Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Segui la storia  |       
Autore: Kiri94    23/05/2015    1 recensioni
Questa è una raccolta di tutti i capitoli speciali basati sulla fanfiction "Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini": ogni capitolo speciale, sia essa una Missing Moment della serie principale di Katekyo Hitman Reborn! o un episodio speciale della Fanfiction stessa, verranno tutti raccolti qui. Buona lettura!
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cliccate per vedere altre immagini riguardo questa Fanfic!


Capitolo speciale ambientato immediatamente dopo la "Zero Arc" ma prima dell'Arc successiva. Se ne sconsiglia la lettura talora non si avesse ancora letto tale Arc.
Per ulteriori informazioni, contattatemi via MP.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


La notte era discesa ormai da ore su Namimori, e tutte le luci della città erano ormai spente, contornate da un'innaturale silenzio: la luce della luna illuminava pigramente un particolare ed elegante edificio in vetro, dall'aspetto moderno eppure non troppo grande.
Ultimata solo qualche giorno prima, la base della neonata Famiglia Kokuyo era già stata abitata dai rispettivi membri, ognuno con il proprio appartamentino personale dotato di tutti i comfort e strutturato per soddisfare al meglio le esigenze del membro che lo abitava: da ognuno di essi, si potevano solo udire respiri regolari, segno che tutti i membri stavano dormendo... eppure, non era proprio così.
Kurai, sebbene sdraiato nel letto sotto le coperte, fissava con occhi sgranati da gufo insonne il soffitto, come se fosse la cosa più irresistibile ed interessante sulla faccia del creato.
Dopo alcuni minuti di totale immobilità, rotolò da un lato per guardare la sveglia: le 4 del mattino – Cazzo... cazzo... cazzo... non devo pensarci. Non devo pensare che ha accettato, eppure...! Ero così felice fino a qualche ora fa, ma non riesco a dormire: so già che manderò tutto a puttane in qualche modo, magari collasserò con la faccia nel gelato, o peggio, mi addormenterò mentre parla! AAARGH!! – mormorò disperato, mettendosi la testa fra le mani – Dopo tutta la fatica che ho fatto per chiederglielo...! E lei ha pure accettato... e dovrei mandare tutto a monte così!? No, non ci sto! Ora mi alzo, bevo un bicchiere d'acqua e torno a dormire. Ecco, sì, così va bene! – si disse, alzandosi di scatto e dirigendosi come un robot meccanico verso il frigorifero, afferrando la bottiglia (ormai quasi vuota) e versandosi un generoso bicchiere d'acqua, che bevve avido prima di sorridere schioccando le labbra – Bene, e ora... a nanna! – esclamò allegro, tuffandosi nuovamente sotto le lenzuola, tornando a fissare sorridente il soffitto dopo qualche minuto.
Era la decima volta che ripeteva tale azione.
Il motivo del suo nervosismo era da attribuirsi ad un avvenimento risalente a qualche ora prima: Kurai si era diretto nella mensa comune per fare merenda, e si era ritrovato nella stessa stanza con Kumo e Yuniko, che stavano ridendo e scherzando.
Al suo arrivo, Kumo aveva incrociato il suo sguardo, ed entrambi erano avvampati per poi girarsi a guardare dall'altra parte.
Yuniko aveva osservato curiosamente la scena, per poi sorridere maliziosa: poi, improvvisamente si era alzata dicendo – Kumo-chan, mi sono appena ricordata che devo... ehm... andare a fare shopping con Marsh. Mi spiace abbandonarti ma tanto... – ammiccando verso Kurai, che vagava per la cucina alla disperata ricerca di qualcosa di commestibile – … hai buona compagnia – trattenendo a fatica le risate alla reazione imbarazzatissima dell'amica, che iniziò ad arrossire in modo esponenziale balbettando negazioni ed insulti a caso: ignorando la disperata tacita richiesta di non abbandonarla da sola con lui (il solo ricordo del bacio bastava a farle desiderare di evaporare definitivamente) Yuniko le fece l'occhiolino e le sussurrò un – Dacci dentro, bellezza – prima di dirigersi verso l'uscita, abbandonandosi ad una silenziosa risata non appena ebbe voltato l'angolo e tornando indietro quatta quatta per spiare come si evolvevano le cose.
Maledicendola sottovoce con parole irripetibili, Kumo si sentì improvvisamente come congelata: lentamente, come un macchinario arrugginito, si voltò a guardarlo, appena in tempo per vederlo esultare nel trovare un budino al cioccolato... che poco dopo si scoprì essere scaduto.
– … MA DAI! – disse incredulo, scuotendo piano la testa con disappunto, prima di voltarsi verso la ragazza - Kumo-chan, per caso sai a chi toccava fare rifornimenti? Perché se questo è davvero tutto ciò che ci rimane prevedo una cena molto triste e decisamente poco salutare... – alzando confuso un sopracciglio vedendo che lei stava fissando un quadro rappresentante della natura morta appeso sul muro di fianco a lei, rispondendo senza guardarlo negli occhi – Non saprei, se non sbaglio toccava a... – improvvisamente una vena sulla tempia prese a pulsarle – … Lily-chan. La lista diceva chiaramente che la spesa del Mercoledì spetta a lei. – disse con aria decisamente irritata.
Da dietro la porta, Yuniko impallidì, ricordandosi improvvisamente che Kumo aveva ragione – Oh, cavolo... è vero, toccava a me! Come ho fatto a dimenticarmene? – sussurrò a sé stessa, liquidando però il tutto alzando le spalle: ormai il danno era fatto.
