Una one-shot slash che avevo provato a scrivere...I protagonsti sono i due "classici" del genere, cioè Sirius Black e Remus Lupin. Spero che vi piaccia, e se vi va lasciate un commentino! Grazie ^.^
***
Non pensavo proprio che sarei potuto arrivare a tanto.
Io, che quando ero
un adolescente non credevo all'esistenza dell'amore... Sul mio viso stanco ora
compare un sorriso amaro, se ci penso. Ero incredibilmente cinico, e nessuno
se n'è mai accorto. Forse nemmeno tu. Forse nemmeno James. Peter sicuramente
non ci ha nemmeno mai pensato.
Per tutti ero solo quel ragazzo tranquillo e piuttosto taciturno, che chissà
per quale bizzarro scherzo del destino aveva fatto amicizia con i due studenti
più scatenati e combina guai che Hogwarts avesse mai ospitato fra le sue
possenti mura. Per tutti ero solo quel ragazzo dai capelli color sabbia, dagli
occhi chiari e dal corporatura esile, che spariva misteriosamente dalle lezioni
per qualche giorno, ogni mese, per tornare con il viso segnato dalle occhiaie
profonde e con la pelle pallida come la luna. La luna…..l'artefice della mia
trasformazione, colei che governa la parte più nascosta del mio essere. O meglio, la parte che cerco di nascondere.
Molte persone, a partire dai professori, erano convinte che fossi un debole, una
specie di schiavo tiranneggiato da James Potter e da te, le due mele marce della
situazione. Pensavano che vi assecondassi e che partecipassi a tutte le vostre
bravate solamente perché non avevo il coraggio di ribellarmi, di andarmene,
perché avevo paura.
Non mi dimenticherò mai quella volta, quando la professoressa McGrannitt mi
aveva convocato in gran segreto nel suo ufficio, per chiedermi se avessi bisogno
di una mano per liberarmi di te e di James. E non mi dimenticherò mai il
sorriso ironico che le avevo rivolto prima di alzarmi e di lasciare la stanza, e
nemmeno il suo viso, su cui si era dipinta un'espressione che era un curioso
concentrato di rassegnazione, pietà, rabbia.
Solo Silente aveva capito la verità. È sempre stato
sorprendentemente bravo a leggere nell'anima delle persone, anche negli anfratti
più nascosti che forse nemmeno le persone stesse hanno il coraggio di
esplorare. Solo Silente sapeva che facevo parte dei Malandrini perché lo
volevo. Già, lo volevo. E mi piaceva. Mi piaceva, perché sapevo perfettamente
di essere fortunato ad avere due amici come voi, e che non avrei abbandonato
tanto facilmente.
Due amici che mi avevano sempre capito, che mi avevano accettato per com'ero,
senza fare domande, senza remore o pregiudizi. Due amici che erano stati
disposti a diventare Animagi illegali pur di alleviare in qualche modo le mie
sofferenze, le sofferenze atroci che mi affliggevano ogni volta che dovevo
abbandonare quella stanza così accogliente, il nostro dormitorio nella Torre di
Grifondoro, per rifugiarmi in quella squallida stanza nella Stamberga
Strillante. Nascosto, come un evaso. Come se avessi fatto qualcosa di male,
qualcosa di cui dovermi pentire per tutta la vita.
E alla fine me n'ero convinto anch'io. Anche se sapevo benissimo che non era
colpa mia. Ma era più comodo pensare che lo fosse, per affogare nella
tristezza, e per sperare che qualcuno si accorgesse di me, che qualcuno mi
consolasse, che qualcuno mi dicesse semplicemente che io non potevo essere
l'artefice della mia stessa disgrazia.
Ero diventato cinico, perché la vita mi aveva inferto una dura lezione. Da
quando ero diventato un mannaro, appena qualcuno lo scopriva mi evitava, mi
disprezzava, mi trattava come se fossi stato un assassino, E io avevo preferito
chiudermi in me stesso, e innalzare una maschera che mi difendesse dalle
umiliazioni. Ma non avevo capito che mi sarebbe servita da schermo anche per le
emozioni stupende e sincere che l'esistenza umana può offrire.
