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Autore: fleacartasi    20/02/2005    8 recensioni
Per tutti ero solo quel ragazzo tranquillo e piuttosto taciturno, che chissà per quale bizzarro scherzo del destino aveva fatto amicizia con i due studenti più scatenati e combina guai che Hogwarts avesse mai ospitato fra le sue possenti mura. Per tutti ero solo quel ragazzo dai capelli color sabbia, dagli occhi chiari e dal corporatura esile, che spariva misteriosamente dalle lezioni per qualche giorno, ogni mese, per tornare con il viso segnato dalle occhiaie profonde e con la pelle pallida come la luna. La luna…..l'artefice della mia trasformazione, colei che governa la parte più nascosta del mio essere. O meglio, la parte che cerco di nascondere.
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non pensavo proprio che sarei potuto arrivare a tanto

Una one-shot slash che avevo provato a scrivere...I protagonsti sono i due "classici" del genere, cioè Sirius Black e Remus Lupin. Spero che vi piaccia, e se vi va lasciate un commentino! Grazie ^.^

***

 

Non pensavo proprio che sarei potuto arrivare a tanto. Io, che quando ero un adolescente non credevo all'esistenza dell'amore... Sul mio viso stanco ora compare un sorriso amaro, se ci penso. Ero incredibilmente cinico, e nessuno se n'è mai accorto. Forse nemmeno tu. Forse nemmeno James. Peter sicuramente non ci ha nemmeno mai pensato.

Per tutti ero solo quel ragazzo tranquillo e piuttosto taciturno, che chissà per quale bizzarro scherzo del destino aveva fatto amicizia con i due studenti più scatenati e combina guai che Hogwarts avesse mai ospitato fra le sue possenti mura. Per tutti ero solo quel ragazzo dai capelli color sabbia, dagli occhi chiari e dal corporatura esile, che spariva misteriosamente dalle lezioni per qualche giorno, ogni mese, per tornare con il viso segnato dalle occhiaie profonde e con la pelle pallida come la luna. La luna…..l'artefice della mia trasformazione, colei che governa la parte più nascosta del mio essere. O meglio, la parte che cerco di nascondere.
Molte persone, a partire dai professori, erano convinte che fossi un debole, una specie di schiavo tiranneggiato da James Potter e da te, le due mele marce della situazione. Pensavano che vi assecondassi e che partecipassi a tutte le vostre bravate solamente perché non avevo il coraggio di ribellarmi, di andarmene, perché avevo paura.
Non mi dimenticherò mai quella volta, quando la professoressa McGrannitt mi aveva convocato in gran segreto nel suo ufficio, per chiedermi se avessi bisogno di una mano per liberarmi di te e di James. E non mi dimenticherò mai il sorriso ironico che le avevo rivolto prima di alzarmi e di lasciare la stanza, e nemmeno il suo viso, su cui si era dipinta un'espressione che era un curioso concentrato di rassegnazione, pietà, rabbia.
Solo Silente aveva capito la verità. È sempre stato sorprendentemente bravo a leggere nell'anima delle persone, anche negli anfratti più nascosti che forse nemmeno le persone stesse hanno il coraggio di esplorare. Solo Silente sapeva che facevo parte dei Malandrini perché lo volevo. Già, lo volevo. E mi piaceva. Mi piaceva, perché sapevo perfettamente di essere fortunato ad avere due amici come voi, e che non avrei abbandonato tanto facilmente.
Due amici che mi avevano sempre capito, che mi avevano accettato per com'ero, senza fare domande, senza remore o pregiudizi. Due amici che erano stati disposti a diventare Animagi illegali pur di alleviare in qualche modo le mie sofferenze, le sofferenze atroci che mi affliggevano ogni volta che dovevo abbandonare quella stanza così accogliente, il nostro dormitorio nella Torre di Grifondoro, per rifugiarmi in quella squallida stanza nella Stamberga Strillante. Nascosto, come un evaso. Come se avessi fatto qualcosa di male, qualcosa di cui dovermi pentire per tutta la vita.
E alla fine me n'ero convinto anch'io. Anche se sapevo benissimo che non era colpa mia. Ma era più comodo pensare che lo fosse, per affogare nella tristezza, e per sperare che qualcuno si accorgesse di me, che qualcuno mi consolasse, che qualcuno mi dicesse semplicemente che io non potevo essere l'artefice della mia stessa disgrazia.
Ero diventato cinico, perché la vita mi aveva inferto una dura lezione. Da quando ero diventato un mannaro, appena qualcuno lo scopriva mi evitava, mi disprezzava, mi trattava come se fossi stato un assassino, E io avevo preferito chiudermi in me stesso, e innalzare una maschera che mi difendesse dalle umiliazioni. Ma non avevo capito che mi sarebbe servita da schermo anche per le emozioni stupende e sincere che l'esistenza umana può offrire.
Ma siete arrivati voi, e mi avete fatto capire. Mi avete fatto capire che non dovevo comportarmi come una vittima. Mi avete fatto capire che dovevo reagire, che dovevo vivere la mia vita. Quando vi ho visti per la prima volta, trasformati in un cervo e in un cane, l'equivalente di un sorriso umano era spuntato sul mio muso argentato da lupo. E mi ero disteso, sul pavimento polveroso, smettendo di infliggermi ferite, e avevo chiuso gli occhi, il corpo invaso dal calore, come liquido miele, il calore dell'amicizia che ci legava.