Kurai scosse piano la testa – Pazienza... vorrà dire che ci andrò dopo io con Kuro. Hai qualche richiesta particolare? – domandò, afferrando carta e penna per preparare la lista della spesa.
Kumo parve pensarci su un attimo, poi rispose, senza guardarlo – Mmm... se possibile, gradirei un gelato alla vaniglia – sforzandosi di mantenere un tono naturale nonostante lo slideshow mentale mostrasse in loop la scena del bacio avvenuto qualche mese prima.
Yuniko sbuffò contrariata – Eddai... tira fuori le palle, Kurai-san! E' la tua occasione, vi ho lasciati soli apposta: perfino un procione in ceramica capirebbe che vi piacete, quindi fatti avanti e invitala almeno ad uscire! – mormorò ad incitamento.
Kurai fece per annotare la richiesta, ma qualcosa in lui scattò: come se la sua mente avesse recepito per via subliminale il suggerimento di Yuniko, lasciò cadere la penna e disse ad alta voce – S-senti, Kumo-chan! Invece di... ecco... comprare il gelato confezionato che... ehm... fa male e fa ingrassare, come dire... che ne dici se... beh, io e te... andassimo a comprarlo alla gelateria in centro... ora? O domani, come preferisci! – imbarazzato come non mai, alzando subito lo sguardo al soffitto con espressione beota, affrettandosi ad aggiungere – M-ma se non ti va fa niente eh, l'ho buttata lì tanto per, ahahahahah! Ahahah! Ah... – maledicendosi mentalmente per la probabile figuraccia, mentre Yuniko si portava le mani alla bocca con gli occhi luccicanti:
Kumo non si voltò né ebbe reazioni particolari: il suo tono era perfettamente tranquillo (e forse anche scocciato) quando rispose – Ma non mi va di mangiarlo ora, il gelato – mutando immediatamente il sorriso imbarazzatissimo di Kurai in un'espressione di sconforto e delusione – Oh... ca-capisco. Allora... niente, ciao, vado a prepararmi per fare la spesa! – dirigendosi in fretta verso l'uscita: aveva appena fatto due passi quando la voce di Kumo lo raggiunse – Aspetta, brutto idiota! Ho... ho detto che non mi va ora, ma domani... perché no? – disse in tono leggermente addolcito rispetto al solito.
Kurai si fermò di colpo sul posto, sgranando incredulo gli occhi: un vero appuntamento con Kumo?!
– S-si, va benissimo! Facciamo alle 16? – domandò, improvvisamente euforico, voltandosi verso di lei e rimanendo un po' stupito del fatto che lei fosse ancora a guardare fissa il quadro, e che non si spostò minimamente nemmeno quando rispose – Ok, va benissimo. Non ritardare o ti ammazzo – con la sua innata e tagliente dolcezza mascherata da irritabilità.
Kurai annuì, sorridendo – Promesso! Allora vado, a dopo! – correndo fuori dalla cucina, così giulivo che manco si accorse di Yuniko rannicchiata dietro la porta, che esultava silenziosamente soffocando una risata mentre pensava che erano adorabili nel loro imbarazzo.
Kumo non distolse lo sguardo nemmeno quando Kurai uscì dalla cucina, ma un largo sorriso le illuminò il viso, rosso come mai prima d'ora.
*
Kurai dormiva profondamente, nonostante l'intensa luce inondasse la stanza, rotolandosi nel letto senza sosta.
Era ormai ridotto ad un involtino di lenzuola quando, come prevedibile, cadde fragorosamente per terra, svegliandosi di soprassalto esclamando frasi irripetibili.
– Ahi... maledizione, che male... uh? – l'occhio gli cadde sul display della sveglia – UH!? – ripeté, afferrandola e guardando incredulo l'orario: le 15 e 50. La sveglia era spenta.
– NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! – urlò disperato, mentre Mirai si rotolava sulla moquette della stanza attigua mormorando un – Aaaah, il dolce sapore della vendetta! – fra una risata e l'altra.
Fu così che Kurai si preparò in fretta e furia, riuscendo per grazia divina a rendersi ben più che presentabile, e si lanciò fuori dalla finestra, saltando dal 3° piano e atterrando solo lui sa come indenne davanti all'ingresso, il luogo prestabilito per l'appuntamento, nello stesso istante in cui la lancetta dell'orologio passava a segnare le 16 in punto.
Kumo sussultò appena, sentendo un tonfo pesante alle sue spalle, quindi si girò di scatto appena in tempo per vedere Kurai rialzarsi e mormorare con aria vagamente divertita – Sono in ritardo? – sforzandosi di sorridere nonostante l'imbarazzo... sorriso che subito divenne un'espressione meravigliata alla vista della ragazza: Kumo indossava una maglia blu, dalle maniche di un colore più chiaro e tendente all'azzurro: sotto, invece, indossava una minigonna bianca e dei pantacollant blu scuro, contornato infine da un paio di stivali bianchi con decorazioni azzurre.
Come se davanti a sé avesse un angelo, la squadrò più volte dalla testa ai piedi, notando anche, con sua grandissima sorpresa, che si era pure leggermente truccata, e le labbra risaltavano rosee, mostrando un'evidente ma ben dosato uso del lucidalabbra, senza contare i capelli a simil caschetto in perfetto ordine e ornati da una molletta per capelli viola chiaro, che risaltava in contrasto con il nero circostante: era più attraente che mai.
Kurai avvertì il cuore accelerare, mentre una strana ma piacevole sensazione allo stomaco avvertiva il suo corpo che ormai non c'era più alcun dubbio su cosa provasse per lei.