Ma siete arrivati voi, e mi avete fatto capire. Mi avete fatto capire che non
dovevo comportarmi come una vittima. Mi avete fatto capire che dovevo reagire,
che dovevo vivere la mia vita. Quando vi ho visti per la prima volta,
trasformati in un cervo e in un cane, l'equivalente di un sorriso umano era
spuntato sul mio muso argentato da lupo. E mi ero disteso, sul pavimento
polveroso, smettendo di infliggermi ferite, e avevo chiuso gli occhi, il corpo
invaso dal calore, come liquido miele, il calore dell'amicizia che ci legava.
Ma nonostante tutto, io continuavo a rimanere convinto che l'amore non
esistesse. Poteva esistere l'amicizia, e l'avevo capito in prima persona, ma
l'amore no, l'amore era solo un'illusione, un qualcosa di effimero, come rugiada
che evapora scaldata dal sole del mattino.
Quando James e Lily si sono fidanzati, ho gioito per loro. Ma in fondo, nel
profondo del mio essere, una vocina mi sussurrava; "Remus, non durerà fra
di loro. Gli anni passeranno, la passione si consumerà inesorabilmente, e di
loro cosa resterà? Nulla, o forse una manciata incandescente di rabbia."
Mi sono dovuto ricredere. E mi sembra quasi di sentire la tua voce che mi dice
"Te l'avevo detto, Remus, ma tu non mi vuoi mai ascoltare….". Già,
non ti volevo mai dare ascolto, ma avevi quasi sempre ragione tu.
Tu……è stato anche grazie a te, anzi, solo grazie a te, che ho scoperto che
l'amore in realtà esisteva, e che poteva anche essere forte, devastante, che
poteva avere il potere di far vivere qualcuno solo in funzione della persona che
amava.
È stato quel giorno….mi sembra un'eternità, o forse lo è. Il tempo ha perso
significato per me.
Non so quando ho iniziato a capire che eri più di un amico per me, non lo
sapevi nemmeno tu. Ma non ha importanza.
Ha solo importanza quel giorno, quel momento in cui i nostri occhi si sono
guardati in un modo diverso. Quel giorno, quando mi hai confessato di amarmi.
Ricordo che mi sono sentito così felice da temere che il mio corpo si rompesse
in mille pezzi, che non fosse in grado di trattenere la mia anima che desiderava
solamente liberarsi e urlare al mondo la mia immensa gioia.
Temevo che sarei stato condannato ad essere infelice per il resto della mia
esistenza, pensavo che tu non mi avresti mai amato, che mi avresti sempre e solo
considerato uno dei tuoi migliori amici. Tu eri Sirius Black, un uomo giovane
e affascinante, che aveva successo con le donne. Come avresti potuto
innamorarti di me, poco più di un ragazzino scheletrico, e tremendamente goffo?
E invece è successo. Quando le nostre labbra si sono sfiorate per la prima
volta, ho capito che non ci saremmo lasciati mai più. Ho capito che eravamo
destinati a rimanere insieme per l'eternità.
Abbiamo condiviso tutto: momenti belli e momenti tristi, vittorie e delusioni.
Ci siamo amati senza paura, semplicemente.
Poi, ci siamo divisi. Tredici lunghi anni, in cui ho visto tutte le mie certezze
crollare come un misero castello di carte. E non capivo, non capivo come
proprio tu avessi potuto uccidere James e Lily, e come avessi potuto unirti a
Voldemort. Avevo paura di essermi sbagliato, avevo paura di essermi illuso di
aver trovato quella che chiamano "anima gemella".
E di nuovo quel cinismo che credevo ormai defunto era tornato ad invadere la mia
anima e il mio corpo, e di nuovo quella voce aveva iniziato a ripetermi senza
sosta "Hai visto Remus? L'amore non esiste. Ci illude, e poi ci
abbandona, lasciandoci soli con le nostre lacrime e le nostre ferite
sanguinanti….."
Quel soffio occupava senza tregua la mia mente, avevo persino imparato a
convivere con esso, a considerarlo quasi una parte essenziale di me stesso.
Sono quasi arrivato ad odiarti. Volevo odiarti, per non confessare che in realtà
avevo sempre davanti agli occhi il tuo viso, che in realtà desideravo ancora
sentire la tua risata, che in realtà volevo ancora accanto a me quell'uomo che
tutti consideravano un criminale della peggior specie, e che si stava consumando
lentamente e inesorabilmente in una cella buia ed umida di Azkaban.