Ma nonostante tutto, io continuavo a rimanere convinto che l'amore non esistesse. Poteva esistere l'amicizia, e l'avevo capito in prima persona, ma l'amore no, l'amore era solo un'illusione, un qualcosa di effimero, come rugiada che evapora scaldata dal sole del mattino.
Quando James e Lily si sono fidanzati, ho gioito per loro. Ma in fondo, nel profondo del mio essere, una vocina mi sussurrava; "Remus, non durerà fra di loro. Gli anni passeranno, la passione si consumerà inesorabilmente, e di loro cosa resterà? Nulla, o forse una manciata incandescente di rabbia."
Mi sono dovuto ricredere. E mi sembra quasi di sentire la tua voce che mi dice "Te l'avevo detto, Remus, ma tu non mi vuoi mai ascoltare….". Già, non ti volevo mai dare ascolto, ma avevi quasi sempre ragione tu.

Tu……è stato anche grazie a te, anzi, solo grazie a te, che ho scoperto che l'amore in realtà esisteva, e che poteva anche essere forte, devastante, che poteva avere il potere di far vivere qualcuno solo in funzione della persona che amava.
È stato quel giorno….mi sembra un'eternità, o forse lo è. Il tempo ha perso significato per me.
Non so quando ho iniziato a capire che eri più di un amico per me, non lo sapevi nemmeno tu. Ma non ha importanza.
Ha solo importanza quel giorno, quel momento in cui i nostri occhi si sono guardati in un modo diverso. Quel giorno, quando mi hai confessato di amarmi. Ricordo che mi sono sentito così felice da temere che il mio corpo si rompesse in mille pezzi, che non fosse in grado di trattenere la mia anima che desiderava solamente liberarsi e urlare al mondo la mia immensa gioia.
Temevo che sarei stato condannato ad essere infelice per il resto della mia esistenza, pensavo che tu non mi avresti mai amato, che mi avresti sempre e solo considerato uno dei tuoi migliori amici. Tu eri Sirius Black, un uomo giovane e affascinante, che aveva successo con le donne. Come avresti potuto innamorarti di me, poco più di un ragazzino scheletrico, e tremendamente goffo?
E invece è successo. Quando le nostre labbra si sono sfiorate per la prima volta, ho capito che non ci saremmo lasciati mai più. Ho capito che eravamo destinati a rimanere insieme per l'eternità.
Abbiamo condiviso tutto: momenti belli e momenti tristi, vittorie e delusioni. Ci siamo amati senza paura, semplicemente.

Poi, ci siamo divisi. Tredici lunghi anni, in cui ho visto tutte le mie certezze crollare come un misero castello di carte. E non capivo, non capivo come proprio tu avessi potuto uccidere James e Lily, e come avessi potuto unirti a Voldemort. Avevo paura di essermi sbagliato, avevo paura di essermi illuso di aver trovato quella che chiamano "anima gemella".
E di nuovo quel cinismo che credevo ormai defunto era tornato ad invadere la mia anima e il mio corpo, e di nuovo quella voce aveva iniziato a ripetermi senza sosta "Hai visto Remus? L'amore non esiste. Ci illude, e poi ci abbandona, lasciandoci soli con le nostre lacrime e le nostre ferite sanguinanti….."
Quel soffio occupava senza tregua la mia mente, avevo persino imparato a convivere con esso, a considerarlo quasi una parte essenziale di me stesso.
Sono quasi arrivato ad odiarti. Volevo odiarti, per non confessare che in realtà avevo sempre davanti agli occhi il tuo viso, che in realtà desideravo ancora sentire la tua risata, che in realtà volevo ancora accanto a me quell'uomo che tutti consideravano un criminale della peggior specie, e che si stava consumando lentamente e inesorabilmente in una cella buia ed umida di Azkaban.
E l'istinto continuava a dirmi che in realtà eri innocente, che non avresti mai potuto tradire James e Lily. L'istinto, che tutti noi possediamo, e che in me, uomo e lupo, è sempre stato come raddoppiato.

