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Autore: Edward_Son 2    23/05/2015    2 recensioni
Un ipotetico confronto tra Remus Lupin e Fenrir Greyback. Dopo la seconda guerra magica. Prima che la punizione eterna abbia inizio.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fenrir Greyback, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il Cacciatore cacciato
 
Il fragore della battaglia in corso ti riempie i sensi, stordendoti quasi, a causa dei tuoi sensi sviluppati oltre l’umano.
Ti muovi con andatura veloce ma stai iniziando a risentire delle ferite subite nel corso della stessa quando ti trovi sbarrata la strada da due ragazzi. Uno dai capelli rossi e l’altro moro.


Sai chi sono.
“Stupeficium!” senti dire da uno di loro, ora non sai dire con certezza chi ha pronunciato l’incantesimo, riesci a schivarlo ma non quello seguente, che fa cadere uno dei lampadari dritto su di te.
Non sei riuscito ad evitarlo, ormai troppo stanco.
Il colpo è stato tremendo.
E, in pochi secondi, ti sei ritrovato a terra. Li hai visti guardarti e non fare nulla per soccorrerti, ovvio stavi morendo, e poi chi avrebbe salvato una bestia, non per la tua condizione di Lupo Mannaro, come te?
Un “uomo”, che si è macchiato di tremendi crimini tra cui marchiare a vita un bambino che non aveva colpe?
Ti spegni cosi Fenrir, ucciso da due ragazzi appena maggiorenni. Chiudi gli occhi e tutto tace,
Non hai idea di quanto tempo sia passato dalla tua morte, se qualche ora, giorno o settimana. Sai per certo di non essere in paradiso, tu non lo meriti e nemmeno vorresti essere li.
A svegliarti è la sensazione dell’erba sotto di te. Umida e fresca, come potrebbe esserlo una foresta di prima mattina.
Ti è sempre piaciuto quell’ambiente, dove finalmente potevi essere te stesso. Libero dalle convenzioni sociali, libero di esprimere il lupo in te, libero di uccidere.
Cerchi di alzarti ma riesci a malapena a metterti in ginocchio. Ora che osservi bene il paesaggio circostante capisci di trovarti in una foresta, che non sai essere sconfinata. Sembra davvero tutto normale.
Provi a muoverti ma qualcosa ti impedisce di alzarti. Ai tuoi polsi vi sono robuste catene che ti inchiodano al suolo. Non c’è nessuno nei paraggi, almeno credi, e ti accorgi che nemmeno i tuoi sensi avvertono qualcosa, ormai non più sovrannaturali constati con rabbia.


