci!!!