Kumo, sentendosi osservata, arrossì leggermente alle guance esclamando un – ... S-si può sapere cosa stai guardando?! Ho solo messo la prima cosa che ho trovato! Dai, muoviamoci, ho proprio voglia di gelato! – voltandosi subito di scatto ed iniziando a camminare, seguita a ruota da Kurai, mentre con la coda dell'occhio lo osservava senza farsi notare, rimanendo piacevolmente sorpresa da quanto risultasse carino semplicemente indossando dei jeans attillati e una camicia a quadri a maniche corte, mezza aperta e che mostrava i suoi pettorali scolpiti nonostante la giovane età.
I capelli, poi: sistemati in quel modo, gli davano un'aria molto più adulta e matura, cosa che la faceva letteralmente impazzire... anche se la ferita alla guancia infertagli da Zero aveva lasciato una piccola cicatrice, che lui rifiutava sempre di nascondere, definendola un "dono dal più forte avversario che io abbia mai affrontato".
Scuotendo la testa impercettibilmente per riprendersi, tornò a guardare davanti, domandando – Hai già deciso che gusto prendere, Kurai-kun? – per rompere il ghiaccio.
Come cadendo dalle nuvole, Kurai si affrettò a rispondere – A-ah! Penso dei gusti frutta, ne vado matto! Ma non saprei esattamente quale, ci penserò quando arriveremo in gelateria. E tu? Vuoi davvero solo la vaniglia? -- domandò a sua volta, lieto di avere una conversazione, seppur banale, molto confidenziale – Mmm... no, penso prenderò anche la fragola, se c'è. E' un abbinamento molto standard, ma ne vado matta! – rispose subito, in tono sempre più sciolto via via che parlavano: si stava lentamente sbloccando.
Finirono quindi con il ridere e scherzare, parlando del più e del meno, mentre Kumo evitava accuratamente il suo sguardo per non imbarazzarsi, limitandosi ad occhiate fugaci quando lui era distratto, finché non arrivarono all'agognata gelateria, dove Kurai pagò galantemente anche per lei, ignorando le sue proteste, per poi dirigersi verso l'altopiano del parco comunale, dove si vedeva tutta Namimori: quando finalmente arrivarono a destinazione, il sole stava tramontando.
Kurai se ne stupì – Hey, è già il tramonto?! -- urlò con tono sorpreso, mentre Kumo finiva anche lei il gelato prima di mormorare – E te ne accorgi solo ora? E' così già da minimo mezz'ora ormai... – in risposta.
Kurai scoppiò a ridere, cosa che la fece sentire presa in giro -- H-hey, cos'hai da ridere?! – urlò, guardandolo male, ma lui le fece cenno con la mano di stare tranquilla, quindi la guardò negli occhi rivolgendole un grande sorriso -- No, niente... è che... il tempo con te vola più veloce del previsto... ed è un peccato -- disse, con una punta amara alla fine della frase, che spinse Kumo a domandare -- E perché sarebbe un peccato? – fornendo l'occasione a Kurai di rispondere, spinto dall'atmosfera del momento – Perché vorrei passare con te il più tempo possibile – causando un immediato rossore nelle guance di Kumo e sul volto dello stesso Kurai non appena se ne rese conto – C-cioè... ecco... intendevo dire che... – iniziò a balbettare, ma Kumo gli fece cenno di tacere – Puoi... puoi ripetere, scusa? Penso di aver capito male... – mormorò incredula, con voce incredibilmente dolce rispetto al suo solito.
Kurai strinse i pugni, maledicendosi: ormai il danno era fatto, aveva esagerato facendo una figuraccia... tanto valeva andare fino in fondo.