E l'istinto continuava a dirmi che in realtà eri innocente, che non avresti mai
potuto tradire James e Lily. L'istinto, che tutti noi possediamo, e che in me,
uomo e lupo, è sempre stato come raddoppiato.
Avevo accettato l'incarico di insegnante ad Hogwarts, sperando che sarei
riuscito a togliermi il tuo ricordo dalla mente, sperando di riuscire a
chiuderlo in un angolo del mio cuore, pur non rinnegandolo, e anzi
proteggendolo, come una gemma preziosa.
Ma alla fine di quell'anno scolastico, tu sei ricomparso. Vederti, in quella
stessa squallida capanna dove avevo fatto i conti per sette anni con la mia
devastante metamorfosi, e dove continuavo a farli, è stato strano. Eri lì,
davanti a me, dopo tredici anni, eppure sembravi un altro. La vita ti era stata
portata via, ed era rimasto solo quel barlume che ti permetteva di andare
avanti. Volevi vedere Harry, volevi raccontargli la verità. Il figlio di
James…
Ti confesso che la gelosia mi aveva colpito. Tu eri tornato solo per lui, non
eri evaso per rivedere anche me…..o meglio, io ero convinto che fosse così.
Ma quando ho incontrato i tuoi occhi, che avevano conservato la loro luminosità,
ho capito che mi ero sbagliato. Non ci siamo potuti dire nulla, non siamo
rimasti soli nemmeno per un istante, non abbiamo potuto parlare di tutti gli
avvenimenti che avevano fatto sì che le nostre strade si fossero divise. Ma non
ce n'è stato bisogno. Uno sguardo vale più di mille parole…..So che è una
di quelle frasi che si ripetono in qualunque occasione, ma io ci credo sul
serio.
Ci siamo di nuovo separati, tu sei dovuto fuggire in sella a quell'Ippogrifo,
lontano da chi non ti credeva, da chi voleva sbatterti nuovamente fra quattro
mura di pietra, dove c'è posto solo per la solitudine e la disperazione.
Ma io non mi sono più sentito solo. Ti avevo donato una parte del mio cuore,
silenziosamente, e potevo sentire una parte del tuo che batteva dentro di me.
Quando sei tornato, per collaborare con l'Ordine della Fenice, finalmente ci siamo potuti
parlare, siamo stati liberi di abbracciarci di nuovo, come tanto tempo
prima. E sentivo che niente era cambiato, anche se tu eri preoccupato per
Harry, anche se dovevi rimanere rinchiuso in quella casa che odiavi senza poter
uscire, anche se un sorriso si dipingeva raramente sul tuo volto.
Ma a me non importava, non importava se rimanevi sempre in silenzio, non
importava se quando le nostre labbra si sfioravano tu sembravi lontano, mi
bastava poterti stare vicino, e tenerti la mano, offrirti il mio silenzioso
aiuto senza pretendere nulla in cambio.
Poi, una sera, mi hai detto quelle parole, e io mi sentito felice come non ero
da molto, troppo tempo.
"Ti ho sempre amato Remus" -mi avevi sussurrato- "Non
permetterò che ci separino di nuovo…"
E io ti avevo risposto che mai nulla o nessuno l'avrebbe fatto. Te l'avevo
promesso Sirius….
Ora sono qui, in questa stanza buia, solo con le mie lacrime amare. Non so
nemmeno io come sono riuscito ad entrare senza che nessuno mi fermasse. Devo
fare in fretta…io mantengo sempre le promesse Sirius.
Ti avevo promesso che nessuno ci avrebbe mai divisi, che saremmo sempre stati
insieme. Tu sei lì dietro, sei lì da qualche parte, lo so, lo sento…sei lì,
e mi aspetti. Aspetti che io mantenga la mia parola, perché tu non puoi più
venire da me.
Ho paura, lo ammetto. Ma il pensiero di ritrovarti mi conforta. Rivedrò il tuo
viso, a costo di cercarti per l'eternità.
Aspettami Sirius...
Il velo si increspò leggermente, mentre Remus Lupin lo attraversava.