“Dove sono finito?” ti chiedi. Quello sarebbe l’inferno?
Ghigni, almeno avresti passato l’eternità in un posto piacevole. In un posto che sembra tanto ricordarti le foreste in cui hai vissuto per tanto tempo, che sono state la tua culla.
Ma ti sbagli di grosso. Senti come dei bisbigli, parole dette sottovoce, e ti volti. Vuoi capire chi sta parlando, chi c’è nelle vicinanze, ma non scorgi nessuno.
Il tono sembra farsi più alto, come il vento che inizia ad alzarsi, e a te sembra di riconoscere quelle voci ma pensi sia solo un impressione.
“Chi và la? Mostrati se hai coraggio!” inveisci, la rabbia che monta dentro di te.
Non ti piace non capire le cose, ti ha dato sempre una sgradevole sensazione e vuoi capire che sta succedendo.
Poi davanti a te, si materializza qualcuno, una forma evenescente all’inizio ma che pian piano acquisisce contorni familiari.
Remus J. Lupin.
“Ah…anche tu sei giunto qui eh? Dovevo aspettarmelo!” dici soddisfatto.
Lo sguardo che l’altro gli rivolge, ti innervosisce. E’ pietà? Compassione? Sentimenti che però a te sono completamente estranei.
“Fenrir.” Dice l’altro, con tono neutro.
“A quanto pare, divideremo l’eternità…sarà divertente!” affermi con tono sadico.
“No. Io sono qui per parlarti. Un ultimo confronto.” Dice e il tono è serio.
“Un ultimo confronto? Che cosa vuoi Lupin?”
“Non mi iinteressa sapere il perché mi hai marchiato, ora non ha più importanza, vorrei solo farti riflettere, prendere coscienza di ciò che hai fatto.”
L’altro strattona le catene, vuoi liberarti, sfogarti, quella situazione ti piace sempre meno.
“Vuoi per caso redimermi?” latri.
“No…evidentemente non riesco a farmi capire” risponde con tono triste.
Un tono che non ti piace.
“Parla chiaro Lupin!” strattoni ancore le catene ma queste  sembrano diventare più resistenti e pesanti. Ad innervosirti inoltre sono quelle voci, che ancora persistono e che non ti danno requie.
“C’è una possibilità di poter rendere la tua …punizione più lieve.”
“Ah…non mi interessa. Posso resistere a tutto io!” Affermi con tracotanza.
“Non sei più un Lupo Mannaro, Come non lo sono io.” Afferma Remus.
“E allora? Cosa ci sarà di così terribile in questa foresta?”
“Ciò di cui hai più paura.”
Fenrir ride.
“Idiota, non ho paura di nulla io. Hai dimenticato chi sono?”
“No non l’ho dimenticato. Una persona che mi ha rovinato la vita ma…non riuscendoci appieno” ammette con soddisfazione.
“Sei stato un reietto a vita, io ti ho fatto un dono e non hai saputo accettarlo. Come fai a dire che la tua esistenza è stata migliore della mia?” quasi urli queste parole
“Io ho vissuto il più possibile da umano…e sono stato tanto fortunato da trovare persone che mi hanno voluto bene, mi sono state accanto. Tu puoi dire la stessa cosa?”
“Tutte stupidaggini! Sei solo un rammolito, Lupin!”
Remus scuote la testa.
Le voci intanto sembrano farsi più forti e ti sembrano davvero le urla, gli strepiti di coloro che sono finiti sotto le tue zanne.
“Un rammollito solo perché non ho scelto una vita di sangue e crudeltà come la tua? No sono stato abbastanza forte da andare contro di te, contro il Lupo stesso.”
Ringhi per la rabbia. Vorresti scattare, attaccarlo.
“Avresti avuto gloria con me! Tutti ti avrebbero rispettato e invece…”
“…e invece mi hanno rispettato proprio perché sono stato solo me stesso. Un padre, un marito, un professore. Solo un essere umano.”
Fenrir ride ancora. Non ti capaciti delle sue parole, che alle tue orecchie sono solo un delirio.
“Sai cosa succede in questo Limbo? Che per te ha assunto i contorni di una foresta?” Ti chiede a un certo punto.
“Cosa potrebbe mai succedere?” chiedi con arroganza. Noti nel cielo, l’astro lunare. La luna è piena ma stranamente non avverti nessuna sensazione.
“Sei stato un cacciatore, per molto tempo. Se solo avessi accettato il mio aiuto, forse la tua condanna sarebbe stata diversa. L’hai rifiutata. E ora dovrai pagarne il prezzo. Capirai la portata del dolore e della violenza che hai arrecato a chi ti ha sbarrato la strada.”
“Cosa…stai blaterando? Eh?”
“Lo scoprirai tu stesso. Mi dispiace. Addio Greyback.”  e in quel momento le catente si spezzano. Furioso ti getti sulla figura di Lupin, ma non riesci ad agguantarlo. Poco prima dell’impatto contro di lui, la sua figura, diventa sempre più trasparenti fino a scomparire del tutto.
Atterri nello stesso punto in cui prima c’era una delle tue tante vittime.
“Ritorna qui! Codardo!” urli, sei furioso, ma la cosa che ti ha mandato in bestia è stato lo sguardo che ti ha rivolto prima di sparire per sempre. Perché lo sai…non lo incontrerai mai più.
Uno sguardo carico di pena. E tu non lo sopporti. Sei tanto preso dalla tua rabbia da non esserti accorto che la luna piena sta sorgendo. Sorridi, ora almeno potrai dare sfogo ai tuoi istinti più bestiali.
Ma qualcosa non va. Non ti stai trasformando. Non muterai più.
La notte è calata e il silenzio viene spezzato dagli ululati. Lupi.
Li vedi spuntare dall’altura davanti a te, stagliarsi minacciosi contro la luna piena.
Non capisci bene cosa sta succedendo. Sembrano infatti puntarti.
Ne spuntano altri, poco lontano da te. E sono in una posizione che tu conosci molto bene. Una posizione d’attacco.
E tu sei la preda.
Corri, come mai in vita tua. Sai che se verrai acciuffato farai una fine orrenda.
Ma sei morto, ti ricordi.
I lupi, mannari, li hai riconosciuti dall’andatura, dall’odore, ti stanno alle costole e tu devi fuggire.
Non hai idea di quanti siano, ma sono tanti.
Senti il loro fiato dietro di te, e per la prima volta capisci. Capisci cosa voglia dire essere braccato.
Essere la preda, essere indifeso e non poter far niente.


“E’ la tua punizione Greyback. Di giorno tormentato dalle voci di coloro che hai massacrato senza pietà. Di notte…sarà ancora peggio. Orde di lupi ti inseguiranno, ti daranno la caccia senza pietà. Non essere arrabbiato, è questo il destino che ti sei scelto.”
Una voce ti risuona nella testa, e sembra cosi assurdamente familiare a quella di Lupin. Corri e l’aria si riempie di ululati e grida di disperazione.
 
 
Fine.
 
 
Rieccomi! Con questa Oneshot dedicata a Fenrir Greyback. Spero vi piaccia e di esser stato il più possibile IC nel tratteggiare i personaggi. Ho pensato che per uno dei peggiori Lupi Mannari mai esistiti, questa sia la punizione forse più adatta. Che ne pensate?
Spero apprezzerete e se ci saranno critiche basta che non siano offensive.
Detto questo…Alla prossima!
Ciaooo!!!
  
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