Lentamente, con espressione seria e risoluta, si avvicinò a lei, ignorando il cuore che sembrava sul punto di esplodere – Kumo-chan... la verità è che... non riesco a toglierti gli occhi di dosso, oggi, e tutto intorno sembra svanire – disse, pentendosene subito dopo, iniziando già ad immaginarsi le botte che molto probabilmente avrebbe preso dalla ragazza, ma ormai non poteva più tornare indietro.
Eppure, Kumo reagì in modo inaspettato: diventando rossa come mai in vita sua, si voltò di scatto urlando – D-deficiente! Ti diverti a prendermi in giro, eh?! Ti piace vedermi in imbarazzo ?! – mentre sentiva il cuore accelerarle esponenzialmente: improvvisamente ebbe paura che la stesse solo prendendo in giro – Senti... io vado. Ci vediamo dopo. Grazie per il gelato! – disse, cercando di correre via, ma la mano di Kurai fu più rapida e afferrò in tempo la sua – Aspetta! – esclamò in modo serio, facendo immediatamente arrestare la ragazza, che si voltò di scatto a guardarlo – Cosa cazzo vuoi ancora?! – urlò furiosa, ma si calmò subito non appena vide lo sguardo serio di Kurai – Aspetta... ti prego – disse di nuovo, deglutendo per cercare, invano, di tranquillizzarsi – Kumo-chan... io... – mormorò, avvicinandosi piano, il cuore sul punto di esplodere.
Kumo, le cui gambe iniziavano a cederle dall'ansia, mormorò un – Lasciami... andare... idiota... – mentre spontaneamente avvicinava il volto a quello di Kurai, finché arrivati a metà strada chiusero gli occhi, avvicinandosi sempre più, le labbra che si sfioravano...
– KURO, TU, MALEDETTO IDIOTA PERVERSO! – echeggiò la voce tuonante di un'adirata Yukiko per tutto il parco, facendo sussultare dallo spavento i due ragazzi che, ritrovando improvvisamente la lucidità, si resero conto di essere quasi sul punto di baciarsi e si girarono di scatto, nel più totale imbarazzo, desiderando di sprofondare, mentre Kuro scappava terrorizzato urlando – N-non è come pensi, Yukiko-nyaaaaannn! T-ti stavo solo indicando Kurai e Kumo, non volevo...! – schivando per miracolo il pugno della furiosa ragazza – TU, MALEDETTO! NON DIRE CAZZATE, HAI SOLLEVATO APPOSTA LA GONNA DI QUELLA RAGAZZA, VERO!? SE TI PRENDO TI AMMAZZO! TI RIDUCO TALMENTE MALE CHE GLI ANIMALISTI S'INDIGNERANNO! – e mollò un calcio, schivato agilmente dal ragazzo disperato mentre correva, tentando invano di giustificarsi.
I due li guardarono allontanarsi, troppo occupati a morire lentamente dalla vergogna per ridere della scenetta quasi da film comico.
Rimasero immobili così qualche minuto, finché Kurai non si fu calmato abbastanza da poter dire – Beh... è tardi. Andiamo a casa? – evitando accuratamente anche solo di accennare a quanto stava succedendo solo pochi minuti prima: Kumo, dopo qualche istante di silenzio, annuì piano, avviandosi dandogli le spalle.
I due camminarono quindi fianco a fianco in silenzio, guardando in direzioni opposte, delusi e imbarazzati allo stesso tempo, mentre la notte discendeva e il sole lasciava spazio alla luna e alle stelle.
Erano ormai ad una decina di minuti di strada dalla base quando improvvisamente Kumo mormorò – Fa... fa freddo, non pensi anche tu? Mi si stanno congelando le mani... – lasciando dondolare inerme la mano sinistra fino ad urtare leggermente quella destra di Kurai, il quale arrossì e immediatamente rispose – ...già... – mentre senza aggiungere altro afferrava la sua mano e le loro dita s'intrecciavano, e un tenue quanto misterioso calore riscaldava il loro petto.
Da quel giorno, Kumo riuscì finalmente ad essere sé stessa anche con Kurai.

 

 

FINE

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: Kiri94