Avevo accettato l'incarico di insegnante ad Hogwarts, sperando che sarei riuscito a togliermi il tuo ricordo dalla mente, sperando di riuscire a chiuderlo in un angolo del mio cuore, pur non rinnegandolo, e anzi proteggendolo, come una gemma preziosa.
Ma alla fine di quell'anno scolastico, tu sei ricomparso. Vederti, in quella stessa squallida capanna dove avevo fatto i conti per sette anni con la mia devastante metamorfosi, e dove continuavo a farli, è stato strano. Eri lì, davanti a me, dopo tredici anni, eppure sembravi un altro. La vita ti era stata portata via, ed era rimasto solo quel barlume che ti permetteva di andare avanti. Volevi vedere Harry, volevi raccontargli la verità. Il figlio di James…
Ti confesso che la gelosia mi aveva colpito. Tu eri tornato solo per lui, non eri evaso per rivedere anche me…..o meglio, io ero convinto che fosse così.

Ma quando ho incontrato i tuoi occhi, che avevano conservato la loro luminosità, ho capito che mi ero sbagliato. Non ci siamo potuti dire nulla, non siamo rimasti soli nemmeno per un istante, non abbiamo potuto parlare di tutti gli avvenimenti che avevano fatto sì che le nostre strade si fossero divise. Ma non ce n'è stato bisogno. Uno sguardo vale più di mille parole…..So che è una di quelle frasi che si ripetono in qualunque occasione, ma io ci credo sul serio.

Ci siamo di nuovo separati, tu sei dovuto fuggire in sella a quell'Ippogrifo, lontano da chi non ti credeva, da chi voleva sbatterti nuovamente fra quattro mura di pietra, dove c'è posto solo per la solitudine e la disperazione.
Ma io non mi sono più sentito solo. Ti avevo donato una parte del mio cuore, silenziosamente, e potevo sentire una parte del tuo che batteva dentro di me.

Quando sei tornato, per collaborare con l'Ordine della Fenice, finalmente ci siamo potuti parlare, siamo stati liberi di abbracciarci di nuovo, come tanto tempo prima. E sentivo che niente era cambiato, anche se tu eri preoccupato per Harry, anche se dovevi rimanere rinchiuso in quella casa che odiavi senza poter uscire, anche se un sorriso si dipingeva raramente sul tuo volto.
Ma a me non importava, non importava se rimanevi sempre in silenzio, non importava se quando le nostre labbra si sfioravano tu sembravi lontano, mi bastava poterti stare vicino, e tenerti la mano, offrirti il mio silenzioso aiuto senza pretendere nulla in cambio.

Poi, una sera, mi hai detto quelle parole, e io mi sentito felice come non ero da molto, troppo tempo.
"Ti ho sempre amato Remus" -mi avevi sussurrato- "Non permetterò che ci separino di nuovo…"
E io ti avevo risposto che mai nulla o nessuno l'avrebbe fatto. Te l'avevo promesso Sirius….

Ora sono qui, in questa stanza buia, solo con le mie lacrime amare. Non so nemmeno io come sono riuscito ad entrare senza che nessuno mi fermasse. Devo fare in fretta…io mantengo sempre le promesse Sirius.
Ti avevo promesso che nessuno ci avrebbe mai divisi, che saremmo sempre stati insieme. Tu sei lì dietro, sei lì da qualche parte, lo so, lo sento…sei lì, e mi aspetti. Aspetti che io mantenga la mia parola, perché tu non puoi più venire da me.
Ho paura, lo ammetto. Ma il pensiero di ritrovarti mi conforta. Rivedrò il tuo viso, a costo di cercarti per l'eternità.

Aspettami Sirius...

Il velo si increspò leggermente, mentre Remus Lupin lo attraversava.


  
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